Sono stato truffato dal mio avvocato: che cosa posso fare?
Un avvocato imbroglione ti ha causato qualche danno? È possibile ottenere tutela secondo tre tipologie di responsabilità: professionale, penale e civile. L'avvocato, infatti, come ogni altro professionista, è tenuto rispettare una serie di oneri, doveri e prescrizioni.
- Un avvocato potrebbe causare dei danni al proprio assistito, sia volontariamente sia per negligenza.
- Egli è tenuto ad una serie di doveri deontologici, di fedeltà, indipendenza, decoro e competenza.
- La condotta negligente o fraudolenta dell’avvocato imbroglione può essere causa di responsabilità professionale, penale e civile.
L’avvocato è un professionista di cui il cliente dovrebbe sempre fidarsi. Tuttavia, può accadere che si tratti di un imbroglione. Non sono così rare le ipotesi in cui siano commessi dei reati anche da questi soggetti, che causano danni sia al cliente sia all’amministrazione della giustizia.
In altri casi, le violazioni sono conseguenti a negligenza, quindi a violazione delle regole dell’arte, non volontariamente causate. In ogni caso, l’avvocato può incorrere in responsabilità civile e talvolta penale. Se la sua condotta viola i doveri deontologici, può anche comportare una responsabilità professionale.
Se sei interessato all’argomento ti invitiamo nella prosecuzione della lettura: ti descriveremo brevemente cosa accade in caso di condotte negligenti dell’avvocato e cosa puoi fare per tutelarti.
- L’avvocato è sottoposto a dei doveri?
- Quali sono i doveri dell’avvocato verso il cliente?
- Cosa succede se sono violati i doveri dell’avvocato?
- Quali sono i reati che può commettere un avvocato imbroglione?
- Esercizio abusivo della professione: cos’è
- Come si punisce l’avvocato imbroglione?
- Avvocato imbroglione: come funziona il risarcimento del danno
L’avvocato è sottoposto a dei doveri?
Anche professionisti come gli avvocati potrebbero essere degli imbroglioni ed essere causa di danni per te e il tuo patrimonio. In questi casi, l’ordinamento consente di ricorrere a diversi strumenti di tutela.
L’avvocato che mente al cliente e viola i doveri professionali è sottoposto a:
- responsabilità professionale;
- responsabilità penale;
- responsabilità civile.
Vediamo più nello specifico quali sono i doveri degli avvocati
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Quali sono i doveri dell’avvocato verso il cliente?
Ai sensi dell’art. 9 del codice deontologico, l’avvocato deve ispirare la propria condotta professionale ai doveri di indipendenza, probità, dignità, decoro, correttezza e competenza, nel rispetto dei principi della corretta e legale concorrenza, tenendo conto della rilevanza costituzionale e sociale dell’attività difensiva.
A titolo esemplificativo, viola i doveri di probità, dignità e decoro:
- l’avvocato che commette una serie ripetuta di falsificazioni;
- la richiesta di un prestito di denaro al proprio cliente per soddisfare situazioni contingenti di sofferenza finanziaria del professionista e senza provvedere alla restituzione;
- l’avvocato il quale, oltre a richiedere l’esecutorietà di un decreto ingiuntivo non eseguibile, rivolge all’indirizzo del legale di controparte espressioni offensive;
- l’avvocato che non partecipi all’udienza per altri concomitanti impegni professionali, senza garantire un’adeguata sostituzione;
- le condotte estorsive commesse da un avvocato.
Sono invece doveri dell’avvocato:
- segretezza e riservatezza;
- diligenza e fedeltà;
- dovere di competenza
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1. Doveri di segretezza e riservatezza
L’art. 13 cod deont sancisce l’obbligo dell’avvocato di mantenere, nell’interesse del cliente e della parte assistita, il segreto professionale e il massimo riserbo su fatti e circostanze in qualsiasi modo apprese nell’attività di rappresentanza e assistenza in giudizio, nonché nella svolgimento dell’attività di consulenza legale e di assistenza stragiudiziale e, comunque, per ragioni professionali.
