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Gelosia ossessiva: quando è reato?

Amore e gelosia, spesso, sono sentimenti che vanno di pari passo. In occasione della festa degli innamorati, San Valentino, ti spiegheremo quando la gelosia diviene penalmente rilevante.

gelosia ossessiva quando è reato
  • La gelosia è un sentimento che può essere provato sia nei confronti di un partner, sia di un amico o del fratellino più piccolo.
  • Talvolta, la gelosia scaturisce in condotte pregiudizievoli che integrano anche dei reati.
  • Dunque, le conseguenze giuridiche della condotta “causata da gelosia” possono anche essere deteriori, rispetto alla stessa condotta non motivata da tale sentimento.

In vista della festa degli innamorati, cioè San Valentino, ci siamo posti alcuni interrogativi rispetto alle interferenze e al rilievo che i rapporti affettivi possono avere rispetto al diritto penale. Nel seguente articolo, ci occuperemo quindi delle implicazioni e delle conseguenze della gelosia, quando estremizzata, ossia quando diventa fonte di grande turbamento d’animo per il destinatario.

La gelosia non è altro che un sentimento, secondo alcuni è la composizione di più emozioni, come paura, ansia, frustrazione, senso di inadeguatezza. A piccole dosi, capita a chiunque di essere gelosi, soprattutto quando non si conosce ancora bene il nuovo partner, oppure quando la storia sta vivendo una fase di stallo.

Tuttavia, se ingestibile o patologica, può sfociare in una serie di condotte illecite, che assumono la consistenza del reato. In quanto tale, la gelosia è causa di conseguenze penali, talvolta, anche considerevoli – sovente, anche inaspettate.

Di seguito, quindi, esamineremo, prima di tutto, il concetto di gelosia ed evidenzieremo quando questo assume un profilo preoccupante. Ci auspichiamo che sia anche fonte di monito per il lettore, in modo tale che possa riconoscere i comportamenti “patologici” che subisce o che pone in essere. Infine, ti diremo anche quali sono le conseguenze penali delle condotte ascrivibili a gelosia

Che cos’è la gelosia? 

Sulla gelosia si sono interrogati in tanti. Poeti, artisti e anche psicologi o psicoanalisti, tra i più importanti Freud. La gelosia è un sentimento di paura o ansia che nasce dall’idea di perdere l’affetto di qualcuno caro. Per esempio, è geloso il bambino quando nasce un fratellino – a tal proposito si parla di gelosia infantile.

Tuttavia, molto spesso conosciamo la gelosia soprattutto in età adulta, quando ci innamoriamo di un’altra persona e temiamo che questa ci lasci per qualcun altro.

Quando la gelosia è fondata, nasce da comportamenti altrui che denotano uno scarso interesse o il fondato rischio di rottura a causa della presenza di un terzo soggetto. In altre ipotesi, essa è puramente una rappresentazione della nostra mente, che vede comportamenti o atteggiamenti inesistenti.

Secondo Freud, la gelosia ha sempre natura trilaterale, cioè è anche espressione di rivalità nei confronti di un terzo soggetto, con cui si entra in competizione. A volte, come evidenziato, la terza persona è solo una percezione, non è un reale soggetto verso cui viene manifestato interesse dal partner.

Molto spesso, la gelosia viene tenuta a bada da chi la prova: come ogni emozione, è tranquillamente gestibile. Tutti nella vita siamo stati un po’ gelosi del partner, soprattutto all’inizio di una storia, quando non ci si conosce ancora bene. Quando la coppia però è consolidata e c’è rispetto e fiducia reciproca, questo sentimento, nella normalità dei casi, scompare.

Tuttavia, negli ultimi anni, il tema della gelosia è sempre più frequentemente associato a fenomeni violenti. Quando estremizzata e fuori controllo, infatti, essa può scaturire in condotte che sono lesive del partner o di altri. Quand’è allora che la gelosia diventa reato?

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gelosia sentimentale quando può configurarsi in un reato
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Gelosia: quando le condotte sono moleste?

La gelosia, quando patologica, si esprime in una serie di comportamenti possessivi e, in genere, invadenti della sfera privata altrui. Molto spesso, il partner geloso controlla il telefono, i social network, le email. Talvolta, capita che il partner sia seguito, sul luogo di lavoro o nelle faccende private.

