Le case popolari si possono riscattare?
In presenza delle condizioni necessarie dopo aver ricevuto una casa popolare in assegnazione è possibile riscattare il diritto di proprietà sulla stessa. Inoltre, rispettati alcuni vincoli temporali l’abitazione potrà essere venduta o affittata
- Per ottenere l’assegnazione di una casa popolare, in presenza di specifici requisiti, occorre fare domanda seguendo le indicazioni dell’apposito bando pubblico;
- È possibile riscattare la casa popolare a determinate condizioni, divenendone proprietari.
- Una volta riscattato, l’immobile può essere venduto o dato in affitto, ma solo quando vengono superati determinati limiti temporali.
Le case popolari sono abitazioni di proprietà pubblica destinate a famiglie e individui che si trovano in condizioni economiche o sociali svantaggiate. L’obiettivo principale di queste abitazioni è garantire un alloggio dignitoso a chi non può permettersi una casa sul mercato libero o si trova in condizioni di disagio psicofisico, promuovendo così il diritto all’abitazione sancito dalla Costituzione italiana.
Come meglio vedremo, le case popolari, una volta assegnate, possono essere riscattate, ovvero essere acquistate dal soggetto assegnatario a condizioni agevolate. In questo articolo esamineremo in presenza di quali requisiti è possibile il riscatto di una casa popolare e se, una volta acquisito il diritto di proprietà, la stessa può essere venduta o concessa in affitto.
Quali sono i criteri di assegnazione delle case popolari?
L’assegnazione delle case popolari avviene attraverso bandi pubblici emessi dai Comuni, dalle Province o dalle Regioni. La gestione dell’edilizia pubblica spetta all’istituto autonomo case popolari (IACP). Per poter presentare domanda, è necessario che il richiedente soddisfi determinati requisiti, che possono variare leggermente a seconda delle normative locali.
Tuttavia, i criteri generali includono:
- residenza o attività lavorativa nel Comune: il richiedente deve essere residente o svolgere la propria attività lavorativa nel Comune in cui presenta la domanda;
- cittadinanza: è richiesta la cittadinanza italiana, di un paese dell’Unione Europea o, per i cittadini extracomunitari, un permesso di soggiorno valido;
- reddito: il nucleo familiare deve avere un reddito complessivo annuo non superiore a una certa soglia stabilita dal bando, che varia in base al numero dei componenti e alle specifiche locali. A tal fine, è necessario presentare l’ISEE (indicatore della situazione economica equivalente);
- assenza di proprietà immobiliari: nessun membro del nucleo familiare deve possedere, su tutto il territorio nazionale, un’abitazione adeguata alle esigenze del nucleo stesso.
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Ulteriori requisiti
In aggiunta, è necessario:
- non aver subito un procedimento di sfratto da case popolari negli ultimi 5 anni;
- non aver occupato in modo abusivo altre case popolari, sempre negli ultimi 5 anni.
Le domande, all’interno delle quali è necessario riportare tutti i dati richiesti, vengono valutate e inserite in una graduatoria basata su punteggi attribuiti in funzione delle condizioni socio-economiche dei richiedenti. Gli alloggi disponibili vengono assegnati seguendo l’ordine di questa graduatoria. L’assegnazione non avviene a titolo gratuito, in quanto è necessario che l’assegnatario versi un canone, sia pure inferiore a quello del mercato immobiliare e dunque nettamente più vantaggioso.
Per approfondire, leggi la nostra guida Case popolari: cosa sono e chi ne ha diritto
Come posso riscattare una casa popolare
Si può diventare proprietari di una casa popolare? La possibilità di riscattare una casa popolare, ovvero di acquistarla diventandone proprietari, è prevista dalla legge n. 560 del 1993, titolata “Norme in materia di alienazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica”.
