Riforma pensioni Quota 103: cosa significa e come funziona

Per capire quando e come andare in pensione con 10 anni di contributi, bisogna esaminare l’anzianità assicurativa, ovvero qual è stata la data di prima iscrizione alla previdenza obbligatoria, qualora si sia iscritti a una delle gestioni amministrative INPS.
Chi non ha versato contributi al 31 dicembre 1995, potrà andare in pensione di vecchiaia con soli 5 anni di contributi versati, ma dovrà avere un requisito anagrafico maggiore rispetto a quello previsto dalla pensione ordinaria (67 anni), ovvero avere 71 anni di età.
In aggiunta, per questa tipologia di pensione, non è prevista una soglia minima di accesso, quindi vi si potrà accedere anche se l’importo della pensione è 1,5 volte inferiore rispetto all’assegno sociale.
Quanto detto è valido soltanto per le gestioni INPS e per i lavoratori che non hanno contributi prima del 1° gennaio 1996. Chi invece possiede almeno un contributo prima di tale data, potrà andare in pensione di vecchiaia con un minimo di 20 anni di contributi.
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Nell’ultima ipotesi citata, dunque, i contributi non sono sufficienti: quali sono allora le ipotesi che permetteranno di cumulare i contributi versati nel caso di una carriera non continuativa?
Tra le diverse opportunità, ci sono per esempio:
Cosa cambia, invece, se sono stati versati 15 anni di contributi? In primo luogo, si potrà accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria nel caso in cui si rientri in una delle deroghe Amato.
Si tratta, per esempio, dei casi in cui:
Con 15 anni di contributi è possibile anche:
In quest’ultimo caso sono richiesti anche 5 anni di contributi versati dal 1° gennaio 1996, meno di 18 anni versati o accreditati al 31 dicembre 1995 e l’iscrizione alla gestione separata, con il versamento di almeno un mese di contributi.
Nell’ipotesi in cui si dovessero avere meno di 10 anni di contributi versati, si potranno ricevere altre misure, i cui requisiti di accesso sono stati riassunti nella tabella che segue.
Tipologia di assegno | Requisiti |
Assegno ordinario d’invalidità | Iscrizione presso l’Assicurazione generale obbligatoria INPS o ad alcuni fondi sostitutivi Almeno 5 anni di contributi, dei quali gli ultimi 3 versati nell’ultimo quinquennio Un’invalidità riconosciuta superiore ai 2/3, ovvero corrispondente alla riduzione della capacità lavorativa a meno di 1/3 |
Pensione d’inabilità al lavoro | Iscrizione alla generalità delle gestioni amministrate dall’INPS Almeno 5 anni di contributi, dei quali gli ultimi 3 versati nell’ultimo quinquennio Inabilità permanente e assoluta |
Pensione di vecchiaia per non vedenti (cecità assoluta o residuo visivo inferiore a 1/10) | 51 anni di età, più 12 mesi di finestra, e 10 anni di contributi, per le donne 56 anni di età, più 12 mesi di finestra, e 10 anni di contributi, per gli uomini Nel caso dei lavoratori autonomi sono richiesti 5 anni di età in più e la finestra temporale è di 18 mesi |
Pensione di vecchiaia per non vedenti in altri casi, che possiedano i requisiti previsti dalla legge Amato | 61 anni di età per gli uomini, con una finestra di 12 mesi (66 anni se lavoratori autonomi, con una finestra di 18 mesi) 56 anni di età per le donne, con una finestra di 12 mesi (61 anni se lavoratrici autonome, con una finestra di 18 mesi) almeno 15 anni di contributi |
Per quanto riguarda le altre casse professionali, si può ottenere la pensione con 10 anni di contributi (o meno) nei seguenti casi:
Con 10 anni di contributi, è riconosciuta la pensione d’inabilità anche dalla Cnpadc, la cassa dei commercialisti, dalla Cipag, la cassa geometri, e ai ragionieri iscritti alla Cnpr. Gli avvocati possono invece accedere alle pensioni di invalidità e inabilità con soli 5 anni di contributi.
La pensione di vecchiaia permette di accedere alla pensione con 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi.
La pensione con 15 anni di contributi è una pensione di vecchiaia che può essere richiesta in alcuni casi ben precisi: scopri quali sono.