Categorie protette sul lavoro: requisiti, percentuale invalidità e agevolazioni
Quando una persona è categoria protetta, quindi quali sono le categorie protette sul lavoro? Quanto dura la categoria protetta? Sono previste delle agevolazioni? Analisi vantaggi e svantaggi.
- Le categorie protette sono disciplinate dalla legge 68/99.
- Hanno diritto a delle agevolazioni sul mondo del lavoro, tramite il cosiddetto collocamento mirato.
- Le aziende con più di 15 dipendenti hanno inoltre degli obblighi di assunzione nei confronti di tali lavoratori.
La legge 68 del 1999 si è posta come obiettivo quello di favorire l’inserimento sul mondo del lavoro – e la loro successiva integrazione – delle persone con disabilità, che vengono aiutate con programmi di sostegno e il collocamento mirato.
Sono così state introdotte le cosiddette categorie protette. La normativa in vigore prevede che le aziende siano obbligate ad assumere una quota di lavoratori appartenente a tale categoria.
Sono gli stessi centri per l’impiego che ne promuovono l’assunzione, cercando di tutelarli in un mercato del lavoro a volte particolarmente ingiusto e aggressivo. Chi sono allora le categorie protette? Scopriamolo, soffermandoci su:
- i loro diritti sul posto di lavoro;
- il funzionamento dell’assunzione;
- i requisiti di accesso;
- gli eventuali vantaggi e svantaggi per il lavoratore.
Lavoro categorie protette: percentuali invalidità
Quali sono i lavoratori delle categorie protette? Quale percentuale di invalidità bisogna avere? Intanto ne fanno parte i soggetti con invalidità civile maggiore del 45% e gli invalidi del lavoro, con invalidità superiore al 33%.
Appartengono poi alle categorie protette anche:
- i non vedenti e sordomuti;
- gli invalidi di guerra, gli invalidi civili di guerra e gli invalidi per servizio;
- le vedove, gli orfani, i profughi e i soggetti equiparati agli orfani;
- le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata.
Sono le ASL a verificare il possesso dei requisiti necessari all’ottenimento dell’invalidità civile. Se si rientra tra le categorie protette e non si avesse un lavoro, ci si può iscrivere, presso i Centri per l’impiego, alle liste provinciali per il collocamento mirato.
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Quali sono i diritti delle categorie protette sul posto di lavoro?
Un invalido civile appartenente alle categorie protette può essere assunto:
- in modo diretto, tramite chiamata nominativa;
- per chiamata numerica, quindi tramite le liste del CpI.
La legge ha fissato delle quote che le aziende sono tenute a rispettare, se hanno più di 15 dipendenti. In particolare, è stato previsto che ci deve essere:
- un invalido per le aziende tra i 15 e i 35 dipendenti;
- 2 invalidi se la società ha tra i 35 e i 50 impiegati;
- quando vengono superati i 51 dipendenti, invece, si deve assumere un 7% di dipendenti con un’invalidità civile e un 1% di altri beneficiari (tipo gli orfani) ai sensi della legge 68/99.
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Categorie protette e collocamento mirato
Abbiamo citato nei precedenti paragrafi la disciplina del collocamento mirato, la cui funzione è proprio quella di promuovere l’inserimento delle categorie protette sul mondo del lavoro, tramite l’iscrizione in apposite liste.
I lavoratori iscritti alle liste devono possedere la certificazione di invalidità sulla base dei criteri stabiliti all’art. 18 della legge 68/99.
Sono anche previste delle agevolazioni per le aziende al fine di favorire le assunzioni delle categorie protette. Per esempio, ricordiamo:
- l’esenzione dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali per un massimo di 8 anni, se si assumono soggetti con invalidità superiore al 79%, oppure persone affette da disabilità intellettive o psichiche, a prescindere dall’invalidità;
- contributi previdenziali e assistenziali ridotti per un massimo di 5 anni se l’invalidità è compresa tra il 67% e il 79%.