Tuttavia, non tutte le case popolari sono immediatamente disponibili per la vendita; spesso, è necessario attendere che l’ente proprietario decida di alienare l’immobile attraverso appositi bandi. Per poter riscattare occorre seguire una procedura specifica, unitamente al rispetto di alcuni requisiti, cioè:
- anzianità di assegnazione: l’assegnatario o i suoi familiari conviventi devono aver abitato nell’immobile da almeno 5 anni. Non si può quindi riscattare immediatamente;
- regolarità nei pagamenti: è fondamentale essere in regola con il pagamento dei canoni di locazione;
- limiti di reddito: il reddito del nucleo familiare non deve superare una certa soglia, indicata dalla normativa o nei bandi specifici;
- cittadinanza e residenza: analogamente all’assegnazione, è richiesta la cittadinanza italiana, europea o extracomunitaria con permesso di soggiorno, e la residenza nel Comune di riferimento;
- non essere titolari di altre abitazioni adeguate rispetto alla condizione della famiglia.
Poiché esiste una procedura da seguire, come primo step occorre attendere la pubblicazione del bando per la vendita dell’immobile. Una volta preso in visione il bando, si deve presentare la relativa domanda, dimostrando il possesso dei requisiti richiesti. A questo punto l’ente valuta la richiesta e comunica il prezzo di vendita dell’alloggio, determinato secondo criteri stabiliti dalla legge. Una volta accettato il prezzo, si procede alla stipula del contratto di compravendita e al trasferimento della proprietà.
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Quanto costa il riscatto di una casa popolare?
Il costo per riscattare una casa popolare è generalmente inferiore ai prezzi di mercato, poiché l’obiettivo è favorire l’accesso alla proprietà per le famiglie a basso reddito.
È importante sottolineare che, nonostante il prezzo agevolato, l’acquisto comporta comunque un impegno economico significativo; pertanto, è consigliabile valutare attentamente la propria capacità finanziaria prima di procedere.
Scopri di più su Chi può acquistare una casa popolare?
Si può vendere una casa popolare riscattata?
Una volta riscattata e divenuti proprietari dell’immobile, è possibile vendere o affittare la casa popolare, ma esistono alcune limitazioni e condizioni da rispettare.
La normativa prevede che, dopo l’acquisto, il proprietario possa vendere l’immobile. Tuttavia, possono essere imposti dei vincoli temporali che limitano la possibilità di vendita per un determinato periodo (per esempio, 5 o 10 anni) a partire dalla data di acquisto.
Questi vincoli vengono stabiliti per evitare speculazioni immobiliari e garantire che le case popolari continuino a svolgere la loro funzione sociale. Inoltre, è necessario essere in regola con il pagamento dell’intero prezzo e si deve riconoscere all’IACP il diritto di prelazione. Solo in caso di rifiuto da parte dell’ente pubblico si potrà infatti vendere liberamente l’immobile.
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Si può affittare una casa popolare riscattata?
Una casa popolare riscattata può essere data in affitto, ma anche in questo caso potrebbero esserci delle restrizioni. Alcune Regioni o Comuni impongono dei limiti temporali per evitare che le abitazioni riscattate vengano immediatamente immesse nel mercato degli affitti a scopo speculativo.
Pure nell’ipotesi di affitto, una volta scaduti i vincoli, il proprietario può concedere in locazione l’immobile liberamente. Tuttavia, è importante verificare le normative locali per assicurarsi di rispettare eventuali obblighi previsti dal regolamento edilizio pubblico.
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Cosa succede quando muore l’intestatario della casa popolare?
Nel caso in cui l’intestatario di una casa popolare in affitto previo pagamento di un canone ridotto venga a mancare, la legge stabilisce specifiche regole per la successione del diritto di abitazione.
Se l’inquilino deceduto conviveva con familiari, il contratto di locazione può essere trasferito ai seguenti soggetti:
- il coniuge o il partner unito civilmente;
- i figli conviventi;
- altri parenti fino al terzo grado, purché conviventi;
- persone a carico che vivevano stabilmente nell’immobile
Per ottenere la successione nel contratto di affitto, è necessario presentare apposita documentazione al Comune o all’Ente gestore della casa popolare, dimostrando la convivenza e il rispetto dei requisiti previsti.
Se invece la casa è stata già riscattata e il proprietario decede, l’immobile entra a far parte dell’asse ereditario e viene trasferito agli eredi secondo le normali regole della successione patrimoniale. Gli eredi potranno decidere di vendere, affittare o abitare l’immobile senza restrizioni, a meno che non siano ancora in vigore eventuali vincoli di vendita imposti al momento del riscatto.
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