Ora legale: quando si cambia l’orario?
Quando cambia l'ora legale? In quale giorno? Perché si distingue tra ora legale e ora solare? Quando è stata introdotta questa misura? Diamo insieme risposta a tutte la domande nel seguente articolo.
- L’ora legale è una pratica in uso in tutti gli Stati dell’Unione europea e anche in altri Paesi limitrofi, oltre che in altri continenti.
- Consente importanti risparmi in termini di energia elettrica, sfruttando in modo più efficiente le ore di luce nei periodi estivi.
- È una pratica molto antica, che consente di adeguare l’orario al bioritmo naturale, quindi al sorgere naturale del sole.
Ottobre è il mese del cambio di ora, cioè si passa dall’ora legale a quella solare, ossia dall’ora convenzionalmente imposta a quella che sarebbe l’ora del meridiano del fuso orario di riferimento.
Questa pratica è molto antica: anche i romani individuavano la prima ora del giorno nell’ora seguente l’alba. Fu Benjamin Franklin, in epoca moderna, a coglierne i vantaggi in termini di sfruttamento della luce e anche di risparmio (all’epoca si parlava di risparmio sulle candele).
In Italia, l’ora legale è ormai stabilmente utilizzata dal 1996, anche se per la prima volta fu impiegata nel 1916. Nel seguente articolo vogliamo raccontarti le ragioni storiche e sociali dell’adozione dell’ora legale.
Ti diremo anche quali sono ad oggi i vantaggi in termini di energia elettrica, oltre a qualche svantaggio che comporta lo spostamento delle lancette dell’orologio, sia sulla psiche sia sul fisico umano.
Che cos’è l’ora legale?
Con ora legale si intende una convenzione che alcuni Stati hanno accolto per spostare in avanti di un’ora le lancette dell’orologio e sfruttare al meglio le radiazioni solari durante il periodo estivo.
Con orario solare, invece, si intende l’orario statale usato durante il periodo invernale, che coincide con quello del meridiano del fuso orario di riferimento. Quest’ultimo è anche detto ora civile convenzionale.
In altri Stati, l’ora legale prende altre denominazioni: non si parla infatti di ora legale ma orario estivo, proprio perché viene adottato solo d’estate. Forse, però, la definizione più corretta sarebbe quella di orario di risparmio della luce diurna, che pure viene talvolta impiegata.
Quando ci riferimento all’orario legale e solare ci riferiamo all’orario impiegato a livello statale, mentre a livello locale, tecnicamente, l’ora cambia in ogni punto del globo terrestre, perché è riferita alla posizione della Terra rispetto al sole.
Non tutti i Paesi ricorrono a questa tecnica dell’ora legale: in alcuni, infatti, c’è l’ora solare tutto l’anno. In altri ancora, invece, l’ora solare è totalmente soppressa e si impiega solo quella legale.
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Quando inizia l’ora legale?
Nei Paesi dell’Unione europea l’ora legale inizia l’ultima domenica di marzo e si conclude l’ultima domenica di ottobre. Quest’anno si passerà dall’orario legale a quello solare la notte tra il 28 e il 29 ottobre 2023, per poi tornare all’orario solare tra il 30 e il 31 marzo 2024.
Seguono questa regola anche il Liechtenstein, Andorra, Monaco, San Marino, Svizzera, Norvegia e Città del Vaticano. Pure il Regno Unito, fino a quando ha fatto parte dell’Unione europea, adottava suddetta regola.
Si è poi posto il problema di quale modalità seguire dopo l’uscita dall’Unione e, soprattutto, come coordinarsi con l’Irlanda del Nord, che, invece, essendo ancora Stato UE prevede questa prassi. Per il momento, anche il Regno unito ha deciso di mantenere la distinzione tra ora solare e legale. Anche a livello unionale, però, si è iniziato a discutere se preservare o meno questo meccanismo, oppure abolirlo definitivamente.
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Ora legale: un po’ di storia
L’ora legale comporta uno spostamento del bioritmo a seconda dell’ora in cui sorge e tramonta il sole, Nell’antichità questo già era automaticamente fatto, soprattutto quando l’attività principale era quella agricola.
I contadini, infatti, si alzavano presto al mattino per iniziare a lavorare e l’orario in cui si alzavano corrispondeva all’alba, la prima ora del mattino, perché era necessario sfruttare tutte le ore del giorno. Dunque, accadeva che i contadini progressivamente si alzassero ad orario diverso a seconda dell’andamento del sole.
Anche nell’antica Roma c’era la cosiddetta ora prima, che era quella che seguiva il sorgere del sole, quindi era sostanzialmente sempre mutevole, perché era quella che seguiva il sorgere del sole.
In sostanza, l’espediente dell’ora legale comporta questa conseguenza, cioè che si assecondino i bioritmi e l’andamento delle stagioni, in modo più rigido rispetto a quanto facevano i romani – che invece si adeguavano al sorgere del sole, con una certa quotidianità.
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Ora legale in età moderna
L’idea di introdurre l’ora legale fu di Benjamin Franklin, l’inventore del parafulmine, che pubblicò questa tesi su un quotidiano francese. Franklin sosteneva che l’ora legale consentisse di risparmiare sulla spesa delle candele, però la proposta fu considerata troppo stravagante e non accolta subito.