Differenza tra disabili e categoria protetta
A questo punto può essere lecita la domanda Che differenza c’è tra disabili e categorie protette? A livello normativo, nel caso di un handicap, che deve essere certificato dalla commissione medica presente nella propria ASL, si fa riferimento alla legge 104/92. Il concetto di disabilità rientra invece nella legge 68/99, quindi coincide con quello di categoria protetta.
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Categorie protette e sanzioni
Sono previste sanzioni amministrative severe per le aziende che non rispettano gli obblighi di assunzione dei soggetti appartenenti alle categorie protette.
Tra quelle applicabili, troviamo una sanzione di 516 euro nell’ipotesi di ritardo nell’invio del prospetto informativo sui lavoratori disabili assunti, ai quali si aggiungono altri 25 euro per ogni giorno di ritardo.
Una seconda sanzione è pari a 51 euro per ogni lavoratore che non è stato assunto: viene applicata dopo 60 giorni dalla scadenza del termine relativo all’obbligo di assunzione. Il denaro che si recupera dalle sanzioni viene poi utilizzato per finanziare il Fondo regionale per l’occupazione dei disabili.
In aggiunta, è prevista una sanzione amministrativa pari a 5 volte la misura del contributo esonerativo previsto all’art. 5 comma 3-bis della legge 12 marzo 1999, n. 68. Si tratta di 153,20 euro per ogni giorno lavorativo di mancata assunzione del soggetto appartenente alle categorie protette.
Viene inoltre avviata una procedura di diffida dalla quale deriva la presentazione di una richiesta di assunzione, oppure direttamente un contratto di assunzione. Il datore di lavoro può ottemperare ai suoi obblighi, sanando la sua posizione con un versamento pari a 38,30 euro.
Categorie protette: vantaggi per il lavoratore
Per quanto riguarda i vantaggi previsti per le categorie protette, oltre al collocamento mirato, si può accedere alle agevolazioni previste dalla legge 104/1992.
Si tratta, nello specifico, dei permessi lavorativi stabiliti dall’art. 33 della legge 104, non solo per i lavoratori con disabilità, ma anche per i loro caregiver. Tali permessi possono essere:
- giornalieri: 2 ore al giorno;
- mensili: 3 giorni al mese.
Sono coperti da contribuzione figurativa e sono frazionabili e sempre retribuiti. Non incidono, inoltre, né sul calcolo delle ferie, né sulla tredicesima. Le due tipologie di permessi non sono tra loro cumulabili.
Non sono invece previsti eventuali esoneri da turni, orario spezzato o lavoro notturno. Le richieste di esoneri straordinari devono comunque essere presentate all’atto di assunzione.
Se hai bisogno di aiuto su questo argomento per questioni legali, ti invitiamo a rivolgerti a un avvocato esperto in diritto del lavoro per una consulenza legale via chat.
Categorie protette: svantaggi
Quali sono invece gli eventuali svantaggi ai quali possono andare incontro le categorie protette? Supponiamo il caso in cui si voglia cambiare lavoro, indipendentemente dalla motivazione.
Si devono presentare le dimissioni volontarie – quindi non si ha diritto alla disoccupazione – e il cambio lavoro non sè affatto semplificato. In pratica, infatti, si viene esclusi dalle liste di collocamento.
Diventa dunque necessario iscriversi nuovamente a tali liste, oppure tentare strade alternative, come per esempio un concorso per la Pubblica Amministrazione, o l’assunzione per chiamata diretta.
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Categorie protette – Domande frequenti
Anche le categorie protette, nonostante la loro particolare condizione, possono perdere il posto di lavoro nel caso di licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo oggettivo o soggettivo.
Le aziende che hanno più di 15 dipendenti sono obbligate ad assumere dei lavoratori categoria protetta: hanno così diritto a una serie di agevolazioni fiscali.
Ai sensi della legge 68 del 1999 chi ha il 46% di invalidità rientra tra le categorie protette e si ha dunque diritto all’iscrizione al collocamento mirato, oltre che a ricevere alcune agevolazioni.
Le categorie protette non hanno un orario di lavoro diverso rispetto a quello degli altri dipendenti.
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