Denuncia per stalking: come difendersi in caso di false accuse
- Lo stalking è un reato che comporta la reclusione da un minimo di 1 anno a un massimo di 6 anni e 6 mesi.
- La denuncia per stalking prevede una fase riservata alle indagini e un eventuale processo.
- È comunque possibile provare a difendersi qualora le accuse di stalking ricevute fossero false.
La parola stalking deriva dal verbo inglese “to stalk”, che significa letteralmente camminare con circospezione, furtivamente. Nell’ordinamento giuridico italiano, lo stalking viene inquadrato nel reato di atti persecutori.
Lo stalker è infatti una persona che perseguita qualcun altro in modo reiterato, provocando diverse conseguenze a livello psicologico in chi lo subisce. Nonostante si registrino numerosi casi in Italia, molto spesso le vittime non arrivano a denunciare il loro persecutore.
Ce ne sono altri in cui, invece, lo stalker viene denunciato e si ritrova a dover affrontare le conseguenze penali derivanti dalle azioni messe in atto nei mesi (o addirittura negli anni). Se per caso ti ritrovassi con una denuncia a tuo carico per stalking e le indagini dovessero provare che sei in torto, dovresti quindi affrontare un processo.
Nelle prossime righe spiegheremo cosa succede a seguito di una denuncia per stalking, come funziona il processo e come ottenere un risarcimento per il danno subito, se è possibile ritirare eventualmente la denuncia e cosa potrebbe accadere invece nell’ipotesi in cui le accuse fossero infondate.
Cosa significa essere indagato per stalking
Il reato di stalking è disciplinato dall’art. 612 bis del Codice penale (titolato Atti persecutori), introdotto con la legge 23 aprile 2009, n. 38. La pena prevista è la reclusione da un anno a 6 anni e 6 mesi – con maggiorazioni dovute alla presenza di circostanze aggravanti.
Analizzando il contenuto dell’articolo emerge che, per poter parlare di stalking, ci devono essere 3 condizioni fondamentali. Non basta infatti un singolo comportamento molesto o minaccioso nei confronti di un altro individuo affinché lo stalking si configuri.
Nello specifico, devono essere presenti:
- uno stato di ansia e paura nella vittima che sia perdurante: la stessa potrebbe iniziare a soffrire di attacchi di panico, oppure avere la costante sensazione di essere spiata e controllata;
- il timore da parte della vittima di poter subire delle violenze da parte dello stalker o che a subirle siano le persone a lei care, quindi amici e familiari;
- un cambiamento delle proprie abitudini di vita, per evitare di avere a che fare con lo stalker, quindi cambiare lavoro, hobby, casa.
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Come ritirare una denuncia per stalking?
Lo stalking rientra tra i reati a querela della persona offesa, quindi lo stalker può essere denunciato unicamente dalla vittima, entro 6 mesi di tempo.
A questo proposito ti invitiamo a leggere le nostre guide sulla differenza tra denuncia e querela e su quali sono i reati perseguibili d’ufficio.
La remissione della querela potrà essere solo processuale in quanto, di base, è irrevocabile, soprattutto nei casi in cui il reato sia stato commesso tramite minacce reiterate.
Il reato diventa invece procedibile d’ufficio, quindi può essere denunciato da chiunque venga a conoscenza dei fatti, qualora venga commesso contro un minore o una persona con disabilità.
Quando non si configura il reato di stalking? Il reato di stalking non si configura nell’ipotesi in cui non siano presenti le 3 condizioni previste dal Codice penale. In questi casi, una denuncia per stalking potrebbe non solo essere inefficace, ma si potrebbe ricevere una controquerela dalla persona accusata.
Cosa succede dopo una denuncia di stalking?
Ipotizziamo un caso reale in cui una persona vittima di stalking da un po’ si decida a presentare querela ai Carabinieri della città in cui vive. La persona che viene querelata sarà allora indagata dalle Forze dell’Ordine.
