Inquinamento acustico: legge, cause e rimedi
L'inquinamento acustico è un fenomeno che ad oggi desta un considerevole allarme sia a livello nazionale sia sovranazionale. Quali sono le principali fonti di inquinamento? Come sono intervenute le istituzioni comunitarie? Quali sono le principali misure adottate? Scoprilo nella nostra guida.
- L’inquinamento acustico è una forma peculiare di inquinamento che dipende da rumori molesti, soprattutto quando superano una certa soglia.
- Anche l’Unione europea si è occupata dell’inquinamento acustico, in una Direttiva del 2002, al fine di contenere gli effetti dannosi dello stesso.
- L’inquinamento acustico rileva soprattutto per quanto riguarda gli effetti pregiudizievoli sulla salute.
L’inquinamento acustico si sostanzia in una serie di emissioni rumorose che possono superare determinati limiti di tolleranza o meno. Siamo abituati a sentire rumori di sottofondo continuamente: infatti, appena ci spostiamo in zone più rurali ci sorprendiamo per il silenzio, che poi non è mai reale – anche in piena campagna ci accompagnano i rumori della natura.
Nei fatti, l’inquinamento acustico comporta una serie di conseguenze negative sulla salute, ma anche sui beni, come monumenti ed edifici.
In questa guida descriveremo in cosa consiste il fenomeno dell’inquinamento acustico e ti spiegheremo come l’Unione europea, oltre che gli altri Stati, hanno inteso intervenire in materia al fine contenere gli effetti dannosi sulla popolazione.
Il problema dell’inquinamento acustico oggi è particolarmente sentito dalle istituzioni nazionali e sovranazionali. Proprio per questa ragione è apparso essenziale intervenire con una disciplina che sia coerente con i principi comunitari, ma soprattutto efficace a contenere il fenomeno dell’inquinamento acustico, soprattutto in ottica futura.
Infine, ti diremo anche quali sarebbero gli interventi a livello degli enti locali che sono necessari per far fronte al predetto fenomeno: parleremo di cosa sono i piani regolatori e una mappatura acustica.
- Inquinamento acustico: cos’è
- Quali sono le principali forme di inquinamento acustico?
- Come si misura l’inquinamento acustico?
- Disciplina normativa sull’inquinamento acustico
- Cosa prevede la legge quadro sull’inquinamento acustico
- Come la zonizzazione incide sull’inquinamento acustico
- Cosa sono i piani di risanamento acustico
- Cos’è il piano di risanamento acustico?
- Mappatura acustica: cos’è?
- Tutela penalistica in caso di inquinamento acustico
Inquinamento acustico: cos’è
L’inquinamento acustico ha caratteristiche peculiari rispetto alle altre forme di inquinamento, come quello idrico e atmosferico. Infatti, esso si caratterizza per:
- avere diffusione locale, considerato che il rumore non ha ampia capacità di propagazione, né aumenta con il passare del tempo;
- inoltre ha una prevalente incidenza di carattere sanitario, cioè l’inquinamento acustico può incidere significativamente sulla salute dei cittadini, creando disturbi anche considerevolmente gravi.
L’inquinamento acustico si sostanzia in un rumore forte, che ha conseguenze negative sulla salute delle persone e degli animali. L’impatto acustico può avere diverse caratteristiche. Può infatti essere:
- continuo o discontinuo;
- stazionario o fluttuante;
- costante o causale;
- impulsivo.
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Quali sono le principali forme di inquinamento acustico?
L’inquinamento acustico può essere causato da diversi fattori, in base ai quali è possibile distinguere tra:
- inquinamento acustico da traffico veicolare. Una delle principali forme di inquinamento acustico che conosciamo è quello da traffico, cioè quello causato dalla circolazione dei cittadini con mezzi propri o con mezzi di trasporto pubblico. In questo caso, l’inquinamento è causato da una sommatoria di rumori: clacson, pneumatici a contatto con l’asfalto, rotaie del tram, il rumore dei motori. Queste sono solo alcune delle cause dell’inquinamento da traffico;
- inquinamento acustico da traffico ferroviario: anche in questo caso è una forma di inquinamento dovuto alla circolazione, in questa ipotesi, di mezzi di trasporto come treni o metropolitane. Esso è circoscritto alle aree attraversate da rotaie o dove sono collocate le stazioni;
- inquinamento acustico da traffico aereo: questa è forse una delle forme di inquinamento acustico da trasporti più fastidiosa. Come il traffico ferroviario, anche quello aereo crea disagio e disturbi nelle zone limitrofe agli aeroporti, alle piste di atterraggio e al corridoio di sorvolo. In questo caso, il rumore è in prevalenza prodotto dai motori;
- inquinamento acustico da attività industriale, commerciale e artigianale, il quale è dovuto dalla densità delle attività commerciali svolte e dalla frequenza dell’attività produttiva;
- fenomeni meteorologici, come grandinate, raffiche di vento, tuoni;
- vita domestica: spesso anche il “chiacchiericcio” dei cittadini per le strade o quello che proviene dalle case e i rumori prodotti dagli elettrodomestici contribuiscono a creare inquinamento acustico.
