Come uscire dalla comunione ereditaria
Come si può fare per tirarsi fuori da una comunione ereditaria.
La comunione ereditaria consiste in un’eredità per la quale sono previsti più eredi, i quali, alla morte del defunto, diventano comproprietari del bene e dei rapporti, attivi e passivi, che fanno parte del patrimonio ereditato. Si parla anche di comunione incidentale, in quanto non dipende dalla volontà dei singoli eredi.
È possibile scogliere la comunione ereditaria? La risposta è affermativa: in questo articolo analizzeremo l’argomento, parlando delle differenze esistenti con la comunione ordinaria, e delle diverse modalità attraverso le quali è possibile uscire dalla comunione ereditaria, ovvero:
- la divisione contrattuale;
- la divisione giudiziale;
- la divisione testamentaria.
Comunione ereditaria e comunione ordinaria
Esistono alcune differenza tra la comunione ereditaria e la comunione ordinaria.
La comunione ereditaria:
- non riguarda solo il bene ereditato, ma fa riferimento anche a diverse tipologie di diritti riguardanti la comunione stessa, quali il diritto di proprietà e il diritto di usufrutto;
- le quote vengono determinate dall’ordinamento nel caso di successione legittima o decise dal testatore nel caso di successione testamentaria;
- qualora si volesse cedere la propria quota, sarà necessario informare tutti gli eredi che avranno la facoltà di esercitare il diritto di prelazione.
Al contrario, la comunione ordinaria:
- si riferisce unicamente alla comproprietà del bene condiviso;
- le quote sono suddivise in modo equo fra tutti;
- nel caso in cui si volesse cedere la propria quota, non ci sarebbero limitazioni di alcun tipo.
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Comunione ereditaria: è possibile scioglierla?
La divisione del patrimonio ereditato dagli eredi determina lo scioglimento della comunione ereditaria e, di conseguenza, la fine della contitolarità dei bene: ogni singolo erede diventerà il proprietario esclusivo di una determinata quota.
Nella pratica:
- con la comunione ereditaria, ogni erede ha diritto a una quota della massa ereditaria totale, in quanto coerede;
- in seguito allo scioglimento della comunione ereditaria tramite divisione, ognuno è titolare di una quota ereditaria, che corrisponde a una parte della massa totale.
La divisione ereditaria può essere realizzata tramite un contratto che viene stipulato:
- con atto pubblico, alla presenza di un notaio;
- tramite scrittura privata, possibile nei casi in cui non ci siano di mezzo beni registrati.
L’accordo di divisione deve avvenire alla presenza di tutti i coeredi, altrimenti la divisione è nulla. Se non si raggiunge un accordo unanime, ogni coerede può fare richiesta di divisione giudiziale:
- citando in giudizio gli altri eredi;
- rivolgendosi al Tribunale relativo all’ultima residenza del defunto.
È anche possibile che la divisione ereditaria venga disposta tramite testamento: in questo caso il testatore sceglie di attribuire i propri beni ai suoi successori.
Nella divisione dei beni, devono essere inclusi anche gli eredi legittimari e quelli istituiti: in caso contrario, la divisione testamentaria sarà considerata nulla.
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Come funziona la divisione ereditaria
La divisione ereditaria permette dunque ai coeredi di diventare proprietari esclusivi di un bene il cui valore corrisponde proporzionalmente alla quota ereditaria.
L’eredità può essere divisa:
- tramite un accordo privato tra tutti i coeredi: in questo caso si parla di divisione contrattuale;
- tramite il ricorso al giudice: in questo caso si parla di divisione giudiziale;
- nel caso in cui ci fosse un testamento, si parlerà allora di divisione testamentaria.
Alla divisione ereditaria, può partecipare anche:
- il successore di un coerede morto in fase di comunione ereditaria;
- l’usufruttario di una quota dell’eredità;
- il coerede che è stato istituito sotto condizione risolutiva;
- il legittimario pretermesso del testatore, ovvero colui che ha esercitato l’azione di riduzione;
- il curatore fallimentare.
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Divisione contrattuale
La divisione contrattuale rappresenta dunque uno dei metodi per uscire dalla comunione ereditaria: si tratta di un contratto con il quale i coeredi si ripartiscono le quote dei beni che costituiscono l’eredità complessiva. La conseguenza della divisione è che i diritti di comproprietà diventano diritti di proprietà esclusiva su una parte del bene comune o su un singolo bene tra quelli facenti parte del patrimonio ereditario.