Franklin, in realtà, non proponeva di spostare le lancette dell’orologio, ma di imporre ai cittadini di svegliarsi un’ora prima, per esempio con tasse o altri espedienti.
Fu poi nel 1895 che si presentò questa idea, cioè di spostare in avanti l’orologio di due ore. In seguito fu riproposta e presentata con una certa serietà alla Camera dei Comuni inglese nel 1916. Tale misura avrebbe dovuto essere di aiuto dopo la crisi economica conseguente la Prima guerra mondiale.
In questo caso, la proposta fu accolta e la misura adottata, con l’introduzione del c.d. British summer time, che però prevedeva di spostare le lancette dell’orologio di una sola ora, durante il periodo estivo. Molti Paesi seguirono poi l’esempio del Regno Unito.
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Quali vantaggi ha l’ora legale?
L’ora legale comporta una serie di vantaggi: per questa ragione viene ancora oggi adottata. Il principale è quello del risparmio energetico grazie al minore utilizzo dell’illuminazione elettrica.
Sostanzialmente, l’ora legale induce ad un migliore sfruttamento delle ore di luce disponibili: di certo non le può aumentare, ma ne consente un più razionale sfruttamento, utilizzandole in modo più conforme a quelle che sono le attività quotidiane. Normalmente, si considera che una persona dorma dalle 23 alle 7 del mattino, quindi in estate, grazie all’ora legale, si sfrutta l’ora di luce dalle 6 alle 7.
Ogni anno viene stimato dalla società Terna, la società responsabile dei flussi di energia elettrica in Italia sulla rete ad alta tensione, il risparmio conseguito in termine di energia elettrica grazie all’ora legale. Per il periodo compreso tra il 2004 e il 2012, vi è stato un risparmio di circa 6 miliardi di kilowattora, con una minore spesa di circa novecento milioni di euro.
In realtà, si è evidenziato che tale risultato si conseguirebbe anche con l’adozione di uno stile di vita incentrato rispetto al mezzogiorno: per esempio, dormire dalle 20 alle 4, invece che dalle 23 alle 7. In tal modo, anzi, si otterrebbe forse un risultato migliore, perché si sfrutterebbero tutte le ore di luce.
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Gli svantaggi dell’ora legale
D’altro canto, si evidenzia che questo cambio così drastico di abitudini avrebbe sicure ripercussioni psicologiche, non ponderabili a priori.
Per esempio, già con il normale cambio d’ora, molte persone soffrono di alterazioni del ciclo sonno-veglia, un po’ come accade per il jet lag, quando fai un viaggio medio lungo.
D’altra parte, si è riscontrata anche una correlazione tra il cambio d’ora nei mesi estivi e le possibilità di avere un infarto, che sembra aumentino del 25%. Altri studi certificano il forte aumento di incidenti ed infortuni sul lavoro nel giorno successivo all’entrata in vigore dell’ora legale
Quindi, l’ora legale ha sicuramente dei vantaggi in termini di risparmio energetico, ma sicuri effetti psicologici e anche fisici sull’uomo.
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Quando è stata introdotta l’ora legale in Italia?
L’ora legale in Italia ha avuto una storia travagliata: è stata, infatti, introdotta ed abolita a fasi alterne. La prima volta, la misura è stata applicata nel 1916, tramite il decreto legislativo luogotenenziale n. 631 del 25 maggio, che aveva previsto lo spostamento del calcolo dell’ora in vigore nel Paese, rimasta in uso fino al 1920.
Poi, la suddetta previsione è stata adottata a fasi alterne tra il 1940 e 1948: proprio in tempo di guerra si rese in parte necessaria per sfruttare la luce. Con la Repubblica sociale si ebbe lo strano fenomeno per cui, per due anni, il Nord utilizzava l’ora legale, ma non anche il Sud del Paese.
La legge n. 1144/1966 aveva previsto che un decreto del Presidente della Repubblica dovesse fissare, anno dopo anno, inizio e fine dell’ora legale. In seguito si stabilirà che la misura dovesse essere adottata nel periodo 31 marzo – 10 giugno e 20 settembre-31 ottobre.
Nel 1980 il decreto-legge n. 270 modificò tali periodi anticipando il possibile inizio al 28 marzo: per un certo lasso di tempo, la data fu anticipata al 15 marzo.
Nel 2010 l’Italia, con l’art. 22 della legge n. 96, recependo la direttiva 2000/84/CE del Parlamento europeo, stabilì che l’inizio dell’ora legale era previsto per le ore 2:00 del mattino dell’ultima domenica di marzo e il termine alle 3:00 del mattino dell’ultima domenica di ottobre. Tale regola era comunque già seguita in Italia a partire dal 1996.
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Ora legale – domande frequenti
L’ora legale è una prassi per la quale si spostano le lancette dell’orologio di un’ora indietro, al fine di sfruttare al meglio le ore di luce nei mesi estivi.
Quest’anno si passerà dall’orario legale a quello solare la notte tra il 28 e il 29 ottobre 2023, per poi tornare all’orario solare tra il 30 e il 31 marzo 2024
L’ora legale comporta un risparmio energetico considerevole, tuttavia ha anche alcuni inconvenienti: si ritiene che possa causare un disturbo del ritmo veglia-sonno e, secondo alcuni studi, che aumenti la possibilità di infarti.
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