Vai al contenuto

Responsabilità civile: definizione, che danni copre, quando scatta

Cosa si intende per responsabilità civile, come si articola, cosa comprende e qual è la differenza rispetto alla responsabilità penale? Nel seguente articolo ci occuperemo degli aspetti essenziali della responsabilità civile, in modo da offrirti un quadro completo della principale categoria giuridica conosciuta dal nostro ordinamento.

responsabilità civile
  • La responsabilità civile è disciplinata dal codice civile all’art. 2043 c.c., che regola la disciplina del risarcimento del danno ingiusto.
  • La disciplina dell’art. 2043 c.c. è completata dall’art. 2059 c.c., il quale regola il danno non patrimoniale.
  • Appartiene alla categoria del danno non patrimoniale il c.d. danno biologico, che identifica il danno da lesione del diritto alla salute.

La disciplina del risarcimento del danno è prevista all’art. 2043 c.c.: si tratta della la c.d. responsabilità civile da violazione del principio del neminem ledere, ossia il principio per cui non deve essere arrecato pregiudizio a nessuno.

La norma prevede che l‘autore del fatto illecito debba risarcire il danneggiato, eliminando le conseguenze dannose del danno arrecato.

La disciplina dell’art. 2043 c.c. è molto complessa e presuppone l’accertamento di due tipologie di danno: danno evento e conseguenza, oltre che della relativa causalità e dell’elemento soggettivo, ossia il dolo o la colpa. Nel seguente articolo, intendiamo offrirti una guida esaustiva sul tema della responsabilità civile.

Cosa comprende la responsabilità civile?

La responsabilità civile si articola in:

  1. responsabilità civile contrattuale;
  2. responsabilità civile extracontrattuale;
  3. responsabilità ex lege, o ex variis causarum figuris.

La responsabilità civile contrattuale corrisponde a tutti i casi in cui si verifica un inadempimento contrattuale.

In tutte le ipotesi citate, interviene il cosiddetto fatto illecito, per il quale, ai sensi dell’articolo 2043 del Codice civile, Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno.

Potrebbe interessarti anche Colpa medica: rapporto tra responsabilità della struttura sanitaria e quella del medico

Consulenza Legale Online

Vuoi una consulenza legale sull'argomento? Chiedi Gratis ad un Avvocato

  • +3000 avvocati pronti ad ascoltarti
  • Consulenza Legale Online - Telefonica, in webcam, scritta o semplice preventivo gratuito
  • Anonimato e Riservatezza - La tua consulenza verrà letta solo dall'avvocato che accetterà di rispondere

Richiedi una Consulenza

Cosa presuppone la responsabilità civile?

La commissione di un fatto illecito comporta un risarcimento del danno causato, in cui criteri sono fissati dall’articolo 2056 del Codice civile. 

Ai sensi degli artt. 1223, 1226 e 1227 c.c., si considerano due voci:

  1. il danno emergente, che comprende qualsiasi perdita di utilità nel patrimonio del danneggiato;
  2. il lucro cessante, ovvero il mancato guadagno che si sarebbe invece ottenuto in assenza di un danno. 

Ti consigliamo di leggere anche Cos’è il dolo

Responsabilità civile e art. 2043 c.c.

L’art. 2043 c.c. disciplina la responsabilità civile. La disposizione si connota per una specifica caratteristica, ossia ripete due volte la parola danno: la prima affiancata alla parola ingiusto, la seconda senza aggettivazione.

Secondo interpretazione pacificamente ammessa, la norma richiama due distinte nozioni di danno:

  1. danno evento, ossia la lesione di un interesse giuridicamente rilevante;
  2. danno conseguenza, ossia la perdita che il soggetto subisce in conseguenza del danno evento.

A due tipologie di danno corrispondono anche due diverse causalità:

  • causalità materiale, ossia il rapporto causale tra condotta e danno evento,
  • causalità giuridica, ossia il rapporto causale tra danno evento e danno conseguenza. 

L’esistenza di un doppio danno è desumibile anche dall’art. 1227 c.c., richiamato dall’art. 2056 c.c., il quale disciplina il concorso colposo del danneggiato nel danno evento, al comma 1, e nel danno conseguenza, al comma 2.

Approfondisci l’argomento leggendo anche: Responsabilità civile: definizione, cosa copre, quando scatta

responsabilità civile cos'è

Danno evento: cos’è

Il requisito dell’ingiustizia del danno presuppone una situazione giuridica meritevole di tutela. Un danno si definisce ingiusto quando è:

  • non iure, cioè non è autorizzato dall’ordinamento;
  • contra ius, ossia contrario a una norma dell’ordinamento stesso.

