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Paradiso fiscale: significato, quali sono e che caratteristiche hanno

Il termine paradiso fiscale viene spesso associato a condotte illecite, quali l'evasione fiscale. Ma cosa significa veramente e quali sono i suoi possibili risvolti? Vediamolo insieme.

paradiso fiscale spiegazione semplice

Un paradiso fiscale è uno Stato in cui sono presenti delle condizioni fiscali favorevoli e che, per questo motivo, viene spesso scelto da persone e società per “proteggere” il proprio patrimonio dal Fisco. 

Quali sono i motivi per i quali si parla così tanto di paradisi fiscali? È davvero possibile riuscire a nascondere i propri guadagni trasferendoli su un conto estero? E quali sono le differenze tra un paradiso fiscale e un Paese che si trova nella cosiddetta lista nera? Analizziamo come stanno effettivamente le cose nella nostra guida. 

Paradiso fiscale: cosa significa

Un paradiso fiscale (tax heaven in inglese) non è altro che un Paese nel quale il prelievo fiscale è relativamente basso: rispetto alle normative in vigore nello Stato di origine, quindi, si è soggetti a una tassazione differente, che è, in genere, estremamente ridotta

La tassazione può riguardare:

  • le imposte sui redditi;
  • il capital gain degli investimenti finanziari

I paradisi fiscali diventano quindi la destinazione preferita da chi produce un reddito importante proprio in relazione alla possibilità di pagare meno tasse. È così che nascono le cosiddette società offshore

In molti casi, i paradisi fiscali vengono associati a pratiche illegali, quindi penalmente perseguibili, quali:

  1. l’evasione fiscale;
  2. il riciclaggio di denaro.

Con il trascorrere del tempo, l’accezione di paradiso fiscale è cambiata: subito dopo la seconda guerra mondiale, infatti, un paradiso fiscale era una meta di evasione dai Paesi che avevano regimi fiscali complessi, mentre oggi il termine ha fondamentalmente una connotazione negativa

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Definizione di paradiso fiscale secondo l’OCSE

In realtà non esiste una definizione riconosciuta a livello globale. L’OCSE ha comunque esplicitato quelli che sono i tratti distintivi di un paradiso fiscale. 

In particolare, il paradiso fiscale è uno Stato che mira a favorire la diffusione di attività finanziarie, aziende e investimenti proprio grazie alla presenza di politiche fiscali particolarmente vantaggiose. Questo, ovviamente, ha degli effetti negativi sulla concorrenza fiscale a livello internazionale.

C’è da dire, però, che in genere questi Paesi avrebbero difficoltà rispetto a Stati più industrializzati ad attrarre le imprese estere a investire nel loro territorio se non utilizzassero questi escamotage fiscali. 

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Paradisi fiscali: cosa li contraddistingue

Un paradiso fiscale riesce quindi a finanziare la propria spesa pubblica proprio per la presenza di grandi imprese internazionali, alle quali viene permesso di non pagare le imposte nel Paese di provenienza – dove potrebbero essere molto elevate. 

L’OCSE individua 4 criteri affinché si possa effettivamente parlare di paradiso fiscale, ovvero:

  1. le imposte sul reddito delle persone fisiche sono pari a zero o comunque molto ridotte;
  2. lo scambio di informazioni con gli altri Stati non è efficace;
  3. la legislazione fiscale e amministrativa non è trasparente;
  4. non ci sono valide ragioni alla base dell’investimento economico o finanziario del Paese in questione. 

A questo si aggiunge il fatto che i soggetti che scelgono di investire o tenere i propri soldi in un paradiso fiscale sono generalmente coperti dal segreto bancario, quindi le informazioni relative al patrimonio sono riservate

Si tratta di Paesi caratterizzati da una certa stabilità dal punto di vista politico, dove sono anche presenti numerose società di consulenza che si occupano di offrire sostegno agli investitori stranieri. 

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Tipologie di paradisi fiscali

I paradisi fiscali si possono dividere in 4 categorie:

  1. pure tax heavens (paradisi fiscali puri): sono luoghi nei quali non ci sono né tasse, né imposte dirette sul reddito. Ne è un esempio il Principato di Monaco;
  2. no tax on foreign income heavens: sono i Paesi che non applicano tasse sui proventi esteri;
  3. low tax heavens: sono dei Paesi dove il gettito fiscale è basso e sono previste diverse esenzioni sui redditi prodotti;
  4. special tax heavens, ovvero Stati in cui sono previste specifiche esenzioni o agevolazioni per lo svolgimento di alcune attività. 

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Classifica paradisi fiscali

La classifica dei paradisi fiscali che presentiamo è il frutto dell’analisi del Financial Secrecy Index, in riferimento al 2022, nella quale è stato preso in considerazione un punteggio di segretezza (secrecy score). 

Quest’ultimo comprende la trasparenza fiscale, le normative fiscali in vigore, la cooperazione con gli standard internazionali, la registrazione della proprietà. Nei fatti, la segretezza finanziaria favorisce gli abusi fiscali, quindi molto spesso rappresenta l’anticamera dell’evasione. 

