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Stalking condominiale: cos’è, cosa dice la Giurisprudenza, ammonimento del questore e querela

Cos’è il reato di stalking condominiale, come si dimostra di aver subito episodi persecutori, cosa fare per denunciare lo stalker e quali sono le sanzioni previste nei suoi confronti.

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I casi di vicini che si lamentano per comportamenti di altri vicini che sono talmente molesti da provocare uno stato di malessere, ansia e pura per sé e per i propri familiari non sono così inconsueti: in questo caso si parla di stalking condominiale ed è un reato.

Come ci si comporta nel momento in cui ci si ritrova in una situazione come quella appena descritta? In questa guida troverai tutte le informazioni sul reato di stalking condominiale, su cosa fare e su come denunciare al fine di ottenere l’allontanamento dello stalker.

Cos’è lo stalking condominiale

Il reato di stalking è disciplinato dall’articolo n. 612-bis del Codice penale: lo stalking condominiale è una particolare tipologia di stalking che si realizza quando si ricevono atteggiamenti particolarmente molesti o persecutori da parte di un vicino di casa, al punto tale da:

  • essere costretti a vivere in una condizione di ansia e turbamento costanti;
  • a temere per la propria incolumità e per quelle dei propri familiare.

Questa condizione ha di solito come conseguenza principale quella di portare a cambiare le proprie abitudini di vita. Il condominio costituisce, da sempre, terreno fertile per la nascita di dissidi e conflitti, anche immotivati, fra i condomini che, a seconda dell’individuo che si ha di fronte, potrebbero sfociare anche in condotte rilevanti dal punto di vista penale.

LEGGI ANCHE Reato di stalking: cos’è e guida su come difendersi dagli stalker

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Stalking condominiale: Giurisprudenza

Il reato di stalking condominiale è stato ufficialmente introdotto, attraverso l’estensione dell’ambito di applicabilità dell’articolo 612-bis del Codice penale, con la sentenza numero 20895 del 25 maggio del 2011, della Corte di Cassazione.

In quell’occasione, un condomino affetto da una sindrome maniacale, aveva messo in atto una serie di comportamenti molesti contro alcune donne del suo palazzo, accomunate dal semplice fatto di essere, per l’appunto, delle donne:

  • tutto il genere femminile del condominio era stato pedinato, minacciato e insultato in modo differente;
  • la Corte di Cassazione ha così configurato la condotta dell’uomo quale delitto di stalking, non solo nei confronti delle donne che hanno subito in modo diretto le sue molestie, ma nei confronti delle donne dell’intero condominio;
  • gli atteggiamenti persecutori dell’uomo hanno infatti generato in tutte le donne che abitavano nel suo stesso condominio uno stato di grave turbamento, che le aveva condotte a modificare le proprie abitudini di vita per fare in modo di non incontrare l’uomo, o di incontrarlo il meno possibile.

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Stalking condominiale: pena e procedibilità

Lo stalking condominiale è a tutti gli effetti una forma di atto persecutorio, anche se non è di tipo affettivo perché non esiste un legame di questo tipo tra lo stalker e la sua (o le sue) vittima.

Di conseguenza, mentre nel caso dell’ex coniuge o di un fidanzato molesto è abbastanza semplice richiedere il divieto di avvicinamento, cosa succede nel caso dello stalking condominiale? Quali sono le sanzioni previste?

Si tratta di una situazione abbastanza intricata nella misura in cui cacciare lo stalker dalla casa in cui vive rappresenta una limitazione di una sua libertà fondamentale.

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Il reato di stalking condominiale prevede la reclusione da un anno a 6 anni e 6 mesi, periodo di tempo che può aumentare nel caso in cui:

  1. lo stalker sia legato sentimentalmente alla sua vittima;
  2. gli atti persecutori siano stati compiuti con l’utilizzo di strumenti informatici o con armi o da persona travisata;
  3. lo stalking sia avvenuto nei confronti di donne in gravidanza, minori o persone con disabilità.

Si tratta di un reato procedibile a querela della persona offesa: si avranno a propria disposizione 6 mesi per presentare querela.

Stalking condominiale: esempio

Tra gli esempi di stalking condominiale che hanno avuto un impatto significativo sul corso della Giurisprudenza, troviamo anche la sentenza numero 26878/2016, in occasione della quale è stato ribadito che il reato di stalking si verifica quando un soggetto ha, nei confronti dei propri condomini, un atteggiamento che provoca uno stato di ansia nella vittima, portandola a dover modificare il proprio stile di vita: nel caso specifico della sentenza, la vittima aveva iniziato ad assumere tranquillanti.

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Stalking condominiale: cosa fare

Lo stalking condominiale è un tipo di reato che viene definito in base alle ripercussioni che il comportamento dello stalker ha sulla vittima. Cosa si può fare in questi casi? Innanzitutto, si ha il diritto di procedere con la querela penale: bisogna rivolgersi alla Polizia, ai Carabinieri o alla Procura della Repubblica.

La querela porta all’apertura di un procedimento di tipo penale che prevede delle indagini e un processo nei confronti dello stalker: non è necessario andare alla ricerca di prove o di testimoni, in quanto sono sufficienti le sole dichiarazioni della vittima. A confermarlo è stata proprio la sentenza n. 26878 del 2016, che abbiamo citato nelle righe precedenti.

