È legale fare screenshot su Instagram?
Fare uno screenshot su Instagram non è di per sé illecito, ma la diffusione del contenuto può esporre a rischi legali. Ecco quali sono.
- Quando lo screenshot di Instagram riguarda contenuti privati o dati sensibili, e viene diffuso senza consenso, si sta violando la privacy della persona coinvolta.
- Le sanzioni possono includere multe, reclusione o il risarcimento dei danni. Per evitare rischi, è fondamentale agire sempre nel rispetto delle leggi e dei diritti degli altri.
- Prima di condividere, dunque, è sempre opportuno valutare il contesto e, in caso di dubbio, chiedere il consenso.
Nell’epoca dei social, dove tutta la nostra vita si consuma via internet, può capitare di commettere un passo falso anche online, semplicemente facendo uno screenshot.
Lo screenshot, termine inglese che letteralmente significa fermo-immagine, è un’immagine digitale che rappresenta ciò che viene visualizzato sullo schermo di un dispositivo elettronico, come un computer, uno smartphone o un tablet, in un determinato momento.
Cosa succede se si fa uno screenshot su Instagram di una foto, una chat o un testo di un’altra persona? Tecnicamente è legale, ma ci sono alcune questioni che possono sorgere a seconda del contesto. E il rischio di commettere un reato con le relative conseguenze è dietro l’angolo.
Oggigiorno gli screenshot sono ampiamenti utilizzati e il loro uso è balzato anche agli onori della cronaca, come nel caso Boccia-Sangiuliano, ossia la questione che ha visto coinvolto l’ex ministro della Cultura e una sua presunta assistente, sollevando dubbi e interrogativi sulla possibilità di pubblicare, e inviare a terzi, screenshot di chat private su WhatsApp, foto, video e registrazioni audio.
Vediamo nei dettagli quando fare uno screenshot su Instagram è qualificabile come reato e quando, invece, può addirittura essere ammesso come documento in un processo.
Fare screenshot: quando è reato?
La semplice acquisizione dello screenshot non è illegale, ma la sua condivisione o utilizzo inappropriato potrebbe esserlo. Che sia una foto, un’immagine, un reel, se stai facendo uno screenshot di un contenuto protetto dal diritto d’autore, come fotografie o opere creative, e lo condividi senza il permesso del proprietario, ebbene sì: potresti violare il copyright e pagarne le conseguenze.
Anche se fai uno screenshot di un messaggio privato (per esempio, una conversazione su Direct) e lo condividi senza il consenso della persona coinvolta, in questo potresti violare le leggi sulla privacy, specialmente se include informazioni personali.
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Quando fare screenshot su Instagram è reato
Instagram non proibisce esplicitamente di fare screenshot, ma il loro utilizzo potrebbe violare i Termini di Servizio della piattaforma. Per esempio, utilizzare uno screenshot per diffamare, minacciare o violare i diritti di altri utenti è contro le regole.
Attualmente, Instagram notifica solo gli screenshot fatti nelle foto o video temporanei inviati su Direct. Quindi, il diretto interessato è informato quando vengono eseguiti screenshot che riguardano la sua attività social. E se violano la sua privacy, può attivarsi nelle sedi competenti per far valere i propri diritti.
Instagram, però, al momento non prevede l’invio di notifiche per screenshot di post, storie o profili pubblici, quali personaggi famosi come influencer, istituzioni pubbliche, ecc.
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Screenshot di chat private
Fare uno screenshot di una conversazione privata su Instagram (Direct Message) e condividerlo senza il consenso delle persone coinvolte, può configurare diverse violazioni legali, tra cui la violazione della privacy, ai sensi dell’articolo art. 167 del Codice Privacy.
Tale norma, intitolata “Trattamento illecito di dati”, prevede che, quando i dati personali vengono trattati o divulgati senza il consenso dell’interessato, si può verificare una violazione della privacy. Il Garante della privacy, una volta venuto a conoscenza della notizia di reato da parte del PMI, trasmette allo stesso, con una relazione motivata, la documentazione raccolta nello svolgimento dell’attività di accertamento. Il rischio è di vedersi applicare sanzioni amministrative o penali, inclusa una reclusione fino a un massimo di 3 anni nei casi più gravi.
