È possibile querelare un pubblico ministero?
Quando è possibile querelare il pubblico ministero? Esistono delle esclusioni o è necessaria apposita autorizzazione per iniziare il processo? Risponde anche civilmente dei danni arrecati? Ti diamo tutte le risposte nel seguente articolo.
- Il Pubblico ministero è un magistrato ordinario che svolge la funzione requirente, coordina le indagini ed esercita l’azione penale.
- Come qualsiasi cittadino, il Pubblico Ministero può rendersi responsabile di condotte illecite costituenti reato.
- Anche per il Pubblico Ministero è possibile esercitare un’azione penale, la quale presuppone, in primo luogo, una denuncia.
Il Pubblico Ministero svolge la c.d. funzione requirente, cioè si occupa delle indagini e dell’esercizio dell’azione penale. Tuttavia, come ogni pubblico ufficiale, può incorrere in errori, causati con dolo o con colpa. A seconda dei casi, può configurarsi una condotta costituente reato.
Egli, come qualsiasi altro cittadino, può essere perseguito per la condotta illecita assunta. Per questa ragione può essere sporta denuncia o presentata querela, a seconda che il reato sia procedibile d’ufficio o su iniziativa di parte. La maggior parte dei reati che richiedono la qualità di pubblico ufficiale, come abuso d’ufficio, peculato, ecc., sono procedibili d’ufficio.
Nel seguente articolo, ci proponiamo di spiegarti qual è il ruolo che normalmente assume il pubblico ministero nell’ambito del processo penale. Faremo poi una breve panoramica di alcuni dei più significativi reati contro la PA, che identificano in gran parte i reati posti in essere dai pubblici ufficiali.
Infine, ti diremo se il Pubblico ministero è denunciabile/querelabile, per poi soffermarci brevemente anche sui profili di responsabilità civile del magistrato, che presenta alcune caratteristiche inedite nell’ambito della responsabilità dei dipendenti pubblici.
Chi è il Pubblico Ministero?
Normalmente, il Pubblico Ministero è una delle figure a cui ci si affida quando si tratta di indagare su crimini e far valere la giustizia. Nell’ordinamento italiano è un magistrato che ha avuto accesso alla funzione mediante concorso pubblico. Svolge due importanti funzioni: dirige le indagini e promuove l’azione penale.
Per quanto riguarda la prima funzione, il Pubblico Ministero è conosciuto principalmente per questa attività. Questo, infatti, coordina le Forze dell’ordine al fine di individuare l’autore del reato e per cercare le prove necessarie per la condanna.
La polizia giudiziaria, infatti, è tenuta a comunicare eventuali notizie di reato al Pubblico ministero. In questo momento, egli prende la direzione delle indagini e coordina le scelte operative; per alcuni atti la sua partecipazione è necessaria, in altri casi comunque è garantita una certa discrezionalità alla polizia giudiziaria nello svolgimento di alcuni accertamenti.
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Secondo l’art. 109 della Costituzione italiana, l’autorità giudiziaria dispone direttamente della polizia giudiziaria. Ciò significa che la polizia può agire secondo la direzione della magistratura, durante la fase delle indagini preliminari. Presso ciascun ufficio della Procura della Repubblica sono presenti dei rappresentanti delle varie Forze dell’ordine, alle dirette disposizioni del magistrato, ma il PM può anche delegare l’attività di accertamento ai comparti esterni.
Il Pubblico Ministero, dopo le indagini preliminari, condotte con la polizia, deve esercitare l’azione penale, quando reputa che sussistano gli elementi essenziali del reato. Se all’esito di tale fase ritiene che, invece, non vi siano elementi per sostenere l’accusa in giudizio, può fare richiesta al GIP di archiviazione.
In alcuni casi, può anche decidere di presentare richiesta di decreto penale di condanna, quando sono evidenti le prove della colpevolezza e ne ricorrano le condizioni. In questo modo, non sarà necessario accedere alla fase del processo.
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Quando è possibile querelare il Pubblico Ministero?
Il presente articolo si propone di spiegare quando è possibile denunciare il Pubblico ministero. Quest’ultimo, come qualsiasi individuo, non è esente da errori, può dunque accadere che incorra in forme di responsabilità sia civile sia penale per le attività compiute.
Laddove, dunque, un pubblico ministero ha realizzato condotte illecite, come lesioni, omicidio, truffa, al di fuori della propria funzione, verrà perseguito come un normale cittadino.
