Divorzio finto: quali sono i vantaggi e cosa si rischia a livello penale
Il divorzio finto è una pratica che comporta gravi rischi sia dal punto di vista penale che civile. Fingere una separazione per eludere il Fisco o ottenere benefici indebiti può configurarsi come truffa o evasione fiscale, con conseguenze che possono includere la reclusione e il risarcimento dei danni. Non è consentito divorziare senza l’effettiva volontà di separarsi per un intento fraudolento.
- Il divorzio finto (o la separazione simulata) è un fenomeno che trova una certa diffusione nel nostro Paese: consiste nel fatto che la coppia si separa per finta.
- Viene inscenato per ottenere molteplici vantaggi economici e fiscali.
- Qualora si venga scoperti si possono subire conseguenze di carattere civile e penale in quanto, in caso di intento fraudolento, la condotta integra il reato di frode.
Il finto divorzio è lecito? Può capitare che in coniugi pongano in essere una finta separazione o proprio un falso divorzio e le ragioni siano molteplici.
Innanzitutto, ottenere una serie di vantaggi di carattere economico o fiscale, quali l’assegno sociale, l’assegno di inclusione o delle agevolazioni fiscali. Si può inoltre divorziare per finta allo scopo di evitare l’aggressione dei beni da parte dei creditori o di non pagare le tasse.
Ma separarsi per finta è un reato? In taluni casi sì e per questo si può andare incontro a pesanti sanzioni. Vediamo più nel dettaglio quali sono le implicazioni di carattere civile o penale di un divorzio che è stato simulato e quali sono le conseguenze a livello sanzionatorio.
Divorzio finto: cosa significa
Non sempre il divorzio tra due coniugi avviene quando c’è una reale crisi del legame: potrebbe anche essere fittizio nei casi in cui la coppia, a fronte di problemi economici, decida di mettere in scena un divorzio finto per conseguire taluni vantaggi. In cosa consiste?
Il finto divorzio è un fenomeno sempre più diffuso che ha guadagnato crescente attenzione, soprattutto per il suo impatto legale. Si tratta di una pratica che può configurarsi come reato, esponendo i responsabili a conseguenze penali severe. I coniugi si separano solo formalmente, pur continuando a vivere insieme e a condividere le risorse economiche.
In pratica, si accordano per una separazione consensuale simulata ma, nonostante il divorzio, a dispetto delle apparenze, continuano a vivere insieme secondo le regole del matrimonio.
Negli ultimi anni, diverse inchieste hanno portato alla luce casi di divorzio fraudolento in Italia. Per esempio, alcune coppie si sono separate per poter accedere a case popolari, mentre altre hanno finto la separazione per abbassare l’ISEE e ottenere agevolazioni universitarie per i figli.
In molti di questi casi, i responsabili sono stati scoperti e costretti a restituire le somme percepite indebitamente, oltre a subire condanne penali.
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Finti divorzi: che obiettivi si vogliono raggiungere?
L’espediente del divorzio fittizio viene adottato per usufruire di agevolazioni fiscali, ottenere sussidi sociali, evitare il pignoramento di beni o eludere il pagamento di debiti e tasse.
Nel dettaglio, alcune coppie fingono la separazione per:
- beneficiare di detrazioni fiscali o esenzioni tributarie. Si mira così ad eludere il fisco per versare meno tasse;
- evitare il pignoramento dei beni di uno dei coniugi, sottraendoli ai creditori;
- accedere a sussidi o contributi statali destinati a persone economicamente svantaggiate;
- ridurre l’ISEE per ottenere, per esempio, esempio borse di studio, alloggi popolari o agevolazioni sanitarie.
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Divorzio fittizio: conseguenze
Quali sono i rischi a cui vanno incontro i coniugi che mettano in scena un divorzio fittizio? Sebbene il divorzio sia un diritto riconosciuto a tutti i cittadini, qualora venga utilizzato per scopi fraudolenti, può configurarsi come un reato.
