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Esiste il reato di aggressione?

Il termine aggressione si riferisce ad una serie di comportamenti aggressivi e offensivi, ma non ad una specifica fattispecie criminosa. Per quale reato può essere denunciata, allora?

l'aggressione è un reato?
  • L’aggressione non è un reato previsto e prescritto dal nostro codice penale, ma un comportamento illecito rinvenibile in diversi reati.
  • L’aggressione può essere verbale: in tal caso potrebbe configurarsi il reato di minaccia.
  • Spesso, l’aggressione è fisica e può integrare la condotta criminosa del reato di lesione personale o del reato di percosse.

L’aggressione nei confronti altrui può manifestarsi solo verbalmente o può addirittura giungere allo scontro fisico. L’aggressione verbale, in alcuni casi selezionati, può integrare specifiche fattispecie criminose, come per esempio il reato di minaccia. L’aggressione fisica può, invece, integrare le condotte tipiche dei reati di percosse o lesione personale. Esaminiamoli.

Aggressione verbale e reato di minaccia

Il codice Penale italiano, all’art 612, prevede e disciplina la condotta di colui che minaccia ad altri un ingiusto danno, determinando al primo comma, quello che viene definito il reato di minaccia lieve, la cui pena è la multa fino a 1.032 euro.

Il reato è punito solo a querela della persona offesa, il che significa che, se la persona offesa decide di non denunciare agli organi preposti, il reato resterà impunito perché non è possibile procedere d’ufficio, come per la maggior parte dei reati che il Legislatore non ritiene gravi.

Qualora la persona offesa sporga querela, la procura dovrà procedere a iscrivere la notizia di reato nel registro e inizierà un processo davanti al Giudice di Pace, che è competente per i reati di minor gravità.

Al secondo comma dell’art. 612 è, invece, prevista una fattispecie aggravata del reato di minaccia. La minaccia sarà grave se è fatta in uno dei modi indicati nell’articolo 339 c.p., per esempio se il soggetto agente ha con sé delle armi, o se è commessa da più di 5 persone riunite – in questi casi la pena è della reclusione fino a un anno.

Per la minaccia grave si procede d’ufficio, pertanto, anche se la persona offesa non vorrà denunciare l’accaduto, la Procura, acquisita la notizia di reato, dovrà procedere affinché venga punito il soggetto che ha commesso la condotta illecita.

Approfondisci leggendo Reato di minaccia (art. 612 c.p.): quando si configura, pena, procedibilità

reato di percosse
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Aggressione fisica: come può essere punita?

Nella maggior parte dei casi, quando ci riferiamo ad un episodio di aggressione nei confronti di un altro soggetto, stiamo parlando di una condotta che si è manifestata con un’aggressione fisica.

In base al tipo di aggressione, che potrà provocare solo dolore alla vittima senza lesioni, o lesioni lievi o ancora lesioni gravissime, la condotta sarà riconducibile a quella tipica di diverse fattispecie criminose.

Possiamo identificare in questa categoria due reati:

  1. il reato di lesione personale ex art. 582 c.p.;
  2. il reato di percosse ex art. 581 c.p.

LEGGI pure Quando le vessazioni si configurano in un reato?

1. Il reato di lesione personale ex art. 582 c.p.

La legge punisce chi cagiona una lesione personale, dalla quale deriva una malattia nel corpo o nella mente. Tuttavia, il codice distingue diversi tipi di lesioni:

  • le lesioni lievi, che sono punite con la reclusione da sei mesi a tre anni. Questo tipo di lesioni non comportano un’invalidità permanente e la durata della malattia è solitamente inferiore a venti giorni, o se superiore non supera i 40 giorni;
  • le lesioni gravi, la cui pena è prevista dall’art. 583 del Codice Penale, che prevede le circostanze aggravanti e commina la pena della reclusione da tre a sette anni, se dal fatto deriva una malattia che metta in pericolo la vita della persona offesa o un’invalidità per più di 40 giorni o se ne deriva l’indebolimento permanente di un senso o di un organo;
  • le lesioni gravissime sono, invece, punite con la reclusione da sei a dodici anni e sono tali se provocano la perdita di un senso o di un arto o una mutilazione che rende l’arto inservibile, la perdita dell’uso di un organo o della capacità di procreare o, ancora, una permanente e grave difficoltà della correttezza nel parlare.