Per non parlare poi dei casi in cui partner è insultato, svilito: può capitare che sia denigrato con gesti o apprezzamenti negativi, con insulti di varia natura. Peraltro, può accadere che il soggetto geloso mini l’autostima altrui, creando una situazione di soggezione, che lo metta al riparo dal rischio di abbandono.

I comportamenti citati sono espressione estrema di gelosia, che eccedono in comportamenti che alterano le abitudini e lo stile di vita. La gelosia è, in tal caso, fuori controllo, non è gestita e metabolizzata in modo sano dall’individuo, che riversa sull’altro partner, e talvolta su terzi, la propria frustrazione e insofferenza. Queste condotte, peraltro, possono tranquillamente essere configurabili come reati. Quali?

Approfondisci l’argomento leggendo anche: Manipolazione psicologica: cos’è e quando si configura in un reato

Gelosia e atti persecutori

Molte condotte che abbiamo descritto, se reiterate, possono integrare il reato di atti persecutori, o meglio noto come stalking, disciplinato all’art. 612 bis c.p. La norma descrive un reato di evento: ciò significa che la condotta deve comportare un danno o una conseguenza, che viene indicato dal legislatore.

Nel caso di specie, gli eventi possibili sono un perdurante e grave stato di ansia o di paura, tale:

  • da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva; 
  • da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.

Quindi, la naturale evoluzione della gelosia è proprio quella degli atti persecutori, come nel caso in cui il partner sia seguito o controllato, oppure minacciato di frequente di ritorsioni e abusi. 

Approfondisci l’argomento leggendo anche: Reato di atti persecutori (612 bis c.p.): esempi, prescrizione, procedibilità

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Gelosia e maltrattamenti in famiglia

Un reato, spesso ritenuto affine agli altri persecutori, è quello di maltrattamenti in famiglia, di cui all’art. 572 c.p. Infatti, le condotte che abbiamo descritto possono integrare il reato di maltrattamenti, il quale però si distingue per alcuni elementi dal precedente.

Prima di tutto, non è sufficiente che le condotte siano reiterate, ma serve l’abitualità. Cosa significa? Si parla di condotta reiterata, quando il soggetto autore del fatto pone in essere anche due soli atti, non necessariamente vicini nel tempo. Si ha, invece, abitualità quando sono posti in essere plurimi atti tra loro omogenei, anche cronologicamente ravvicinati, in un arco di tempo che fa denotare proprio “l’abitudine” nel porre in essere quelle condotte.

Altra differenza significativa è che il reato di maltrattamenti in famiglia deve essere posto in essere contro il coniuge, o altro membro della famiglia, o il partner convivente. Quando cessa il rapporto, per esempio con il divorzio (non anche la separazione) o viene meno la convivenza, non si applica più il reato di maltrattamenti, ma quello di atti persecutori. 

La differenza dal punto di vista della pena non è irrilevante, infatti, si prevede:

  • per i maltrattamenti, la pena della reclusione da tre a sette anni;
  • per gli atti persecutori, la pena della reclusione da uno a sei anni.

Ti consigliamo anche di leggere: Reato di maltrattamenti in famiglia: pena, procedibilità, assoluzione

Cosa succede se prendo il telefono al partner?

Nel descrivere le condotte di gelosia, abbiamo fatto riferimento anche ad una specifica ipotesi, che, in realtà, è molto frequente, ossia quando si prende il telefono del proprio partner. Può, infatti, capitare che sia sottratto, anche con violenza o minaccia, per controllare chat o telefonate oppure i social network. 

La questione è stata anche affrontata dalla Corte di Cassazione, la quale ha evidenziato che, in primo luogo, la condotta del marito (nel caso esaminato l’agente era il marito della persona offesa) realizza un’indebita invasione della sfera di riservatezza della moglie. Quindi, la corte qualifica, innanzitutto, la condotta come antigiuridica.

Poi, nel caso di specie, il telefono era stato sottratto con violenza. Sul punto, allora, si è detto che il marito ha posto in essere un reato di rapina, di cui all’art. 628 c.p. Si contestava, invero, che nel caso in esame mancasse il profitto, richiesto dalla norma. In realtà, come sottolineato dalla Corte, il profitto non deve essere necessariamente economico. L’interesse a controllare la donna, leggerne i messaggi, guardare i contenuti sulle app, è stato considerato una forma di profitto

Laddove, invece, la stessa condotta sia posta in essere senza violenza o minaccia è integrato il reato di furto. A tal proposito, ricordiamo che i reati in questione comportano:

  • la reclusione da cinque a dieci anni e la multa da euro 927 a euro 2.500, per la rapina;
  • la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa da euro 154 a euro 516, per il furto.

