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Reato di tratta dei essere umani: quali sono le pene previste dal codice penale

La tratta di esseri umani è un grave reato punito con la reclusione secondo il nostro codice penale. Ecco cosa dicono gli articoli 600 e 601 c.p.

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  • La tratta di esseri umani è un reato penale molto grave, che in Italia è disciplinato dagli articoli 600 e 601 del codice penale.
  • La pena prevista per chi compie il reato di tratta è dagli 8 ai 20 anni di reclusione.
  • La vittima di tratta può chiedere e ottenere un permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale della validità di 6 mesi, prorogabile. 

La tratta di esseri umani è un reato punito nell’ordinamento italiano dalla legge n. 11 agosto 2003, n. 228, intitolata “Misure contro la tratta di persone”, entrata in vigore il 7 settembre del 2003. Il provvedimento, in particolare, ha riformato le norme del codice penale dedicate alla riduzione in schiavitù (artt. 600, 601 e 602). 

La tratta di esseri umani è una triste realtà che coinvolge diverse persone nel mondo. A fornire qualche numero è il Greta, Gruppo di esperti sulla lotta contro la tratta di esseri umani, un organismo indipendente del Consiglio d’Europa, che nel 2024 ha pubblicato il terzo rapporto di valutazione sulle misure adottate dall’ordinamento italiano per contrastare il traffico degli esseri umani.

Secondo il report, il numero di soggetti che ogni anno è vittima dei trafficanti si aggira tra i 2.100 e i 3.800 e l’Italia è un Paese di destinazione e di transito per le vittime di tratta di esseri umani. Molte vittime, specialmente donne, finiscono per alimentare, involontariamente, lo sfruttamento illegale della prostituzione.

Tratta di esseri umani: definizione 

La tratta di esseri umani – in inglese trafficking in human beings – viene definita a livello internazionale in uno dei tre Protocolli addizionali alla Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine transnazionale organizzato.

La tratta di essere umani, in Italia, è un reato contro la persona che si sostanzia nel reclutamento, trasporto, trasferimento, mediante l’uso della forza, la frode, l’inganna e a coercizione, allo scopo di ridurre in schiavitù la persona, e di sfruttarla a scopo di lucro.

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Che cosa dice l’art. 600 del codice penale sulla riduzione in schiavitù

L’articolo 600 del codice penale prevede che chiunque riduca una persona in schiavitù, o in una condizione analoga alla schiavitù, viene punito con la reclusione da otto a venti anni.

L’articolo recita testualmente che:

Chiunque esercita su una persona poteri corrispondenti a quelli del diritto di proprietà ovvero chiunque riduce o mantiene una persona in uno stato di soggezione continuativa, costringendola a prestazioni lavorative o sessuali ovvero all’accattonaggio o comunque al compimento di attività illecite che ne comportino lo sfruttamento ovvero a sottoporsi al prelievo di organi, è punito con la reclusione da otto a venti anni. La riduzione o il mantenimento nello stato di soggezione ha luogo quando la condotta è attuata mediante violenza, minaccia, inganno, abuso di autorità o approfittamento di una situazione di vulnerabilità, di inferiorità fisica o psichica o di una situazione di necessità, o mediante la promessa o la dazione di somme di denaro o di altri vantaggi a chi ha autorità sulla persona.

In sostanza, la norma punisce chi esercita su un altro soggetto il diritto di proprietà, costringendolo sotto violenza, minaccia o inganno, al compimento di atti illeciti. Il reato si considera consumato quando viene posta in essere la situazione di assoggettamento con dolo generico, inteso come coscienza e volontà di reificare una persona, con il fine di sfruttamento. Costituisce un reato di mera condotta, quindi non è necessario che l’atto produca un danno concreto oltre al fatto stesso della schiavitù.

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Articolo 601 del codice penale: tratta di persone

L’articolo 601 del codice penale punisce, con la reclusione da otto a venti anni, la tratta di persone, che può colpire sia quelle persone che si trovano nelle condizioni previste all’articolo 600, ovvero che sono state ridotte in schiavitù, sia altri individui per i quali si prevede la stessa sorte. Si tratta, dunque, di una nuova forma di schiavitù derivante dal traffico di essere umani, in particolare di quelli provenienti da Paesi poveri.

