Vai al contenuto

Reato di condotta: significato, esempio e differenza con i reati di evento

I reati di condotta sanzionano azioni vietate dalla legge anche senza la produzione di un danno concreto. Ecco come il diritto penale tutela i cittadini anche dai reati digitali come il cyberbullismo.

reati di condotta
  • I reati di condotta sono una particolare tipologia di reati che si distingue dai reati di evento, in cui è necessario il verificarsi di un danno concreto per configurare l’illecito.
  • Taluni reati di condotta rientrano nei reati di pericolo, in cui si punisce il rischio per un bene giuridico, anche senza un danno effettivo, come nella guida in stato di ebbrezza (ex art. 186 Codice della Strada). 
  • Le pene per i reati di condotta variano a seconda del tipo di reato, con sanzioni che possono includere reclusione o multe, come nel caso del cyberbullismo, che può portare fino a due anni di reclusione.

Il sistema penale identifica come reati di condotta tutte quelle azioni che, pur violando la legge, non producono necessariamente un danno immediato e concreto. Pertanto, opera una distinzione tra reati di condotta, reati di evento e reati di pericolo.

Il diritto classifica e regola i comportamenti umani, includendo anche quelli legati alla sfera digitale, che negli ultimi anni ha ampliato notevolmente i confini della responsabilità penale. Rientrano infatti in questa categoria reati noti e diffusi, come il furto, insieme a nuove fattispecie, quali il cyberbullismo, sempre più frequente con l’avvento dei social media

In questo contributo, esploriamo come l’azione sia a volte sufficiente per configurare un reato, evidenziando come anche le omissioni – come nel caso dell’omissione di soccorso – possano portare a conseguenze penali. Conoscere tali differenze è utile sia per chi si trova a dover rispettare un dovere giuridico, sia per chi vuole comprendere meglio i propri diritti e proteggersi da comportamenti altrui.

Cosa sono i reati di condotta

I reati di condotta, noti anche come reati di azione, si configurano quando l’elemento centrale del reato è rappresentato dalla condotta stessa, a prescindere dall’evento o dal danno che ne potrebbe derivare. In altre parole, affinché si verifichi un reato di condotta, è sufficiente che il soggetto attivo realizzi un comportamento vietato dalla legge, senza che sia necessario dimostrare l’effettiva produzione di un danno o di un evento dannoso.

Questi reati si distinguono dai reati di evento, in cui è indispensabile il verificarsi di un risultato concreto per configurare l’illecito. Per esempio, nel caso dell’omicidio (art. 575 c.p.), si ha un reato di evento poiché la rilevanza penale è legata alla morte della vittima. Nei reati di condotta, invece, il semplice compimento di un’azione vietata è sufficiente a determinare la responsabilità penale, come accade per il furto (art. 624 c.p.), dove l’azione di sottrarre un bene altrui consuma immediatamente il reato.

LEGGI ANCHE Cosa vuol dire reati perseguibili d’ufficio?

reati di mera condotta
Consulenza Legale Online

Vuoi una consulenza legale sull'argomento? Chiedi Gratis ad un Avvocato

  • +3000 avvocati pronti ad ascoltarti
  • Consulenza Legale Online - Telefonica, in webcam, scritta o semplice preventivo gratuito
  • Anonimato e Riservatezza - La tua consulenza verrà letta solo dall'avvocato che accetterà di rispondere

Richiedi una Consulenza

Reati commissivi e omissivi

I reati di condotta possono essere suddivisi in due grandi categorie:

  1. i reati commissivi;
  2. i reati omissivi.

I reati commissivi sono quelli in cui il soggetto attivo compie un’azione materialmente vietata dalla legge. Un esempio è il sequestro di persona (art. 605 c.p.), dove la privazione della libertà personale rappresenta l’essenza stessa del reato.

I reati omissivi si caratterizzano per la mancata realizzazione di una condotta dovuta. Si tratta di reati in cui la legge impone un obbligo di agire e la responsabilità penale sorge proprio per l’omissione di tale azione.

