Divieto di animali in condominio: è legale?

Il cane che abbaia potrebbe rientrare in uno degli episodi riconducibili al disturbo della quiete pubblica. Quando si hanno cani in appartamento, infatti, nel caso in cui l’abbaiare del cane dovesse superare la soglia di tollerabilità consentita per legge e arrecare disturbo a un numero elevato di persone negli orari destinati al riposo, si può incorrere nel reato di disturbo della quiete pubblica.
Quali sono gli orari nei quali il cane può abbaiare senza che si rischino sanzioni da parte degli altri condomini? Cosa bisogna fare nel caso di cane che abbaia? In questa guida troverai le informazioni in merito ai limiti dei rumori consentiti e a chi bisogna rivolgersi nel caso in cui ci si ritrovasse in una situazione come quella appena descritta.
Al momento non esiste una legge che stabilisca gli orari nei quali un cane può o non può abbaiare perché rischia di provocare un disturbo della quiete pubblica. La questione viene però trattata da specifici regolamenti.
Tra questi ricordiamo:
Alcuni regolamenti, sia di tipo condominiale sia di tipo comunale, possono contenere, inoltre, al loro interno l’espresso divieto di poter tenere animali in casa, oppure nei cortili o in giardino. Spesso per poterlo fare è necessario chiedere in anticipo un nulla osta che viene rilasciato dall’ufficio comunale competente, il quale avrà il compito di valutare, tra le altre cose, che gli animali non siano molesti nei confronti del vicinato.
A seconda della situazione, può essere il giudice a valutare i casi nei quali un cane che abbaia arreca disturbo alla quiete pubblica e agire a seconda del contesto: un cane che abbaia ogni tanto durante il giorno può essere fastidioso, ma a meno che non lo faccia sempre nella fascia oraria compresa fra le 13:00 e le 16:00, o dopo le 21:00, per tutta la notte, non rientra nel reato di disturbo della quiete pubblica. Di conseguenza, il suo padrone non può essere punito dalla legge.
Chi ha un cane che vive con sé in appartamento ha il dovere di farlo smettere di abbaiare in modo tale da non infastidire i vicini che vivono nello stesso stabile. Per esempio, è sconsigliato lasciare da solo il cane in casa, in balcone o in giardino perché il fastidio arrecato agli altri condomini durante la propria assenza potrebbe essere molto probabile. Il cane potrebbe infatti iniziare ad abbaiare perché si sente solo.
In caso di cane che abbaia, dunque, fino a quando il rumore provocato dall’animale rientra nella cosiddetta soglia di normale tollerabilità, allora non esiste modo di intervenire. Quando il baccano non è più sopportabile, può considerarsi denunciabile se si verifica in determinati orari. Non essendoci una legislazione in materia, l’intervento del giudice diventa fondamentale ed è sempre preceduto dall’analisi della singola situazione.
Supponiamo che il cane del proprio vicino si metta a ululare in modo molesto nel cuore della notte, ogni notte, disturbando tutte le persone che vivono nello stesso condominio:
Parlando dei decibel, la percezione dei rumori varia molto in relazione all’orario e ai rumori di fondo, così che un suono percepito di giorno, in una strada trafficata non ha lo stesso impatto di uno sentito di notte, in una zona residenziale silenziosa.
Il DPCM 14/11/97 stabilisce, nel nostro Paese, quelli che devono essere considerati i limiti massimi per un rumore emesso nell’ambiente esterno e quelli per un rumore emesso in un contesto abitativo.
In particolare l’articolo 4 stabilisce i limiti massimi di immissione per i rumori percepiti all’interno di una casa, che corrispondono a:
A tal proposito, quando si parla di inquinamento acustico, ci sono due criteri che possono essere adottati per verificare la liceità dei rumori che vengono emessi da un’abitazione:
Nel caso in cui un cane che abbaia disturbi molte persone si può parlare di reato di disturbo della quiete pubblica. In quel caso, il suo proprietario può andare incontro:
Nei casi più gravi, ovvero quelli nei quali nonostante le pene e le sanzioni il cane continuasse ad abbaiare, il proprietario potrà anche ricevere una diffida ad allontanare l’animale dalla propria abitazione e a trasferirlo in un ricovero specializzato.
La condanna penale per reato di disturbo della quiete pubblica in caso di cane che abbaia arriva soltanto quando il disturbo colpisce tante persone allo stesso tempo:
Il reato di disturbo della quiete pubblica è un reato procedibile d’ufficio: basta anche solo una segnalazione ai carabinieri o alla polizia da parte di una sola persona tra tutti coloro i quali hanno subito un danno a causa del rumore molesto provocato dall’animale per attivare le Forze dell’Ordine.
Queste ultime, dopo essere state opportunamente autorizzate dal Tribunale, potranno procedere con il sequestro preventivo del cane nel caso in cui ci fosse il rischio di reiterazione del reato.
È bene ribadire che qualora non si trattasse di reato di disturbo della quiete pubblica, sarà sufficiente rivolgersi a un giudice civile richiedendo la cessazione del rumore molesto. In questi casi:
In caso di accertamento da parte del giudice di illegittimità dei rumori molesti prodotti dal cane che abbaia, il proprietario dell’animale potrà essere condannato a pagare danni quali:
Nel caso in cui il cane che abbaia arrecasse disturbo a un numero illimitato di persone, negli orari normalmente destinati al riposo, si riscontrerà un reato di disturbo della quiete pubblica, per il quale sarà possibile rivolgersi alle Forze dell’Ordine.
Se il cane abbaia e arreca disturbo a tante persone negli orari destinati al riposo, si tratta di un reato di disturbo della quiete pubblica per il quale il proprietario può rischiare la detenzione fino a 3 mesi o un’ammenda fino a 309 euro.
In caso di cane che abbaia creando fastidio a un numero illimitato di persone si può chiedere l’intervento della polizia o dei carabinieri.