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Manipolazione psicologica: cos’è e quando si configura in un reato

La manipolazione psicologica è un concetto complesso: nei fatti, è difficile stabilire quando essa ricorra e quali effetti produca. In particolare, ad oggi è incerta anche la qualificazione in termini di reato. Nel seguente articolo, ti spiegheremo quali possono essere le possibili conseguenze penali.

manipolazione psicologica
  • La manipolazione psicologica è un tema di cui si parla molto oggi, proprio perché, in maniera subdola, incide sulla vita delle vittime.
  • La condotta di manipolazione può integrare anche delle condotte costituenti reato, sebbene sul punto non sussista una disciplina univoca.
  • Il legislatore ha posto l’accento su alcune condotte che possono anche essere causa o conseguenza delle manipolazione psicologica

Sempre più spesso si sente parlare di manipolazione psicologica, talvolta richiamando anche il concetto di Gaslighting. La manipolazione psicologica, tuttavia, è una condotta subdola, di difficile qualificazione in termini giuridici. Ancor più difficile è individuare un reato che possa essere configurato.

Nel seguente articolo ti spiegheremo quando si configura il gaslighting e come può essere qualificato dal punto di vista del diritto. Ti diremo poi quali sono le conseguenze della condotta di manipolazione e ci soffermeremo sui reati di plagio, maltrattamenti in famiglia e atti persecutori.

Evidenzieremo inoltre come la questione si intrecci con il problema dei reati di genere e quali sono le misure adottate dal legislatore a tal proposito.

Cosa si intende per manipolazione psicologica?

Il concetto di manipolazione psicologica non è molto chiaro e può avere diverse sfaccettature. Una di queste è il cosiddetto gaslighting, termine che si traduce con manipolazione psicologica maligna, una forma di manipolazione violenta e subdola. In genere, sono condotte manipolative realizzate comunicando alla vittima informazioni false, con l’intento di farla dubitare della sua memoria o della sua percezione della realtà.

Può anche tradursi nella negazione di alcuni avvenimenti ed episodi, oppure può anche sostanziarsi in messe in scena, rappresentazioni di eventi inusuali, per disorientare quella che è la vittima della condotta. Può sostanziarsi anche in una condotta volta a costringere la vittima a un comportamento conforme all’interesse della persona agente. 

Il termine deriva da un’opera teatrale del 1938, il Gaslight, nota anche come Angel Street, del drammaturgo britannico Patrick Hamilton. Diversi sono poi stati anche gli adattamenti cinematografici, nel 1940 e nel 1944. L’opera narra le vicende di un marito che cerca di portare la moglie alla follia, tramite manipolazioni dell’ambiente, delle luci e del gas. La donna nota i cambiamenti, ma l’uomo cerca di convincerla che si tratta di sue allucinazioni.

Tra i primi a parlare online di violenza psicologica è stato Psicoadvisor, rivista online di scienze psicologiche e neurobiologia, che lo definisce come una forma di violenza psicologica silenziosa, in cui il carnefice fa sperimentare alla vittima sensazioni di angoscia, impotenza e frustrazione. 

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Come funziona la manipolazione psicologica

In genere, la manipolazione psicologica è un abuso, volto a sopprimere le reazioni di autodifesa della vittima. Può essere una condotta posta in essere tramite condotte punitive.

In concreto, le condotte manipolative si sostanziano in manipolazioni verbali o gestuali, che possono anche avere uno scopo “sentimentale”- si parla in questo caso di manipolazione affettiva. Queste si realizzano tramite espressioni facciali o movimenti, tono della voce, affermazioni, tramite i quali l’abusante mette in dubbio scelte, sentimenti e il rapporto stesso con la vittima.

La condotta manipolativa è spesso finalizzata a denigrare l’autostima della vittima, in modo da riuscire a gestirla in maniera totalitaria. Si ingenera così uno stile di attaccamento dipendente, tramite condotte di allontanamento e riavvicinamento, in modo tale che la vittima abbassi i propri standard emotivi e relazionali.

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Quali sono i messaggi tipici di un manipolatore?

Alcuni psicologi offrono indicazioni per valutare questi tipi di comportamenti. Secondo Ramani Durvasula, un primo indice sintomatico è che si avverte l’esigenza di registrare o mettere per iscritto alcune conversazioni, proprio per poterci ragionare meglio ed essere sicuri di tutto.

Molte vittime di manipolazione psicologica procedono in tal senso. Proprio per questo è stato possibile raccogliere una serie di frasi tipiche dette dai soggetti abusanti, tra cui:

  • Non essere così permaloso!;
  • Non devi sentirti così;
  • Non ho detto questo, hai capito male come sempre;
  • Ti ricordi male come sempre;
  • Questo non è mai successo, ti inventi le cose;
  • Ma stai bene? Mi sto preoccupando per te perché dici cose strane.

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La manipolazione psicologica è reato?

