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Patto anti-inflazione: cos’è e quali sono i supermercati aderenti

Il patto anti-inflazione prevede sconti su prodotti e materie prime a partire dal 31 dicembre 2023. Che cosa significa per i consumatori? Quali prodotti saranno scontati? Scoprilo nella nostra guida.

patto anti-inflazione
  • Il patto anti-inflazione è stato introdotto dal Governo per aiutare cittadini e famiglie in un momento storico in cui l’inflazione è ancora molto elevata.
  • Ha previsto la possibilità di applicare sconti su materie prime: hanno aderito grandi marchi, tra cui Barilla e Ferrero.
  • Tuttavia, il vero principale problema per i consumatori resta il carburante: il prezzo della benzina è ancora molto alto, tale da incidere negativamente sugli effetti del patto anti-inflazione.

Che cosa prevede il patto anti-nflazione? Il Governo è di recente intervenuto per prevedere una serie di rimedi a fronte dell’aumento dell’inflazione. Lo scorso anno, il tasso ha raggiunto soglie molto elevate, superando il 10%.

Oggi si assiste a un considerevole calo, tuttavia il principale problema resta il prezzo del carburante che, oltre alle accise, è influenzato anche dai vari eventi di politica estera.

L’inflazione, ricordiamo, è stata principalmente causata dall’aumento dei prezzi dell’energia, conseguente alla guerra in Ucraina. Lo scenario politico attuale non risulta quindi molto rassicurante per i consumatori.

Nel seguente articolo ti spiegheremo le cause dell’incremento dell’inflazione e qual è lo scenario attuale. Poi procederemo ad elencare le misure che il Governo ha inteso introdurre, parlando degli sconti sulle materie prime. Ti diremo poi dove potrai trovare i prodotti scontati e quali produttori, per il momento, hanno aderito al patto anti-inflazione.

Inflazione: cos’è

Prima di procedere ad analizzare cosa prevede il patto anti-inflazione, ci dobbiamo prima chiedere che cos’è l’inflazione e perché è diventato un problema così importante negli ultimi anni.

L’inflazione, in sostanza, è un rincaro dei prezzi di ampia portata, cioè salgono contestualmente i prezzi per tutte le merci e voci di spesa. Questo aumento dei prezzi ha come effetto la svalutazione monetaria, cioè il potere di acquisto del denaro cala conseguentemente all’aumento dei prezzi. Con la stessa quantità di denaro, quindi, non sarà più possibile comprare le stesse cose.

Possiamo consigliarti di leggere il seguente articolo per capire come combattere il rincaro dei prezzi: Bonus Carta risparmio spesa e reddito alimentare 2023: come richiederli

L’inflazione è tendenzialmente fisiologica, cioè c’è sempre inflazione, in ogni epoca storica. Basti pensare che il primo stipendio dei nostri genitori si aggirava intorno a un milione di lire. Oggi, uno stipendio di 500 euro, equivalente di un milione di lire, non dovrebbe essere erogato neanche per un part time.

Le banche centrali hanno stimato che un tasso di inflazione ottimale si aggiri intorno al 2%: se l’aumento del prezzo dei beni supera questa soglia, sorgono i primi problemi. In realtà, spesso siamo portati a ritenere che solo l’aumento dei prezzi sia problematico. In questa ipotesi non si parla di inflazione, ma di deflazione.

In genere, anche la vertiginosa diminuzione dei prezzi causa non poche problematiche. Infatti, se i prezzi calano, cala anche la produzione. Dunque, possono esserci delle perdite per i produttori che si riflettono poi sul mercato del lavoro. 

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Inflazione: cause

Le cause dell’inflazione sono le più varie: possono essere endogene, quindi legate a fenomeni interni ai Paesi in cui accade, oppure esogene, cioè derivanti da eventi relativi ad altri Paesi.

Le principali cause sono:

  • squilibri tra domanda e offerta di un prodotto che portano a un aumento dei prezzi finali;
  • sfiducia verso una determinata moneta che modifica le aspettative verso il futuro degli investitori;
  • incremento dei prezzi delle materie prime importate, che incide sui costi di produzione dei beni e influenza i prezzi finali;
  • politica monetaria in seguito alla riduzione di acquisto di titoli da parte di una banca centrale.

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Perché c’è stato questo aumento dell’inflazione?

Negli ultimi  2 anni l’inflazione è andata progressivamente aumentando. Abbiamo assistito a un picco nell’ottobre 2022, quando l’inflazione è arrivata a toccare la soglia del 10,6% che – se consideriamo che il tasso ottimale di inflazione è del 2% – è sicuramente un dato allarmante.

Tuttavia, da ottobre 2022 la situazione è progressivamente migliorata, fino a giungere a metà settembre 2023 con un tasso del 5.3%. Quali sono le ragioni della crescita? La principale causa della crescita del tasso di inflazione è stato l’aumento dei prezzi dell’energia successivo allo scoppio della guerra in Ucraina. 

