Procacciatore di affari: chi è, cosa fa, contratto e provvigioni
Il procacciatore di affari è un figura peculiare molto simile a un mediatore. Di cosa si occupa? Quale ruolo assume? Quali requisiti deve possedere? Ha diritto ad un compenso specifico? Nel seguente articolo daremo risposta a tutti questi interrogativi.
- Il procacciatore di affari svolge una funzione di intermediazione, ovvero mette in contatto le parti per la conclusione di un affare.
- Può svolgere l’attività in modo occasionale e continuativo. La disciplina diverge tra le due ipotesi.
- Il procacciatore di affari continuativo deve essere iscritto al registro delle imprese per ottenere la provvigione.
Il procacciatore di affari è un soggetto che svolge un’attività di mediazione, ma si distingue dal mediatore o dall’agenzia.
Può essere una persona fisica o giuridica, ha diritto a una serie di benefici, tra cui l’applicazione di un regime forfettario.
Nel presente articolo spiegheremo cosa fa un procacciatore d’affari, se e quali requisiti deve possedere, oltre che le caratteristiche essenziali che deve possedere la lettera di conferimento incarico.
Ci soffermeremo poi sul regime fiscale al quale fare riferimento e alle disposizioni in tema di fisco e contributi. Ci chiederemo anche se deve aprire o meno una partita IVA e illustreremo le differenze con alcune figure continue.
Procacciatore di affari: chi è?
Il procacciatore di affari è colui che ha la funzione di procurare commissioni, contratti, trovare e segnalare opportunità commerciali in favore del promittente. L’attività può essere svolta sia da una persona fisica sia giuridica. Questa non è regolamentata dalla legge, tuttavia, la figura è richiamata dalla l. n. 39 del 1989, che fa riferimento agli agenti in affari e in mediazione.
A quest’ultima categoria si ritiene che appartengano:
- gli agenti immobiliari;
- gli agenti merceologici;
- agenti con mandato a titolo oneroso.
L’attività principale del procacciatore di affari è mettere in contatto le parti per promuovere un accordo commerciale. Il procacciatore deve ricevere l’incarico per svolgere tale attività. Spesso è ricevuto mediante una lettera del preponente. Dopodiché, il procacciatore d’affari può proporre una serie di accordi – eventualmente elabora anche proposte contrattuali – che le parti possono accettare per concludere il contratto.
Se la proposta è accettata, il procacciatore procede anche ad instaurare la trattativa con il possibile cliente. Se l’affare ha esito positivo al procacciatore d’affari spetta una provvigione.
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Come si diventa procacciatore d’affari: requisiti
Il procacciatore d’affari può svolgere la propria attività:
- in modo occasionale, cioè in maniera sporadica;
- in modo continuativo, cioè svolge abitualmente l’attività di mediatore commerciale.
Nel secondo caso, se il procacciatore d’affari intende ottenere la provvigione, deve essere iscritto al Registro delle imprese.
Il procacciatore d’affari non deve essere in possesso di alcun requisito specifico al fine di svolgere l’attività descritta. Talora, si legge che debba essere un professionista o essere in possesso di requisiti di professionalità o morali.
Tale affermazione appare erronea: essa è frutto della sovrapposizione tra la figura del procacciatore d’affari a quella di altri professionisti o agenti di commercio. Non è altrettanto richiesta l’abilitazione o l’aver superato un esame di stato. Il procacciatore di affari è un libero professionista, non soggetto a regole specifiche.
Differenza tra procacciatore d’affari occasionale e continuativo
Il procacciatore d’affari può svolgere un’attività in modo occasionale, cioè è un soggetto che:
si obbliga a compiere un’opera od un servizio, con lavoro prevalentemente proprio, senza vincolo di subordinazione e senza alcun coordinamento del committente; l’esercizio dell’attività, peraltro, deve essere del tutto occasionale, senza i requisiti della professionalità e della prevalenza.
Il procacciatore d’affari che, invece, porta avanti la sua attività in maniera continuativa, svolge l’attività di mediazione in maniera stabile.
Sussistono alcune differenze dal punto di vista della disciplina. In particolare, la principale riguarda la partita IVA: il procacciatore d’affari occasionale non deve aprire la partita IVA, mentre quello continuativo è tenuto all’apertura.
Per quanto riguarda la disciplina fiscale e contabile:
- il procacciatore continuativo deve emettere una fattura ed è soggetto alla disciplina dell’IVA. Deve, inoltre, procedere a registrare la fattura nel relativo registro, purché sia emessa secondo i termini di legge;
- il procacciatore d’affari occasionale deve emettere la ricevuta soggetta a ritenuta di acconto. Deve essere apposta la marca da bollo di 2 euro, se la fattura è di importo superiore di 77,47 euro.
Per quanto riguarda i contributi previdenziali:
- il procacciatore d’affari continuativo è tenuto alla contribuzione previdenziale, alla gestione IVA commercianti con un versamento minimo, a prescindere dal proprio reddito;
- il procacciatore d’affare occasionale non dovrà effettuare nessun versamento previdenziale INPS per la gestione commercianti, né per il contributo INPS di cui alla Legge 335/95 per importi inferiori a € 5.000.
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Qual è il codice Ateco per il procacciatore d’affari
Quando si apre la Partita IVA, il professionista deve indicare un codice che corrisponde all’attività professionale svolta. Tale codice è detto codice ATECO, questo per i procacciatori di affari è:
49.19.02 – Procacciatori d’affari di vari prodotti senza prevalenza di alcuni.
