Diritto di abitazione del coniuge superstite: quando spetta?
In questa guida ci occuperemo di analizzare il funzionamento del diritto di abitazione del coniuge superstite non proprietario: quando scatta e quali sono i limiti all'eventuale vendita dell'immobile gravato da tale diritto.
- Al coniuge superstite la legge riserva metà del patrimonio del coniuge defunto.
- Oltre alla quota di proprietà acquisita per successione, la legge riconosce il diritto di abitazione sulla casa familiare che gli consente di continuare a vivere nell’immobile.
- Al coniuge superstite spetta altresì il diritto di uso sugli arredi.
Il diritto di abitazione, disciplinato dall’articolo 1022 del codice civile, è un diritto reale di godimento su un bene immobile. Reale sta a significare che siamo di fronte ad un diritto strettamente legato al bene.
Esso consente al titolare e al suo nucleo familiare di vivere all’interno della casa che ne è l’oggetto. Lo scopo di tale diritto è quello di poter risiedere presso l’abitazione al fine di soddisfare le proprie esigenze quotidiane e personali, con esclusione dello svolgimento di attività professionali o di carattere commerciale.
Il diritto di abitazione non può essere ceduto, né dato in locazione, così come stabilito dall’articolo 1024 codice civile. Chi occupa la casa per soddisfare le sue esigenze personali deve provvedere alle riparazioni ordinarie e al pagamento dei tributi. Il diritto di abitazione si estende anche ad accessori e pertinenze dell’immobile.
Immaginiamo una coppia di coniugi che, dopo aver vissuto tanti anni insieme si trova a dover affrontare un lutto a causa della morte di uno dei due. Colui che sopravvive si chiederà se, non essendo proprietario dell’immobile, potrà continuare a vivere nella casa che ha costituito la residenza familiare.
La legge, all’articolo 540 del codice civile, ha previsto il diritto di abitazione del coniuge superstite. Che cos’è? Quali sono i diritti spettanti al coniuge superstite e come si conciliano con gli eredi dell’immobile? In questo articolo esamineremo approfondiremo questo argomento.
Che cos’è il diritto di abitazione del coniuge superstite
Il diritto di abitazione del coniuge superstite riguarda i diritti del coniuge che rimane in vita dopo la morte dell’altro coniuge, in relazione all’abitazione che i due coniugi condividevano. Garantisce al partner superstite la possibilità di continuare a vivere nella casa familiare. La casa familiare è quella dove, ai sensi dell’articolo 144 codice civile, i coniugi hanno stabilito la loro residenza.
È una particolare tipologia di diritto di abitazione che viene disciplinato dall’articolo 540 del codice. In base a detta norma si afferma che metà del patrimonio della persona deceduta viene riservata in favore del coniuge, fatte salve le disposizioni in caso di presenza di figli. Al coniuge superstite, anche qualora concorra con altri chiamati all’eredità, viene in pratica riservato il diritto di abitare la casa adibita a residenza familiare e il diritto di uso sui mobili che la arredano.
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Quando spetta il diritto di abitazione del coniuge superstite
Il diritto di abitazione del coniuge superstite è dunque un diritto che si aggiunge alla riserva della quota di eredità. Nel caso in cui la proprietà della casa sia del defunto, sorge se, al momento del decesso, il matrimonio è ancora in piedi.
Non viene attribuito, pertanto, in caso di:
- convivenza more uxorio;
- divorzio, scioglimento del matrimonio o dichiarazione di nullità dello stesso.
Sulla basa di un’interpretazione normativa dominante supportata dalla decisione della Cassazione con sentenza 15000/2021, il diritto di abitazione non viene riconosciuto allorquando l’immobile adibito a residenza familiare sia in comproprietà tra il coniuge defunto e una terza persona.
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Quanto dura il diritto di abitazione
Il diritto di abitazione del coniuge superstite dura fino alla morte del coniuge superstite stesso. Non si tratta di un diritto che può essere trasferito a terzi, ma rimane esclusivamente a favore del coniuge che ha perso il partner. La durata, quindi, coincide con la vita del coniuge superstite. La legge ritiene infatti che, in quanto compatibili, si applichino le norme sull’usufrutto.
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Il diritto di abitazione può essere ceduto?
Il diritto di abitazione riconosciuto al coniuge che rimane in vita non è cedibile a terzi. Esso è strettamente personale e, per questo, non può essere venduto, trasferito o donato ad altri. Questo diritto ha una finalità protettiva nei confronti del coniuge che sopravvive e non può essere usato come bene negoziabile. Il coniuge superstite ha diritto di abitare presso l’immobile, ma non di disporne liberamente come se fosse un proprietario.
Quando cessa il diritto di abitazione?
Il diritto di abitazione cessa in due situazioni principali:
- alla morte del coniuge superstite: il diritto si estingue con la morte del coniuge che lo esercita;
- nel caso di rinuncia: se il coniuge superstite decide di rinunciare al diritto di abitazione, questa rinuncia deve essere espressa formalmente, solitamente attraverso un atto pubblico.
Diritto abitazione coniuge superstite: limiti
Il diritto di abitazione, pur essendo tutelato dalla legge, presenta dei limiti. Tra questi troviamo:
- uso esclusivo dell’abitazione: il diritto di abitazione si limita esclusivamente all’utilizzo dell’immobile come abitazione e non consente al coniuge superstite di modificarne la destinazione d’uso. Per esempio, non può usare l’immobile per scopi diversi dalla residenza;
- non è un diritto di proprietà: il coniuge superstite non ha il diritto di disporre liberamente della casa come se fosse il proprietario. Non può, per esempio, vendere o ipotecare l’immobile.
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Al coniuge superstite separato spetta il diritto di abitazione?
Non essendo ancora intervenuto il divorzio, come confermato dalla sentenza n.22566/2023 della Corte di Cassazione, il diritto di abitazione spetta sulla casa coniugale spetta anche al coniuge separato, purché non sia stata a lui addebitata la colpa della separazione legale. Per l’attribuzione del diritto di abitazione in caso di morte del coniuge non è richiesta infatti la coabitazione al momento del decesso.
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Vendita immobile con diritto di abitazione coniuge superstite
La vendita dell’immobile sul quale sussiste per legge il diritto di abitazione in capo al coniuge superstite è consentita. Il proprietario, ovvero colui che ha ereditato l’immobile, a seguito del decesso, può disporre dello stesso decidendo di trasferirne la proprietà.
Occorre però sapere che il coniuge superstite può continuare ad abitarvi fino alla sua morte. La vendita comporta, quindi, l’acquisto da parte di un nuovo proprietario, ma il diritto di abitazione resta vincolante. Il principio sul quale si fonda la regola sta nel fatto che, trattandosi di un diritto reale, esso segue la cosa che ne costituisce l’oggetto. Siamo di fronte ad un diritto assoluto che, in quanto tale, può essere opposto a chiunque, anche nei confronti di un nuovo proprietario.
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