La protesta degli agricoltori: tra Green Deal e IRPEF agricola
Tra Geen Deal e Irpef agricola, divampa la protesta degli agricoltori in Italia e in Europa. Quali le ragioni? Esaminiamole insieme nel seguente articolo.
- Divampa in Italia e in Europa la protesta degli agricoltori, che addirittura minacciano la marcia su Roma con ben 250 trattori.
- Gli agricoltori si lamentano le misure di attuazione del Green Deal, finalizzate a realizzare la transizione ecologica.
- Altro nodo cruciale è la mancata proroga dell’esenzione dell’IRPEF agricola, oggetto di ampia contestazione.
Nelle ultime settimane abbiamo assistito a una divampante protesta degli agricoltori in tutta Italia, ma anche in molti Paesi europei, tra cui Spagna, Grecia e Bulgaria.
Le ragioni sono molteplici, talvolta determinate anche da specifiche situazioni interne. Tuttavia, gli agricoltori di tutta Europa si trovano d’accordo su un punto.
L’Unione europea non è pronta alla transizione ecologica, ad abbandonare l’uso di pesticidi, a fronte di una carenza di alternative concrete da impiegare nella filiera agricola.
Nel seguente articolo, esamineremo le posizioni delle parti, quella degli agricoltori e della politica. Inoltre, faremo il punto della situazione, evidenziando gli approdi a cui la politica è giunta sul tema del sostegno agli agricoltori.
Perché gli agricoltori protestano?
Nelle ultime settimane abbiamo assistito a una lunga protesta degli agricoltori. Per quale ragione sono insorti? Chiarire le ragioni della protesta non è facilissimo, perché in realtà sono molte che si sommano, in un contesto storico e sociale non favorevole agli acquisti.
Gli ultimi due anni sono stati molto difficili per il settore agro-alimentare: a causa dell’inflazione e l’aumento dei prezzi, anche la spesa media delle famiglie è significativamente diminuita.
A ciò, si aggiunge una serie di scelte di politica interna e sovranazionale, che ha comportato un aumento dei costi in capo agli imprenditori agricoli. La protesta è divampata in tutta Italia ed è giunta fino a Roma. Ben 250 trattori hanno infatti raggiunto la capitale in segno di ribellione.
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Le proteste in Europa
Le proteste si sono accese in tutta Europa, non solo in Italia. L’ondata di protesta si è estesa rapidamente in tutta la Spagna. Con presidi e marce lente di trattori susseguitesi in diverse città e aree rurali, la principale conseguenza è stata il moltiplicarsi di disagi per il traffico su gomma, con blocchi della circolazione su autostrade, statali e strade provinciali ripetutisi in lungo e in largo nel Paese.
Anche in Bulgaria ha avuto inizio la protesta, dopo il fallimento delle trattative con il Governo. I produttori di cereali hanno, infatti, chiesto a gran voce sussidi per compensare le perdite dovute alle agevolazioni sugli acquisti di prodotti ucraini.
In Grecia, gli agricoltori hanno annunciato l’intenzione di intensificare le proteste allo scopo di ottenere agevolazioni che consentano di contenere i costi di produzione.
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Proteste degli agricoltori: cosa chiedono
Vediamo quali sono state le parole degli stessi agricoltori per spiegare le ragioni per cui si sono recati a Roma:
Siamo venuti a Roma perché vogliamo incontrare il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, senza intermediari né associazioni di categoria, per presentargli le nostre richieste. Al momento non abbiamo ancora avuto risposta, ma non ce ne andremo finché non ci riceverà. Siamo pronti alla protesta a oltranza.
Le ragione della protesta sono molte, tra cui il c.d. Green Deal, ossia il programma a livello europeo di trasformazione del settore agricolo. Secondo i fautori della protesta, le nuove norme sono di un ambientalismo estremista, in quanto riconoscano di danneggiare sia i produttori sia i consumatori.
Altra previsione contestata è la norma che vieta agli agricoltori e ai produttori di acquistare materie e prodotti da Paesi che non rispettano le stesse regole. Si evidenzia che in tal modo si rischia di falsare la concorrenza.
