I soldi prestati fanno parte dell’eredità?
I soldi prestati dal de cuius possono essere impugnati dagli eredi? Analizziamo la questione, partendo dalla differenza tra un prestito e una donazione.
Nel corso di una vita intera, potrebbe essere capitato di prestare dei soldi a qualcuno. Cosa succede quando si muore? Quel prestito entra in automatico nell’asse ereditario? Come si dimostra che non si trattava di una donazione, ma di un prestito effettivo?
Per rispondere a questa domanda, occorre in primo luogo capire quale sia la differenza tra prestito e donazione. Un figlio, infatti, potrebbe aver ricevuto del denaro dai suoi genitori nella forma della donazione, per esempio per l’acquisto di una macchina o di un immobile.
Nelle prossime righe, partiremo proprio dai concetti di prestito e donazione, per capire cosa succede ai soldi prestati alla morte del de cuius.
Differenza tra donazione e prestito
La differenza tra un prestito e una donazione è davvero molto semplice:
- nel caso della donazione, i soldi donati non prevedono una successiva restituzione;
- per quanto riguarda il prestito, invece, l’importo concesso a un’altra prevede una sostituzione.
Le donazioni, dunque, sono una sorta di regali, mentre per quanto riguarda i prestiti, questi ultimi possono a loro volta essere prestiti infruttiferi, ovvero senza interessi, oppure con interessi che si aggiungono alla somma da restituire.
La volontà di chi trasferisce denaro a un’altra persona dovrà essere chiara fin dal principio. Come si distingue, a livello legale, una donazione da un prestito?
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Trasferire denaro tramite donazione
A differenza del prestito, la donazione di denaro presuppone l’intenzione da parte del donante di arricchire l’altro, senza avere qualcosa in cambio – per esprimere questo concetto si usa l’espressione latina animus donandi.
La donazione ha come caratteristica essenziale lo spirito di liberalità. Quando le donazioni hanno come oggetto beni immobili o somme di denaro elevate devono essere effettuate con un atto notarile – altrimenti vengono considerate nulle.
Quando si dona una somma di denaro di modesta entità (o un qualsiasi altro bene di poco valore) la donazione non richiede una forma ben precisa. Potrebbe però capitare che chi ha donato dei soldi, poi li richieda indietro.
Per questo motivo, per dimostrare la veridicità di un prestito, di consiglia di fare, anche nel caso di piccoli importi, una scrittura privata tra le parti o di avere una qualsiasi prova scritta, come una mail. Tali documenti rappresentano un’evidenza tangibile della donazione.
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I soldi prestati fanno parte dell’eredità?
Intanto possiamo dire che i soldi dati in prestito non si possono impugnare come se fossero delle donazioni. Questi soldi fanno parte del patrimonio ereditario, nella forma di crediti.
Cosa succede se non sono stati restituiti al de cuius prima della sua morte? Gli eredi hanno il diritto di intraprendere delle azioni legali per riuscire a tornare in loro possesso.
Supponiamo che uno degli eredi abbia ricevuto dei soldi in prestito. Ci sono due elementi da considerare:
- i crediti dovranno essere distribuiti tra tutti gli eredi in relazione alle rispettive quote di legittima;
- i debiti si prescrivono in 10 anni dal momento in cui sono stati contratti.
Di conseguenza, sarebbe prevista la restituzione della parte di denaro in eccedenza rispetto alla propria quota ereditaria, da suddividere da tutti gli eredi. Tuttavia, se sono già trascorsi 10 anni, il prestito non dovrà più essere restituito.
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Soldi prestati – Domande frequenti
Per conoscere quali sono i valori che non fanno parte della successione, ti invitiamo a leggere la nostra guida su Quali sono i 3 beni che non rientrano nell’eredità.
I prestiti possono essere dimostrati con dei documenti scritti, come una scrittura privata o una semplice email che li possano certificare senza equivoci.
I debiti ricadono sugli eredi così come i crediti, Tuttavia, è possibile rinunciarvi procedendo con una accettazione di eredità con beneficio di inventario.
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