La disciplina normativa della manipolazione psicologica, in Italia, è pressoché inesistente, anche in considerazione di vari interventi giurisprudenziali. Il problema principale della condotta è lo stabilire quando ci sia effettivamente una manipolazione mentale e quali siano gli effetti.

Sul punto, possiamo esaminare una serie di aspetti. In primo luogo, possiamo ricordare che non esiste espressamente un reato di manipolazione psicologica. Si rammenta, a tal proposito, che il Codice Rocco, il codice penale vigente, prevedeva in origine il reato di plagio all’art. 603 c.p.

La norma prevedeva che:

Chiunque sottopone una persona al proprio potere, in modo da ridurla in totale stato di soggezione, è punito con la reclusione da cinque a quindici anni.

La norma, però, è stata dichiarata incostituzionale e non è attualmente vigente. Nei prossimi paragrafi spiegheremo le ragioni della dichiarazione di incostituzionalità.

Tuttavia, ove ricorrano specifiche condotte, possono anche essere integrati reati diversi, tra cui il reato di maltrattamenti in famiglia oppure di atti persecutori. Dunque, è possibile denunciare una manipolazione psicologica quando questa trasmoda in alcuni reati specifici.

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manipolazione psicologica quando denunciare

Reato di plagio: dalla nascita all’abolizione

Il reato di plagio prevedeva la sanzione penale per chi mettesse in pratica una condotta di manipolazione e soggiogamento di altri soggetti. La norma era stata introdotta nel 1930, che ha distinto la condotta dal reato di riduzione in schiavitù, sebbene per lungo tempo erano considerate fattispecie affini. La Cassazione, nel 1961, ha poi dato una definizione al concetto di plagio, definendolo come l’instaurazione di un rapporto psichico di assoluta soggezione del soggetto passivo al soggetto attivo.

La disposizione è stata dichiarata incostituzionale nel 1981, per violazione dell’art. 25 della Costituzione, ossia del principio di riserva di legge, in particolare rispetto ad uno dei suoi corollari, ossia il principio di determinatezza

Il principio di riserva di legge presuppone che una norma incriminatrice debba essere introdotta dalla legge parlamentare. Alla base di questo principio vi è l’esigenza di garantire che la scelta di politica criminale sia di un organo rappresentativo della collettività intera e delle minoranze.

Il principio in questione ha poi una serie di corollari, come il principio di determinatezza, il quale a sua volta comporta:

  • che una norma sia chiara, precisa e puntuale a partire dal testo scritto dal legislatore; 
  • determinatezza intesa come tassatività, cioè come possibilità di applicare la norma solo alle ipotesi descritte dalla legge;
  • determinatezza da un punto di vista delle possibilità di dare prova e accertamento di tutti gli elementi della fattispecie

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Reato di plagio: perché è incostituzionale?

Nel caso esaminato dalla Corte Costituzionale si disse che non fosse possibile provare empiricamente il plagio, cioè lo stato di assoggettamento. Ciò ha comportato l’impossibilità di provare in sede giudiziaria il reato, perché lo stato di soggezione è relativo alla sfera intima del soggetto stesso

A tal fine, la Corte distingue tra stato di soggezione psichica, che si sostanzia nella convinzione di certe idee e può dar luogo a situazioni di dipendenza psichica, dalla fattispecie di suggestione, che comunque non è in grado di realizzare situazioni di dipendenza psicologica. 

Tuttavia, tale distinzione e il concetto stesso di soggezione psichica non erano considerate situazioni di agevole accertamento. A tal proposito afferma la Corte che non vi sono criteri sicuri per separare e qualificare l’una e l’altra attività e per accertare l’esatto confine fra esse.

In poche parole, la difficoltà riscontrata dalla Corte era probatoria, perché la manipolazione e le relative conseguenze appartengono al foro interno della persona offesa, dunque non risulta semplice darne la prova. Proprio per questa difficoltà di accertare la condotta di plagio che la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la disposizione

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manipolazione psicologica come difendersi

Manipolazione psicologica e reato di maltrattamenti in famiglia

Dunque, anche se la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il reato di plagio, è comunque possibile che la condotta di manipolazione integri un altro reato.

Sicuramente, una delle ipotesi più facili da configurare è quella di maltrattamenti in famiglia, che presuppone però un legame di parentela e di convivenza. Con ciò, secondo la giurisprudenza, si intende anche uno stabile rapporto affettivo intercorrente tra persona offesa e reo.

La condotta che integra il reato di maltrattamenti presuppone una molteplicità di condotte ripetute con abitualità, finalizzate ad arrecare un pregiudizio. Le condotte non necessariamente devono costituire in sé reati, ma possono anche essere offese o umiliazioni di varia natura.

Dunque, possono anche essere forme di manipolazione, come le abbiamo descritte in precedenza. Ciò che consente di integrare il reato è l’abitualità della condotta, cioè che gli atti si ripetono in modo omogeneo nel tempo. 