La norma stabilisce che:

Chiunque commette tratta di persona che si trova nelle condizioni di cui all’articolo 600 ovvero, al fine di commettere i delitti di cui al primo comma del medesimo articolo, la induce mediante inganno o la costringe mediante violenza, minaccia, abuso di autorità o approfittamento di una situazione di inferiorità fisica o psichica o di una situazione di necessità, o mediante promessa o dazione di somme di denaro o di altri vantaggi alla persona che su di essa ha autorità, a fare ingresso o a soggiornare o a uscire dal territorio dello Stato o a trasferirsi al suo interno, è punito con la reclusione da otto a venti anni. La pena è aumentata da un terzo alla metà se i delitti di cui al presente articolo sono commessi in danno di minore degli anni diciotto o sono diretti allo sfruttamento della prostituzione o al fine di sottoporre la persona offesa al prelievo di organi.

La norma punisce una serie di condotte legate alla riduzione o al mantenimento in condizioni di schiavitù o servitù, tra cui il reclutamento di persone al fine di sottoporle a condizioni di schiavitù, l’introduzione nel territorio dello Stato di persone in condizioni servili fino al trasferimento, ospitalità o cessione dell’autorità su queste persone. Tutte queste condotte devono essere indirizzate al fine della reificazione della persona (ossia il trattamento di una persona come una cosa, priva di libertà), anche con l’uso di mezzi illeciti quali violenza, minaccia, abuso di autorità.

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Tratta di esseri umani: altri reati

Altri reati connessi alla tratta di esseri umani e alla riduzione in schiavitù sono poi:

  1. l’art. 601 bis cp, sul Traffico di organi prelevati da persona vivente, al quale le persone vittime di tratta potrebbero andare incontro, che viene punito con la reclusione da 3 a 12 anni e con la multa da 50.000 a 300.000 euro;
  2. l’art. 602 cp, che disciplina invece il reato di acquisto e alienazione di schiavi.

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Tratta di esseri umani: esempi

Per comprendere al meglio il concetto di tratta possiamo fare qualche esempio. Abbiamo detto che nella nozione di tratta di esseri umani rientra il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l’accoglienza di persone con l’uso della forza, dello scambio di denaro, della coercizione, dell’abuso di potere al fine di ottenere il “consenso” della vittima.

Sono esempi di tratta:

  • la prostituzione forzata;
  • il lavoro forzato.

Il prelievo degli organi, invece, può essere una delle conseguenze peggiori della tratta di esseri umani.

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Quali sono le tutele per le vittime di tratta?

Il legislatore ha introdotto delle tutele specifiche per le vittime dei reati di tratta. In particolare, si prevede la possibilità per la vittima di tratta di ottenere il cosiddetto permesso di soggiorno rilasciato ai sensi dell’art. 18 del TUI (soggiorno per motivi di protezione sociale rilasciato a vittime di tratta).

Tale permesso di soggiorno speciale:

  • ha durata di sei mesi;
  • può essere rinnovato per un anno, o per il maggior periodo occorrente per motivi di giustizia.

Il permesso può essere revocato in caso di interruzione del programma o se si configura una condotta incompatibile con le finalità dello stesso, condotta che deve essere segnalata dal Procuratore della Repubblica o, per quanto di competenza, dal servizio sociale dell’ente locale.

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Politiche e attività nazionali

La Legge n. 11 agosto 2003, n. 228 ha previsto l’istituzione, presso la Presidenza del consiglio dei ministri, di un Fondo per le misure anti-tratta, ossia un fondo destinato al finanziamento di programmi di assistenza e integrazione sociale in favore delle vittime dei reati.

È stato inoltre istituito, sempre ad opera della legge del 2003, uno speciale programma di assistenza per le vittime dei reati di riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù, allo scopo di assicurare, in via transitoria, adeguate condizioni di alloggio, di vitto e di assistenza sanitaria. 

Se conosci qualcuno che è stato vittima del reato di tratta e vuoi dargli una mano, ti consigliamo di rivolgerti a un avvocato penalista per una consulenza legale online.

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Alessandra Caparello
Esperta di diritto tributario, fisco, tasse, previdenza.
Laureata in Giurisprudenza all’Università di Pisa, dal 2012 scrive online collaborando con diverse testate in materia di fisco, tasse, previdenza, risparmio ed economia.
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