Pensione anticipata 2026: requisiti, cosa cambia, ultime notizie
Quando e come sarà possibile uscire dal lavoro in anticipo nel 2026? Ecco quali sono le novità più importanti ipotizzate fin qui e i trattamenti pensionistici che dovrebbero essere confermati.
- Come suggerisce il termine stesso, la pensione anticipata consiste nella possibilità di smettere di lavorare prima rispetto alla pensione di vecchiaia.
- La prima forma di pensione anticipata è quella ordinaria.
- Ci sono poi delle specifiche tipologie riservate ad alcune categorie di lavoratori, quali ape sociale, opzione donna, quota 103.
Una delle principali domande che gli italiani prossimi al pensionamento si pongono alla fine dell’anno è: possiedo i requisiti per andare in pensione anticipata? Il Governo ha introdotto qualche novità rispetto allo scorso anno?
Al momento, non si intravedono particolari novità tra i programmi di Palazzo Chigi. La riforma strutturale delle pensioni, infatti, non è stata ancora messa a punto. In generale, anche per conformare a una sempre maggiore aspettativa di vita, l’età pensionabile si allunga: dal 1° gennaio 2027, dovrebbe aumentare di 3 mesi rispetto agli attuali 67 anni.
Quali saranno allora i requisiti della pensione anticipata per il 2026? Quanti anni di contributi devi aver maturato? Opzione donna, Ape sociale e le altre forme di trattamento pensionistico anticipato saranno ancora in vigore? Abbiamo fatto il punto per voi.
Pensione anticipata ordinaria: cos’è
La pensione anticipata ordinaria resta in vigore nella sua forma attuale, ovvero:
- le donne potranno richiederla con 41 anni e 10 mesi di contributi (2.175 settimane);
- gli uomini con 42 anni e 10 mesi di contributi (2.227 settimane).
Il trattamento pensionistico in questione, in vigore dal 1° gennaio 2012 (articolo 24, commi 10 e 11, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214) dovrebbe non subire modifiche fino al 31 dicembre 2026, come riportato sul sito dell’INPS. La pensione decorre dopo 3 mesi dalla maturazione dei requisiti contributivi (si tratta della cosiddetta “finestra temporale”).
Ricordiamo che possono accedere a questa forma di pensione anticipata tutti gli iscritti:
- all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), che comprende il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti e le Gestioni speciali per i lavoratori autonomi;
- alla Gestione Separata INPS;
- alle forme sostitutive dell’AGO;
- alle forme esclusive dell’AGO, come le Gestioni dei dipendenti pubblici.
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Finestra temporale AGO
Per quanto riguarda i lavoratori iscritti alla gestione esclusiva dell’AGO, per i quali la pensione è a carico della Cassa per le Pensioni dei Dipendenti Enti Locali (CPDEL), della Cassa per le Pensioni dei Sanitari (CPS), della Cassa per le Pensioni agli Insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate (CPI) e della Cassa per le Pensioni degli Ufficiali Giudiziari (CPUG), la finestra temporale varia, come indicato nella tabella di seguito.
Decorrenza pensione | Requisiti maturati entro il |
dopo 3 mesi dalla data di maturazione dei requisiti contributivi | 31 dicembre 2024 |
dopo 4 mesi dalla data di maturazione dei requisiti contributivi | 31 dicembre 2025 |
dopo 5 mesi dalla data di maturazione dei requisiti contributivi | 31 dicembre 2026 |
dopo 7 mesi dalla data di maturazione dei requisiti contributivi | 31 dicembre 2027 |
dopo 9 mesi dalla data di maturazione dei requisiti contributivi | 31 dicembre 2028 |
Pensione anticipata contributiva
Oltre alla cosiddetta pensione anticipata ordinaria, troviamo anche la pensione anticipata contributiva, riservata ai contributivi puri. In questo caso, il trattamento si rivolge a chi ha compiuto 64 anni e ha versato almeno 20 anni di contributi (con esclusione della contribuzione figurativa).
Possono accedere a questa tipologia di pensione anticipata:
- i soggetti che non hanno versato contributi prima del 1996;
- la cui pensione sia nella soglia minima pari a 3 volte l’assegno sociale, ridotta a 2,8 volte l’assegno sociale per le donne con un figlio e a 2,6 volte per le donne con 2 o più figli.