Tale dovere deve essere rispettato anche quando fornisce informazioni rispetto alla propria attività professionale.
2. Doveri di diligenza e fedeltà
L’avvocato deve svolgere la propria attività professionale con coscienza e diligenza, assicurando la qualità della prestazione. L’avvocato, se è chiamato a far parte delle istituzioni forensi, deve adempiere all’incarico con diligenza, indipendenza e imparzialità.
Deve inoltre gestire con le dovute accortezze il denaro ricevuto dalla parte assistita o da terzi nell’adempimento dell’incarico professionale, e quello ricevuto dalla parte assistita, e deve renderne conto.
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3. Dovere di competenza
Tra i presupposti essenziali dell’attività professionale rientrano la diligenza e la competenza. La prima assicura la qualità della prestazione, mentre la seconda impone all’avvocato, al fine di assicurare la qualità della prestazione professionale, di non accettare incarichi che non sia in grado di svolgere adeguatamente.
L’accettazione di un incarico professionale presuppone, infatti, la competenza a svolgerlo. Inoltre, l’avvocato deve anche comunicare al cliente l’esistenza di circostanze impeditive per la prestazione dell’attività richiesta, prospettando al cliente la necessità di integrare l’assistenza, se non ha le competenze necessarie.
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Cosa succede se sono violati i doveri dell’avvocato?
Abbiamo presentato una breve panoramica sui principali doveri che l’avvocato deve rispettare nel rapporto con il cliente. Possiamo ora chiederci cosa comporti la violazione di predetti divieti.
L’art. 50 l. 247 del 2012 prevede il c.d. procedimento disciplinare. Questo è stato sottratto agli stessi avvocati del circondario di tribunale. Infatti, è stato trasferito ai consigli distrettuali di disciplina forense, composto da membri eletti su base capitaria e democratica, con il rispetto della rappresentanza di genere.
All’esito della procedura ,possono essere erogate delle sanzioni all’avvocato che non rispetta le regole deontologiche. Tali sanzioni sono:
- l’avvertimento, che consiste solo nell’informare l’avvocato che la sua condotta non sia conforme alle regole, con invito ad astenersi dal compiere altre infrazioni;
- la cesura, ossia una sorta di rimprovero formale, che si applica quando la gravità dell’infrazione, il grado di responsabilità, i precedenti dell’incolpato e il suo comportamento successivo al fatto inducono a ritenere che egli non incorrerà in un’altra infrazione;
- la sospensione, consistente nell’esclusione temporanea, da 2 mesi a 5 anni, dall’esercizio della professione o dal praticantato, la quale si applica per comportamenti e responsabilità gravi o quando non sussistono le condizione per irrogare la sola sanzione della censura;
- la radiazione, ovvero l’esclusione definitiva dell’albo (elenco o registro): la radiazione impedisce l’iscrizione a qualsiasi altro albo, elenco o registro, fatto salvo quanto previsto dalla legge, ed è inflitta per violazioni molto gravi.
Tali sanzioni hanno natura amministrativa.
Quali sono i reati che può commettere un avvocato imbroglione?
Se sei stato imbrogliato da un avvocato potresti far ricorso a diversi strumenti, a seconda che si sia verificato il reato di patrocinio infedele o l’esercizio abusivo della professione.
La prima fattispecie è prevista all’art. 380 cp, che afferma:
Il patrocinatore o il consulente tecnico, che, rendendosi infedele ai suoi doveri professionali, arreca nocumento agli interessi della parte da lui difesa, assistita o rappresentata dinanzi all’Autorità giudiziaria o alla Corte penale internazionale, è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa non inferiore a euro 516.
Il reato in questione deve essere condotto dall’avvocato con l’intento di arrecare un danno al proprio cliente. Un esempio può essere il caso in cui l’avvocato riceve denaro dalla controparte per far perdere la causa, o far prescrivere un diritto di credito.
La norma individua sia la qualità del soggetto attivo del reato sia del soggetto passivo. Infatti, può essere condotto sia dal patrocinante sia da un consulente tecnico.
