Istanza di oblazione: cos’è e come funziona
In cosa consiste l'oblazione del Codice Penale, qual è il suo significato giuridico, cosa vuol dire presentare domanda di oblazione e come si invia la relativa istanza.
- Il termine oblazione si riferisce al pagamento di una somma di denaro che permette di estinguere un reato.
- Può essere applicata soltanto alle contravvenzioni, per le quali si applica l’ammenda e l’arresto.
- Si distingue tra oblazione ordinaria e oblazione discrezionale.
Il termine oblazione nel diritto penale indica una causa di estinzione del reato, la quale si verifica attraverso il pagamento di una somma di denaro, applicabile unicamente nel caso delle contravvenzioni.
L’oblazione è regolata dagli articoli 162 e 162-bis del Codice Penale, e dall’articolo 141 delle disposizione di attuazione del Codice di Procedura Penale. In pratica, si tratta di un rito alternativo al giudizio penale, che può essere inteso con una sorta di depenalizzazione negoziata.
Di seguito saranno presentati i casi in cui è possibile ricorrere all’oblazione, quali sono state le leggi più importanti introdotte negli anni in materia, cosa vuol dire presentare domanda di oblazione, oltre che gli interventi della giurisprudenza.
Oblazione nel Codice Penale
Abbiamo anticipato che l’oblazione può essere ordinaria o discrizionale. L’oblazione ordinaria è disciplinata dall’articolo 162 del Codice Penale, nel quale si legge che:
Nelle contravvenzioni, per le quali la legge stabilisce la sola pena dell’ammenda, il contravventore è ammesso a pagare, prima dell’apertura del dibattimento [c.p.p. 492], ovvero prima del decreto di condanna [c.p.p. 459, 565], una somma corrispondente alla terza parte del massimo della pena stabilita dalla legge per la contravvenzione commessa, oltre le spese del procedimento.
L’oblazione ha, dunque, come presupposto il fatto che si deve essere di fronte a una contravvenzione penale, punita con la sola ammenda: in tutti gli altri casi non sarà possibile ottenere la depenalizzazione negoziata.
Tra gli esempi più comuni nei quali si ricorre all’oblazione, troviamo quello del condono edilizio, con riferimento alle Leggi 47/85 e 724/94, le quali hanno previsto alcune riduzioni degli importi da liquidare per oblazione e oneri concessori, per i soggetti richiedenti il condono edilizio.
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Oblazione: termini pagamento
Il pagamento permette dunque di estinguere il reato commesso, ma l’istanza di oblazione ordinaria dovrà essere presentata:
- prima dell’apertura del dibattimento;
- prima del decreto penale di condanna.
Il secondo punto si riferisce al comma II dell’articolo 141 disp. att.c.p.p., il quale stabilisce che:
Il Pubblico Ministero, anche prima di presentare richiesta di decreto penale, può avvisare l’interessato, ove ne ricorrano i presupposti, che ha facoltà di chiedere di essere ammesso all’oblazione e che il pagamento dell’oblazione estingue il reato.
Quindi, nel caso in cui l’oblazione venisse accolta, il Pubblico Ministero dovrebbe comunicare al soggetto che ha presentato l’istanza a quanto ammonta la quota da versare per l’estinzione del reato: ai sensi della Legge 479/1999, si hanno a disposizione 10 giorni di tempo per pagare.
Nel caso di rispetto del termine previsto, il Giudice potrà pronunciare la sentenza di estinzione del reato.
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Cos’è l’oblazione discrezionale
L’oblazione discrezionale, o facoltativa, è stata introdotta con la Legge 689/1981: è disciplinata dall’articolo 162 bis c.p. intitolato “Oblazione nelle contravvenzioni punite con pene alternative“.
Tale articolo stabilisce che nelle contravvenzioni per le quali è stabilita la pena alternativa dell’arresto o dell’ammenda, il contravventore può essere ammesso a pagare, prima dell’apertura del dibattimento, ovvero prima del decreto di condanna, una somma corrispondente alla metà del massimo della ammenda stabilita dalla legge per la contravvenzione commessa, oltre le spese del procedimento.
Il pagamento delle somme indicate nell’articolo porta all’estinzione del reato.
Quando non è possibile ricorrere all’oblazione del reato?
