Bonus per chi si sposa in chiesa: esiste davvero?
In giro circolano diversi articoli sull'esistenza di un fantomatico bonus matrimonio per chi si sposa in chiesa. Ma esiste veramente o si tratta di una mera bufala? Vediamolo insieme.
- In Italia non esiste un bonus riservato a chi si sposa in chiesa.
- Si tratterebbe, infatti, di una discriminazione, che va contro alla laicità dello Stato.
- Ci sono, però, alcune misure riservate a chi contrae matrimonio o un’unione civile, come il congedo per matrimonio.
Suggellare la propria unione con il matrimonio non è soltanto il modo con il quale si acquisiscono diritti e doveri reciproci, oltre che una serie di tutele legali. Sposarsi – che sia in Chiesa o con rito civile – ha infatti un costo considerevole.
Da diverso tempo girano in rete parecchi articoli sull’esistenza di un contributo che chi decide di sposarsi in chiesa, che alcuni hanno ribattezzato “bonus matrimonio“. Esiste veramente?
Nelle prossime righe facciamo chiarezza in merito e mettiamo insieme le agevolazioni che le future coppie di sposi (o le unioni civili) possono richiedere, partendo dalla risposta a una domanda che interessa molti: quanti soldi ti fanno quando ti sposi?
Quanti soldi ti danno se ti sposti in chiesa?
Iniziamo subito precisando che il bonus matrimonio per chi si sposa in chiesa non esiste. Non c’è nessun contributo di 20.000 euro che viene erogato dallo Stato – più nello specifico dall’INPS – né una sezione sul sito dell’Agenzia delle Entrate dalla quale presentare apposita richiesta.
Allora perché circola questa voca? È semplicemente una fake news o c’è un fondamento alla base? In pratica, si tratta di una proposta di legge che era stata presentata alla Camera dalla Lega.
Tale proposta – mai approvata, anche perché causa di un gran numero di polemiche – prevedeva l’assegnazione di un bonus matrimonio del valore di 20.000 euro per le persone che volevano celebrare il rito religioso, quindi in chiesa.
Di fatto, il Governo non ha mai avuto nessuna intenzione di dare un premio a chi sceglie un luogo sacro per sposarsi, dato che l’Italia è comunque uno Stato laico.
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Quali sono le agevolazioni per chi si sposa?
Fermo restando che non ci sono in questo momento delle detrazioni riservate in modo specifico alle persone che intendono celebrare il proprio matrimonio, lo Stato prevede comunque alcune misure.
La più importante è il congedo matrimoniale, del quale si può usufruire nei 30 giorni successivi alle nozze, e che si rivolge ai lavoratori;
- a tempo indeterminato;
- a tempo parziale orizzontale;
- a tempo determinato;
- a tempo parziale orizzontale.
Questo periodo di sospensione dall’attività lavorativa, che non è frazionabile, ha una durata di 15 giorni, che comprendono sia le giornate lavorative, sia quelle festive.
Dal punto di vista retributivo, il/la dipendente ha diritto al totale dello stipendio. Durante il congedo, non si subiscono eventuali riduzioni su ferie, tredicesima o anzianità di servizio, come precisato sul sito del Ministero della Giustizia.
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Cos’è l’assegno per congedo matrimoniale a pagamento diretto
Un’altra misura che possiamo citare è l’assegno per congedo matrimoniale che viene riconosciuto agli operai non occupati (e alle operaie, ovviamente) che hanno lavorato per aziende industriali o artigiane, nelle quali è dovuto il contributo CUAF.
La prestazione previdenziale viene riconosciuta nei 90 giorni che precedono lo sposalizio nelle ipotesi di:
- matrimonio civile;
- matrimonio concordatario;
- unione civile.
Questo ci fa capire come lo Stato non faccia distinzioni legate alla tipologia di matrimonio scelta dai coniugi e che non ci siano discriminazioni nei confronti delle coppie omosessuali che si scelgono per la vita tramite unione civile.
Questo assegno viene erogato dall’INPS e calcolato sulla base dello stipendio percepito nell’ultimo periodo di paga. Non è cumulabile con altri trattamenti sostitutivi della retribuzione nello stesso periodo, ma lo è con l’indennità giornaliera di inabilità prevista in caso di infortunio sul lavoro.
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Agevolazioni sulla casa: quali sono
Se è vero che non si tratta di trattamenti riservati ai neo sposi, chi sceglie il matrimonio di solito opta anche per una vita condivisa, quindi è probabile che i coniugi debbano anche comprare casa, o ne abbiano già una in comune.
In questo senso, può essere utile per i novelli coniugi dare un’occhiata alle agevolazioni attualmente disponibili, che abbiamo raggruppato in due macrocategorie:
- bonus edilizi, nei quali rientrano quelle agevolazioni che permettono di accedere a sconti fiscali in fase di dichiarazione dei redditi per interventi strutturali sul proprio immobile (non necessariamente di proprietà);
- bonus casa, che possono essere un’ottima soluzione per accedere alle detrazioni previste dallo Stato e spendere così di meno nel corso del proprio progetto di vita in due.
A questi si uniscono poi contributi personali, quali il bonus psicologo, oppure destinati a eventuali figli, che possono anche essere nati fuori dal matrimonio. Possiamo per esempio citare il bonus asilo nido e l’assegno unico e universale per i figli.
Per approfondire, leggi pure Diritti dei figli nati fuori dal matrimonio: riconoscimento e mantenimento
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