Nel nostro ordinamento non è sufficiente la mera perdita economica, affinché sia possibile ottenere il risarcimento.
Il legislatore ha introdotto un filtro, quello del danno ingiusto: il giudice è tenuto ad un giudizio di bilanciamento tra l’interesse del soggetto danneggiato e l’interesse del soggetto danneggiante, al fine di valutare se il primo sia meritevole di tutela risarcitoria.

Il regime individuato dall’art. 2043 c.c. si distingue da quanto previsto in altri ordinamenti. A partire dalla sentenza n. 500 del 1999, che ha riconosciuto la risarcibilità degli interessi legittimi, ha avuto inizio una fase di progressivo ampliamento del catalogo delle situazioni giuridiche tutelabili mediante responsabilità aquiliana.

Da questo momento in poi, la giurisprudenza ha iniziato ad accordare il risarcimento, non solo per l’interesse legittimo, ma anche ogni altra situazione giuridicamente rilevante. L’ingiustizia del danno costituisce ancora oggi un filtro, in parametro di giudizio, per l’interprete, il quale è tenuto al giudizio di bilanciamento degli interessi protetti e a individuare la situazione giuridica soggettiva tutelabile.

Alla luce della progressiva interpretazione estensiva del criterio dell’ingiustizia, in dottrina è ricorrente l’affermazione per cui esso sia ormai un filtro a maglia larga. Ciò non esclude un obbligo di motivazione del giudice rispetto a tale presupposto, nel momento in cui accorda il risarcimento del danno.

Leggi anche Risarcimento danni da incidente stradale

Causalità: di cosa si tratta

In corrispondenza delle due forme di danno, vi sono anche due rapporti di causalità:

  1. causalità materiale tra condotta ed evento lesivo;
  2. causalità giuridica, che ha lo scopo di selezionare quelle che, fra le tante conseguenze negative che possono derivare dal fatto illecito, sono suscettibili di essere addossate al danneggiante.
Che cosa si intende per Responsabilità civile

1. Causalità materiale

La causalità materiale si accerta secondo le regole della causalità in sede penale, quindi, in base agli artt. 40 e 41 c.p., ovvero:

  1. la teoria condizionalistica;
  2. il correttivo dell’art. 41.

A differenza del diritto penale, nel diritto civile la causalità materiale non si accerta in base alla regola dell “oltre ogni ragionevole dubbio”, ma si accerta in base alla logica del “più probabile che non”. Ciò significa che è sufficiente la mera probabilità, ossia che la condotta illecita, tra le varie cause possibili, sia la più probabile. Non è necessario che sia provato con certezza il nesso eziologico.

È opportuno precisare che, secondo la giurisprudenza, più probabile che non significa semplicemente che un evento si pone come antecedente causale con maggiore probabilità rispetto ad altri possibili cause. Non è necessario un grado di probabilità quasi pari alla certezza.

Come ha precisato al giurisprudenza, affinché sia accertata la causalità non è necessario che sia dimostrato che la condotta del danneggiante abbia causato il danno con una probabilità superiore alla soglia del 50%. È invece sufficiente che tra le molteplici cause dell’evento, la condotta sia la più probabile

Quindi, il nesso di causalità tra una condotta illecita e un danno può essere affermato non solo quando il secondo sia stato una conseguenza certa della prima, ma anche quando sia stato una conseguenza ragionevolmente probabile. La ragionevole probabilità presuppone una valutazione non meramente statistica, ma logica, cioè non in base a regole astratte, ma in base alle circostanza del caso concreto. Ciò vuol dire che anche in una causa statisticamente improbabile può ravvisarsi la genesi del danno.

2. Causalità giuridica

La causalità giuridica serve a selezionare le conseguenze risarcibili tra le varie conseguenze che materialmente derivano dal fatto illecito. In tal modo, si intende prevenire il c.d. risarcimento all’infinito, ossia che sia allocata presso il danneggiante ogni conseguenza del fatto illecito, anche ove imprevedibile.

Secondo un primo orientamento, in attuazione dell’art. 1223 c.c., richiamato dall’art. 2055 c.c., sono risarcibili le conseguenze dirette ed immediate del fatto illecito, La giurisprudenza, ha però accolto altro orientamento che sembra richiamare la teoria penalistica della causalità adeguata.

