Riforma Nordio: cosa cambia con la legge n. 114/2024
La legge nota come Ddl Nordio è entrata in vigore il 25 agosto 2025, tranne che per le modifiche alla disciplina sulla custodia cautelare, che saranno valide fra due anni, il 25 agosto 2026.
Dall’abrogazione del reato di abuso di ufficio al divieto di pubblicare il contenuto di intercettazioni che riguardano terzi soggetti estranei al procedimento, dalle modifiche alla disciplina sull’avviso di garanzia a quelle sulla custodia cautelare. Tante le novità entrate in vigore con la Riforma Nordio, ribattezzata così dal nome del ministro della Giustizia Carlo Nordio.
La Legge n. 114 del 2024, entrata in vigore lo scorso 25 agosto, reca una serie di modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e a quello giudiziario. Tra queste, senza dubbio la più importante è l’abrogazione del reato di abuso di ufficio, che comporta una serie di conseguenze molto importanti.
“L’approvazione di questo ddl rappresenta una svolta nel rafforzamento delle garanzie per gli indagati e una mano tesa a tutti i pubblici amministratori, che non avranno più paura di firmare. Di questo importante risultato desidero ringraziare tutti i parlamentari, i colleghi di Governo e l’intero staff del Ministero”. Queste le parole dell ministro della Giustizia dopo l’approvazione definitiva alla Camera dei deputati del disegno di legge.
- Riforma Nordio: le principali novità in sintesi
- 1. Abrogato il reato di abuso di ufficio
- 2. Riforma Nordio: cosa cambia per le intercettazioni
- 3. Informazione di garanzia
- 4. Custodia cautelare in carcere
- 5. Delitto di traffico di influenze illecite: novità Ddl Nordio
- 6. Esclusione appello pubblico ministero
- 7. Limite età massima giudici popolari
Riforma Nordio: le principali novità in sintesi
Tra le modifiche rivelanti che introduce il Ddl Nordio abbiamo:
- l’abrogazione del reato di abuso di ufficio;
- la modifica alla disciplina delle intercettazioni;
- la modifica alla disciplina dell’informazione di garanzia;
- la modifica alla disciplina della custodia cautelare in carcere;
- la riformulazione del delitto di traffico di influenze illecite;
- l’esclusione dell’appello del pubblico ministero contro le sentenze di proscioglimento;
- il limite di età massima dei giudici popolari.
La legge è entrata in vigore il 25 agosto 2024, tranne per quanto concerne le disposizioni relative alla composizione collegiale del giudice per l’applicazione della custodia cautelare in carcere, che entreranno invece in vigore successivamente, ossia il 25 agosto 2026. Vediamo nel dettaglio quali sono le novità.
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1. Abrogato il reato di abuso di ufficio
Uno dei punti più contestati della riforma Nordio è l’abolizione dell’articolo 323 del Codice Penale, sul reato di abuso di ufficio.
La norma in questione recitava testualmente che:
Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto è punito con la reclusione da uno a quattro anni. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno un carattere di rilevante gravità.
Cos’è l’abuso di ufficio? Trattasi di un reato commesso dal pubblico ufficiale che, violando consapevolmente leggi, regolamenti o l’obbligo di astensione, procura un danno ad altri o un vantaggio patrimoniale per sé.
Il reato di abuso d’ufficio è stato oggetto di diverse riforme legislative:
- nel 1990, c’è stata la legge n. 86, che ha esteso l’applicazione del reato oltre a colui che riveste la qualifica di pubblico ufficiale, anche all’incaricato di pubblico servizio;
- la legge n. 234 del 1997, tra le altre novità, ha modificato il limite edittale della pena;
- in epoca più recente, il D.L. 16 luglio 2020, n. 76 ha sostituito nell’articolo del Codice le parole “di norme di legge o di regolamento”, con “di specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità”.
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Cosa succede con l’abrogazione del reato di abuso di ufficio
Le conseguenze dell’abrogazione del reato previsto dall’art. 323 c.p. riguardano coloro che sono stati riconosciuti colpevoli del delitto di abuso d’ufficio e che ora potranno chiedere la revoca della loro condanna.
Il riferimento normativo è all’art. 673 del Codice di Procedura penale, rubricato “Revoca della sentenza per abolizione del reato”, nel quale si prevede che:
nel caso di abrogazione o di dichiarazione di illegittimità costituzionale della norma incriminatrice, il giudice dell’esecuzione revoca la sentenza di condanna o il decreto penale dichiarando che il fatto non è previsto dalla legge come reato e adotta i provvedimenti conseguenti.
Chi attualmente è sottoposto ad un procedimento penale pendente per il fatto di reato di cui all’art. 323 c.p., potrà quindi chiedere l’emissione della sentenza di non doversi procedere perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato.