Per saperne di più, leggi Reato di lesione personale: le differenze esistenti

reato di minaccia

1.2 Procedibilità del reato di lesione personale

Quando un soggetto è vittima di un reato, dovrà denunciare e quindi sporgere querela, affinché il soggetto che si è reso colpevole della condotta criminosa venga punito.

Questo non è sempre vero, perché alcuni reati, poiché sono particolarmente gravi, vengono perseguiti a prescindere da una formale denuncia, in quanto l’ufficio di Procura è obbligato a procedere appena ha conoscenza della notizia di reato. La gravità del reato, pertanto, incide sulla procedibilità.

Per capire meglio come funziona la procedibilità, leggi Cosa vuol dire reati perseguibili d’ufficio?

1.2.1 Lesioni lievi e reati procedibili a querela di parte

Per quanto riguarda le lesioni lievi, sono punite a querela della persona offesa. I reati per cui si procede a querela di parte, infatti, sono quelli rispetto ai quali lo Stato si attiva solamente a seguito di una manifestazione di volontà da parte della vittima per mezzo della querela, e sono tutti i reati di minor gravità.

La persona offesa dovrà sporgere querela entro 3 mesi dall’aggressione, perché successivamente non potrà più farlo – è utile rivolgersi a un avvocato penalista. La Procura, ricevuta la notizia di reato, dovrà iniziare le indagini e se ci saranno gli estremi per proseguire, sarà celebrato un processo penale che, in questo caso, essendo un reato di lieve entità, si terrà davanti al Giudice di Pace.

Essendo un reato a querela di parte, la p.o. (persona offesa dal reato) potrà decidere di ritirare la querela (remissione di querela), oppure di recarsi dalla Forze dell’Ordine o direttamente in udienza; a quel punto, se il querelato accetta la remissione di querela, il reato si estingue, il giudice deve dichiararne l’estinzione e il processo termina.

1.2.2 Lesioni gravi e reati procedibili d’ufficio

Per le lesioni gravi si procede, invece, d’ufficio così come per tutti i reati più gravi. Molti reati perseguibili a querela, come le lesioni lievi, diventano automaticamente perseguibili d’ufficio in presenza di una o più aggravanti, perché è prevista una risposta punitiva da parte dell’Autorità a prescindere dalla volontà della vittima.

In questi casi, la competenza è del Tribunale Penale e non più del Giudice di Pace, e non essendo un reato a querela di parte, il processo non potrà interrompersi per remissione di querela.

LEGGI ANCHE Lesioni personali stradali: cosa cambia tra lievi, gravi e gravissime

lesioni personali

2. Il reato di percosse ex art. 581 c.p.

Nel caso in cui dall’aggressione non derivi una malattia, ma l’unica conseguenza sia il dolore fisico, si configurerà il reato di percosse, il cui bene tutelato è comunque sempre l’integrità fisica.

L’art. 581 del codice penale prevede che:

chiunque percuote taluno, se dal fatto non deriva una malattia nel corpo o nella mente è punito, a querela della persona offesa, salvo che ricorra la circostanza aggravante prevista dall’articolo 61, numero 11 – octies, con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a euro 309.

Si pensi a un soggetto che schiaffeggi un altro soggetto, senza provocare danni e lesioni più gravi: in questo caso il reato sarà di percosse, che è un reato decisamente più lieve rispetto a quello di lesione personale ed è perseguibile solo a querela della p.o.

È fondamentale rivolgersi ad un avvocato penalista per chi ha ricevuto una denuncia, ma lo è, soprattutto, per la vittima di un reato. In entrambi i casi è essenziale che si celebri un giusto processo affinché venga eventualmente applicata la giusta pena all’autore del reato e venga concesso il giusto risarcimento alla vittima.

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Avv. Silvia Leto
Avvocato penalista
Sono un avvocato penalista iscritta all’Albo di Crotone dal 2011, con studio a Milano e a Crotone.Mi occupo di diritto penale con esperienza consolidata in procedimenti relativi a reati di associazione mafiosa, truffa, riciclaggio, falsa fatturazione, incidente di esecuzione. Mi sono laureata alla “Sapienza” Università di Roma, con una laurea in diritto penale, sul delitto tentato, nella cattedra del Prof. Avv. Franco Coppi. Ho collaborato anche con studi legali stranieri a Lisbona e a New York.
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