In virtù di tale orientamento, sono risarcibili le conseguenze oggettivamente prevedibili del fatto illecito, ossia le conseguenze che si presumono discendere dalla condotta in base all’id quod plerumque accidit, cioè sulla base della comune esperienza. In tale prospettiva, possono essere risarcite anche le conseguenze indirette o mediate del fatto illecito.

Potrebbe interessarti anche Risarcimento danni per calunnia: importo

che cos'è la causalità giuridica

Danno da rimbalzo

In virtù di tale orientamento, è stata ammessa la risarcibilità dei c.d. danni riflesso o da rimbalzo, subiti non dalle vittime materiali dell’illecito, ma da un terzo legato alla vittima da un rapporto qualificato.

In via esemplificativa si richiama il c.d. Caso Superga. A seguito di un incidente aereo che aveva comportato la morte dell’intera squadra del Toro, il presidente della società aveva chiesto il risarcimento per danno da credito inadempiuto a causa della morte del debitore, ossia gli atleti della squadra di calcio.

Il presidente della società aveva subito una perdita, ma si trattava di un credito infungibile: l’illecito, che vede come vittima primaria la squadra di calcio, ha determinato l’inadempimento definitivo. Nel caso di specie, non venne risarcito il danno da lesione del diritto di credito, in quanto, all’epoca dei fatti, la giurisprudenza non consentiva tale tipologia di risarcimento.

Altra ipotesi di danno da rimbalzo è il danno da perdita del rapporto parentale, ossia in caso di morte di un prossimo congiunto. La giurisprudenza ha comunque inteso superare la tesi del danno da rimbalzo o del danno indiretto, evidenziando che l’illecito civile può essere plurioffensivo, ossia che possa direttamente ledere più bene giuridici contestualmente. 

LEGGI ANCHE Caduta in strada di campagna: chi paga il risarcimento?

Responsabilità civile e danno non patrimoniale

La dicotomia danno patrimoniale e danno non patrimoniale riguarda il danno conseguenza, cioè le conseguenze risarcibili.. Non è corretto affermare che la lesione di un interesse personale comporta il risarcimento del danno non patrimoniale. La lesione di un interesse personale può comportare sia conseguenze patrimoniali che non patrimoniali. Si pensi, per esempio, alla lesione del bene salute, che può incidere sulla capacità lavorativa del danneggiato.

Così come la lesione di un interesse patrimoniale può comportare un danno non patrimoniale, si pensi alla distruzione di un bene, magari anche privo di valore economico, ma ricco di valore affettivo. Come per il danno patrimoniale, è previamente necessario individuare la lesione di un interesse meritevole di tutela per l’ordinamento. 

La disciplina del danno non patrimoniale è da rintracciare nell’art. 2059 c.c., il quale subordina il risarcimento del danno non patrimoniale alla condizione che sia leso un interesse particolarmente qualificato. In particolare, la norma afferma che il danno non patrimoniale è risarcibile “nei casi previsti dalla legge”.

Il dato letterale sembra introdurre un principio di tipicità delle ipotesi del danno non patrimoniale, circoscrivendo gli interessi risarcibili ai soli casi in cui la legge attribuisce tale rimedio.

Ti potrebbe interessare: Richiesta risarcimento danni caduta accidentale: chi è il responsabile e quando spetta

Che differenza c'è tra danno evento e danno conseguenza

Interpretazione estensiva del danno non patrimoniale

La giurisprudenza ha offerto un’interpretazione estensiva del danno in questione, sostenendo che:

  • il danno non patrimoniale è una categoria unitaria, all’interno della quale le varie tipologie di pregiudizi non patrimoniali (danno morale, danno biologico, danno esistenziale, danno alla vita di relazione) sono soltanto delle sottovoci interne, a carattere descrittivo, prive di autonomia normativa;
  • l’espressione “nei soli casi previsti dalla legge” è soggetta ad interpretazione costituzionalmente orientata: la risarcibilità è riconosciuta ogniqualvolta la lesione è arrecata ad un diritto fondamentale di rilievo costituzionale;
  • i diritti fondamentali protetti non sono un catalogo chiuso, ma, al contrario, sono una categoria dinamica, in costante aggiornamento alla luce sia del richiamo dell’art. 2 ai diritti inviolabili della persona sia dell’apertura alle norme sovranazionali.

