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Collocamento obbligatorio: cos’è e quando scatta l’obbligo

Il collocamento obbligatorio, anche noto come collocamento mirato, è un onere imposto ad ogni datore di lavoro. Nel seguente articolo, vedremo di cosa si tratta e quali eccezioni sono ammesse.

collocamento mirato
  • Il collocamento obbligatorio è un onere in capo ai datori di lavoro di assumere dei lavoratori di categorie svantaggiate.
  • Il datore di lavoro, se non adempie, è soggetto a sanzioni, ma se adempie ottiene molteplici vantaggi economici e fiscali.
  • I lavoratori, in genere, devono sottoporsi a degli esami clinici e poi iscriversi in appositi elenchi tenuti dagli uffici territoriali competenti.

Da molti anni, la legge ha previsto, sia per i datori di lavoro pubblici sia privati, l’onere di assumere lavoratori appartenenti a categorie svantaggiate. Questi lavoratori sono soggetti con inabilità oppure stranieri che risiedono in Italia.

Il collocamento obbligatorio comporta vantaggi e possibili svantaggi: infatti, il datore di lavoro inadempiente rischia di incorrere in sanzioni pecuniarie.

Nel seguente articolo, ti spieghiamo come funziona nel dettaglio il collocamento obbligatorio. Vedremo se esistono delle deroghe, quando scatta l’obbligo e ci soffermeremo anche sulle modalità di assunzione del lavoratore e le possibili sanzioni in caso di inadempimento.

Che cosa si intende per collocamento obbligatorio?

Il collocamento mirato ha l’obiettivo di incentivare l’accesso al mondo del lavoro dei lavoratori con disabilità o appartenenti a categorie protette.

Lo scopo è quello di valorizzare tutte le risorse umane, attraverso una serie di “strumenti che permettano di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi dei posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi di lavoro e di relazione” (legge n. 68 del 12 marzo 1999).

Si definisce obbligatorio perché i datori di lavoro sono, talvolta, obbligati ad assumere una quota di lavoratori che presentino determinate disabilità. In particolare, l’obbligo è imposto ai datori di lavoro con più di 14 dipendenti: in tal caso, la legge prevede che sia riservata una quota variabile di posti di lavoro in favore dei soggetti disabili.

Il rispetto della quota deve essere garantito a livello nazionale: ne consegue che i grandi gruppi imprenditoriali ne siano avvantaggiati, perché, se in una data sede non è rispettata la quota, può essere compensata in un’altra impresa sul territorio. 

Vi sono anche degli esoneri dall’obbligo, in caso di CIGS e licenziamenti collettivi, oppure sono previsti esoneri per i datori di lavoro di settori produttivi. 

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Collocamento obbligatorio: quando scatta l’obbligo

Quali sono le aziende soggette al collocamento obbligatorio? Il collocamento obbligatorio, anche detto collocamento mirato, è previsto dalla legge n. 68 del 1999. Tale onere opera sia per i datori di lavoro privati sia pubblici. 

L’obbligo, come evidenziato nel precedente paragrafo, sorge se l’impresa ha più di 14 dipendenti. In particolare:

  • tra 15 e 35 dipendenti, è tenuta ad assumere almeno un lavoratore appartenente alle categorie protette;
  • tra 36 e 50 dipendenti, è tenuta ad assumere almeno due lavoratori appartenenti alle categorie protette;
  • in presenza di più di 50 dipendenti, deve garantire che il 7% di questi appartenga alle categorie protette, più l’1% ai familiari degli invalidi e dei profughi rimpatriati

Il numero dei dipendenti è calcolato in base:

  • ai contratti di lavoro subordinati stipulati;
  • alle richieste di assunzione presentate entro 60 giorni dal sorgere dell’obbligo.

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collocamento obbligatorio o mirato quando scatta

Quali sono i soggetti tutelati dal collocamento obbligatorio

Il datore di lavoro dovrà assumere dei lavoratori che appartengono a specifiche categorie, come persone certificate con disabilità o appartenenti a categorie protette

La legge n. 68 prevede che possono essere assunti in adempimento del predetto obbligo:

  • gli invalidi civili con percentuale d’invalidità dal 46%;
  • gli invalidi del lavoro con percentuale d’invalidità dal 34%;
  • i non vedenti;
  • i sordomuti;
  • gli invalidi di guerra (inclusi gli invalidi civili di guerra).

Costituiscono altrettanto categorie protette:

  1. i profughi italiani rimpatriati,
  2. gli orfani e le/gli vedove/i di deceduti per causa di lavoro, di guerra o di servizio;
  3. le vittime del dovere, del terrorismo o della criminalità organizzata;
  4. gli stranieri regolarmente residenti in Italia.

I lavoratori possono essere assunti se sono rispettate le seguenti condizioni 

  • sono disoccupati o inoccupati;
  • lavoratori autonomi con un reddito annuale lordo presunto inferiore o uguale a 4.800 euro;
  • lavoratori subordinati con un reddito annuale lordo prospettico inferiore o pari a 8.145 euro.