Questi devono essere soggetti abilitati a difendere e rappresentare. Può quindi trattarsi di:
- avvocati;
- praticanti con patrocinio;
- avvocati dello Stato;
- ufficiali difensori davanti al tribunale militari.
Per quanto riguarda il soggetto passivo del reato, invece, la Cassazione ha sostenuto che possono costituire persona offesa:
- la Pubblica Amministrazione, intesa come amministrazione giudiziaria- quindi il patrocinio infedele è un reato a tutela della correttezza dell’amministrazione della giustizia;
- la parte processuale lesa.
Esercizio abusivo della professione: cos’è
Altra ipotesi di reato che può essere integrata dall’avvocato imbroglione è quello dell’esercizio abusivo della professione. In questo caso, la condotta consistente nel reato implica l’esercizio dell’attività professionale senza l’abilitazione richiesta dalla legge.
L’abilitazione da avvocato si ottiene a seguito di apposito tirocinio e di un esame di Stato abilitativo.
Il reato in questione è descritto dall’art. 348 cp, dove si legge che Chiunque abusivamente esercita una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 10.000 a euro 50.000.
Possono essere soggetti passivi del reato:
- lo Stato o la Pubblica Amministrazione;
- i privati, che hanno subito un danno, anche patrimoniale, a causa della condotta dell’avvocato fittizio.
Il reato ha natura istantanea in quanto è sufficiente il compimento di un atto tipico, il quale si realizza anche tramite il compimento di atti liberi, cioè che non necessariamente sono determinanti di una professione. Questi, se svolti secondo un’organizzazione, danno un’apparenza di esercizio della professione.
Puoi approfondire l’argomento leggendo anche Come diventare avvocato in Italia
Come si punisce l’avvocato imbroglione?
Il reato di esercizio abusivo della professione è punito con:
- la reclusione per un minimo di sei mesi fino a un massimo di tre anni.:
- una sanzione pecuniaria che può arrivare fino a cinquantamila euro.
Inoltre, è anche prevista l’interdizione da uno a tre anni dalla professione o dall’attività esercitata. La sanzione in questione è anche comunicata all’Ordine o all’Albo competente, affinché sia eseguita.
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Avvocato imbroglione: come funziona il risarcimento del danno
L’avvocato imbroglione che ha arrecato un danno è tenuto anche a risarcire il danno civilisticamente. Questa forma di responsabilità opera anche nel caso in cui la condotta non sia dolosa, ma dovuta a negligenza. A tal proposito si applica la disciplina del prestatore d’opera intellettuale nei confronti del proprio cliente per negligente svolgimento dell’attività professionale.
Tale responsabilità implica una valutazione positiva, che deve consistere nell’accertamento dell’esito favorevole della sua attività, se fosse stata correttamente svolta. In pratica, occorre provare che, qualora l’avvocato avesse mantenuto una condotta diligente, il suo assistito avrebbe conseguito il riconoscimento delle proprie ragioni, mancando altrimenti la prova del necessario nesso causale tra condotta ed evento dannoso.
La responsabilità per colpa professionale implica quindi una valutazione del probabile esito favorevole dell’azione giudiziaria. Quindi, al fine di ottenere il risarcimento del danno, dovrai esercitare la relativa azione, che ha natura di responsabilità contrattuale.
Come vedi, la responsabilità dell’avvocato può essere molto complessa da dimostrare e richiede competenze specifiche per ottenere tutela. Qualora ne avessi bisogno e fossi stato truffato da un avvocato imbroglione, puoi contattare uno degli avvocati iscritti su deQuo per ricevere consigli e soluzioni su come agire per essere risarcito.
Avvocato imbroglione – Domande frequenti
Un avvocato imbroglione si denuncia alla Polizia o alla procura, in caso di reato, oppure all’ordine degli avvocati in caso di condotta lesiva dei doveri deontologici.
Un avvocato può essere denunciato se ha commesso reati o condotte che violano dei doveri deontologici
Qualora fossi stato truffato da un avvocato imbroglione, potrai rivolgerti a un altro avvocato e alle Forze dell’Ordine per procedere alle azioni civili e penali
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