Ti consigliamo anche di leggere: Reato di maltrattamenti in famiglia: pena, procedibilità, assoluzione

Reato di atti persecutori

Diverso è, invece, il reato di atti persecutori. In questo caso, devono essere reiterate condotte di violenza o minaccia che siano tali da produrre un evento, ossia devono:

  • cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura;
  • ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva;
  • costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.

Anche rispetto al reato di atti persecutori si era posto lo stesso problema evidenziato con il reato di plagio, cioè la difficoltà a provare gli eventi, soprattutto i primi due. Rispetto al primo evento, infatti, questo comporta delle modifiche della realtà esteriore immediatamente percepibile

La Corte Costituzionale, tuttavia, investita nuovamente della questione, ha reinterpretato in ottica costituzionale la norma. Ha sostenuto che anche nel caso dei due primi eventi citati dalla norma è necessario che comportino una modificazione della realtà esteriore immediatamente percepibile e che, quindi, possano comprovare l’evento.

Dunque, per quanto riguarda questo reato è ancora possibile constatarlo. Più complesso è, invece, stabilire se sia possibile che la manipolazione psicologica possa integrare la condotta descritta dalla fattispecie di reato.

La norma, infatti, richiede la reiterazione di atti di minaccia e violenza: non c’è dubbio che forme di manipolazione psicologica possono sostanziarsi anche in minacce alla persona offesa. La manipolazione psicologica, d’altro canto, è essa stessa una forma di violenza.

Approfondisci l’argomento leggendo anche: Reato di atti persecutori (612 bis c.p.): esempi, prescrizione, procedibilità

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Cosa si rischia in caso di manipolazione psicologica?

In sintesi, possiamo affermare che, in caso di manipolazione psicologica, è possibile che il soggetto rischi di incorrere in una sanzione penale per uno dei reati che abbiamo descritto, ma non solo. La persona offesa può, quindi, decidere di chiedere tutela alle Forze dell’Ordine mediante denuncia.

Ricordiamo, poi, che negli anni si è inteso fornire sempre più tutela, soprattutto per i reati di genere, al fine di prevenire condotte che possono anche essere considerate sia modalità sia conseguenze della manipolazione psicologica. A tal proposito, ricordiamo le disposizioni del Codice Rosso, che esamineremo nel seguente paragrafo.

Puoi approfondire l’argomento leggendo anche: Legge sul femminicidio: dalla modifica al Codice Penale al Codice Rosso

Manipolazione psicologica e Codice Rosso

Nel 2019 è stata introdotta una prima riforma chiamata Codice Rosso, che ha introdotti i seguenti reati:

  • il delitto di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate:  “revenge porn”;
  • il delitto di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso: “sfregio”;
  • il delitto di costrizione o induzione al matrimonio;
  • il reato di violazione del divieto di allontanamento dalla casa familiare e di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.

Recentemente, il legislatore è nuovamente intervenuto al fine di prevenire alcuni reati, tra cui quelli che abbiamo citato. Questi sono spesso considerati reati spia di altre possibili condotte ben più pericolose, come lesioni o perfino omicidio. Al fine di rafforzare la tutela, si è inteso rendere più incisive le misure di prevenzione connesse a reati come maltrattamenti e atti persecutori. 

Per esempio, la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e l’obbligo di soggiorno nel Comune di residenza o di abituale dimora sono state estese anche ai soggetti che si macchiano di questi reati. Sono stati anche potenziati i poteri di Procuratori e Sostituti procuratori rispetto ai reati che abbiamo citato. Si prevedono poi anche delle sanzioni penali per chi viola alcuni provvedimenti, come quello di allontanamento dalla casa familiare. 

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Manipolazione psicologica – Domande frequenti

Cosa è la manipolazione psicologica?

La manipolazione psicologica è una condotta di induzione di un soggetto ad uno stato di sudditanza psicologica, che può avere ripercussioni negative sulla sua vita personale e di relazione.

Che reati integra la manipolazione psicologica?

Il reato di plagio incriminava proprio una condotta di manipolazione psicologica: esso è tuttavia stato dichiarato incostituzionale dalla Corte Costituzionale per violazione del principio di determinatezza. Oggi, la manipolazione può integrare i reati di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori.

Cosa comporta la manipolazione psicologica?

La manipolazione psicologica può comportare la denuncia per uno dei reati citati, l’adozione di misure di prevenzione, nonché eventuali sanzioni penali per la violazione di tali misure.

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Avv. Clelia Tesone
Avvocato civilista
Laureatasi in Giurisprudenza con la votazione di 110 e Lode presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e con approfondita conoscenza delle materie del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo. Ha brillantemente conseguito l’abilitazione alla professione di avvocato, a seguito dell’espletamento della pratica forense in diritto civile e il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013 presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord.
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