Prima di arrivare alla Querela vera e propria, si potrebbe optare per una soluzione di passaggio, rappresentata dall’ammonimento al Questore. Viene redatto in pratica un verbale in cui si chiede allo stalker di avere un atteggiamento differente nei confronti della vittima, se non vuole rischiare di essere querelato.
In genere si tratta di una strada che si tende a percorrere quando lo stalker è una persona nota, soprattutto nei casi in cui abbia un legame affettivo con la vittima, quindi se è un familiare o un ex partner.
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Nel momento in cui le Forze dell’Ordine ricevono la querela per stalking, devono darne notizia immediata al Pubblico Ministero. Il PM raccoglierà tutte le notizie sui fatti dalla persona offesa entro 3 giorni dall’iscrizione della notizia di reato.
La Polizia Giudiziaria, invece, si occuperà delle indagini. Dopo la presentazione della querela, il PM potrebbe, qualora lo ritenesse opportuno, adottare eventuali misure preventive e cautelari per evitare che lo stalker si avvicini alla vittima e ai luoghi da essa frequentati.
Le indagini preliminari potranno avere una durata di 1 anno, a partire dall’annotazione sul registro delle notizie di reato. In caso di indagini particolarmente complesse, è comunque possibile una proroga della durata di 6 mesi.
Scopri come funzionano e a cosa servono la misure cautelari: se lo stalker non dovesse rispettarle, sarebbe prevista la reclusione da un minimo di 6 mesi e un massimo di 3 anni.
Come funziona un processo per stalking?
Al termine delle indagini investigative della Polizia Giudiziaria, il Pubblico Ministero potrà decidere:
- se chiedere al GIP l’archiviazione, quindi non seguirà alcun processo;
- se formulare un capo di imputazione nei confronti dello stalker.
A questo punto, lo stalker sarà chiamato a eleggere il domicilio presso il quale ricevere le notifiche relative al processo e a nominare un difensore di fiducia.
Ai sensi dell’art. 407 bis del Codice di procedura penale, il PM può dare inizia all’azione penale con la richiesta di rinvio a giudizio, oppure formulando un’imputazione nei casi in cui sia stato richiesto:
- patteggiamento;
- giudizio immediato;
- giudizio direttissimo;
- decreto penale di condanna;
- messa alla prova.
Qualora si fosse alla ricerca di un avvocato che possa fornire tutto il supporto necessario per querelare uno stalker in modo corretto, quindi presentando in fase di querela tutti gli elementi che portano alla configurabilità del reato, potrebbe essere utile rivolgersi a un avvocato penalista, specializzato in cause di stalking.
Anche nei casi in cui non si dovesse riuscire a far condannare qualcuno per il reato di stalking, si potrebbe comunque riuscire a ottenere il risarcimento per il danno subito: in questo caso, il supporto di un legale diventa ancora più fondamentale.
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Come difendersi dalle accuse di stalking?
Chi ha subito una denuncia per stalking, come abbiamo detto, ha diritto a essere difeso da un avvocato nel corso del processo. Il caso peggiore che potrebbe verificarsi è quello di aver ricevuto un’accusa ingiusta.
In tale evenienza è possibile difendersi:
- presentando una controquerela;
- attraverso delle indagini difensive che possano permettere di contestualizzare le prove che sono state presentate dall’accusa, per le quali sarebbe davvero necessaria la presenza di un legale.
Per questo motivo, ti invitiamo a leggere la nostra guida su: Come difendersi da una querela ingiusta
Denuncia per stalking – Domande frequenti
Lo stalking, o reato di atti persecutori, può configurarsi se si manifestano le condizioni disciplinate dall’art. 612 bis cp: scopri nel dettaglio di cosa si tratta.
Il reato di stalking prevede un termine di prescrizione pari a 6 anni, che diventano 7 anni e mezzo nel caso di interruzione dovuta agli atti processuali.
Una denuncia per stalking senza prove, quali SMS, pedinamenti, chiamate insistenti, spionaggio dimostrabile tramite riprese video o atteggiamenti minacciosi o molesti, potrebbe risultare inefficace.
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