L’omissione di soccorso (art. 593 c.p.) è uno degli esempi più emblematici: il reato si consuma nel momento in cui il soggetto, pur essendo nelle condizioni di aiutare una persona in pericolo, si astiene dal farlo. Un altro esempio è il reato di rifiuto di atti d’ufficio (art. 328 c.p.), che si verifica quando un pubblico ufficiale omette di compiere un atto che la legge gli impone di eseguire.

Potrebbe interessarti anche Il reato di abuso d’ufficio è stato abolito

Condotta attiva e passiva

Un ulteriore elemento distintivo tra i reati di condotta è dato dalla distinzione tra condotta attiva e condotta passiva. Nei reati commissivi, la condotta è attiva, poiché il reato è integrato da un comportamento materiale o fisico (come l’appropriazione indebita o la violenza privata). Nei reati omissivi, invece, la condotta è passiva, ossia consiste in un mancato agire, come nel caso dell’omissione di atti d’ufficio o del mancato soccorso.

In particolare, i reati omissivi possono essere suddivisi a loro volta in reati omissivi propri e reati omissivi impropri. Nei reati omissivi propri, la condotta si consuma per la semplice mancata esecuzione di un’azione imposta dalla legge. Nei reati omissivi impropri, invece, l’omissione è configurabile solo se l’evento che si sarebbe potuto evitare rientra tra le conseguenze prevedibili e prevenibili dall’agente.

Un esempio di reato omissivo improprio è l’omicidio colposo (art. 589 c.p.), che si può verificare nel caso di un soggetto che, avendo l’obbligo giuridico di impedire un evento lesivo (come un medico o un genitore), omette di intervenire causando la morte di un’altra persona.

Ti consigliamo di leggere anche Come sapere se sono stato denunciato o querelato

Reati di azione: esempio

Tra i reati di condotta più comuni, troviamo:

  • l’abuso d’ufficio (art. 323 c.p.), che di recente è stato abrogato;
  • il furto (art. 624 c.p.), cioè l’appropriazione illecita di beni altrui;
  • la violenza privata (art. 610 c.p.), ovvero la costrizione di una persona a fare, tollerare o omettere qualcosa contro la propria volontà;
  • il peculato (art. 314 c.p.), reato in cui il pubblico ufficiale si appropria di denaro o beni di cui ha la disponibilità in ragione del suo ufficio.

I reati di azione possono abbracciare una vasta gamma di comportamenti, che si manifestano in vari ambiti del diritto penale, dalla pubblica amministrazione alla sfera personale e patrimoniale. La rilevanza giuridica di tali condotte risiede nella tutela preventiva che il legislatore accorda a specifici beni giuridici.

Potresti essere interessato anche a Prescrizione reati penali, civili, tributari, amministrativi, fallimentari, sessuali, edilizi: come funziona

reato di condotta

Reato di condotta e di evento: differenze

La distinzione tra reati di condotta, reati di evento e reati di pericolo è un aspetto di rilievo nella classificazione dei reati. Nei reati di condotta, l’accento è posto esclusivamente sull’azione o omissione dell’agente, a prescindere dall’esito che ne consegue. Nei reati di evento, invece, il verificarsi di un risultato dannoso o pericoloso è imprescindibile per configurare l’illecito.

Un caso esemplificativo è quello delle lesioni personali (ex art. 582 c.p.), reato di evento che richiede la produzione di un danno fisico alla persona offesa. Quindi, non basta che il soggetto aggredisca un altro, è necessario che l’aggressione causi una lesione fisica ai fini del reato. 

Per approfondire, leggi I reati di evento nella classificazione dei reati

Differenza con i reati di pericolo

I reati di pericolo si collocano in una posizione intermedia tra i reati di condotta e quelli di evento: è sufficiente che la condotta ponga a rischio il bene giuridico tutelato, anche se il danno effettivo non si è ancora concretizzato.. Il legislatore punisce la condotta dell’agente non tanto per il danno effettivamente causato, ma per il rischio che tale condotta comporta per il bene giuridico tutelato. I reati di pericolo si distinguono ulteriormente in reati di pericolo concreto e reati di pericolo astratto.