StatoPunteggio di segretezza (secrecy score)
Vietnam81/100
Emirati Arabi79/100
Angola79/100
Algeria79/100
Bolivia79/100
Porto Rico78/100
Antigua e Barbuda77/100
Curaçao76/100
Bahamas75/100
Kuwait75/100
Maldive75/100
Belize75/100
Monaco74/100
Qatar74/100
Barbados74/100
Montserrat74/100
Samoa73/100
Isole Cayman73/100
Panama73/100
Brunei73/100
Seychelles72/100
Liechtenstein72/100
Isole Vergini statunitensi72/100
Santa Lucia72/100
Isole Vergini britanniche71/100
Guernsey71/100
Mauritius70/100
Fiki70/100
Isole Cook70/100
Thailandia70/100
Svizzera70/100
Trinidad e Tobago69/100
Arabia Saudita69/100
Stati Uniti d’America67/100
Singapore67/100
Cina66/100
Hong Kong65/100
Olanda65/100
Repubblica Dominicana65/100
Corea del Sud64/100
Jersey63/100
Macao63/100
Giappone63/100
Cipro62/100
San Marino60/100
Taiwan60/100
Spagna57/100
Germania57/100
Lussemburgo55/100
Italia55/100

Quali sono i Paesi black list

L’elenco dei paradisi fiscali non deve essere confuso con quello dei paesi black list, ovvero di quelle nazioni nelle quali non solo è previsto un regime fiscale privilegiato, ma che si caratterizzano principalmente per uno scambio di informazioni fiscali del tutto assente con gli altri Paesi. 

Solitamente, si distingue tra Paesi black list per:

  1. presunzione di residenza delle persone fisiche (articolo 2 comma 1 bis TUIR, DM 4 maggio 1999);
  2. indeducibilità dei costi sostenuti dalle imprese (articolo 110 comma 10 e 11 TUIR, DM 23 gennaio 2022, modificato dal DM 27 aprile 2015);
  3. black list Cfc – Controlled Foreign Companies (art. 167 comma 4 del TUIR, DM 21 novembre 2001, modificato dal DM 30 marzo 2015 e dal DM 18 novembre 2015). 

La legge di stabilità del 2015 ha stabilito che l’unico criterio da considerare affinché un Paese finisca in black list in relazione alla indeducibilità dei costi delle transazioni estere sia la mancanza di uno scambio di informazioni adeguato con l’Italia. La legge di stabilità 2016, invece, ha abrogato del tutto l’articolo 110, commi 10 e 12 bis del TUIR.

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Per quanto riguarda, invece, la black list Cfc, i criteri ai quali si fa riferimento sono:

  • lo scambio di informazioni;
  • un livello di tassazione delle imprese controllate estere adeguato. 

Alla luce delle nuove disposizioni normative, rientrano in questa categoria i seguenti Paesi: Alderney, Andorra, Anguilla, Antille Olandesi, Aruba, Bahamas, Barbados, Barbuda, Belize, Bermuda, Brunei, Gibilterra, Gibuti,, Grenada, Guatemala, Guernsey, Herm, Isola di Man, Isole Cayman, Isole Cook, Isole Marshall, Isole Turks e Caicos, Isole Vergini britanniche, Isole Vergini statunitensi, Jersey, Kiribati, Libano, Liberia, Liechtenstein, Macao, Maldive, Montserrat, Nauru, Niue, Nuova Caledonia, Oman, Polinesia francese, Saint Kitts e Nevis, Salomone, Samoa, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Sant’Elena, Sark, Seychelles, Tonga, Tuvalu, Vanuatu.

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L’Italia è un paradiso fiscale?

Una recente indagine realizzata da Il Sole 24 ore ha analizzato quali sono i soggetti che in Italia hanno accesso ad agevolazioni ed esenzioni fiscali di non poco conto, ovvero che versano al fisco:

  • solo il 10% del proprio reddito;
  • o, in alcuni casi, che vengono tassati solo sul 50% del loro reddito totale

I primi soggetti analizzati sono i ricchi, che ammontano a 957. Di questi, il 46% ha prodotto in Italia un reddito pari a 75 milioni di euro. Dal 2017, chi ha deciso di trasferirsi in Italia, viene tassato con un’imposta sui redditi forfettaria pari a 100.000 euro per ogni periodo d’imposta, che viene applicata sui redditi prodotti all’estero, per un periodo di 15 anni. L’agevolazione viene estesa anche ai familiari. 

Ci sono poi i pensionati: chi sceglie di prendere la residenza in un Comune con un numero di abitanti inferiore a 20.000 in Basilicata, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna, ha diritto a un’esenzione fiscale pari al 93% sulle pensioni estere. Secondo i dati disponibili a fine 2022, hanno risposto positivamente a questa agevolazione ben 474 stranieri che hanno prodotto un reddito da pensione estera pari a 19 milioni di euro. 

Infine, ci sono i talenti, ovvero i docenti e i ricercatori che, dopo un periodo di lavoro all’estero, sono rientrati in Italia: questi ultimi hanno beneficiato, nel 2022, di un’esenzione fiscale pari al 90%

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Paradiso fiscale – Domande frequenti

Quali sono oggi i paradisi fiscali?

I paradisi fiscali sono quei Paesi nei quali è un vigore un regime fiscale agevolato o le imposte sui redditi delle persone fisiche sono considerati assenti. 

Quale Stato è considerato un paradiso fiscale?

Nella nostra guida sui paradisi fiscali potrai conoscere gli Stati considerati paradisi fiscali in relazione a un indice di segretezza. 

Quali sono i paradisi fiscali in Europa?

Ci sono diversi Stati in Europa nei quali sono presenti diverse agevolazioni fiscali ed esenzioni sul pagamento delle tasse, che li portano a essere considerati dei veri e propri paradisi fiscali

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