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Assegno di mantenimento per i figli disabili maggiorenni: quando spetta?

Quando il figlio maggiorenne è disabile, fin quando deve essere erogato l'assegno di mantenimento? Che differenze ci sono rispetto al figlio maggiorenne sano? Scoprilo nella nostra guida.

FIn quando deve essere erogato l'assegno di mantenimento?
  • L’assegno di mantenimento deve essere versato dal coniuge non convivente per provvedere a garantire i mezzi di sussistenza ai figli;
  • Usualmente, tale assegno viene erogato fin quando il figlio è minorenne o, ove abbia raggiunto la maggiore età, fin quando non è economicamente autonomo.
  • Rispetto ai figli disabili, invece, si garantisce sempre l’assegno di mantenimento, anche al raggiungimento della maggiore età.

L’assegno di mantenimento è un istituto che serve a garantire la partecipazione di ciascun coniuge alle spese per il mantenimento dei figli, anche nel caso in cui vi sia stata separazione o divorzio

Dunque, esso consente di assicurare il principio costituzionale di cui all’art. 30 per cui, ciascuno dei coniugi, è tenuto al mantenimento della prole, in proporzione alle proprie capacità reddituali.

Nel seguente articolo ci occuperemo di un caso specifico, cioè le regole rispetto all’assegno di mantenimento che deve essere erogato per i figli disabili.

Prima di tutto, ti spiegheremo brevemente come funziona questo istituto, poi ci concentreremo sulle differenze tra il regime dei minorenni, dei maggiorenni e dei maggiorenni disabili, indicando la ratio che ha ispirato le varie disposizioni.

Assegno mantenimento figlio disabile

Sia la Costituzione, all’art. 30, sia il codice civile, all’art. 315 bis, prevedono l’obbligo di mantenimento dei figli. È onere del genitore la cura, l’educazione e mantenimento del figlio fino al raggiungimento della maggiore età, o anche dopo tale soglia, quando il figlio non è autosufficiente oppure è disabile.

L’art. 315 bis cc, in particolare, afferma:

  • il diritto di essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori;
  • il diritto di crescere nella famiglia e a mantenere i rapporti affettivi con parenti, fratelli, nonni e zii;
  • il diritto ad essere ascoltato in sede giudiziaria, nelle procedure che lo riguardano, se ha almeno compiuto 12 anni di età e anche al di sotto di tale soglia, in casi eccezionali.

Il dovere di mantenimento è, quindi, riconosciuto anche ai figli maggiorenni, non solo minorenni, ma con disabilità.

Ti consigliamo di approfondire l’argomento leggendo anche: Assegno di mantenimento figlio naturale: cosa spetta ai figli di genitori non coniugati

Maggiorenne gravemente disabile assegno di mantenimento
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In cosa consiste l’assegno di mantenimento?

L’assegno di mantenimento per i figli è un contributo che viene erogato al fine di  consentire il mantenimento del figlio da parte del genitore in caso di separazione o divorzio. Quindi, l’assegno viene previsto con provvedimento del giudice:

  1. in sede di separazione (e divorzio), per i figli nati nel matrimonio, 
  2. in sede di regolamentazione dei rapporti personali e patrimoniali con la prole, in caso di figli nati fuori dal matrimonio.

Esso è, normalmente, erogato dal genitore non affidatario della prole, anche in assenza di espressa richiesta dell’altro genitore. Quindi, il giudice può disporre autonomamente i provvedimenti a tutela degli interessi materiali e morali della prole. 

L’assegno di mantenimento costituisce un diritto indisponibile, cioè non è possibile rinunciarvi o trasferirlo, inoltre, è anche sottratto alla disciplina del pignoramento, quindi non potrà essere pignorato dal creditore del genitore. 

Non è ammissibile la compensazione, cioè se il genitore tenuto a versare il mantenimento, non può eccepire in compensazione un diritto di credito che egli vanta nei confronti dell’altro coniuge. 

L’assegno viene versato:

  • al genitore collocatario, nel caso di figlio minorenne,
  • al genitore convivente, nel caso di figlio maggiorenne non autosufficiente economicamente o disabile.
  • al figlio stesso, quando sia questo a presentare richiesta in udienza.

Ti consigliamo anche: Separazione coppia di fatto con figli: mantenimento e affido

Mantenimento al figlio disabile: cosa cambia

Il codice civile, all’art. 337-septies, si occupa espressamente dell’assegno di mantenimento per il figlio disabile. In particolare, la norma disciplina il caso in cui il figlio disabile sia maggiorenne, perché, ove minorenne, gli spetterebbe in ogni caso l’assegno di mantenimento.

La norma si applica, quindi, ai figli maggiorenni portatori di disabilità grave, per i quali sono previste integralmente le disposizioni valide per i figli minori di età. L’assegno di mantenimento, dunque, può essere in sostanza revocato solo per i figli maggiorenni che sono sani e autosufficienti, ove abbiano ultimato il percorso scolastico. 

Il maggiorenne non autosufficiente conserva il diritto all’assegno se dimostra di essersi adoperato per acquisire l’autonomia economica, quindi abbia attivamente ricercato un impiego senza riuscirci.