Il contratto di divisione:
- necessita della presenza di tutti gli eredi per poter essere stipulato, altrimenti è considerato nullo. Devono essere presenti anche eventuali successori a titolo universale o particolare del coerede;
- deve essere redatto in forma scritta, autenticato da un notaio e trascritto, nel caso in cui avesse come oggetto beni immobili o diritti reali immobiliari. In caso contrario, può essere perfezionato con un comportamento concludente, ovvero la manifestazione tacita di perfezionamento di un contratto.
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Divisione giudiziale
Si ricorre al metodo della divisione giudiziale nel momento in cui i coeredi non dovessero riuscire a trovare un accordo: in questi casi potranno rivolgersi al giudice per procedere con la divisione dell’eredità.
In particolare, nell’articolo 713 del Codice Civile si legge che:
I coeredi possono sempre domandare la divisione. Quando però tutti gli eredi istituiti o alcuni di essi sono minori di età, il testatore può disporre che la divisione non abbia luogo prima che sia trascorso un anno dalla maggiore età dell’ultimo nato. Egli può anche disporre che la divisione dell’eredità o di alcuni beni di essa non abbia luogo prima che sia trascorso dalla sua morte un termine non eccedente il quinquennio. Tuttavia in ambedue i casi l’autorità giudiziaria, qualora gravi circostanze lo richiedano, può, su istanza di uno o più coeredi, consentire che la divisione si effettui senza indugio o dopo un termine minore di quello stabilito dal testatore.
Esistono due diverse tipologie di divisione giudiziale:
- la divisione giudiziale ordinaria, che si verifica nei casi in cui i coeredi non siano in grado di dividere i beni di cui sono comproprietari, oppure non riescano a trovare una soluzione per mettere in pratica la divisione;
- la divisione a domanda congiunta, che consiste in una procedura semplificata per accedere alla divisione dell’eredità. Nella pratica, tra i coeredi non ci sono difficoltà in merito alla divisione, alle quote o ad altre questioni relative al patrimonio ereditato. La divisione giudiziale viene scelta in quanto permette di procedere in modo veloce con l’assegnazione esclusiva di una parte della proprietà a ciascun coerede.
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Divisione testamentaria
La divisione testamentaria è, infine, l’ultima procedura che, in presenza di un testamento, può essere applicata per procedere con lo scioglimento della comunione ereditaria.
Anche in questo caso, ci sono due tipologie di divisione testamentaria:
- la divisione testamentaria regolata, nella quale il testatore ha stabilito, attraverso l’assegno divisionale semplice, dei criteri da seguire per l’assegnazione delle parti di eredità ai vari coeredi. Il testatore ha anche la facoltà di decidere che la divisione dell’eredità venga realizzata da un legatario o comunque un terzo che faccia parte dei coeredi;
- la divisione testamentaria diretta, nella quale è il testatore a suddividere l’eredità, attraverso l’assegno divisionale qualificato, assegnando a ogni coerede una quota. In questo caso la comunione ereditaria non avviene in quanto i singoli beni vengono immediatamente assegnati all’apertura della successione.
A proposito della divisione testamentaria ci sono alcune particolarità da ricordare:
- se il testatore assegna a un coerede beni di gran lunga superiori rispetto alla quota ereditaria, è possibile fare un conguaglio in quanto deve essere rispettato il principio della proporzione fra porzione e quota;
- se il testatore divide soltanto una quota di eredità, sul resto dei beni si realizza la comunione ereditaria;
- se nel testamento alcuni degli eredi legittimi non vengono citati, la divisione è nulla;
- se nel testamento non vengono divisi alcuni beni, saranno assegnati attraverso il criterio della successione legittima.
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Comunione ereditaria – Domande frequenti
La possibilità di uscire dalla comunione ereditaria è una facoltà che la legge attribuisce agli eredi (v. art. 713 cod. civ.). Al riguardo, si parla di divisione della comunione, che può essere amichevole o giudiziale.
Si tratta di una procedura attraverso la quale i coeredi possono rivolgersi al Tribunale per richiedere lo scioglimento della comunione ereditaria e la divisione dei beni. La divisione deve essere realizzata a favore di tutti i coeredi che non abbiano rinunciato all’eredità.
La divisione ereditaria, attraverso la quale si realizza lo scioglimento della comunione ereditaria, permette a ogni coerede di diventare l’unico titolare del bene che costituisce la sua quota di eredità.
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