Altra questione ampiamente dibattuta è il regime fiscale. Negli ultimi giorni si è discusso della c.d. IRPEF agricola. Hanno sostenuto i protestanti che il regime fiscale ha inciso anche sull’aumento dei prezzi. Nei fatti si rischia di svalutare il ruolo dell’agricoltore e rendere impossibile svolgere questo lavoro con dignità. Riscatto agricolo chiede anche di mantenere calmierato il costo del gasolio ed eliminare l’obbligo di non coltivare il 4% dei terreni.
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Green deal: cos’è?
Il Green deal europeo è un’iniziativa finalizzata a promuovere la transizione ecologica nell’ambito delle filiere produttive. Dunque, si sostanzia in una serie di misure volte a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Tramite il piano in questione, si tenterà di decarbonizzare la società, senza, però, incidere sulla competitività economica. Dunque, è un piano che coinvolge tutti i settori dell’economia e della società, dalla produzione di energia alla mobilità – non interviene solo in tema di agricoltura.
Tuttavia, è proprio in questo settore che sono sorti i maggiori dubbi e perplessità, perché i sostenitori della protesta hanno detto che potrebbe incidere sulla competitività di molti produttori sul mercato.
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Quali sono le criticità del Green Deal?
Come abbiamo evidenziato, il Green deal riguarda diversi settori produttivi. Tuttavia, sono specifiche misure che preoccupano gli agricoltori e hanno determinato la protesta. In particolare, la c.d. strategia “Dal produttore al consumatore” interviene proprio sul sistema alimentare, al fine di renderlo più sostenibile, garantendo alimenti nutrienti e promuovendo la sostenibilità nella produzione e nel consumo.
I suoi obiettivi sono:
- garantire alimenti nutrienti, in quantità sufficiente e a prezzi accessibili entro i limiti del pianeta;
- promuovere la sostenibilità della produzione alimentare;
- promuovere un consumo alimentare e regimi alimentari sani più sostenibili.
Tuttavia, le posizioni sul Green Deal sono alquanto incerte. Ha sostenuto in un comunicato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente:
Il Green deal non è il nemico, ma un alleato strategico del mondo agricolo. Gli agricoltori devono essere consapevoli che dal Green deal passa il loro futuro e non la loro fine. I veri nemici sono l’emergenza climatica, chi difende le fossili e rallenta la transizione ecologica, strumentalizzando le legittime e indiscutibili ragioni di chi opera nel settore.
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Protesta degli agricoltori: i pesticidi agricoli
Altro punto critico della strategia è relativo all’impiego di sostanze chimiche nella produzione. Infatti, il programma intende promuovere una progressiva riduzione di sostanze chimiche, tra cui pesticidi impiegati nell’attività produttiva.
L’Unione europea, infatti, aveva promosso un’iniziativa legislativa finalizzata proprio alla progressiva riduzione dell’uso dei pesticidi. Il regolamento sui pesticidi avrebbe dovuto portare a un dimezzamento dell’impiego entro il 2030.
Proprio questa scelta ha scatenato il dissenso dei produttori agricoli. Questi ultimi chiedono tempi più lunghi per la transizione, anche in considerazione del fatto che, allo stato attuale, non esistono alternative da impiegare nell’attività agricola.
A fronte delle dilaganti proteste in tutta Europa, la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato proprio ieri, il 6 febbraio 2024, il ritiro della proposta. La Presidente ha evidenziato:
La Commissione ha proposto la legge sull’uso sostenibile dei pesticidi, con l’obiettivo degno di ridurre i rischi dei prodotti fitosanitari chimici. Ma la proposta è diventata un simbolo di polarizzazione. È stato respinto dal Parlamento europeo. Non ci sono più progressi neanche nel Consiglio. Ecco perché proporrò al Collegio di ritirarla. (…) I nostri agricoltori meritano di essere ascoltati, so che sono preoccupati per il futuro dell’agricoltura e per il loro futuro.
Tuttavia, la Presidente ha anche ricordato che il cammino verso la transizione ecologica appare fondamentale, oltre che inevitabile.
Gli agricoltori sanno anche che l’agricoltura deve passare a un modello di produzione più sostenibile, in modo che le loro aziende rimangano redditizie negli anni a venire.
