Quando l’avvocato matura il diritto al pagamento della parcella?
Quanto tempo ha un avvocato per emettere una parcella e farsi pagare? Quando si prescrive, quindi, il compenso dell'avvocato? Vediamolo insieme.
- All’avvocato è sempre dovuto un compenso professionale (onorario).
- La parcella dell’avvocato si deve pagare anche se si perde la causa.
- La stessa ha un termine di prescrizione e non sempre deve essere versata dal cliente del legale.
Rivolgersi a un avvocato potrebbe essere necessario in una marea di situazioni diverse, che vanno dalle attività di tipo stragiudiziale alla difesa nel corso di una causa civile, penale o amministrativa.
Come ogni professionista, nel momento in cui l’avvocato viene contattato per occuparsi di una data questione, deve per prima cosa presentare all’ipotetico nuovo cliente un preventivo scritto.
In questo modo, ci saranno delle tutele per entrambe le parti, in quanto:
- l’avvocato avrà dalla sua un documento da utilizzare nell’ipotesi in cui non dovesse essere pagato;
- il cliente potrà opporsi a un eventuale aumento di costo previsto dall’avvocato in fase di pagamento della sua parcella.
Ma quand’è che l’avvocato deve essere pagato, quindi quando sorge il credito dell’avvocato? E quando si prescrive il diritto al compenso? Se ti interessa saperne di più in merito, leggi il nostro approfondimento.
Quando si deve pagare l’avvocato?
L’avvocato matura il diritto a ricevere il compenso che gli spetta (che prende il nome di onorario o parcella) da parte del cliente dal momento in cui viene pubblicato il provvedimento decisorio definitivo (es. la sentenza di condanna).
Quando si occupa di un’attività stragiudiziale, deve essere pagato dal proprio cliente al termine della stessa, nel rispetto di quello che era stato previsto nel preventivo presentato a quest’ultimo.
Ai sensi dell’art. 2957 cc, la prescrizione delle competenze dovute all’avvocato, che è pari a 3 anni, decorre:
- dalla decisione della lite;
- dalla conciliazione delle parti;
- dalla revoca del mandato;
- dall’ultima prestazione, nel caso di affari non terminati.
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Prescrizione crediti avvocato: 3 o 10 anni?
Come funziona la prescrizione della parcella dell’avvocato? Quando l’avvocato non ha diritto al compenso? La prescrizione dei compensi professionali è decennale?
Quando ci si riferisce al compenso professionale dell’avvocato, bisogna distinguere tra due forme di prescrizione:
- quella estintiva o ordinaria;
- la prescrizione presuntiva.
La prima è prevista dall’art. 2943 del codice civile ed è pari a 10 anni. Può, ovviamente, essere interrotta in base a una delle modalità fissate dalla legge, come la notificazione di un atto.
La prescrizione presuntiva, invece, ha una durata differente e termina dopo 3 anni dall’esaurimento del mandato dell’avvocato. L’avvocato, dunque, perde il diritto al compenso già dopo 3 anni.
Tuttavia, se riesce a dimostrare di non essere stato pagato dopo tale lasso di tempo, allora potrà usufruire della prescrizione ordinaria, che come abbiamo visto ha una durata di 10 anni.
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Contestazione parcella avvocato senza preventivo
In mancanza di preventivo scritto, quali sono le conseguenze per l’avvocato? E cosa succede se non si paga la parcella di un legale? Intanto, è bene ribadire che, anche in assenza di preventivo, l’avvocato ha diritto a essere pagato. Se non lo si facesse, si starebbe infatti commettendo il reato di appropriazione indebita.
Se manca il preventivo:
- il cliente può contestare l’importo voluto dall’avvocato;
- quest’ultimo dovrà dimostrare, davanti al giudice, che quanto richiesto sia congruo all’attività di assistenza/consulenza legale svolta;
- in questa evenienza, comunque, il costo dell’onorario del professionista sarà stabilito dal giudice, ai sensi di quanto stabilito dai parametri forensi.
L’avvocato che non ha redatto il preventivo, inoltre, sarebbe sanzionato con l’avvertimento, ai sensi di quanto previsto dall’art. 27 del Codice deontologico forense.
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Quando l’avvocato può chiedere le spese della controparte?
Di base, quindi, l’avvocato deve essere pagato dal suo cliente. Tuttavia, ci possono essere delle eccezioni. Il codice deontologico forense stabilisce che l’avvocato non possa chiedere alla controparte i soldi che gli spettano, per motivi legati al rispetto dei doveri di lealtà e correttezza. Se viola tale divieto, va inoltre incontro alla sanzione disciplinare dell’avvertimento.
Potrebbe, però, farlo in presenza di un accordo con il proprio cliente e in eventuali altri casi concessi dalla legge. Un esempio è quello in cui l’avvocato ha dichiarato di essere antistatario. Cosa comporta questa “etichetta”?
Questa tipologia di avvocato (chiamato anche “distrattario“) è quella che anticipa le spese di giudizio e che non ha riscosso il proprio compenso da parte del cliente. Di conseguenza, matura il diritto a ricevere le spese legali liquidate in sentenza. In pratica, tali spese dovranno essere versate direttamente all’avvocato dalla parte soccombente, e non alla parte vincitrice.
Se la controparte non dovesse pagare quanto dovuto, l’avvocato distrattario potrebbe rivalersi sul proprio cliente – al quale avrebbe comunque il diritto di chiedere la differenza tra quanto liquidato dal giudice e l’importo indicato nel preventivo.
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Commette invece un illecito disciplinare e può essere sanzionato l’avvocato che:
- chiede un compenso al cliente che può avvalersi del gratuito patrocinio a spese dello Stato;
- richiede un compenso eccessivo, quindi sproporzionato rispetto all’attività svolta, e non emette fattura.
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Pagamento parcella avvocato – Domande frequenti
La parcella dell’avvocato deve sempre essere pagata dal cliente anche in assenza di un preventivo scritto.
Se l’avvocato non ha rilasciato un preventivo scritto al cliente, l’importo della parcella può essere contestato davanti al giudice.
Prima di prendere in carico un’attività di assistenza giudiziale/stragiudiziale, l’avvocato propone al cliente quella che è la sua parcella tramite la presentazione di un preventivo scritto.
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