Ti consigliamo anche di leggere: Responsabilità del datore di lavoro per danni al lavoratore: guida aggiornata

Danno biologico o danno alla salute

Il danno biologico, o anche inteso come danno alla salute, ha subito fasi alterne. La lesione del bene salute comporta due tipologie di danno:

  1. danno morale: danno quale patema d’animo interiore. È la sofferenza che deriva dalla lesione, dalla paura per la malattia e la morte, o anche la sofferenza derivante dal dolore;
  2. danno esistenziale: è una particolare tipologia di danno non patrimoniale: anche questo deriva dalla lesione della salute. Si identifica con il cambiamento dello stile di vita in conseguenza della lesione alla salute. Per esempio, se il soggetto a causa di un danno al ginocchio non può più giocare a tennis, comporta un cambiamento dello stile di vita. Capirete bene che, se il soggetto è un giocatore amatoriale, il danno sarà esiguo, ma se, al contrario, il soggetto danneggiato è Jannik Sinner, il danno sarà notevolmente più elevato.

Approfondisci l’argomento leggendo anche: Danno biologico: risarcimento

Liquidazione del danno biologico: come si fa

Liquidazione del danno biologico

La liquidazione dal danno alla salute avviene secondo il sistema delle Tabelle milanesi. Le tabelle sono state elaborate in base ai precedenti giurisprudenziali, individuando i c.d. danni conseguenza, che secondo l’id quod plerumque accidit conseguono alla lesione del bene salute. Tale sistema pretorio ha poi avuto diffusione sull’intero territorio nazionale: infatti, il criterio del punto di invalidità si considera alla stregua di un parametro para-normativo.

Il sistema tabellare prende in considerazione, come criterio di liquidazione forfettario, il punto di invalidità, il quale:

  • ha un valore crescente in modo geometrico, più che proporzionale: ciò significa che i punti non hanno medesimo valore, ma crescono invase al grado di invalidità;
  • il valore dei punti varia anche in base ad ulteriori fattori, come l’età del danneggiato.

Siccome il risarcimento deve essere integrale, il giudice procede alla c.d. personalizzazione, ossia individua ulteriori danni, in base alla valutazione delle peculiarità del caso concreto.

Per esempio, il giudice terrà conto delle modalità di realizzazione dell’illecito, oppure delle specifiche conseguenze della menomazione: sarà dunque differente il risarcimento erogato ad uno sportivo professionista, a cui è precluso, a causa del danno, l’esercizio della relativa attività, rispetto a chi, invece, non svolge tale attività professionalmente. In sede di personalizzazione, il giudice dovrà adeguatamente motivare il maggior danno erogato.

Potresti anche essere interessato a: Capacità giuridica e di agire: età, articolo codice civile, quando si acquista

Liquidazione danno biologico e principio di equità

Il sistema così delineato risponde al principio di equità, il quale si connota per due componenti:

  1. uniformità: il sistema tabellare consente di liquidare uniformemente il danno sull’intero territorio nazionale;
  2. giustizia del caso concreto, in quanto si personalizza il danno in base alle peculiarità del caso concreto.

Ove non applicato tale sistema, o il giudice non motiva adeguatamente, si ritiene che il vizio integrato sia equiparato ad una violazione di legge, quindi a una violazione del principio di equità, che non è mero difetto di motivazione.

Ti consigliamo anche di leggere: Malasanità: casi in Italia, a chi rivolgersi e tempi del risarcimento

È risarcibile il danno tanatologico?

Danno tanatologico

La giurisprudenza in tema di danno tanatologico conferma l’esigenza di individuare un danno conseguenza risarcibile. Nessun danno, infatti, è risarcibile in re ipsa (nella stessa natura della cosa). Il danno tanatologico è il danno da morte immediata, ossia il soggetto che, in conseguenza dell’illecito, muore immediatamente.

In questo caso, la giurisprudenza ha evidenziato che la vittima non subisce nessuna conseguenza, salvo che:

  1. non sopravviva per un apprezzabile lasso di tempo;
  2. non sia consapevole e cosciente, tale da avvertire l’imminente morte.

Il danno alla vita, infatti, è un danno autonomo rispetto alla lesione della salute. In caso di perdita della vita:

  • il bene vita è autonomo e fruibile solo dal titolare e non reintegrabile per equivalente;
  • con la morte viene meno il soggetto nell’ambito del cui patrimonio deve nascere il diritto di credito.