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Esonero collocamento obbligatorio

Il datore di lavoro può essere esonerato a specifiche condizioni, per esempio, quando la prestazione lavorativa è faticosa, pericolosa o siano presenti particolari modalità di svolgimento del lavoro. Tali condizioni potrebbero rendere difficile rispettare l’intera quota di riserva, quindi, il datore di lavoro può accedere ad un esonero parziale. 

Come abbiamo poi evidenziato nei precedenti paragrafi, il rispetto della quota è valutato a livello nazionale. Se ne desume che sia possibile assumere un numero maggiore di disabili in una sede dell’attività di impresa, mentre in altre si compensa con l’assunzione di un numero inferiore. 

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collocamento obbligatorio come funziona

Sanzioni collocamento obbligatorio

Cosa succede se non si rispetta la regola del collocamento obbligatorio? Ai sensi dell’articolo 15 comma 4 della legge 68, trascorsi 60 giorni dalla data in cui insorge l’obbligo di assunzione, se il datore di lavoro non procede ala copertura della quota d’obbligo dovrà pagare una sanzione amministrativa di 196,05 euro per lavoratore per ogni giorno di scopertura.

La sanzione per mancata assunzione è pari a cinque volte il contributo esonerativo, disciplinato dall’articolo 5 comma 3 della legge 68. Il contributo esonerativo è versato quando il datore di lavoro è esonerato, ovvero quando, al ricorrere delle precedenti condizioni, è autorizzato ad assumere un numero inferiore di disabili rispetto alla quota a cui sarebbe obbligato.

Tale somma è versata al Fondo Regionale per l’occupazione dei disabili e, a partire dal 1° gennaio 2022, è pari a 39,21 euro al giorno per ciascun lavoratore disabile non assunto (a fronte dei precedenti 30,64 euro).

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Quali sono i vantaggi della legge 68

Se il datore di lavoro, invece, procede ad assumere i lavoratori disabili o appartenenti alle categorie protette ottiene anche alciuni vantaggi. La legge prevede degli incentivi sui contributi da versare al lavoratore disabile. Questi incentivi variano in base alla disabilità: maggiore è la disabilità, maggiori sono gli incentivi.

Gli eventuali sgravi, però, sono riconosciuti solo se il lavoratore è assunto a tempo indeterminato, non anche se sono adottate le forme flessibili.

Molti vantaggi derivano anche dal punto di vista della produttività: si osserva che spesso i lavoratori disabili sono elementi importanti, dato che comportano benefici in termini di creatività, risoluzione dei problemi, capacità di saper ascoltare e interpretare i bisogni dei clienti.

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lavoratore disabile collocamento obblogatorio

Come è assunto il lavoratore disabile?

Il disoccupato disabile, per accedere al collocamento obbligatorio, deve iscriversi ad apposito elenco, dopo essersi sottoposto ad accertamenti sanitari. Il datore di lavoro può avvalersi dell’elenco oppure stipulare delle convenzioni che fissano tempi e modalità di assunzioni.

Il lavoratore disabile deve provare la propria disabilità mediante accertamento medico svolto dalla Commissione medica istituita dall’ASL. L’elenco dei lavoratori disabili è invece istituito presso gli uffici territoriali competenti in materia di collocamento obbligatorio. Tali uffici provvedono anche a verificare le competenze dei lavoratori in questione.

Il datore di lavoro può procedere ad assunzione mediante avviamento, presentando istanza al servizio provinciale competente. La richiesta di assunzione è numerica e non nominativa, cioè è effettuata nell’ordine di iscrizione nell’elenco, non tramite scelta nominativa da parte del datore di lavoro.

Il datore di lavoro può anche stipulare una convenzione con gli uffici competenti per i programmi di inserimento lavorativo. Tale convenzione consente di dilatare i tempi per l’assunzione. 

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Collocamento obbligatorio – Domande frequenti

Che cos’è il collocamento obbligatorio?

Con collocamento obbligatorio si intende l’obbligo dei datori di lavoro di assumere dei lavoratori disabili o in situazioni svantaggiate.

Quali aziende sono tenute a rispettare obblighi di assunzione di lavoratori dal collocamento mirato?

L’onere di collocamento obbligatorio sorge ove il datore di lavoro abbia alle proprie dipendenze almeno 14 dipendenti.

Qual è la differenza tra il collocamento obbligatorio e il collocamento mirato?

Collocamento obbligatorio e collocamento mirato sono in realtà due sinonimi che si riferiscono all’obbligo, previsto dalla legge 68, di assumere delle specifiche categorie di lavoratori svantaggiate.

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Avv. Clelia Tesone
Avvocato civilista
Laureatasi in Giurisprudenza con la votazione di 110 e Lode presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e con approfondita conoscenza delle materie del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo. Ha brillantemente conseguito l’abilitazione alla professione di avvocato, a seguito dell’espletamento della pratica forense in diritto civile e il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013 presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord.
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