Violazione della privacy: articolo 167, esempi, cosa si rischia per il reato, risarcimento
Cosa si intende per dati sensibili e quali sono i casi nei quali si verifica una violazione della privacy di un soggetto terzo? Ecco cosa stabilisce la legge sul diritto alla privacy.
- La privacy è lo strumento attraverso il quale, ognuno di noi, può difendere la propria riservatezza.
- Non è soltanto il mero”diritto a essere lasciati in pace”, ma rappresenta uno strumento giuridico che permette alle altre persone di non abusare delle informazioni personali di altri soggetti.
- Per questo, la violazione della privacy rappresenta oggi un reato penale.
La violazione della privacy è un reato che può essere commesso in contesti differenti: in casa, a scuola, sul lavoro. Chi utilizza i dati sensibili di un’altra persona, infatti, può andare incontro a sanzioni amministrative e penali di una certa gravità.
Un tempo, la legge proteggeva soltanto il diritto di proprietà, quindi le violazioni dello spazio fisico. Oggi le cose sono cambiate e viene garantito anche il diritto alla riservatezza, inteso come linea di demarcazione tra sé e gli altri, e la tutela delle proprie informazioni personali, che non possono essere utilizzate da altri a nostra insaputa e senza il nostro consenso.
La privacy è, dunque, il nostro diritto a poter controllare le informazioni che ci riguardano, quindi nel diritto di:
- essere a conoscenza che qualcun altro stia raccogliendo le nostre informazioni personali e di sapere quali siano le finalità per le quali vorrebbe utilizzarle;
- decidere se vogliamo negare oppure no il consenso di utilizzare tali informazioni.
Ma qual è la normativa che regola il reato di violazione della privacy? Come ci si difende? E quando è possibile ottenere un risarcimento per i danni subiti? In questa guida, ci occuperemo di analizzare:
- quando si verifica la violazione della privacy;
- cosa si rischia;
- come agire in caso di violazione;
- come ottenere il risarcimento per il danno subito.
Cos’è il Codice per la privacy
L’articolo 15, comma 1, del Dlgs. n. 196 del 2003, ovvero il Codice in materia di protezione dei dati personali, stabilisce che:
Chiunque cagiona danno ad altri per effetto del trattamento di dati personali è tenuto al risarcimento ai sensi dell’articolo 2050 del codice civile.
L’articolo 169 dello stesso codice, che viene chiamato Codice per la privacy, prevede che le aziende che non proteggono i dati personali dei propri dipendenti tramite l’utilizzo di appositi strumenti stanno commettendo un illecito.
La legge punisce quindi sia chi utilizza i dati personali altrui in modo illecito, sia chi non li protegge.
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Cosa prevede l’art 167 del codice della privacy?
Quando si parla di diritto alla privacy, ci si riferisce al diritto alla riservatezza delle informazioni personali e delle vita privata di qualsiasi individuo.
Nel momento in cui questi dati vengono divulgati senza il consenso del diretto interessato da soggetti terzi, si verifica quella che prende il nome di violazione della privacy.
Ai sensi dell’articolo 167 del Codice della Privacy, le informazioni personali sono “qualunque informazione relativa ad una persona fisica, identificata o identificabile, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, compreso un numero di identificazione personale”.
Si distingue tra 4 tipologie di dati personali.
Tipo di dato personale | Di cosa si tratta |
1. Dati sensibili | Sono quelli relativi alla razza, alla religione, alle opinioni politiche, all’appartenenza a un partito, un sindacato o un’associazione, e a ciò che riguarda lo stato di salute e la vita sessuale di una persona |
2. Dati semisensibili | Comprendono le liste di sospettati di frode, la situazione finanziaria, l’iscrizione alla centrale dei rischi |
3. Dati comuni | Si tratta delle generalità, ovvero nome, cognome, codice fiscale, partita IVA, indirizzo di posta elettronica, numero di telefono, carta di identità, patente |
4. Dati giudiziari | Indicano la presenza di carichi pendenti, contenziosi in corso o eventuali sanzioni penali o amministrative pagate |
Cosa si rischia per violazione della privacy?
La violazione della privacy è un reato che si verifica quando si utilizzano in modo illecito i dati personali altrui, oppure quando:
- viene notificato il falso al Garante per la privacy;
- non si adottano le misure necessarie per tutelare i dati sensibili;
- non vengono rispettati i provvedimenti stabiliti dal Garante per la privacy.