IRPEF agricola: qual è il problema
Le proteste degli agricoltori hanno ad oggetto anche il problema dell’IRPEF agricola. La Manovra finanziaria 2024, infatti, non prevede l’ulteriore esenzione della c.d. IRPEF agricola per i redditi più bassi. Fino al 2023, infatti, l’agevolazione presuppone che non concorrono alla determinazione del reddito imponibile i redditi dominicali e agrari dei terreni posseduti e condotti da coltivatori diretti (CD) e imprenditori agricoli professionali (IAP).
La Legge di Bilancio 2024 non proroga suddetta previsione anche per il 2024. Tuttavia, come annunciato in questi giorni, il Governo sta lavorando per venire incontro alle esigenze degli agricoltori. Nel Decreto Milleproroghe, potrebbe anche essere prevista la proroga di predetta agevolazione, per salvaguardare i redditi più bassi.
D’altro canto, come evidenziato dalla Sottosegretario ai rapporti con Il Parlamento, Matilde Siracusano, il nodo principale è quello delle risorse, cioè di individuare le risorse economiche per finanziare l’agevolazione in questione.
Ha sostenuto il Ministro per l’agricoltura Lollobrigida:
Noi dobbiamo ragionare con le risorse che abbiamo. Darò sempre parere favorevole a quello che porta risorse in più agli agricoltori, ma se devo scegliere se intervenire sui deboli o intervenire poco su tutti, preferisco intervenire molto su chi non ce la fa piuttosto che dare un ulteriore sostegno a chi invece sta nella condizione che non merita privilegi.
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Gli effetti della protesta
Possiamo ora chiederci quali siano stati gli effetti della protesta degli agricoltori degli ultimi giorni. Come è presumibile, le più evidenti ripercussioni per i cittadini sono state quelle in termini di gestione delle manifestazioni, che hanno bloccato città e Paesi interi.
Infatti, i prefetti, in specie quello competente per la città di Roma, hanno avviato trattative con i manifestanti per valutare come gestire la protesta.
Altra immediata ripercussione, percepibile dai cittadini, è sui prezzi delle materie prime, che sono immediatamente saliti, in conseguenza dei fatti di cronaca.
Si assiste, invero, ad una strategia speculativa dei commercianti, i quali non hanno concrete ragioni per procedere ad un aumento dei prezzi, al momento. Principalmente, si gioca sul timore di una riduzione delle produzioni nell’immediato futuro.
Qual è la posizione delle opposizioni?
Sul tema del sostegno agli agricoltori è anche intervenuta la segretaria del PD Elly Schlein:
continuano a dire che la protesta è contro altri e contro l’Europa e non è contro di loro. Ma come al solito non si assumono le loro responsabilità. Questa è una destra che mentre fa propaganda per negare l’emergenza climatica lascia da soli gli agricoltori esposti ai danni della stessa emergenza climatica.
Per noi la strada deve essere invece quella di pretendere piani europei e un bilancio comune con molte più risorse per sostenere gli agricoltori nelle trasformazioni che sono necessarie, perché altrimenti il rischio, che si sta già concretizzando, è che saranno travolti da quello che sta accadendo perché quando colpiscono le alluvioni, abbiamo visto in Emilia Romagna degli alberi da frutto che crescono in cinque, sei anni essere letteralmente spazzati via. Quello è un danno molto concreto e serve grande supporto non solo da parte europea ma anche da parte del Governo che invece cerca di intestarsi una protesta che anche contro lo stesso Governo.
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Protesta agricoltori – Domande frequenti
La protesta degli agricoltori deriva dall’esigenza di contenere i costi di produzione in rapida crescita. In particolare, i principali problemi manifestati riguardano il c.d. Green Deal e l’IRPEF agricola.
La protesta degli agricoltori ha anche ad oggetto il c.d. Green deal, ossia il piano strategico europeo per realizzare la transizione ecologica, rispetto al quale si teme che comporterà un ulteriore aumento dei costi di produzione.
Fino al 2023, l’IRPEF per gli agricoltori non era calcolata in base ai redditi dominicali e agrari dei terreni posseduti e condotti da coltivatori diretti (CD) e imprenditori agricoli professionali (IAP).
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