Il codice in questione è impiegato per chi si occupa di attività di vendita di prodotti tra loro diversi o per servizi, rispetto ai quali non esiste un codice specifico.
Se il procacciatore di affari procede a commercializzare una tipologia di prodotti specifici, non deve essere utilizzato questo codice generico, ma un codice specifico, come il 46.16.08, ovvero il codice per i prodotti tessili, abbigliamento, pellicce, calzature e altri articoli in pelle.
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Procacciatore d’affari: la provvigione
Altra questione complessa rispetto al procacciatore di affarI è il diritto alla provvigione. Come evidenziato, il procacciatore d’affari continuativo deve essere iscritto al Registro delle imprese per ottenere la provvigione. Al procacciatore spetta la provvigione per ogni affare procurato e concluso. Deve essere liquidata una somma in base agli accordi presi con il proponente.
In genere, la provvigione è versata solo per gli affari che hanno esito favorevole, quindi che vanno a buon fine, per i quali il proponente abbia ricevuto il pagamento integrale dell’importo. Per quanto riguarda il procacciatore di affari occasionale sono soggette a ritenuta d’acconto. Le provvigioni devono essere oggetto di dichiarazione dei redditi al netto delle spese sostenute dal procacciatore.
Al procacciatore si applica il regime fiscale forfettario. Quest’ultimo costituisce un sistema agevolativo per il procacciatore, laddove questo non superi la soglia annua di 85 mila euro.
In questo caso, si applicherà un’imposta sostitutiva del 15%, oltre ad una serie di semplificazioni in tema di imposta di registro e IVA. Se si supera la soglia del 85 mila euro, invece, si applica il regime ordinario. Inoltre, è prevista la gestione separata INPS, con l’applicazione di contributi previdenziali a suo carico per un terzo o due terzi a carico del preponente.
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Differenza tra procacciatore di affari e mediatore
La figura del procacciatore di affari è spesso sovrapposta a quella del mediatore: infatti, in entrambi i casi, viene svolta un’attività di intermediazione. Tuttavia, in genere, mentre il mediatore svolge ogni attività utile al fine di concludere l’affare, non altrettanto accade per il procacciatore d’affare. Questo, infatti, svolge solo l’attività necessaria al fine di mettere in contatto le parti dell’affare.
Il mediatore svolge un’attività autonoma, indipendente, organizzata ed imparziale rispetto ad entrambe le parti, anche ove l’incarico sia conferito da una sola di esse. Non sussiste alcun vincolo giuridico tra le parti e il mediatore. Nel caso del procacciatore, invece, questo agisce dietro incarico del proponente e nel suo esclusivo interesse.
La Cassazione a Sezioni Unite ha poi evidenziato le differenze tra mediatore e procacciatore in una sentenza del 2017. In questo contesto, si è affermato che il mediatore sia una figura che si occupa di svolgere un’attività di intermediazione: «senza essere legato ad alcuna da rapporti di collaborazione, di dipendenza e di rappresentanza» (articolo 1754 del Codice civile).
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Differenza tra procacciatore di affari e mandatario
Altra figura che presenta affinità con il procacciatore di affari è il mandatario. Tramite contratto di mandato si attribuisce al mandatario la rappresentanza. Il mandatario può, per conto del mandante, compiere una serie di atti giuridici specifici e concludere negozi, spesso di acquisto.
Al termine del rapporto, il mandatario deve trasferire i beni ricevuti per adempiere al mandato o acquistate per conto del mandante.
Al procacciatore di affari, invece, non viene attribuita alcuna rappresentanza. Non può concludere contratti per conto del preponente. È esclusivamente tenuto ad individuare possibili offerte commerciali e a mettere in contatto le parti per concludere un affare.
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Lettera di conferimento incarico procacciatore d’affari
La lettera di conferimento di incarico al procacciatore di affari è una scrittura privata, con la quale si attribuisce al procacciatore il compito di svolgere la funzione di intermediazione.
Deve contenere una serie di elementi necessari:
- l’oggetto del rapporto di lavoro;
- il ruolo del procacciatore;
- il periodo di tempo previsto per l’incarico;
- l’ammontare delle provvigioni;
- le relative modalità di pagamento.
Nella lettera, il preponente potrebbe anche decidere di inserire una serie di clausole che sono accessorie e, comunque, non necessarie al conferimento. Per esempio, potrebbe essere inserita una clausola di non concorrenza, in virtù della quale il procacciatore si obbliga a non svolgere l’attività di mediazione per conto di un concorrente del preponente, cioè altro soggetto che commercializza prodotti simili, oppure a porre in essere condotte scorrette.
Può anche essere prevista una clausola di esclusiva, con la quale in generale il preponente si obbliga a non svolgere alcuna altra attività di mediazione per conto di altri. Inoltre, deve essere indicata la percentuale di calcolo della provvigione, che viene applicata sulle fatture di incasso, quindi è conferita al procacciatore solo a seguito di esito favorevole dell’attività di mediazione.
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Procacciatore di affari – Domande frequenti
Il procacciatore di affari è un soggetto che ha il compito di svolgere un’intermediazione finalizzata alla conclusione di un accordo commerciale.
Il procacciatore di affari non conclude il contratto per conto del preponente. Può però redigere la bozza che vale come proposta del preponente.
La provvigione al procacciatore di affari è attribuita in caso di conclusione favorevole dell’affare, come percentuale da applicare alle fatture.
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