Il Governo sta ipotizzando di estendere questa forma di trattamento pensionistico anticipato anche ai soggetti che fanno parte del “sistema misto”. Per le donne, è previsto uno sconto dell’età pensionabile in presenza di figli, che corrisponde a 4 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 12 mesi per chi ha avuto 3 o più figli.
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Ape sociale 2026
Nel 2026, dovrebbe essere confermata l’Ape sociale, trattamento pensionistico anticipato per i lavoratori vulnerabili che abbiano raggiunto un’età di 63 anni e 5 mesi (nel 2023 erano 63). Sono stati infatti già previsti nuovi finanziamenti nella legge di conversione del D.L. Economia.
L’Ape sociale potrà essere richiesta da:
- chi ha un’invalidità civile almeno al 74%, sia un soggetto caregiver o disoccupato, con almeno 30 anni di anzianità contributiva;
- lavoratori che abbiano svolto mansioni gravose, da almeno 7 anni negli ultimi 10 anni o almeno 6 anni negli ultimi 7, con un numero minimo di contributi pari a 36 anni.
Fanno per esempio parte di questa seconda categoria:
- gli operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
- i conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
- i conciatori di pelli e di pellicce;
- i conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
- i conduttori di mezzi pesanti e camion;
- le personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
- gli addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
- gli insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido;
- i facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati;
- il personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
- gli operatori ecologici ed altri raccoglitori e separatori di rifiuti;
- gli operai dell’agricoltura, della zootecnia e della pesca;
- i pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative;
- i lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi nella normativa del d.lgs.67/2011;
- i marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e in acque interne.
Per le lavoratrici madri, è inoltre prevista una riduzione del requisito contributivo di 1 anno per ogni figlio, fino a un massimo di 2 anni.
Approfondisci leggendo anche Pensione APE sociale: cos’è, requisiti, importo
Pensione per lavoratori precoci
Tutti i soggetti elencati nel paragrafo precedente, potranno anche accedere alla pensione per i lavoratori precoci (cosiddetta “quota 41 per i lavoratori precoci”), la quale permette di far valere 12 mesi di contribuzione effettiva maturata prima del 19° anno di età ai lavoratori che, entro il 31 dicembre 2026, abbiano versato 41 anni di contributi.
Sembrerebbe, invece, mancare all’appello una quota 41 per tutti, considerata troppo onerosa, la quale avrebbe permesso al lavoratore con una contribuzione di 41 anni di andare in pensione senza limiti di età.
Opzione donna 2026
Opzione donna, che permette la pensione anticipata alle lavoratrici, sia dipendenti sia autonome, dovrebbe mantenere la sua forma attuale, ovvero prevedere il raggiungimento di 35 anni di contributi e di:
- 61 anni di età per le lavoratrici invalide e caregiver senza figli;
- 60 anni per le lavoratrici con un solo figlio;
- 59 anni per le lavoratrici con più figli, oppure licenziate o dipendenti coinvolte in crisi aziendali.
Non è comunque detto che non ci siano novità, dato che questo strumento previdenziale non è strutturale, ma viene rinnovato di anno in anno.
A questo proposito, approfondisci la nostra guida su Pensione opzione donna: come funziona
Quota 103
Il prossimo anno, invece, non dovrebbe essere rinnovata quota 103, ovvero la pensione anticipata con la quale si può attualmente smettere di lavorare con:
- 62 anni di età;
- 41 anni di contributi versati.
La misura prevede una finestra temporale di 7 mesi per i dipendenti privati e di 9 mesi per i dipendenti pubblici. Potrebbe, invece, essere prevista la Quota 41 flessibile, con la quale si potrebbe andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età.
Leggi il nostro approfondimento su Riforma pensioni Quota 103: cosa significa e come funziona
Pensione anticipata: novità
Uno dei problemi principali dell’Italia è l’elevato numero di pensionati, conseguenza diretta dell’innalzamento della speranza di vita. Come indicato nel Piano strutturale di Bilancio (PSB), per trovare una soluzione pratica, il Governo mira ad allungare l’età lavorativa.
Su questo punto, per i dipendenti pubblici non ci sarà più l’obbligo di pensionamento a 67 anni e il lavoratore avrà la possibilità di scegliere se continuare a lavorare. Per conoscere quali sono gli incentivi che favoriscano la permanenza sul posto di lavoro anche dopo il raggiungimento dei requisiti fissati dalla legge, ti invitiamo a leggere la nostra guida sul Bonus Maroni.
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