Se lo screenshot viene condiviso con lo scopo di danneggiare la reputazione di una persona (es. in un contesto denigratorio), si potrebbe configurare il reato di diffamazione. Si rischia la multa o reclusione fino a 2 anni, con aggravanti se il fatto avviene tramite social media.
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Screenshot di post o storie
In linea generale, fare uno screenshot di post, storie o immagini pubbliche non è illecito, a meno che sia violato il diritto d’autore. Un esempio può essere lo screenshot di una foto artistica che viene utilizzato per scopi commerciali o condiviso senza citare l’autore.
Screenshot e diffusione di immagini sensibili
Anche nel caso di immagini pubbliche, se lo screenshot riguarda contenuti che rivelano dati personali sensibili, come il volto o informazioni identificative di una persona, la condivisione senza consenso può violare il diritto alla privacy. Se lo screenshot riguarda immagini intime o sessuali, la condivisione senza consenso è un reato molto grave. Il riferimento, in tal caso, è alla legge sul revenge porn, che prevede la reclusione da 1 a 6 anni e multa da 5.000 a 15.000 euro.
Quando lo screenshot su Instagram non è reato
Non costituisce illecito invece fare lo screenshot di contenuti pubblici (senza condividerli impropriamente), come può essere salvare un post pubblico per uso personale, quale un evento pubblico in un locale, un menu di un ristorante.
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Diffamazione via social tramite screenshot: la sentenza della Cassazione
L’acquisizione degli screenshot e dei messaggi è riconosciuta come legittima e utilizzabile nel processo penale, purché i contenuti acquisiti siano precedenti rispetto al processo. La giurisprudenza, in particolare, li considera documenti ai sensi dell’art. 234 c.p.p., poiché rappresentano fatti storici memorizzati.
L’art. 234 c.p.p. prevede che è “vietata l’acquisizione di documenti che contengono informazioni sulle voci correnti nel pubblico intorno ai fatti di cui si tratta nel processo o sulla moralità in generale delle parti, dei testimoni, dei consulenti tecnici e dei periti”.. Tale norma può essere applicata anche quando si tratta di messaggi WhatsApp, SMS e altri contenuti simili, come, per l’appunto ,lo screenshot su Instagram. Questi sono considerati documenti perché costituiscono una forma di rappresentazione di fatti, persone o cose.
Sul tema della pubblicazione degli screenshot sui social è intervenuta la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7358/2024 del 19 febbraio, con la quale ha risposto al quesito per cui per la condanna per diffamazione sui social basta uno screenshot. La pronuncia ha avuto ad oggetto un caso di diffamazione in relazione al quale il direttore di una testata giornalistica online aveva pubblicato un articolo diffamante nei confronti di un personaggio politico.
La Suprema Corte di Cassazione ha stabilito che lo screenshot è qualificabile come un documento informatico valido come prova documentale e riconducibile alla categoria di cui all’art. 234 c.p.p. La Corte ha stabilito che:
i dati di carattere informatico contenuti in un computer rientrano tra le prove documentali e per l’estrazione di questi dati non occorre alcuna particolare garanzia; di conseguenza ogni documento acquisito liberamente ha valore di prova, anche se privo di certificazione, sarà poi il giudice a valutarne liberamente l’attendibilità.
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Screenshot Instagram – Domande frequenti
Lo screenshot di Instagram non costituisce sempre un reato, ma può integrare una violazione della legge o della privacy a seconda del contesto e dell’uso che ne viene fatto.
Si viola la privacy quando lo screenshot riguarda contenuti non pubblici o dati personali sensibili, e questi vengono diffusi senza consenso.
La violazione della privacy può comportare conseguenze civili o penali, a seconda della gravità del fatto.
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