Come previsto dall’art. 162 bis cp, l’oblazione non è ammessa quando ricorrono i casi previsti dal terzo capoverso dell’articolo 99, dall’articolo 104 o dall’articolo 105, né quando permangono conseguenze dannose o pericolose del reato eliminabili da parte del contravventore.
Il giudice ha dunque la facoltà di respingere la domanda di oblazione, tenendo conto della gravità del fatto.
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Qual è il ruolo del giudice?
La differenza principale tra l’oblazione ordinaria e quella discrezionale, oltre che l’ammontare dell’importo da pagare, consiste nel fatto che nel primo caso il giudice effettua semplicemente un controllo formale, mentre nel secondo caso compie una vera e propria valutazione discrezionale.
La procedura di oblazione fa sì che la fedina penale del soggetto che ha commesso una contravvenzione resti pulita: dato che il reato è stato estinto, non ne rimarrà alcuna traccia nel casellario giudiziale.
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Come funziona la richiesta di oblazione
La domanda di oblazione può essere presentata dall’indagato/imputato:
- personalmente;
- oppure tramite un avvocato difensore.
La domanda può essere presentata nel corso delle indagini preliminari e deve essere indirizzata al PM, il quale avrà il compito di trasmetterla al GIP, assieme agli atti del procedimento e al suo parere.
Il GIP che riceve la richiesta potrà:
- respingerla con ordinanza, restituendo gli atti al PM;
- accoglierla, stabilendo così quale sarà la somma da versare e il termine per effettuare il pagamento, che sarà pari a 10 giorni. Il provvedimento del GIP è inoppugnabile. Alla cifra stabilita dal Giudice, che non è rateizzabile, dovranno essere aggiunte anche le spese relative al provvedimento.
Il reato sarà considerato estinto nel momento in cui sarà effettuato il versamento, ovviamente nel rispetto dei termini previsti. L’indagato ha il diritto di essere avvisato dal giudice in merito alla possibilità di presentare l’istanza di oblazione: in assenza di tale comunicazione, l’avviso dovrà essere presente nel decreto penale di condanna che sarà emesso dal GIP.
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Giurisprudenza in materia
Riportiamo di seguito alcune delle sentenze più interessanti pronunciate dalla Corte di Cassazione nel corso degli ultimi anni.
Cass. Pen., sez. I, sentenza n. 47032/2007
La valutazione del giudice, in caso di oblazione facoltativa, è discrezionale, sulla base degli indici di cui all’art. 133 c.p., fondamentalmente cristallizzati nel disposto di cui al co. 4 dell’art. 162 bis c.p. richiamante la gravità del fatto.
Cass. n. 32333/2019
Ove l’imputato sia ammesso all’oblazione e versi la somma dovuta, il giudice – essendosi in una fase successiva all’esercizio dell’azione penale – pronuncia sentenza di proscioglimento per estinzione del reato.
Cass. n. 35619/2019
Nel caso in cui sia contestato un reato per il quale non è consentita l’oblazione ordinaria di cui all’art. 162 cod. pen., né quella speciale prevista dall’art. 162-bis cod. pen., l’imputato, qualora ritenga che il fatto possa essere diversamente qualificato in un reato che ammetta l’oblazione, ha l’onere di sollecitare il giudice alla riqualificazione del fatto e, contestualmente, a formulare istanza di oblazione, con la conseguenza che, in mancanza di tale espressa richiesta, il diritto a fruire del beneficio resta precluso ove il giudice provveda di ufficio ex art. 521 cod. proc. pen.
Cass. n. 35706/2019
L’istanza di oblazione non può essere subordinata o condizionata all’emissione di provvedimenti accessori, quale quello di restituzione dei beni, ma unicamente alla verifica delle condizioni per una pronuncia più favorevole ex art. 129 cod. proc. pen., sicché una diversa condizione deve ritenersi contra legem e perciò estranea alla domanda e, dunque, non apposta, secondo il principio quod abundat non vitiat.
Oblazione – Domande frequenti
L’oblazione si applica soltanto agli illeciti di lieve entità, ovvero alle contravvenzioni punite con la sola ammenda, oppure con l’arresto e l’ammenda.
Oblare significa pagare una somma di denaro stabilita dal Giudice al fine di estinguere un reato di tipo contravvenzionale.
L’oblazione può essere applicata soltanto quando la condanna penale è relativa a una contravvenzione, ovvero per i reati meno gravi.
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