In Italia, il sistema giuridico prevede diverse sanzioni per chi utilizza strumenti legali in modo abusivo, e il divorzio fittizio non fa eccezione.
Secondo la legge il divorzio deve essere concesso solo quando sussistano reali motivi di incompatibilità coniugale, e chi ne fa un uso strumentale per frodare lo Stato o i creditori può essere perseguito penalmente. Qualora l’intento fraudolento venga dimostrato, i coniugi potranno essere denunciati.
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Divorzio fake: quali reati si commettono?
Tra i principali reati contestabili in caso di divorzio finto troviamo:
- truffa aggravata ai danni dello Stato, punita dall’articolo 640 c.p.: se il divorzio viene simulato al fine di ottenere contributi pubblici o benefici economici a cui non si avrebbe diritto, si configura il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato. Le pene possono arrivare fino a 6 anni di reclusione;
- falsità ideologica in atto pubblico, di cui all’articolo 483 c.p.: dichiarare falsamente una separazione o un divorzio, per esempio attraverso false dichiarazioni presso tribunali, può portare a condanne fino a 2 anni di reclusione;
- sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, in base all’articolo 11 D.Lgs. 74/2000: se il divorzio viene usato per evitare il pagamento di tasse o debiti con il fisco, si può incorrere nel reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, con pene fino a 6 anni di reclusione. Si sottraggono alcuni beni all’attenzione del fisco, trasferendone la proprietà all’altro coniuge. La fattispecie ha trovato anche conferma con la sentenza 8259/2025 della Corte di Cassazione;
- bancarotta fraudolenta (articolo 216 R.D. 267/1942): se uno dei coniugi è in difficoltà economica e usa il divorzio per trasferire il proprio patrimonio all’ex partner ed evitare il fallimento, può essere accusato di bancarotta fraudolenta, un reato punito con la reclusione da 3 a 10 anni;
- truffa ai danni dei creditori, quando si evita che vengano pignorati alcuni beni entrati nel patrimonio dell’altro coniuge.
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Come denunciare false separazione e divorzi
Da un punto di vista civile, i creditori potranno proporre l’azione revocatoria in giudizio, rimedio di carattere civile, entro 5 anni, al fine di far annullare gli effetti del divorzio. In questo modo i beni sottratti ai creditori verranno reintegrati nel patrimonio del coniuge che era debitore.
In caso di trasferimento fraudolento di un bene il terzo interessato, si potrà anche esercitare l’azione di simulazione per far valere la falsità del divorzio e rendere nulla la cessione.
In generale, è sempre bene rivolgersi a un avvocato specializzato in reati tributari che possa analizzare il singolo caso e comprendere la strada migliore da percorrere, che prevede, ovviamente, anche la denuncia alle Autorità competenti.
Cosa si rischia oltre alla galera
Oltre alle possibili condanne penali, chi viene scoperto a praticare un divorzio finto può subire altre conseguenze come:
- la revoca dei benefici ottenuti indebitamente;
- il risarcimento del danno nei confronti dell’ente pubblico frodato;
- l’impossibilità di accedere a future agevolazioni o sussidi;
- la segnalazione alla Guardia di Finanza e all’Agenzia delle Entrate per eventuali accertamenti fiscali.
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Come dimostrare una finta separazione e divorzio
Le autorità preposte al controllo fiscale e ai sussidi sociali hanno sviluppato diversi metodi per individuare i casi di divorzio finto e di separazione consensuale simulata.
Tra gli strumenti utilizzati troviamo:
- indagini patrimoniali e fiscali: l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza possono verificare i flussi finanziari tra ex coniugi e controllare anomalie nei conti bancari;
- controlli incrociati: le informazioni sui nuclei familiari vengono confrontate con i dati delle dichiarazioni dei redditi e delle residenze anagrafiche;
- indagini sociali: in alcuni casi, assistenti sociali effettuano verifiche sullo stato di convivenza effettiva dei coniugi separati.
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