Non sarà considerato meritevole dell’assegno il figlio maggiorenne che non si adoperi nella ricerca di un lavoro, in attesa di un’opportunità lavorativa compatibile con le proprie aspirazioni personali. Per i disabili vale lo stesso principio?

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Figli disabili e diritto al mantenimento

Fin quando spetta l’assegno di mantenimento al figlio disabile?

Per i figli maggiorenni disabili, le regole sul mantenimento subiscono alcune significative deroghe:

  1. se la disabilità non è grave, al figlio maggiorenne si applicano le regole che abbiamo esaminato nel paragrafo precedente. Quindi, ultimato il percorso di studi, il maggiorenne affetto da lieve disabilità deve dare dimostrazione di ricercare attivamente un lavoro, altrimenti può perdere il diritto all’assegno di mantenimento;
  2. se la disabilità è grave, invece, il figlio ha, comunque, diritto al mantenimento a vita o fino a quando lo stesso genitore non decede – ricordiamo, infatti, che l’obbligo di versare l’assegno di mantenimento non si trasmette agli eredi. 

Potresti anche essere interessato a leggere: La convivenza prematrimoniale rileva ai fini della quantificazione dell’assegno di divorzio?

Figlio disabile e onere della prova

Come abbiamo evidenziato, la disabilità si distingue in due tipologie: grave e non grave. Per la disabilità grave, vi è equiparazione al figlio minore, per la disabilità non grave non vi è la predetta equiparazione, quindi si applicano, se maggiorenne, le stesse regole che trovano applicazione per i figli perfettamente sani.

Tuttavia, la Cassazione ha fatto delle precisazioni sul figlio gravemente disabile e sull’onere della prova. Come abbiamo detto, egli non deve provare che stia tentando di inserirsi nel mondo del lavoro.

D’altro canto, ha sostenuto la Suprema Corte che:

  • anche per il figlio disabile, vi sono delle possibilità di inserimento nel mondo del lavoro;
  • normalmente, non è tenuto a dare nessuna prova;
  • se però è il figlio stesso a fare richiesta, mediante rappresentante, dell’assegno, comunque, deve dare prova dell’impossibilità ad accedere al mondo del lavoro.

Ti consigliamo anche di leggere: Assegno di divorzio e mantenimento: come viene determinato

assegno di mantenimento figlio minore e disabile

Quando la disabilità è grave?

Il concetto di gravità della disabilità è, quindi, determinante al fine di stabilire la disciplina che regola l’assegno di mantenimento. Tempo addietro, il quesito ermeneutico posto alla Cassazione è stato proprio quello concernente la definizione di disabilità grave.

La Corte ha sostenuto che la gravità deve essere valutata secondo i criteri previsti dalla nota Legge 104 del 1992. La normativa prevede i criteri per stabilire il grado di invalidità all’art. 3, co. 3.

Si osserva che vi è disabilità grave quando la minorazione sia tale da ridurre l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale, che attiene sia alla sfera individuale sia relazionale del soggetto disabile.

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Come si calcola l’assegno di mantenimento?

La disciplina dell’assegno di mantenimento per il figlio disabile, dunque, è la medesima prevista per il figlio minorenne. Quindi, anche le modalità di calcolo sono le medesime.

Si dovrà tenere in considerazione la disciplina contemplata all’art. 337 ter c.c., ispirata al principio di proporzionalità, ossia ciascuno dei genitori provvede al mantenimento dei figli in misura proporzionale al proprio reddito. 

Il giudice dovrà tenere in considerazione suddetto principio nella quantificazione dell’assegno di mantenimento, che viene periodicamente versato.

Inoltre, nell’attività di quantificazione, deve valutare le seguenti condizioni:

  • le attuali esigenze del figlio;
  • il tenore di vita goduto dal figlio in costanza di convivenza con entrambi i genitori;
  • i tempi di permanenza presso ciascun genitore;
  • le risorse economiche di entrambi i genitori;
  • la valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascun genitore.

L’assegno è automaticamente adeguato agli indici ISTAT in difetto di altro parametro indicato dalle parti o dal giudice.

Ti consigliamo di approfondire la questione leggendo: L’assegno di mantenimento ai figli: chi ne ha diritto e come si calcola

Assegno mantenimento figli disabili maggiorenni – Domande frequenti

Che cos’è l’assegno di mantenimento?

L’assegno di mantenimento è un assegno periodicamente versato dal genitore non affidatario all’altro per partecipare alla cura, l’educazione e il sostentamento dei figli.

Fin quando deve essere erogato l’assegno di mantenimento?

L’assegno di mantenimento deve essere erogato fin quando il figlio non diventa maggiorenne e non è diventato economicamente autonomo.

Fin quando deve essere erogato l’assegno di mantenimento per il figlio disabile?

Il figlio disabile, anche se maggiorenne, è equiparato al figlio minorenne, quindi deve essere sempre versato l’assegno, fino alla morte del figlio o del genitore onerato.

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Avv. Clelia Tesone
Avvocato civilista
Laureatasi in Giurisprudenza con la votazione di 110 e Lode presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e con approfondita conoscenza delle materie del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo. Ha brillantemente conseguito l’abilitazione alla professione di avvocato, a seguito dell’espletamento della pratica forense in diritto civile e il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013 presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord.
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