Dall’autoproduzione alla partita IVA agricola

La salute è un diritto sancito dalla Costituzione che lo Stato ha il compito di garantire a ogni cittadino: lo fa grazie alla presenza di strutture ospedaliere nelle quali viene fornita assistenza ai pazienti che non possono essere curati presso il proprio domicilio.
Le Regioni si occupano di organizzare l’assistenza ospedaliera su base territoriale, facendo in modo che vengano rispettati gli standard di qualità e le linee guida fissati a livello nazionale.
In particolare, si parla di LEA, ovvero di Livelli essenziali di assistenza, per indicare tutte le prestazioni e i servizi che devono essere garantiti dal SSN.
Il termine “intramoenia” significa letteralmente “dentro le mura della città”: dal punto di vista medico, indica le prestazioni e le visite che si svolgono all’interno di una struttura ospedaliera, ma al di fuori di quello che è il normale orario lavorativo.
La visita intramoenia, che è stata introdotta dal Decreto Legislativo n. 517, viene effettuata in un ospedale pubblico o in uno convenzionato, con il pagamento del consueto ticket sanitario. Qual è il motivo per il quale si ricorre a questa tipologia di visita?
Da parte dei professionisti, si tratta di andare incontro al problema delle liste d’attesa nelle quali i pazienti vengono inseriti per avere accesso a una prestazione specialistica.
Allo stesso modo, i pazienti possono scegliere di usufruire di un servizio:
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Per attività extramunaria si intende l’esercizio della professione medica al di fuori delle strutture ospedaliere.
Dal 1° gennaio 1999, i dirigenti sanitari hanno l’obbligo di scegliere se effettuare la propria professione in intramoenia oppure in extramoenia, attivando così una convenzione differente dal punto di vista economico.
Nel caso in cui un medico operi in studi o strutture private:
Il paziente che abbia intenzione di ricorrere a una visita intramoenia dovrà inviare un’apposita richiesta all’URP dell’Azienda Sanitaria Locale, presentando l’impegnativa da parte del proprio medico di base.
La domanda dovrà indicare:
In questo caso, qualora non ci fosse la possibilità di fare una visita intramoenia, la prestazione fosse urgente e la si eseguisse privatamente, si avrebbe la possibilità di ottenere un rimborso.
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Per quanto riguarda i costi delle prestazioni in intramoenia sono variabili in relazione ai singoli interventi: gli specialisti che si occupano di questa tipologia di visita hanno in genere un compenso pari a 16.800 euro all’anno.
I medici hanno comunque l’obbligo di versare alla struttura ospedaliera una percentuale del loro fatturato come compenso per l’utilizzo di locali, attrezzature, e così via, la quale in media corrisponde al 6,5%.
Tornando al discorso iniziale, ovvero la questione dei tempi di attesa previsti dal SNN, è bene sapere che nel febbraio 2019 è stato approvato l’ultimo Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa (PNGLA) 2019-2021, il quale ha definito le priorità e i tempi massimi per l’erogazione di esami, visite specialistiche, ricoveri ospedalieri e interventi chirurgici da parte del Servizio Sanitario.
Per le prestazioni di specialistica, ci sono 4 priorità temporali, contraddistinte dalle lettere U, B, D e P. Il medico che compila l’impegnativa dovrà indicare nel campo “priorità della prestazione” la lettera che corrisponde alla sua urgenza.
Lettera prestazione | Urgenza |
lettera U | Prestazione urgente, con bollino verde, alla quale l’utente ha diritto entro 72 ore |
lettera B | Prestazione da fornire in tempo breve, ovvero non oltre 10 giorni |
lettera D | Prestazione differibile, ovvero da erogare tra i 30 e i 60 giorni |
lettera P | Visite ed esami programmati, per i quali è previsto un tempo massimo di 120 giorni |
Per quanto riguarda, invece, le prestazioni erogate in regime di ricovero, le classi di priorità sono:
Nonostante l’esistenza di una normativa sui tempi massimi di attesa, molto spesso, a causa dell’eccessivo numero di richieste, le tempistiche non vengono rispettate e la visita intramoenia resta la migliore alternativa tra quelle disponibili.