Lo stalking condominiale deve essere provato dimostrando che:

  1. gli atti molesti ricevuti sono stati di tipo persecutorio;
  2. sono stati reiterati nel tempo;
  3. hanno provocato di danni di tipo psico-fisico;
  4. esiste un nesso causale fra il danno e l’atto persecutorio perpetrato dallo stalker.

Si possono per esempio presentare le registrazioni delle aree comuni condominiali.

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Querela per stalking condominiale

Per quanto riguarda i tempi della denuncia, la vittima può rivolgersi alle autorità entro 6 mesi da quando si è verificato l’ultimo atto persecutorio. Nel verbale di denuncia dovranno essere indicate espressamente:

  • le generalità dello stalker;
  • quali sono state le condotte moleste adottate nel tempo;
  • quali sono state le conseguenze subite, specialmente in relazione al cambio delle proprie abitudini di vita;
  • la volontà di voler procedere penalmente contro lo stalker.

Il compito delle Forze dell’Ordine sarà quello di verificare la veridicità delle dichiarazioni della vittima e dare il via al processo giudiziario.

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Stalking condominiale e ammonimento del questore

Esiste un’alternativa che precede o permette di evitare un processo di tipo penale per combattere lo stalker condominiale di turno: consiste nel chiedere l’intervento del Questore il quale avrà il compito di rivolgere allo stalker un ammonimento.

Si tratta, in altri termini, di un ultimatum nel quale lo stalker viene avvertito circa la possibilità di dover rispondere penalmente del reato di stalking aggravato, nel caso in cui non dovesse porre un freno alla propria condotta molesta.

A questo proposito, ti consigliamo di approfondire Ammonimento del questore: cos’è e qual è la sua funzione preventiva

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Stalking condominiale: allontanamento della vittima

Nel caso di denuncia per stalking, il giudice può stabilire che lo stalker non deve avvicinarsi ai luoghi frequenti dalla sua vittima o dai suoi congiunti, quindi non solo al domicilio, ma anche al posto di lavoro oppure a un luogo dove la vittima è solita passare il suo tempo libero, come la palestra.

Nei casi più gravi, al fine di tutelare l’incolumità della vittima di stalking, può essere stabilito anche il divieto di dimora: all’imputato può dunque essere imposto di non dimorare in un determinato luogo, oppure di potervi accedere soltanto in seguito all’autorizzazione da parte del giudice.

Considerato che nel caso dello stalking condominiale non può essere applicata la misura del divieto di avvicinamento a 50 metri dai luoghi nei quali si trova la vittima, perché ciò rappresenterebbe il divieto dello stalker di potersi recare in casa propria, il divieto di dimora non può essere applicato. L’unica alternativa rimane dunque quella di:

  • imporre al colpevole l’allontanamento dai luoghi frequentati dalla vittima;
  • l’obbligo di allontanarsi dalla persona offesa nel caso in incontro casuale.

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Stalking condominiale e rumori molesti

Il reato di stalking condominiale si può configurare anche in presenza dei cosiddetti rumori molesti: si tratterebbe di insulti, minacce e rumori eccessivi che si trasformerebbero in veri e propri atti persecutori nei confronti dei propri vicini.

In casi come questi, ovvero quando i vicini fanno di proposito un rumore eccessivo, deve sussistere l’elemento soggettivo, ovvero il dolo generico: il delitto esiste se i vicini si stanno comportando in un certo modo con la volontà di farlo.

LEGGI ANCHE Vicini di casa rumorosi: come comportarsi e quando denunciare

Stalking condominiale – Domande frequenti

Cosa si intende per stalking condominiale?

Lo stalking condominiale è un reato che si verifica nel momento in cui una persona ha dei comportamenti persecutori e insistenti nei confronti dei propri vicini di casa, che si manifestano con molestie o minacce talmente gravi da generare stati di ansia, panico e timore per la propria vita e per quella dei propri cari, o tali da portare alla modifica delle proprie abitudini quotidiane.

Come si reagisce allo stalking condominiale?

Ci si può difendere dallo stalking condominiale chiedendo al Questore di ammonire lo stalker, oppure rivolgendosi direttamente alle Forze dell’Ordine o alla Procura della Repubblica, al fine di avviare una procedura di tipo penale, per la quale è necessario denunciare lo stalker.

Quali sono le pene previste contro lo stalking condominiale?

Il reato di stalking è punito con pene che vanno da un minimo di 6 mesi a un massimo di 5 anni di reclusione, che possono subire un aumento nel caso in cui lo stalker abbia un legame affettivo con la vittima, la vittima sia una donna incinta, un minore o un disabile, oppure se lo stalker ha agito utilizzando un’arma oppure strumenti informatici.

Il condominio deve risarcire i danni per stalking condominiale?

No, il condominio non è tenuto al risarcimento del danno subito dalla vittima perché lo stalking è una questione privata, che dipende da condotte individuali.

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Maria Saia
Esperta di diritti delle donne
Ha respirato per più di 20 anni la stessa aria di Falcone e Borsellino e ne condivide, ancora oggi, il sogno utopico di un mondo senza mafie e ingiustizie. Non a caso, “È la giustizia, non la carità, che manca nel mondo” è una delle sue citazioni preferite. Su deQuo, scrive di bonus e agevolazioni statali e di diritti della persona - in particolare, di diritti delle donne.
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