Sextortion: cos’è, quale reato integra e come difendersi dall’estorsione sessuale
Negli ultimi anni, sono sempre di più le vittime di sextortion, soprattutto tra i giovani e giovanissimi: in questa guida, ti spieghiamo in cosa consiste questo reato e cosa puoi fare per tutelarti.
- Tra i reati più diffusi ai tempi di internet, troviamo quello di sextortion.
- Questa parola inglese indica una forma di estorsione sessuale che ha preso sempre più piede nel tempo, specialmente tra i più giovani (ma non solo).
- Conoscere gli aspetti giuridici legati a un tema così delicato è il primo passo per iniziare a proteggersi.
Il termine sextortion, derivante dall’unione delle parole inglesi “sex” (sesso) ed “extortion” (estorsione), indica una forma di estorsione che si manifesta in un vero e proprio ricatto sessuale. Probabilmente ne avrai sentito parlare in qualche articolo di cronaca, o potresti essere stato/a protagonista di questo crimine informatico, ma non aver avuto gli strumenti per reagire.
In questo articolo vogliamo aiutarti a:
- riconoscere la sextortion;
- sapere quali reati del codice penale sono correlati alle truffe romantiche;
- conoscere le soluzioni legali per difenderti.
Come riconoscere la sextortion
La sextortion è una forma di ricatto che presenta delle caratteristiche ben riconoscibili:
- la vittima viene adescata sul web (in particolare sui social network per gli adolescenti, ma anche sui siti e app di incontri per gli adulti);
- il malintenzionato, con una finta identità, mostra un interesse romantico o sessuale nei confronti della vittima, con complimenti, richieste di incontri fittizie – talvolta finge di voler instaurare una vera e propria relazione con la vittima;
- la vittima viene così convinta a inviare proprie foto intime oppure viene ripresa mentre compie atti sessuali.
Una volta che la vittima è caduta nella trappola, il ricattatore chiede l’invio di ingenti somme di denaro, oppure la trasmissione di altre foto intime, minacciando altrimenti di pubblicare le fotografie condivise.
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Sextortion: tra corruzione e abuso sessuale
I casi di sextortion sul web sono in aumento. La ragione per cui la sextortion è così diffusa risiede sicuramente nel vastissimo utilizzo di internet, soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione. I giovanissimi, in particolare, utilizzano molto frequentemente i social per creare e mantenere relazioni anche amorose.
In Italia, per esempio, si stima che nel periodo del lockdown si siano registrati circa 1.000 casi di sextortion all’anno. Secondo la Polizia Postale, in Italia, il fenomeno riguarda sempre più spesso bambini, bambine e adolescenti, contando 130 casi solo nei confronti di adolescenti nel 2022, mentre nel 2023, i casi di sextortion in danno di persone minorenni sono stati 137. La maggior parte dei casi ha riguardato adolescenti tra i 14 e i 17 anni, ma non mancano casi relativi alla fascia 10-13 anni.
Come si può ben comprendere, il ricatto risulta essere particolarmente odioso in quanto va a toccare la più profonda intimità di persone spesso molto fragili, quali gli adolescenti. Talvolta, le fotografie vengono anche modificate per renderle ancora più esplicite o imbarazzanti per la vittima, ad esempio con l’ausilio dell’intelligenza artificiale e del deepfake.
L’obiettivo dei ricattatori è proprio quello di rendere la vittima sopraffatta dalla vergogna, al punto tale da portarla a pagare subito la somma richiesta senza chiedere aiuto a nessuno, e dunque con un rischio molto basso di denuncia. Si tratta, quindi, di un vero e proprio ricatto emotivo che fa leva sulla vulnerabilità delle persone. Non è, dunque, una mera modalità di estorsione, ma una vera e propria forma di violenza sessuale.
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Quali sono i reati connessi alla sextortion?
Ovviamente, la sextortion è un reato, rientrante a tutti gli effetti nella disciplina dell’estorsione (articolo 629 c.p.), della violenza privata (art. 610 c.p.) e della minaccia ( art. 612 c.p.)
Ma non solo: la condotta dell’estorsore è da considerarsi plurioffensiva, e pertanto può comportare anche ulteriori ipotesi di reato. Vi rientrano:
- la diffamazione, ai sensi dell’art. 595 co. 3 c.p., in quanto vi è un’offesa alla reputazione della vittima con un mezzo pubblico (i social network);
- interferenze illecite nella vita privata (art. 615 bis c.p.), stante l’appropriazione indebita di immagini private della persona offesa con strumenti visivi o sonori;
- pubblicazioni oscene (art. 528 c.p.).
Si tratta pertanto di una condotta punita dal nostro ordinamento, anche con la reclusione, e pertanto è possibile denunciare la sextortion alle Autorità competenti e tutelarsi.
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Come difendersi dalla sextortion?
Se è vero che il nostro ordinamento prevede senz’altro delle tutele per le persone offese dal reato di sextortion, va considerato – come si è detto pocanzi – che per le vittime non è sempre facile denunciare, vista la paura e la vergogna di raccontare quanto è avvenuto.
Tuttavia, è importante rivolgersi a persone di fiducia raccontando quanto avvenuto, tenendo a mente che la responsabilità non è mai della vittima, ma degli estorsori.
Affrontare le conseguenze della sextortion richiede un supporto psicologico, ma anche un supporto legale, con l’ausilio di un avvocato. Dal lato psicologico, è fondamentale che le vittime abbiano accesso a professionisti specializzati in traumi, in grado di aiutarle a elaborare le loro esperienze e a ricostruire la loro autostima.
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Come denunciare il reato di sextortion step by step
In ogni caso, se ci si rende conto di essere vittime di sextortion, i primi passi da fare sono:
- rivolgersi a una persona di fiducia e, se questo non è possibile, a un centro antiviolenza o a un’associazione attiva contro i fenomeni di violenza nel proprio territorio;
- non interrompere bruscamente la comunicazione con l’estorsore, ma anzi provare a farsi inviare dati da cui è possibile risalire a persone fisiche (per esempio, l’IBAN);
- conservare i contenuti inviati all’estorsore e i messaggi scambiati: potranno essere utili alle Autorità competenti;
- denunciare quanto prima l’accaduto alla Polizia Postale, alla quale è possibile rivolgersi di persona oppure online;
- rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto penale, e in particolare in reati informatici.
L’ausilio di un avvocato può essere fondamentale sin dal primo momento in cui si capisce di essere vittime di questo reato, perché può aiutare la persona offesa a muoversi in tutte le fasi sinora descritte. Ma soprattutto, un avvocato specializzato in diritto penale può fornire un aiuto importante nel redigere ed indirizzare la denuncia alle Autorità competenti e a seguire l’intero procedimento penale nelle fasi successive.
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