Nei reati di pericolo concreto, è necessario dimostrare che la condotta dell’agente ha effettivamente messo in pericolo il bene giuridico protetto. Un esempio tipico è il getto pericoloso di cose (art. 674 c.p.), che punisce chiunque, lanciando o versando cose pericolose, esponga persone o beni altrui a un rischio concreto per la loro integrità fisica.

Nei reati di pericolo astratto, invece, la pericolosità della condotta è presunta dal legislatore in base alla sua natura, senza necessità di dimostrare un pericolo effettivo. Un esempio comune è la guida in stato di ebbrezza (art. 186 Codice della Strada), dove la mera condotta di guidare con un tasso alcolico superiore ai limiti di legge configura il reato, indipendentemente dal fatto che tale condotta abbia effettivamente causato un pericolo o un incidente.

Queste distinzioni non sono solo di rilevanza teorica, ma hanno notevoli implicazioni pratiche sul piano processuale. In particolare, nei reati di condotta non è necessario dimostrare il nesso causale tra la condotta e un evento dannoso, mentre nei reati di evento è essenziale stabilire il collegamento causale tra l’azione dell’agente e il risultato lesivo. Nei reati di pericolo, infine, il focus si sposta sulla probabilità che una certa condotta possa arrecare danno, elemento che nei reati di pericolo astratto è presunto dal legislatore.

Giurisprudenza

La Corte di Cassazione ha più volte chiarito questi concetti, consolidando l’interpretazione di reati di condotta, evento e pericolo. Per esempio, nella sentenza Cass. Pen., Sez. V, n. 4564/2019, la Suprema Corte ha evidenziato che, nei reati di evento, la responsabilità penale può essere esclusa se l’evento dannoso non si verifica, anche se la condotta era idonea a produrlo. Al contrario, per i reati di condotta, è sufficiente dimostrare che l’azione si è realizzata secondo le modalità descritte dalla norma.

Su deQuo, puoi trovare avvocati esperti in diritto penale pronti a fornirti una consulenza personalizzata a partire da 29,90 euro + IVA, per aiutarti a comprendere meglio il quadro giuridico e affrontare i tuoi problemi legali. 

reati di azione

Elemento soggettivo e oggettivo del reato di condotta

Nel diritto penale, ogni reato si compone di due elementi fondamentali: l’elemento oggettivo e l’elemento soggettivo. Nei reati di condotta, la corretta individuazione di questi elementi è essenziale per comprendere come e quando un comportamento umano possa essere qualificato come penalmente rilevante.

1. Elemento oggettivo: la condotta e il nesso causale

L’elemento oggettivo dei reati di condotta consiste nella condotta, cioè nell’azione o omissione materialmente posta in essere dal soggetto agente. Un aspetto rilevante nell’analisi dell’elemento oggettivo è il nesso di causalità. Nei reati di condotta non è sempre necessario dimostrare un nesso di causalità tra la condotta e un evento specifico, poiché il reato si consuma con la mera realizzazione dell’azione vietata.

Tuttavia, nei reati omissivi impropri, il nesso causale assume un’importanza determinante, poiché la responsabilità penale dell’agente è collegata all’omissione di un’azione dovuta che avrebbe impedito un evento dannoso. In questi casi, per configurare il reato, occorre dimostrare che, se l’agente avesse agito, il risultato dannoso non si sarebbe verificato. A questo proposito, ricordiamo la sentenza Cass. Pen., Sez. Unite, n. 30328/2002, nota come Caso Franzese, in cui la Corte di Cassazione ha chiarito l’importanza del nesso causale nei reati omissivi impropri, stabilendo che, nei casi in cui si contesta l’omissione di un comportamento, è necessario dimostrare che, se l’azione fosse stata compiuta, il danno sarebbe stato evitato.

Approfondisci anche: Reato di tortura in Italia: l’art. 613-bis cp e i tentativi di abrogazione

2. Elemento soggettivo: dolo e colpa

L’elemento soggettivo si riferisce all’atteggiamento psicologico del soggetto al momento della commissione del reato. Nei reati di condotta, l’elemento soggettivo può assumere diverse forme, principalmente il dolo o la colpa.