Per tali ragioni si esclude anche una danno iure hereditatis, ovvero un danno originariamente subito dalla vittima che viene trasmesso ai suoi eredi.

LEGGI ANCHE Responsabilità datore di lavoro per danno psicologico: come funziona

Danno catastrofale vs danno biologico terminale

Le Sezioni Unite hanno però ammesso due distinte voci di danno:

  • se il soggetto resta lucido per un certo lasso di tempo e percepisce l’imminente morte, può essere risarcito il c.d. danno catastrofale, cioè il danno morale derivante dalla consapevolezza di dover morire;
  • se il soggetto sopravvive per un apprezzabile lasso di tempo, viene risarcito il danno biologico terminale, cioè un danno da invalidità temporanea.

Di regola, il danno biologico è un danno da invalidità permanente, ossia esso consiste nella lesione al bene salute, ossia l’invalidità che residua dopo che sia cessata la malattia. È un danno che deriva dalla sopravvivenza con la salute pregiudicata e comporta il risarcimento delle conseguenze sulla qualità della vita, drasticamente ridotta a causa della menomazione.

In questo caso, è risarcito il danno da invalidità temporanea, ossia il peggioramento della qualità della vita in conseguenza della malattia, a cui non segue, tuttavia, la guarigione, ma il decesso. Proprio in conseguenza di ciò, il giudice deve operare una personalizzazione, ossia aumenta il danno risarcibile in conseguenza della morte.

La giurisprudenza ha stabilito che il soggetto deve sopravvivere almeno un giorno, affinché sia integrata la condizione del “lasso di tempo apprezzabile”. Tale parametro è stato scelto in quanto, tradizionalmente, il danno biologico viene commisurato in base all’unità di misura del giorno.

In difetto di un’apprezzabile protrazione della vita per almeno un giorno successivamente alle lesioni, pur risultando lesa l’integrità fisica del soggetto offeso, non è configurabile un danno biologico risarcibile. Tale criterio è solo tendenziale, quindi il giudice può discostarsene motivatamente.

Se sei interessato a un avvocato esperto in responsabilità civile, professionale e assicurazioni ti invitiamo a fare un salto nella nostra pagina dedicata, dove potrai richiedere un preventivo gratuito o fare una richiesta di consulenza legale al professionista di tuo interesse.

Quando viene esclusa la responsabilità civile?

Le cause di esclusione della responsabilità civile vengono enunciate agli articoli 2044 e 2045 del Codice civile, sulla legittima difesa e sullo stato di necessità. In particolare, l’articolo 2044 sulla legittima difesa recita che Non è responsabile chi cagiona il danno per legittima difesa di sé o di altri.

L’articolo 2045 sullo stato di necessità prevede invece che

Quando chi ha compiuto il fatto dannoso vi è stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona e il pericolo non è stato da lui volontariamente causato né era altrimenti evitabile, al danneggiato è dovuta un’indennità, la cui misura è rimessa all’equo apprezzamento del giudice.

Un altro caso in cui la responsabilità civile viene esclusa è quello in cui un evento dannoso sia stato commesso in una condizione di incapacità di intendere e di volere

Questa casistica è contenuta nell’articolo 2046 c.c., nel quale si legge che Non risponde delle conseguenze del fatto dannoso chi non aveva la capacità d’intendere o di volere al momento in cui lo ha commesso, a meno che lo stato d’incapacità derivi da sua colpa.

Ci sono poi altre ipotesi specifiche, previste agli articoli 2047 (Danno cagionato dall’incapace) e 2048 c.c. (Responsabilità dei genitori, dei tutori, dei precettori e dei maestri d’arte), oltre che una responsabilità oggettiva, che può consistere in:

  • una responsabilità dei padroni o committenti (2049 c.c.), quindi in conseguenza di un fatto altrui;
  • una responsabilità per l’esercizio di attività pericolose (2050 c.c.). 

Leggi anche Risarcimento danni e responsabilità condominiale

Responsabilità civile – Domande frequenti

Che differenza c’è tra responsabilità penale e responsabilità civile?

La principale differenza consiste nel fatto che con la responsabilità civile per cui scatta il risarcimento del danno, mentre con la responsabilità penale può essere prevista una sanzione pecuniaria o detentiva.

Quali sono le principali tipologie di responsabilità civile?

La responsabilità civile può essere contrattuale, extracontrattuale oppure ex lege.

Quando sorge la responsabilità civile?

