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Revisione PNRR: proposte e integrazione REPowerEU

Come sarà modificato il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)? Cosa ha previsto il Governo? Quali misure non saranno più attuate? Abbiamo esaminato le variazioni proposte e i motivi per i quali si sono rese necessarie.

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  • Il PNRR è il c.d. Piano nazionale di ripresa e resilienza, finalizzato alla ripresa economica dopo la pandemia da Covid 19.
  • Il Piano prevede la realizzazione di obiettivi e progetti entro il 2026 e con scadenze intermedie, il cui raggiungimento consente di accedere alle tranche di fondi destinati all’Italia.
  • Nelle ultime settimane è apparsa necessaria l’esigenza di rimodulare il programma al fine di ottenere le ulteriori rate dei 191,5 miliardi di euro destinati al nostro Paese.

Uno degli obiettivi principali del Governo Meloni è stato quello di rispettare tempi e obiettivi del PNRR, cioè del piano nazionale di ripresa e resilienza. Tuttavia, non sempre questi obiettivi sono risultati di facile conseguimento.

I tempi burocratici, l’inflazione e la crisi energetica hanno pesantemente influenzato il cronoprogramma stabilito dall’Unione europea. Si è dunque resa necessaria una modifica significativa del piano e una riprogrammazione.

Nel seguente articolo provvederemo a spiegarti quali sono state le ragioni dei ritardi e su quali misure in particolare hanno inciso. Inoltre, ti diremo come il Governo ha inteso modificare il programma, sia prevedendo diverse misure rispetto a quelle originarie sia definanziando alcuni progetti originariamente ammessi al PNRR.

PNRR: cos’è

Negli ultimi mesi una delle questioni che ha maggiormente infiammato il dibattito pubblico riguarda l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il PNRR è un programma per attuare i fondi ottenuti dall’Unione Europea, al fine di risollevare l’economia dei Paesi colpiti dalla Pandemia da Covid 19. 

Il PNRR prevede una serie di obiettivi, al cui conseguimento è subordinata l’erogazione di una tranche di denaro che verrà impiegato per attuare il programma. Il piano fa parte del programma dell’Unione Europea conosciuto come Next Generation EU, che prevede un fondo da 750 miliardi per la ripresa dell’Europa.

All’Italia sono stati concessi circa 191,5 miliardi, di cui 70 miliardi a fondo perduto e i restanti 121 miliardi in prestiti. Il Piano nazionale è stato approvato nel gennaio 2021 dall’esecutivo in carica, guidato dal governo Conte II, per poi essere però riscritto in parte durante il Governo di Mario Draghi.

Tali fondi dovranno essere erogati entro il 2025 e spesi entro il 2026. Tuttavia, proprio queste tempistiche hanno sollevato dei problemi, perché si ritiene che alcuni obiettivi potrebbero non essere conseguiti. Per tale ragione che si è reso necessario procedere ad una modifica del Piano nazionale e degli obiettivi che si ritiene di più difficile conseguimento.

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Come si struttura il PNRR?

Il PNRR si struttura in quattro aree:

  1. obiettivi generali;
  2. riforme e missioni;
  3. attuazione e monitoraggio;
  4. valutazione dell’impatto macroeconomico. 

Alla base del piano nazionale vi sono tre priorità, che sono stata accolte anche a livello europeo: digitalizzazione e innovazione,  transazione ecologica e inclusione sociale. In particolare queste tre priorità si sviluppano nelle seguenti componenti:

  • Digitalizzazione;
  • Innovazione;
  • Competitività;
  • Cultura;
  • Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica;
  • Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile;
  • Istruzione e Ricerca
  • Inclusione e Coesione
  • Salute.

Per ciascuno dei precedenti punti sono state indicate tutte le modifiche che dovranno essere apportate. Il Piano è costituito da 134 investimenti e 63 riforme – suddivise in riforme orizzontali, abilitanti, settoriali e concorrenti. Inoltre, il piano è suddiviso in traguardi qualitativi, detti milestone, e quantitativi, detti target.

I primi sono leggi, regolamenti, atti amministrativi e bandi di gara, mentre per quanto riguarda i secondi, sono l’esecuzione di opere, per tre quarti calendarizzate tra la fine dell’ultimo trimestre del 2024 e il 2026.

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La modifiche al PNRR

Come dicevamo nei precedenti paragrafi, si è reso necessario intervenire sugli obiettivi del Piano nazionale e procedere ad alcune modifiche, per assicurare l’erogazione della terza tranche dei fondi destinati all’Italia.

I mutamenti storici e sociali e le numerose criticità emerse nell’ultimo anno nella fase di attuazione del PNRR hanno reso indispensabile effettuare una rimodulazione degli obiettivi. Le integrazione sono necessarie per conseguire i traguardi e gli obiettivi previsti fino al 30 giugno 2026. 

La revisione del PNRR è uno dei principali obiettivi del Governo di Giorgia Meloni, che è stato assunto sin dall’inizio della legislatura. Il Parlamento e il Consiglio Europeo hanno previsto sin dall’origine la possibilità di modificare il Piano. È stato, infatti, istituito il c.d. Dispositivo di ripresa e resilienza, che prevede le condizioni alle quali è possibile procedere alla modifica. Tale possibilità sorge quando i milestone e target del programma non sono più realizzabili, totalmente o in parte. 

Oltre alla possibilità di procedere alla modifica dei progetti, a causa di circostanze oggettive, è stato anche approvato il regolamento REPowerEU, con il quale si intende ridurre la dipendenza energetica dalla Russia. Per effetto del nuovo regolamento, all’Italia sono state destinate ulteriori risorse, pari a 2.76 miliardi di euro. Di questa somma, il 7,5 % sarà destinato alla risorse delle politiche di coesione.