Nel caso del dolo, l’agente compie l’azione con consapevolezza e volontà, sapendo di realizzare una condotta vietata dalla legge e volendola attuare. Il dolo può essere distinto in:

  1. dolo diretto: quando l’agente ha intenzione di realizzare esattamente la condotta vietata (es. sottrarre un bene nel furto);
  2. dolo eventuale: quando l’agente, pur non volendo direttamente l’evento, accetta il rischio che esso si verifichi come conseguenza della sua condotta (es. guidare ad alta velocità in zona pedonale, consapevole del rischio di investire qualcuno).

Nei reati colposi, invece, l’agente non vuole direttamente realizzare la condotta vietata, ma agisce con negligenza, imprudenza o imperizia, violando regole di cautela che avrebbe dovuto rispettare. 

La giurisprudenza ha più volte chiarito che, per determinare la responsabilità penale in casi di colpa, occorre valutare il grado di prevedibilità del danno e il rispetto delle norme di diligenza applicabili. Nella sentenza Cass. Pen., Sez. IV, n. 46512/2017, per esempio, la Corte ha ribadito che, nei reati colposi, la colpa può essere integrata non solo dalla violazione di specifiche norme di legge, ma anche dall’inosservanza di regole generali di prudenza o perizia.

Potrebbe interessarti anche Cos’è il dolo

quali sono i reati di condotta

Cyberbullismo: un nuovo reato di condotta nell’era digitale

L’evoluzione sociale e tecnologica degli ultimi decenni ha portato alla nascita di nuove forme di reati di condotta, che riflettono i cambiamenti delle dinamiche interpersonali e l’espansione della sfera digitale. In particolare, il cyberbullismo si è affermato come uno dei reati di condotta più diffusi e pericolosi nell’era digitale. Il legislatore, riconoscendo la necessità di proteggere le vittime da atti di violenza psicologica e morale perpetrati attraverso i mezzi digitali, ha introdotto l’art. 612-ter c.p. con la l. n. 71/2017, che disciplina questa forma di condotta illecita.

LEGGI ANCHE Il nuovo reato di occupazione abusiva di immobili: cos’è e cosa prevede

Il cyberbullismo si configura quando un soggetto, attraverso strumenti telematici, compie atti di molestie, intimidazioni, diffamazione o istigazione al suicidio nei confronti di un’altra persona, spesso minorenne. Il reato si consuma attraverso la mera realizzazione della condotta, senza che sia necessario che la vittima subisca un danno concreto, rendendolo un perfetto esempio di reato di condotta.

La pena prevista per il cyberbullismo varia a seconda della gravità delle condotte: può andare dalla multa fino a due anni di reclusione, soprattutto se le condotte reiterate causano danni psicologici o fisici alla vittima, specialmente se minorenne. In questo senso, la giurisprudenza ha iniziato a sviluppare un orientamento volto a tutelare in maniera sempre più incisiva le vittime di bullismo online, come dimostrano recenti pronunce della Corte di Cassazione, tra cui Cass. Pen., Sez. V, n. 44840/2019, che ha riconosciuto la gravità della reiterazione di atti diffamatori e intimidatori tramite social media.

Se hai bisogno di una consulenza su un reato di condotta o su altre questioni legali, su deQuo trovi avvocati pronti ad aiutarti ai quali puoi rivolgerti per una consulenza legale via chat o una richiesta di preventivo gratuita.

Reati di condotta – Domande frequenti 

Quali sono le sanzioni per i reati di condotta?

Le sanzioni per i reati di condotta variano in base alla gravità del reato e possono includere pene detentive o pecuniarie: scopri di più nella nostra guida

Come si distingue il dolo nei reati di condotta?

Nei reati di condotta, il dolo si verifica quando l’agente compie volontariamente un’azione vietata dalla legge, consapevole delle conseguenze. 

Come si riconosce un reato di condotta abituale?

