Donazioni fatte in vita dal de cuius: rientrano nell’asse ereditario?
Cosa sono le donazioni in vita del de cuius? Quali sono quelle indirette? Cosa succede se il donatario muore prima del donante? Facciamo il punto.
- Le donazioni in vita fatte dal de cuius sono rilevanti per la successione ereditaria, in quanto possono essere oggetto di contestazioni.
- In generale, le donazioni possono essere dirette e indirette.
- In genere, le donazioni sono atti irrevocabili quando eseguite nel rispetto delle norme e senza ledere i diritti degli eredi.
Tema particolarmente importante nell’ambito della successione ereditaria sono le donazioni in vita fatte dal de cuius, ossia la persona deceduta. Donazioni che possono influire sulla ripartizione del patrimonio tra gli eredi, ma in che modo? Per saperne di più, leggi il nostro approfondimento completo.
- Cosa sono le donazioni in vita?
- Quali sono le donazioni in vita?
- Caratteristiche della donazione in vita
- Quando una donazione rientra nell’asse ereditario?
- Quali donazioni possono essere considerate indirette?
- Le donazioni vanno inserite in successione?
- Come si inseriscono le donazioni in successione?
- Donazione non impugnabile da eredi
Cosa sono le donazioni in vita?
La donazione è un contratto caratterizzato da un atto di generosità attraverso cui una persona (il donante) arricchisce un’altra (il donatario) senza ricevere un corrispettivo. Può avvenire nei confronti di un erede prima della morte del de cuius, che comporta l’apertura della successione ereditaria.
Si tratta di un contratto bilaterale che trova disciplina agli articoli 769 e seguenti del codice civile. In sostanza, è l’atto con cui una persona donante trasferisce in vita un diritto, come per esempio la proprietà di un bene mobile o immobile o dei soldi, verso il donatario.
Oggetto della donazione può essere anche un’obbligazione, intendendo per tale il pagamento di un debito altrui, senza alcun obbligo di restituzione o compenso, per puro spirito di liberalità.
Per avere maggiori info sull’argomento, leggi la nostra guida La donazione nel Codice civile: forma, atto, costi, revoca
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Quali sono le donazioni in vita?
Volendo essere maggiormente esaustivi, possiamo affermare che possono essere oggetto di donazione in vita tutti i beni e diritti che arricchiscono il patrimonio del donatario, come:
- beni immobili;
- crediti;
- aziende;
- denaro;
- veicoli (moto e/o auto), natanti, aerei, altro;
- opere d’arte (quadri, sculture);
- azioni e quote di società (entro i limiti posti al loro trasferimento dai patti sociali e dagli statuti delle società le cui azioni e/o quote vengono donate);
- titoli del debito pubblico, quali quote di fondi di investimento.
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Caratteristiche della donazione in vita
Una volta conclusa, la donazione è generalmente irrevocabile, salvo casi eccezionali previsti dalla legge, come per esempio l’ingratitudine del donatario o la sopravvenienza di figli.
La donazione è valida se sono presenti due elementi distintivi:
- spirito di liberalità: inteso come il donante che agisce volontariamente e senza alcun obbligo legale o compenso, con l’intento di arricchire il donatario. Questo spirito distingue la donazione da altri contratti, come la compravendita o il comodato;
- arricchimento del donatario: la donazione comporta un trasferimento patrimoniale o un vantaggio economico concreto per il donatario. Deve esserci quindi una diminuzione del patrimonio del donante e un aumento del patrimonio del donatario.
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Quando una donazione rientra nell’asse ereditario?
Le donazioni in vita fatte dal de cuius sono rilevanti per la successione ereditaria, poiché influiscono sulla ripartizione del patrimonio e possono essere oggetto di contestazioni. È importante che le donazioni quindi rispettino le quote di legittima per evitare conflitti tra gli eredi.
Una donazione rientra nell’asse ereditario quando viene presa in considerazione per determinare la massa ereditaria ai fini della tutela delle quote di legittima spettanti agli eredi legittimari.
Sono due gli strumenti giuridici che vengono in rilievo in questa situazione: da una parte la collazione e dall’altra l’azione di riduzione:
- con la collazione, gli eredi legittimari (coniuge e figli, o in mancanza gli ascendenti) sono tenuti a conferire i beni ricevuti in donazione, salvo diversa dispensa espressa;
- l’azione di riduzione, invece, si attua quando le donazioni effettuate in vita ledono la quota di legittima: in tal caso possono essere oggetto di riduzione per riequilibrare la divisione ereditaria e vengono ridotte iniziando dalle più recenti e procedendo a ritroso fino al raggiungimento dell’importo necessario.
Approfondisci leggendo La collazione ereditaria: cos’è, come funziona, esempio, documenti
Quali donazioni possono essere considerate indirette?