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Come si misura l’inquinamento acustico?
Potrebbe essere interessante procedere a misurare l’intensità dell’inquinamento acustico. A tal fine serve un apposito strumento che è il fonometro. Quest’ultimo è uno strumento di precisione con cui poter rilevare il livello di pressione sonora alle varie frequenze.
Il fonometro fornisce un valore che ha come variabile la sensibilità dell’orecchio umano e l’intensità dei rumori esterni percepiti a quella determinata frequenza.
Oggi il problema dell’inquinamento acustico è un problema particolarmente rilevante nelle grandi città, come evidenziato dall’Organizzazione mondiale della sanità.
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Disciplina normativa sull’inquinamento acustico
Le istituzioni dell’Unione europea sono particolarmente sensibili ai temi dell’inquinamento, della salute pubblica. L’intento dell’Unione è quello di intervenire tempestivamente con misure idonee al fine di tutelare i cittadini.
In tema di inquinamento acustico, la normativa alla quale fare riferimento è la Direttiva 2002/49/CE, che ha come obiettivo principale la determinazione e la gestione dei rumori ambientali. La direttiva è stata poi recepita dal D.Lgs n. 194 del 2005.
A tali disposizioni si aggiungono anche quelle della normativa italiana, in particolare la legge 447 del 1995, che costituisce una legge-quadro, volta a fissare i limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e all’esterno. Il legislatore, in tale contesto, ha anche determinato i valori limite delle sorgenti sonore.
Infine, è stata prevista anche una tutela penale rispetto a tutte quelle condotte che hanno ad oggetto il disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone.
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Cosa prevede la legge quadro sull’inquinamento acustico
La legge-quadro ha molteplici funzioni. Si occupa infatti:
- delle sorgenti fisse di rumori, come impianti, infrastrutture, aree adibite ad attività sportive e ricreative;
- delle sorgenti mobili, che sono a carattere residuale.
A seconda della sorgente, vi sono degli standard ambientali, quali valori limite di immissione, distinti in assoluti e differenziali. Inoltre, si prevedono:
- valori limite di emissione, in riferimento alla sorgente;
- valori- limite di immissione, relativi ai ricettori;
- valori di attenzione, rilevati rispetto al rischio potenziale per salute o ambiente;
- valori di qualità, riguardanti gli obiettivi di tutela.
La legge quadro prevede anche le misure che devono essere adottate per ridurre l’inquinamento acustico, come per esempio le procedure per la certificazione acustica dei prodotti, oppure interventi per ridurre le emissioni sonore.
Altro strumento che la legge quadro ha inteso introdurre sono alcune forme di pianificazione urbanistica o pianificazione della mobilità urbana ed extraurbana, al fine di ridurre l’inquinamento acustico. Si ritiene, infatti, che una migliore gestione dei trasporti e del traffico, sia nelle aree urbane, sia provinciali o regionali, può considerevolmente incidere sulle emissioni di rumori.
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Come la zonizzazione incide sull’inquinamento acustico
Come evidenziato nel paragrafo precedente, il legislatore ha imposto all’autorità amministrativa di verificare l’impatto acustico di alcune attività, che sono essenziali per la vita quotidiana dei cittadini. A tal fine ha poi fissato anche i limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno.
Una volta effettuata questa valutazione, poi, il legislatore ha attribuito ai Comuni la funzione di organizzare il territorio anche in considerazione del fattore inquinamento acustico. I Comuni, a tal fine, ricorrono al meccanismo di zonizzazione, che è un una modalità di gestione del territorio. Mediante provvedimento, approvano il Piano regolatore comunale.
Si divide il territorio del Comune in una molteplicità di aree omogenee per caratteristiche naturali e funzioni. A ciascuna area poi corrisponde uno statuto giuridico. A seconda della zona e della sua destinazione, si determinano i limiti massimi di esposizione ai rumori.
Per le zone non esclusivamente industriali, dove quindi sono presenti anche delle abitazioni, ai limiti massimi sono affiancati anche i limiti differenziali. In questo secondo caso, sono imposti limiti diversi a seconda che si tratti di periodo diurno e periodo notturno, tra rumore ambientale e rumore residuo.
Alla misurazione si procede negli ambienti abitativi, in modo da verificare il disturbo creato da una determinata fonte. Questa viene individuata e isolata rispetto ai rumori ordinari, propri della zona di riferimento.
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Cosa sono i piani di risanamento acustico
Altro importante strumento adoperato per contenere l’inquinamento acustico sono i piani di risanamento acustico. Le imprese redigono predetti piani al fine di adeguarsi alle prescrizioni nazionali e a quelle comunali. Quindi, sono piani che servono per adeguarsi ai limiti imposti anche attraverso misure cautelari urgenti.