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2. Riforma Nordio: cosa cambia per le intercettazioni
La legge introduce alcuni limiti alle intercettazioni, vietando di riportare dati e conversazioni che riguardano terzi soggetti estranei al procedimento. Viene introdotto, in sostanza, il divieto di pubblicazione, anche parziale, del contenuto delle intercettazioni in tutte le ipotesi in cui tale contenuto non venga indicato dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento.
In più, viene vietato il rilascio di copia delle intercettazioni di cui è vietata la pubblicazione quando la richiesta è presentata da un soggetto diverso dalle parti e dai loro difensori. Il PM, inoltre, deve stralciare le espressioni lesive della reputazione o riguardanti dati sensibili di soggetti diversi dalle parti.
Una novità enorme che prevede il divieto di pubblicazione del contenuto delle intercettazioni sia nei confronti della stampa, che dei privati, arrivando a prospettare solo due fattispecie consentite di pubblicazione delle intercettazioni, ossia nella motivazione del provvedimento e in quella della sentenza di merito.
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3. Informazione di garanzia
Per quanto riguarda le modifiche introdotte sull’avviso di garanzia, il Ddl Nordio prevede che in esso dovrà essere contenuta una descrizione sommaria del fatto su cui si indaga e l’atto dovrà essere consegnato in modo tale da garantire la riservatezza del destinatario.
4. Custodia cautelare in carcere
In riferimento alle modifiche sulle misure cautelari, la legge prevede l’obbligo dell’interrogatorio preventivo, integralmente documentato mediante riproduzione audiovisiva o fonografica. Il Ddl Nordio stabilisce, inoltre, che la decisione circa l’applicazione della custodia in carcere o di una misura di sicurezza detentiva nel corso delle indagini preliminari debba essere presa in collegialità.
Tale novità entrerà in vigore nel 2026 e, in sostanza, prevede che sarà in capo al GIP in composizione collegiale, e non più monocratica, la decisione di applicare la custodia cautelare con il fine ultimo di evitare di incorrere in ipotesi di incompatibilità.
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5. Delitto di traffico di influenze illecite: novità Ddl Nordio
Il traffico di influenze illecite è disciplinato dall’art. 346 bis codice penale, il quale recita testualmente che:
Chiunque, fuori dei casi di concorso nei reati di cui agli articoli 318, 319 e 319 ter e nei reati di corruzione di cui all’articolo 322 bis, utilizzando intenzionalmente allo scopo relazioni esistenti con un pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio o uno degli altri soggetti di cui all’articolo 322-bis, indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altra utilità economica, per remunerare un pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio o uno degli altri soggetti di cui all’articolo 322-bis, in relazione all’esercizio delle sue funzioni, ovvero per realizzare un’altra mediazione illecita, è punito con la pena della reclusione da un anno e sei mesi a quattro anni e sei mesi.
La Riforma Nordio ha ridimensionato il delitto, per cui ora le relazioni del mediatore con il pubblico ufficiale devono essere effettivamente utilizzate. In altre parole, la mediazione viene ritenuta illecita se è finalizzata al compimento di un reato a un pubblico ufficiale. Viene eliminata l’ipotesi della “millanteria” e restano le condotte più gravi. Sul piano sanzionatorio, inoltre, viene incrementato il minimo edittale della pena, che passa da 1 anno e 6 mesi (prima era solo di 1 anno) a 4 anni e 6 mesi.
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6. Esclusione appello pubblico ministero
Il Ddl Nordio, tra le altre cose, introduce anche una limitazione alla possibilità per il Pubblico Ministero di proporre appello contro le sentenze di assoluzione di primo grado, escludendo i reati più gravi.
In altre parole, il PM non ha più il potere di proporre appello avverso le sentenze di proscioglimento per i reati di cui all’articolo 550, commi 1 e 2, c.p.p., ossia reati per i quali l’azione penale si esercita con citazione diretta davanti al tribunale in composizione monocratica (tra cui la violenza o minaccia a un pubblico ufficiale, l’interruzione di pubblico servizio o la falsa testimonianza).
7. Limite età massima giudici popolari
Tra le altre novità introdotte dalla riforma Nordio, troviamo il nuovo limite di età massima per l’entrata dei giudici popolari in Corte d’Assise, fissato a 65 anni. La legge 114/2024 applica un aumento del ruolo organico della magistratura da destinare alle funzioni giudicanti di primo grado.
Infine, la legge interviene anche sul Codice dell’ordinamento militare, prevedendo la preclusione dell’avanzamento di carriera soltanto in caso di condanna di primo grado per delitti non colposi.
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