Le donazioni indirette sono quelle che si realizzano quando il donante favorisce un’altra persona senza un atto formale di donazione, ma con un trasferimento patrimoniale “di fatto”, sempre con l’intento di arricchire il destinatario per spirito di liberalità. Inoltre, non richiedono necessariamente un atto notarile.
Volendo fare qualche esempio, la donazione indiretta può avere ad oggetto il denaro. Si pensi al donante che fornisce somme di denaro per acquistare un bene, come il padre che compra un appartamento per il figlio. La donazione indiretta può avere ad oggetto anche il pagamento di un debito altrui. In tale ipotesi, il donante estingue un debito del donatario, generando un vantaggio patrimoniale.
Un altro esempio di donazione indiretta è quella che viene fatta in vita ai figli o tra fratelli. Potrebbe trattarsi di un fratello che paga il mutuo o le spese di un immobile intestato a un altro fratello, oppure si fa carico di costi per una casa o per altri beni.
Infine, anche la donazione in vita di un immobile può essere indiretta. Quando il trasferimento di un immobile è formalizzato attraverso un contratto di donazione stipulato davanti a un notaio, con la presenza di testimoni, si tratta di una donazione diretta.
Quando invece, l’arricchimento avviene senza utilizzare un contratto formale di donazione, ma attraverso operazioni che raggiungono lo stesso risultato, si parla di donazione indiretta di un immobile. Vi rientra il caso di un donante che paga il prezzo di un immobile, il quale viene intestato direttamente al donatario, tipo il genitore che paga la casa intestata al figlio, o ancora il donante che estingue il mutuo sull’immobile intestato al donatario.
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Le donazioni vanno inserite in successione?
Come specificato in precedenza, le donazioni vanno considerate in successione per garantire che siano rispettate le quote ereditarie e che eventuali imposte siano correttamente calcolate. In particolare, il valore delle donazioni si somma al patrimonio residuo del de cuius per calcolare la quota disponibile e verificare se sono state rispettate le quote di legittima. In aggiunta, le donazioni vanno indicate nella dichiarazione di successione, specialmente se rilevanti per il calcolo delle imposte o la tutela della legittima.
Come si inseriscono le donazioni in successione?
Per inserire le donazioni nella successione, prima di tutto, è necessario ottenere i dettagli delle donazioni effettuate dal de cuius in vita. Le donazioni di immobili o beni di valore rilevante sono registrate tramite atti notarili, quindi si deve ottenere una copia di questi documenti. Per le donazioni di denaro o altri trasferimenti indiretti (es. pagamento di un debito o acquisto di un bene intestato al donatario), occorre invece ricostruire le evidenze (es. bonifici, scritture private).
Le donazioni devono poi essere indicate nella dichiarazione di successione, che viene presentata all’Agenzia delle Entrate entro 12 mesi dalla morte del de cuius. In tale dichiarazione, vi è un’apposita sezione dedicata alle donazioni, che contiene uno spazio specifico per indicare il valore e la descrizione delle donazioni effettuate., nonché i dati del donatario e la natura della donazione (es. immobile, denaro, altri beni).
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Donazione non impugnabile da eredi
Le donazioni sono generalmente irrevocabili quando rispettano le norme legali e non ledono i diritti degli eredi legittimari. Non sono quindi impugnabili da parte degli eredi quando:
- non ledono la quota di legittima;
- sono state formalizzate correttamente;
- vi è stata accettazione della donazione;
- esiste un accordo esplicito che esclude l’impugnazione;
- non vi sono vizi (dolo, frode, incapacità).
Tuttavia, se gli eredi ritengono che la donazione violi i loro diritti, possono chiedere una riduzione o una collazione dell’atto, ma ciò avviene in situazioni ben definite dalla legge.
Se avessi necessità di avanzare una richiesta di impugnazione della donazione, il consiglio è rivolgersi ad un avvocato specializzato in successioni, eredità e donazioni che possa tutelare al meglio i propri diritti.
Donazione in caso di morte del donatario
Può capitare che il donatario muoia prima del donante. Cosa succede in questo caso alla donazione? È la legge che stabilisce come la donazione non rientri automaticamente nel patrimonio del donante. Ciò significa che il bene donato rimane parte del patrimonio del donatario defunto e passa ai suoi eredi. Inoltre, la donazione può essere revocata per condizione risolutiva, se nell’atto di donazione era prevista una clausola che subordinava la validità della donazione alla sopravvivenza del donatario.
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Donazioni fatte in vita – Domande frequenti
Una donazione in memoria di un defunto è quell’atto con cui un soggetto onora la memoria di una persona scomparsa, destinando un bene o una somma di denaro a un beneficiario, spesso con scopi caritativi o simbolici.
Generalmente, gli eredi legittimari sono coloro che hanno diritto di impugnare una donazione fatta dal de cuius.
Un bonifico diventa una donazione quando si realizza il trasferimento di denaro da un soggetto ad un altro con la finalità di arricchire gratuitamente il destinatario, senza aspettarsi un corrispettivo.
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