Le sanzioni previste possono essere:
- la reclusione da 6 mesi a 3 anni nel caso di trattamento illecito dei dati personali al fine di trarre un profitto o di recare danno a un soggetto terzo;
- la reclusione da 6 mesi a 3 anni per chi dichiara o attesta il falso, anche attraverso la produzione di documenti falsi che vengono esibiti dinanzi al Garante per la privacy;
- la reclusione da 3 mesi a 2 anni per il mancato rispetto dei provvedimenti del Garante della Privacy;
- l’arresto fino a 2 anni o l’ammenda da 10.000 a 50.000 euro nel caso in cui non vengano messe in atto le misure di sicurezza per la protezione della privacy.
In questa ipotesi, si hanno a disposizione 6 mesi di tempo per mettersi in regola. Se entro tale termine il reo risulta adempiente, pagherà soltanto un quarto della somma massima prevista dal reato, che una volta pagato sarà considerato estinto.
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Violazione della privacy nel mondo dell’informazione
Tra i diversi ambiti nei quali si può verificare una violazione della privacy, troviamo anche il mondo dell’informazione. Il reato si configura, per esempio, quando i media utilizzano le informazioni di qualcun altro in modo improprio, ovvero svelando dati che in realtà andrebbero tutelati.
Questo è il motivo per il quale, quando si pubblicano immagini di minori, la loro identità viene sempre coperta da pixel, perché il loro volto, così come il loro nome, non devono essere rivelati.
Per evitare che nel mondo dell’informazione si possano commettere errori di questo tipo, il Garante della Privacy ha predisposto che “la divulgazione di dati in grado di consentire una identificazione, sia globale che locale, cioè limitata ad un piccolo centro o Paese nel quale il minore realmente dimora, è da ritenersi comunque illecita”.
I responsabili che possono essere puniti sono sia il giornalista sia il direttore responsabile della testata per il quale lavora. Non si commette violazione della privacy, invece, quando le immagini pubblicate sono state scattate in un luogo pubblico e non ledono la dignità di nessuno, oppure sono state prodotte con il consenso del soggetto ritratto.
Non si possono divulgare neanche i nomi e i volti di:
- vittime di violenza sessuale;
- membri delle Forze dell’ordine o dell’autorità giudiziaria;
- familiari delle persone che sono state coinvolte in un fatto di cronaca.
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Violazione della privacy su Internet
Internet è sicuramente il luogo in cui, oggi, il reato di violazione della privacy si concretizza con maggiore frequenza.
In particolare, la violazione può consistere in:
- diffusione illecita di dati personali;
- violazione, sottrazione, soppressione o diffusione di posta elettronica altrui;
- installazione di apparecchiature con quali intercettare i dati di qualcuno in modo abusivo;
- accesso non autorizzato a un sito;
- spionaggio informatico;
- frode informatica.
A proposito della frode informatica, si tratta di un reato che è disciplinato dall’articolo 640 ter del Codice penale e per il quale si rischia:
- la reclusione da 6 mesi a 3 anni;
- la multa da 516 a 1.032 euro;
- la reclusione da 1 a 5 anni e la multa da 309 a 1.549 euro se il reato viene commesso abusando della propria qualifica di operatore di sistema.
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Come difendersi e ottenere il risarcimento
Come agire in caso di violazione della privacy? Chiunque abbia subito un danno a causa di un trattamento illecito dei propri dati personali, anche qualora non sia stato particolarmente grave, ha diritto a ottenere un risarcimento costituendosi parte civile. Il danno deve, ovviamente, essere dimostrato.
La Cassazione ha stabilito che il risarcimento del danno non patrimoniale derivante dalla violazione della privacy “non si sottrae ad un accertamento da parte del giudice – da compiersi con riferimento alla concretezza della vicenda – destinato ad investire i profili della gravità della lesione inferta e della serietà del danno da essa derivante”.
In un’altra sentenza, è stato decretato che ci può essere un danno non patrimoniale quando “l’individualità della persona offesa o di cui sono stati resi pubblici dati sensibili non ne postula l’esplicita indicazione del nominativo, essendo sufficiente che essa possa venire individuata anche per esclusione in via deduttiva, tra una categoria di persone, a nulla rilevando che in concreto tale individuazione avvenga nell’ambito di un ristretto numero di persone”.
Su questo tema si è espressa anche l’Unione europea affermando che chiunque subisca un danno per violazione della privacy ha il diritto di ottenere il risarcimento del pregiudizio subito dal responsabile del trattamento.
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Violazione della privacy – Domande frequenti
I dati sensibili fanno parte di quei dati che dovrebbero essere tutelati per motivi di privacy: ecco quali sono.
La diffusione di dati personali consiste nella violazione del diritto alla privacy di un individuo: scopri quando si configura questo reato.
La violazione dei dati personali può essere denunciata e si può anche ottenere un risarcimento: ecco cosa sapere in merito.
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