La responsabilità civile sussiste ogniqualvolta sia arrecato un danno ingiusto dal quale derivano conseguenze risarcibili.

Quando un danno è ingiusto?

Il danno è ingiusto quando la condotta non è autorizzata dall’ordinamento e quando viola una norma dell’ordinamento.

Cos’è il danno da rimbalzo?

Il danno da rimbalzo è un danno che viene arrecato ad un soggetto che non è la vittima primaria del fatto illecito.

Come si risarcisce il danno biologico?

Il danno biologico è risarcito mediante sistema tabellare, che prende in considerazione il punto variabile di invalidità.

Consulenza Legale Online

Vuoi una consulenza legale sull'argomento? Chiedi Gratis ad un Avvocato

  • +3000 avvocati pronti ad ascoltarti
  • Consulenza Legale Online - Telefonica, in webcam, scritta o semplice preventivo gratuito
  • Anonimato e Riservatezza - La tua consulenza verrà letta solo dall'avvocato che accetterà di rispondere

Richiedi una Consulenza

Immagine profilo autore
Avv. Clelia Tesone
Avvocato civilista
Laureatasi in Giurisprudenza con la votazione di 110 e Lode presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e con approfondita conoscenza delle materie del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo. Ha brillantemente conseguito l’abilitazione alla professione di avvocato, a seguito dell’espletamento della pratica forense in diritto civile e il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013 presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord.
Cerca
Effettua una ricerca all'interno del nostro blog, tra centinaia di articoli, guide e notizie
Ti serve il parere di un Avvocato sull'argomento?
Prova subito il nostro servizio di consulenza online. Più di 3000 avvocati pronti a rispondere alle tue richieste. Invia la tua richiesta.
Richiedi Consulenza

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter settimanale per ricevere informazioni e notizie dal mondo legal.

Decorazione
Hai altre domande sull'argomento?
Se hai qualche dubbio da risolvere, chiedi una consulenza online a uno dei nostri Avvocati
Richiedi Consulenza

Altro su Responsabilità civile

Approfondimenti, novità e guide su Responsabilità civile

Leggi tutti
danno esistenziale quantificazione
09 Dicembre 2024
Il concetto di danno esistenziale comprende tutte le conseguenze negative che un evento lesivo comportano sulla qualità della vita della persona. Per calcolare e risarcire il danno esistenziale, la giurisprudenza utilizza spesso le Tabelle del Tribunale di Milano. Tuttavia, la quantificazione può essere personalizzata, aumentando il risarcimento in presenza di…
danno estetico cos'è
28 Novembre 2024
Il danno estetico è una lesione o alterazione dell’aspetto fisico di un soggetto a seguito di un incidente o di un intervento non riuscito. La valutazione del danno estetico e la possibilità di ottenere o meno un risarcimento è demandata a un medico legale. Chi ritiene di aver subito un…
dentista pagato in nero
20 Novembre 2024
Al termine di un intervento, il dentista dovrebbe rilasciare la fattura. Se non lo fa, la strada per ottenere un eventuale risarcimento si fa più lunga. Tuttavia, esistono comunque dei rimedi legali, specialmente se ti rivolgi a un avvocato specializzato. È prassi abbastanza diffusa, nel nostro Paese, da parte di…
risarcimento danni incidente stradale
10 Ottobre 2024
La perizia medico-legale serve a quantificare il danno biologico dopo un incidente stradale e stabilire l'importo del risarcimento; la compagnia assicurativa ha dai 60 ai 90 giorni per fare un'offerta, a seconda della procedura seguita. Il risarcimento varia in base all'invalidità permanente riconosciuta: per le lesioni micropermanenti (1-9% di invalidità),…
avvocati online responsabilità civile
21 Giugno 2024
La responsabilità contrattuale deriva dall'inadempimento o inesatto adempimento di un'obbligazione preesistente, comportando il risarcimento dei danni causati al creditore. La responsabilità extracontrattuale si verifica invece quando un soggetto subisce un danno a causa di un fatto illecito, indipendentemente da un rapporto contrattuale preesistente. Un avvocato specializzato in responsabilità civile può…
risarcimento danni per caduta come funziona
23 Maggio 2024
Per legge, il colpevole che deve pagare il risarcimento del danno è il suo diretto responsabile, ovvero la persona che l’ha provocato. Se in alcuni casi, come quello in cui un vandalo rompe il vetro della finestra di un appartamento, è abbastanza semplice riuscire a individuare chi è tenuto a…