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In particolare, il sistema delle sanzioni adottato a livello UE, i rapporti sempre più fragili con la Russia, nonché l’esigenza di andare a rintracciare nuovi fornitori di materie prime, come il gas, hanno sicuramente inciso sulla crescita del tasso di inflazione. 

Infatti, l’aumento del costo dell’energia ha implicato un aumento dei prodotti, in quanto le imprese hanno dovuto recuperare l’aumento delle spese di produzione.

Ad oggi, tuttavia, la questione energetica sembra essersi ridimensionata, grazie a nuovi contratti e accordi stipulati con altri Paesi fornitori di gas. Ciò ha significativamente inciso sul tasso di inflazione, che pure resta alto rispetto alla soglia del 2%. Quindi, per intervenire su questo tasso di inflazione, è stato necessario elaborare un programma che verrà attuato nel prossimo trimestre. 

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Che cos’è il trimestre anti-inflazione?

Il Governo ha così deciso di elaborare un programma anti-inflazione da attuare nel prossimo trimestre. L’obiettivo è quello di ridurre i prezzi e procedere ad una collaborazione anche con i negozianti.

Tale obiettivo può essere raggiunto se si instaura una collaborazione che coinvolge i protagonisti del settore: dalla distribuzione moderna e classica al mondo delle cooperative, delle farmacie, delle parafarmacie, dell’industria, della produzione, dell’artigianato e dell’agricoltura.

Le imprese della distribuzione che aderiscono all’iniziativa si impegnano a offrire una selezione di articoli a prezzi contenuti. In tal modo, si intende tutelare il potere di acquisto dei consumatori, agevolando i cittadini e le famiglie.

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Patto anti-inflazione: quali sconti promette?

Il patto anti inflazione previsto di recente prevede molteplici sconti e vantaggi per i consumatori sulla materia prime. Questi sconti saranno applicati, a partire dal 31 dicembre 2023: su molti dei prodotti che troverete sugli scaffali, ce ne saranno tanti a prezzi più contenuti per tutto il cosiddetto trimestre anti inflazione

Gli sconti troveranno applicazione solo sui prodotti distribuiti dai marchi che hanno aderito all’iniziativa. Si stima che il risparmio per le famiglie potrebbe aggirarsi sui 150 euro. A causa dei rincari ,si stima che mensilmente le famiglie spendono circa 400 euro al mese, quindi gli sconti dovrebbero portare un considerevole beneficio.

Lo sconto sarà applicato su pasta, carne, passata di pomodoro, zucchero, latte, uova, riso, sale, farina, cereali, saponi, detergenti, pannolini, farmaci di largo consumo. Non rientrano invece alcuni alimenti come frutta e verdura, a causa della particolare crisi del settore dovuta anche a fattori climatici. Tuttavia, sono in programma anche promozioni periodiche su scala locale.

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Patto anti-inflazione: come riconoscere i prodotti scontati?

I prodotti scontati grazie al patto anti-inflazione saranno facilmente riconoscibili. In primo luogo, a breve, sarà avviata una campagna pubblicitaria che consentirà i consumatori di capire meglio quali siano i prodotti in offerta. In particolare, la presidenza del Consiglio ha sostenuto che saranno applicati dei bollini tricolore anti inflazione sui prodotti che sono scontati. 

L’acquisto dovrà avvenire presso le imprese che hanno sottoscritto il patto. Vi hanno comunque aderito le maggiori catene di supermercati, quindi non sarà difficile usufruire delle offerte. Tra queste catene troviamo Esselunga, Conad, Carrefour, Pam, Lidl, Tigre, Famila e Decò.

Per quanto riguarda i marchi che hanno deciso di sostenere l’iniziativa, invece, hanno aderito per il momento Barilla, Lavazza, Mutti, Nestlé e Ferrero.

Tuttavia, è stato anche osservato che, se i prezzi dei carburanti resteranno alti, purtroppo il patto anti-inflazione potrebbe non essere produttivo degli effetti sperati. Quindi, si auspica che il Governo intervenga anche sulle accise sul prezzo della benzina.

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Patto anti-inflazione – Domande frequenti

Cos’è il Patto anti-inflazione?

Il patto anti-inflazione è una misura che prevede di applicare sconti su alcuni prodotti e beni di prima necessità.

Dove acquistare questi prodotti scontati grazie al patto anti-inflazione?

L’acquisto deve avvenire presso le imprese che hanno sottoscritto il patto anti-inflazione. Attualmente, hanno aderito le maggiori catene di supermercati, ovvero Esselunga, Conad, Carrefour, Pam, Lidl, Tigre, Famila e Decò.

Come riconoscere i prodotti scontati con il patto anti-inflazione?

I prodotti che sono sottoposti allo sconto previsto dal patto anti-inflazione sono riconoscibili grazie a un bollino tricolore presente sulla confezione.

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Avv. Clelia Tesone
Avvocato civilista
Laureatasi in Giurisprudenza con la votazione di 110 e Lode presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e con approfondita conoscenza delle materie del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo. Ha brillantemente conseguito l’abilitazione alla professione di avvocato, a seguito dell’espletamento della pratica forense in diritto civile e il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013 presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord.
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