Lo stesso Governo ha però riscontrato alcune criticità nell’attuazione del piano nei tempi previsti. Il Governo si è dunque impegnato a riscrivere alcuni punti del PNRR e a stralciare altri. Le modifiche apportate hanno riguardato ben 144 misure del piano e nascono dalle segnalazioni di progetti provenienti dalle amministrazioni.

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Revisione PNRR: la prima categoria

La prima categoria di modifiche ha ad oggetto le modifiche relative alle misure e ai meccanismi di verifica, ovvero le misure importanti che consentono una più agevole rendicontazione dei singoli obiettivi.

Infatti, proprio in concomitanza della terza e quarta rata di pagamento, sono state evidenziate delle difficoltà nella rendicontazione degli obiettivi e nella puntualizzazione dei vari aspetti. Già in sede di modifica della quarta richiesta di pagamento, sono state adottate le misure di adeguamento previste per la rendicontazione. 

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Revisione PNRR: le seconda categoria

La seconda categoria di modifiche e riprogrammazione apportate riguarda specifici obiettivi e target, ritenuti difficilmente conseguibili. Le amministrazioni hanno, infatti, manifestato una serie di perplessità nell’attuazione di alcuni parti del programma, che hanno reso necessaria la riprogrammazione. 

Per esempio, appartengono a questa categoria delle modifiche riguardanti gli interventi in tema di Alta velocità. Infatti, in sede attuativa, sono state riscontrate delle difficoltà legate a vincoli archeologici e geologici, oltre che alla previsione di autorizzazioni che presumibilmente non saranno rese nei tempi previsti.

Anche per le misure di transizione digitale sono sorte alcune difficoltà attuative. Le pubbliche amministrazioni, infatti, hanno evidenziato l’esigenza di rafforzare gli interventi per l’impiego delle economie maturate in sede di gara. 

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Revisione PNRR: la terza categoria

Infine, la terza categoria riguarda le misure che sono tendenzialmente estranee al PNRR, volte cioè a realizzare ulteriori misure e rispetto alla cui copertura sono stati destinati circa 15,9 miliardi di euro. 

Quali sono state le maggiori problematiche riscontrate?

Le misure delineate a grandi linee sono destinate a confluire nel PNRR. Le principali problematiche riscontrate nell’attuazione  del programma in questione hanno riguardato il rispetto delle condizioni imposte: quelle per ciascuna misura e quelle relative agli elementi informativi per la rendicontazione.

Un ulteriore profilo problematico è stato quello relativo alla parcellizzazione degli interventi, che ricadono nella competenza di una pluralità di soggetti e amministrazioni. In questo caso, i tempi sono risultati più lunghi e si è riscontrata una scarsa capacità reattiva dell’amministrazione e in termini di solidità finanziaria.

Tali misure hanno causato un aumento della concentrazione degli adempimenti, che ha reso difficile rispettare le scadenze temporali. Le amministrazioni, dunque, si sono trovate a far fronte ad un carico amministrativo di difficile gestione.

Rispetto ad altri interventi, poi, si riscontrano anche ritardi nell’avvio del progetto, soprattutto a causa delle autorizzazioni che non sono tempestivamente rilasciate. L’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia ha inciso in tal senso.

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Quali misure non saranno più finanziate?

Il Governo ha poi proceduto ad una selezione delle misure che non riceveranno più finanziamento tramite i fondi PNRR. Le abbiamo indicato nella tabella che segue.

Id MisuraDescrizione misuraAmministrazione centrale di riferimentoProposta rimodulazione
M2C4I2.2Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei ComuniMinistero dell’Interno  6.000.000.000,00
M5C2I2.1Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado socialeMinistero dell’Interno  3.300.000.000,00
M5C2I2.2.CPiani urbani integrati – progetti generaliMinistero dell’Interno  2.493.800.000,00
M2C4I2.1.AMisure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologicoMinistero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica  1.287.100.000,00
M2C2I3.2Utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abateMinistero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica  1.000.000.000,00
M5C3I1.1.1Aree interne – Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunitàPCM – Dipartimento Politiche di Coesione      724.999.998,00
M2C2I1.3Promozione impianti innovativi (incluso offshore)Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica      675.000.000,00
M5C3I1.2Valorizzazione dei beni confiscati alle mafiePCM – Dipartimento Politiche di Coesione      300.000.000,00
M2C4I3.1Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbanoMinistero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica      110.000.000,00
Totale  15.890.899.998,00

Revisione PNRR – Domande frequenti

Perché si è reso necessario modificare il PNRR?

Il PNRR deve essere modificato in quanto alcune delle misure previste sono difficilmente realizzabile entro il termine del 2026.

Cosa si intende fare per la crisi energetica?

L’Unione europea ha adottato un nuovo regolamento, denominato REPowerEU, per garantire agli Stati membri strumenti adeguati per diversificare le forniture di gas, petrolio e carbone, investire nelle fonti rinnovabili e favorire la transizione ecologica

Quali misure non ci saranno più nel PNRR?

Il PNRR ha previsto il definanziamento per alcune misure previste in precedenza: scoprile nella nostra guida sulla revisione al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

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Avv. Clelia Tesone
Avvocato civilista
Laureatasi in Giurisprudenza con la votazione di 110 e Lode presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e con approfondita conoscenza delle materie del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo. Ha brillantemente conseguito l’abilitazione alla professione di avvocato, a seguito dell’espletamento della pratica forense in diritto civile e il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013 presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord.
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