Bossing: cos’è, come riconoscerlo e denunciarlo
Il tuo datore di lavoro ti ha preso di mira e ha iniziato a rendere ogni tua giornata lavorativa un inferno: ed è subito bossing. Ecco cosa significa questo termine e cosa può fare la legge per te per tutelarti.
Qualche tempo fa mi è capitato di leggere la frase “I dipendenti non scappano dalle aziende, ma dai loro capi”. Uno degli errori più comuni dei datori di lavoro, infatti, è proprio quello non preoccuparsi dei loro dipendenti, che, in molti casi, non vengono stimolati dal punto di vista creativo e intellettuale.
Un dipendente insoddisfatto, che non si sente gratificato o rispettato sul posto di lavoro, molto probabilmente a un certo punto cambierà azienda, nonostante lo stipendio e la posizione possano essere di suo gradimento.
Ancor peggiore è il caso in cui il lavoratore subisca continue angherie da parte del proprio capo, che inizia a trattarlo con sufficienza, rendendo la sua vita impossibile, nella speranza che dia le dimissioni. Molto spesso questo non accade perché riuscire a trovare un lavoro alternativo che soddisfi le proprie esigenze economiche e professionali non è sempre una passeggiata.
Il dipendente, quindi, non si dimette, ma le umiliazioni subite sul posto di lavoro lo portano a sviluppare una patologia psico-fisica. Una situazione come quella appena descritta rientra nel concetto di bossing: vediamo più nel dettaglio in cosa consiste e quali sono gli estremi che possono permettere al lavoratore di denunciare il proprio capo.
Bossing: cos’è
Quasi sicuramente avrai sentito parlare di mobbing sul lavoro, ma non è detto che tu sappia cosa sia il bossing. Possiamo definirlo come una forma di mobbing, violenza psicologica che può essere anche messa in atto dai colleghi, che viene però praticata dal proprio capo.
Bossing deriva infatti dal termine inglese “boss”, che significa per l’appunto capo. Si realizza nel momento in cui un superiore assuma un comportamento vessatorio nei confronti di un dipendente, che ha come unico obiettivo quello di costringere il dipendente a dimettersi.
Le vessazioni ricevute da parte del proprio capo creano nel dipendente una situazione di disagio: il forte stress psicofisico provato ha solitamente come conseguenza quanto auspicato dal datore di lavoro. Che il dipendente se ne vada di sua sponte.
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Come si manifesta il bossing
Il bossing consiste in molestie psicologiche reiterate. Il datore di lavoro inizia ad avere un comportamento ostile nei confronti del dipendente, per esempio con rimproveri costanti, sproporzionati e spesso immotivati.
Rientrano nell’accezione di bossing, per esempio:
- il demansionamento, con l’assegnazione di compiti degradanti;
- i richiami verbali umilianti;
- il controllo ossessivo;
- le sanzioni disciplinari ingiustificate;
- offese e minacce;
- il sabotare il lavoro del dipendente in tutti i modi.
Il lavoratore potrebbe così sviluppare patologie quali ansia, depressione, perdita di capelli, disturbi alimentari, attacchi di panico, disturbi del sonno.
Il datore di lavoro potrebbe persino arrivare a negare al dipendente il permesso per andare a fare una visita medica nella speranza di risolvere i disturbi psico-fisici che si sono manifestati a causa dei disagi lavorativi.
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Bossing: come si denuncia?
Come fa un lavoratore che è stato palesemente preso di mira dal suo capo a denunciarlo per bossing? Come si può dimostrare di essere vittima delle prevaricazioni del proprio datore di lavoro, che dovrebbe essere un mentore o comunque una figura sulla quale poter contare?
Sarà possibile presentare querela ai Carabinieri o alla Polizia nell’ipotesi in cui gli atteggiamenti aggressivi e vessatori da parte del proprio datore di lavoro abbiano una valenza penale, quindi integrino un reato.
Tra gli esempi di reati che si possono verificare, possiamo citare:
- minacce e molestie;
- diffamazione, per esempio con gli altri colleghi, o calunnia;
- abuso d’ufficio;
- maltrattamenti.
Ti consigliamo di raccogliere il maggior numero di prove – quindi mail, SMS, messaggi ricevuti su WhatsApp – e le testimonianze dei colleghi che potranno dare conferma di tutti quei comportamenti persecutori che possono rientrare nel bossing. Anche un referto che certifica una condizione psicofisica generata dalle vessazioni subite potrebbe essere una prova.
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Cosa succede dopo la denuncia per bossing
Dopo aver denunciato il tuo datore di lavoro, inizieranno le indagini preliminari, che hanno la funzione di verificare la verità di quanto raccontato.
Al termine delle indagini, la denuncia:
- potrà essere archiviata;
- oppure potrà iniziare il processo penale, durante il quale ci si potrà anche costituire parte civile al fine di ottenere il risarcimento per il danno subito.
Sarà comunque sempre possibile intraprendere un’azione civile rivolgendosi al Tribunale del Lavoro, con l’obiettivo di ottenere un risarcimento per violazione dell’art. 2087 cc.
Tale articolo prevede che:
L’imprenditore (quindi il datore di lavoro) è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro.
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Bossing – Domande frequenti
Il bossing sul lavoro può essere dimostrato raccogliendo le prove degli atteggiamenti vessatori praticati dal proprio datore di lavoro, o con il supporto di testimoni.
Il datore di lavoro prende di mira un dipendente con atteggiamenti aggressivi e persecutori con il solo obiettivo di indurlo a dimettersi il prima possibile. Il lavoratore, nel frattempo, potrebbe sviluppare una serie di patologie psico-fisiche, che acuiscono il malessere sul lavoro.
Il bossing può configurarsi in diversi reati previsti dal Codice penale, come quello di molestie, atti persecutori, minacce, diffamazione, abuso d’ufficio.
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