Le Regioni, invece, predispongono un Piano regionale annuale di intervento e bonifica dell’inquinamento acustico, per mezzo di misure cautelari da perseguire.
L’inquinamento acustico preso in considerazione rispetto a questi piani sono quei rumori che possono anche incidere significativamente sulla salute umana, comportare il deterioramento di ecosistemi, incidere su beni materiali, come monumenti.
Questa forma di inquinamento incide, inoltre, sul godimento degli ambienti esterni da parte dei cittadini, talvolta anche dell’ambiente interno, soprattutto se i rumori provengono dall’esterno ma sono ben udibili dall’interno.
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Cos’è il piano di risanamento acustico?
Un altro strumento fondamentale per contenere l’inquinamento acustico è rappresentato dai Piani di risanamento comunali. Questi sono adottati dal Comune in considerazione anche del Piano urbano del traffico e dei piani previsti in materia ambientale.
A partire da questo piano, sarà poi possibile anche adottare misure eccezionali per contenere il problema dell’inquinamento, in base alla destinazione d’uso dell’area, degli squilibri avvertiti, ecc. In queste casistiche, è possibile introdurre un divieto di contatto diretto di aree i cui valori sonori sono sensibilmente alterati.
Rispetto ai Comuni con più di cinquantamila abitanti, ogni due anni devono essere redatte delle relazioni sullo stato attuale e sulle misure cautelari che si intende adottare o gli interventi già realizzati.
In caso di eccezionali ragioni di urgenza, è possibile ricorrere anche ad ordinanze contingibili e urgenti, tramite l’esercizio di poteri c.d. dell’emergenza, perché dal contenuto atipico. L’autorità amministrativa adotta quindi le misure più opportune ed adeguate al caso concreto.
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Mappatura acustica: cos’è?
Possiamo anche soffermarci brevemente sul concetto di mappatura acustica. La direttiva europea, che abbiamo citato, ha come obiettivo principale quello di ridurre i rumori nocivi e fastidiosi. Nel decreto attuativo, il D.Lgs. n. 194 del 2005, si prevede la possibilità di elaborare una mappatura acustica, cioè individuare le zone sorgenti sonore e prevedere delle mappe acustiche strategiche, per ridurre l’esposizione globale a rumori.
Dunque, anche questa è una modalità di pianificazione acustica, diretta a gestire l’inquinamento futuro attraverso una serie di strumenti, tra cui le tecniche di insonorizzazione, la riduzione del traffico e la precisione di piani territoriali.
Dovranno, infatti, essere adottati piani di azione per gestire le varie problematiche connesse, come l’individuazione di aree residenziali, la realizzazione di opere pubbliche decentrate rispetto al centro cittadino, la riduzione del traffico in alcuni giorni della settimana o ad alcuni orari.
La mappatura acustica si fonda su alcuni descrittori acustici, ossia grandezze fisiche che descrivono il rumore ambientale in relazione all’effetto nocivo. Queste grandezze sono soggette a misurazione periodica e sono anche accessibili al pubblico.
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Tutela penalistica in caso di inquinamento acustico
Come abbiamo evidenziato anche nei paragrafi introduttivi, il legislatore ha previsto anche una tutela penalistica, all’art. 659 c.p. In questo caso, il legislatore ha selezionato l’ambito di applicazione, sanzionando l’attività rumorosa quando:
- causa disturbo dell’occupazione o del riposo delle persone;
- si sostanzia in schiamazzi e rumori, abusando di strumenti sonori e segnalazioni acustiche, o provocando o non impedendo versi di animali o altri disturbi arrecati da animali domestici.
La norma prevede delle sanzioni anche per professioni o mestieri che siano significativamente rumorosi, quando violano le disposizioni amministrative.
Per questo reato, il legislatore ha previsto una sanzione consistente nell’ammenda compresa tra i 103 e i 516 euro, per chi esercita una professione o mestiere rumoroso contro le disposizioni di legge o le prescrizione dell’autorità amministrativa. In tutti gli altri casi, invece, il soggetto è punito con l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino a 309 euro.
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Inquinamento acustico – Domande frequenti
Le principali cause dell’inquinamento acustico sono traffico di veicoli, traffico ferroviario, traffico aereo, rumori della vita familiare, fenomeni meteorologici.
Il fenomeno dell’inquinamento acustico è contenuto tramite la zonizzazione, cioè la divisione in aree del territorio con caratteristiche omogenee e la previsione dei livelli di rumore consentito, piani comunali per la gestione e altre misure a carattere eccezionale.
Causare forti rumori, schiamazzi, può integrare il reato di cui all’art. 659 c.p., che prevede la sanzione dell’ammenda o dell’arresto, anche per i professionisti o chi esercita mestieri
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