Le sanzioni in questione sono irrogate per la condotta base, che, a seconda delle modalità concrete, può anche subire un aggravamento di pena.

Ti consigliamo anche di leggere: Violenza sulle donne: non basta una nuova legge se non si pensa a un piano strutturale

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Chi compie un reato per gelosia subisce aggravanti?

La gelosia può sfociare anche in altri reati come lesioni, sia verso il partner sia verso un soggetto terzo. In questo caso, si configura qualche aggravante? Il codice penale prevede l’aggravante della relazione affettiva. Per esempio, per lo stalking, il legislatore prevede espressamente un’aggravante al secondo comma se tra reo e persona offesa vi era un pregresso rapporto affettivo

Tuttavia, non è un caso isolato. Anche l’omicidio volontario, infatti, può essere aggravato se tra le parti vi era un rapporto affettivo

L’art. 61 c.p., poi, nell’elencare le aggravanti comuni, prevede anche quella di aver commesso il fatto abusando di relazioni domestiche, quindi, nell’ambito di rapporti familiari o di convivenza. L’aggravante non presuppone necessariamente vincoli di sangue.

Puoi approfondire l’argomento leggendo anche: Legge sul femminicidio: dalla modifica al Codice Penale al Codice Rosso

Gelosia e futili motivi

La Corte di Cassazione, poi, si è talvolta interrogata sulla possibilità di applicare l’aggravante dei futili motivi nel caso di reato compiuto, perché spinto da un impulso di gelosia. Si pensi ad un’eventuale rissa scaturita con il presunto amante, o lesioni arrecate al partner, o all’amante del partner, così come qualsiasi altro reato. 

La Corte ha evidenziato che la gelosia può integrare l’aggravante dei futili motivi, quando, però:

  • si connota per abnormità dello stimolo possessivo verso la vittima o un terzo che appaia ad esso legata;
  • sia espressione di spirito punitivi, innescato da reazioni emotive aberranti a comportamenti della persona offesa e percepiti come “atti di insubordinazione” dall’autore del fatto.

Nel caso esaminato dalla Corte, l’aggravante era stata configurata rispetto al reato di lesioni. L’uomo aveva, infatti, aggredito taluno che aveva, a sua volta, proferito apprezzamenti sulla moglie. Quindi, in questo caso, è stata applicata l’aggravante dei futili motivi, in quanto inidonea a giustificare un giudizio di maggiore riprovevolezza dell’azione. L’aggravante dei futili motivi comporta un aumento del trattamento sanzionatorio fino ad un terzo.

Ti consigliamo anche di leggere: Violenza psicologica in famiglia, sul lavoro, sui figli: quando è reato e come denunciare

Gelosia reato – Domande frequenti

Che cos’è la gelosia?

La gelosia è un sentimento o una composizione di sentimenti quali paura, ansia, frustrazione, insicurezza, verso il proprio partner o altro soggetto legato da rapporti affettivi.

Quando la gelosia integra reato?

La gelosia integra reato quando comporta un’invasione della sfera personale altrui, comportandone una limitazione. Per esempio, la gelosia può manifestarsi con condotte equivalenti ad atti persecutori o maltrattamenti in famiglia.

Sottrarre il telefono è reato?

Sottrarre il telefono per controllarlo, quindi, leggere chat o aprire app, integra il reato di rapina, se posto in essere con violenza o minaccia, oppure di furto.

Il motivo della gelosia aggrava il reato?

Il motivo della gelosia può integrare l’aggravante dei futili motivi, quando eccessivo e la condotta sia posta in essere con spirito punitivo. Le condotte di gelosia possono essere aggravate anche dal rapporto di affezione.

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Avv. Clelia Tesone
Avvocato civilista
Laureatasi in Giurisprudenza con la votazione di 110 e Lode presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e con approfondita conoscenza delle materie del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo. Ha brillantemente conseguito l’abilitazione alla professione di avvocato, a seguito dell’espletamento della pratica forense in diritto civile e il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013 presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord.
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