Un reato di condotta abituale richiede una reiterazione di comportamenti illeciti, come nei maltrattamenti in famiglia, dove le azioni si ripetono nel tempo. 

Cosa significa per un reato essere a forma libera?

Un reato a forma libera è un reato in cui la legge non prescrive specificamente il tipo di condotta vietata, ma punisce il risultato illecito, come nel caso dell’omicidio. 

Quali reati sono considerati a forma vincolata?

I reati a forma vincolata sono quelli in cui la condotta illecita è specificamente descritta dalla legge, come nel furto, dove è vietato sottrarre beni altrui. 

Consulenza Legale Online

Vuoi una consulenza legale sull'argomento? Chiedi Gratis ad un Avvocato

  • +3000 avvocati pronti ad ascoltarti
  • Consulenza Legale Online - Telefonica, in webcam, scritta o semplice preventivo gratuito
  • Anonimato e Riservatezza - La tua consulenza verrà letta solo dall'avvocato che accetterà di rispondere

Richiedi una Consulenza

Immagine profilo autore
Giorgia Dumitrascu
Avvocato civilista
Cerca
Effettua una ricerca all'interno del nostro blog, tra centinaia di articoli, guide e notizie
Ti serve il parere di un Avvocato sull'argomento?
Prova subito il nostro servizio di consulenza online. Più di 3000 avvocati pronti a rispondere alle tue richieste. Invia la tua richiesta.
Richiedi Consulenza

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter settimanale per ricevere informazioni e notizie dal mondo legal.

Decorazione
Hai altre domande sull'argomento?
Se hai qualche dubbio da risolvere, chiedi una consulenza online a uno dei nostri Avvocati
Richiedi Consulenza

Altro su Diritto penale

Approfondimenti, novità e guide su Diritto penale

Leggi tutti
truffa ai danni dello stato
03 Novembre 2025
L’art. 640 del Codice Penale disciplina e punisce il reato di truffa. La truffa ai danni dello Stato è una truffa aggravata dall’avere indotto in errore lo Stato o un ente pubblico per ottenere un ingiusto profitto, ed è punita con la reclusione da uno a cinque anni e con…
social media girls reati
31 Ottobre 2025
SocialMediaGirls è un sito sul quale sono presenti immagini senza veli.  Si tratta, spesso, di foto di persone reali che sono state create con l’intelligenza artificiale.  Esiste addirittura una sezione che permette di spogliare le persone (solitamente, le donne), sempre tramite l’AI.  Ci ricordiamo più o meno tutte e tutti…
possono staccare le utenze all'inquilino che non paga?
30 Ottobre 2025
Le utenze di luce e gas non pagate non si tramutano in automatico nella sospensione della fornitura. Si riceverà prima un sollecito di pagamento: in caso di inottemperanza, ci sarà una riduzione della potenza pari al 15%. Trascorsi altri 15 giorni da questo evento, allora sì, luce e gas potranno…
messa alla prova riforma cartabia
27 Ottobre 2025
La messa alla prova è un istituto previsto dall'ordinamento per definire il processo penale, cercando di favorire il reinserimento sociale del reo. La disciplina della messa alla prova è stata modificata dalla Riforma Cartabia, che è intervenuta in modo significativo sul processo sia penale che civile. La nuova disciplina della…
messa alla prova
24 Ottobre 2025
La sospensione del procedimento con messa alla prova è regolamentata dall'art. 168 bis del Codice penale. Questa procedura consiste nel chiedere la sospensione del procedimento penale per i reati di minore gravità sociale. Può essere richiesta dall'imputato e dall'indagato. Una delle modalità con le quali può avvenire la sospensione della…
che succede se mi trovano con della droga
23 Ottobre 2025
Il possesso di droga per uso personale è molto diverso dallo spaccio. Il primo caso, infatti, rappresenta un illecito amministrativo. Lo spaccio di sostanze stupefacenti, invece, è un reato che può comportare pene molto gravi. Il possesso di droga (a prescindere dal fatto che si tratti di droghe leggere o…