Per i magistrati, a differenza di altre cariche, come i parlamentari, i membri del Governo, il Presidente della Repubblica, non è necessaria autorizzazione di apposito organo per avviare il procedimento penale: sarà dunque sufficiente la denuncia o querela sporta.
Di quali reati può macchiarsi il Pubblico Ministero? Il pubblico ministero, nell’esercizio delle proprie funzioni, può compiere qualsiasi reato, soprattutto quelli propri, cioè quelli che dipendono dalla funzione di pubblico ufficiale.
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I principali reati che un PM può commettere
Possiamo fare un breve elenco di ipotesi che possono verificarsi:
- violazione del segreto sugli atti di indagine compiuti. Tutte le attività condotte durante le indagini sono segrete fin quando non c’è la c.d. discovery, che avviene con la notificazione dell’avviso di conclusione delle indagini. I PM, come tutti coloro che collaborano alle indagini – polizia giudiziaria, cancellieri e funzionari giudiziari – sono tenuti a prestare il più alto riserbo sul contenuto degli atti. In genere, è primario interesse del Pubblico ministero non divulgare gli atti; tuttavia, in particolari circostanze, come un conflitto di interesse, il PM potrebbe essere indotto a divulgare il contenuto delle indagini:
- abuso d’ufficio: è un’altra ipotesi tipica di reato posto in essere dal pubblico ufficiale. Molto difficilmente potrebbe configurarsi per il P.M. Infatti, il reato, in primo luogo punisce il pubblico ufficiale che viola una regola di condotta, prescritta dalla legge o dagli atti aventi forza di legge, in assenza di discrezionalità. Salvo eccezionali casi, però, l’attività del P.M. è discrezionale. Più plausibile è la seconda ipotesi, cioè, in caso di conflitto di interessi, il pubblico ufficiale non si astiene dal compimento di un atto che comporta un vantaggio o danno ingiusto;
- corruzione, ordinaria o in atti giudiziari. In questo caso, la fattispecie presuppone un accordo con altro soggetto, che dà o promette denaro o altre utilità, in cambio di un atto conforme o contrario all’ufficio del pubblico ufficiale. La corruzione in atti giudiziari è una condotta corruttiva finalizzata ad incidere sull’esito di un procedimento, sia esso penale, civile o amministrativo. Dunque, la terza ipotesi che ci viene in mente di reato è proprio questa, dato il ruolo fondamentale del Pubblico Ministero nel procedimento.
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Cosa fare in caso di reato del Pubblico Ministero?
Se il Pubblico ministero compie un reato non resta altro che procedere a una denuncia. Il magistrato è un qualunque cittadino sottoposto alla legge e, in quanto tale, deve rispondere delle condotte illecite commesse.
Per il processo che ne consegue, il legislatore ha previsto delle regole specifiche in materia di competenza. In particolare, l’art. 11 dispone che, per i procedimenti in cui un magistrato assume la qualità di persona sottoposta ad indagini, di imputato, ovvero di persona offesa o danneggiata dal reato, se la competenza dovrebbe essere attribuita ad ufficio giudiziario compreso nel distretto di corte d’appello in cui il magistrato esercita le proprie funzioni o le esercitava al momento del fatto, la competenza è devoluta ad altro giudice ugualmente competente per materia, che ha sede nel capoluogo del distretto di corte di appello determinato dalla legge.
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Se, invece, nel distretto determinato ai sensi del comma 1, il magistrato stesso è venuto ad esercitare le proprie funzioni in un momento successivo a quello del fatto, è competente il giudice che ha sede nel capoluogo del diverso distretto di corte d’appello determinato ai sensi del medesimo comma 1.
Perché il legislatore ha introdotto questa norma? La ratio alla base della norma è quella di garantire un esercizio imparziale della funzione giudiziaria. In tal modo, infatti, si evitano forme di conflitto di interesse.
Trattandosi di controversie che hanno ad oggetto una questione relativa a un magistrato, i colleghi potrebbero essere influenzati in positivo, o anche eventualmente in negativo, nella decisione da assumere. Questa tipologia di competenza funzionale, invece, evita conseguenze negative e ripercussioni in danno o in favore del magistrato.
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La responsabilità civile del Pubblico Ministero
Ciò detto, quindi, è possibile proporre una denuncia nei confronti del Pubblico Ministero. Se dalla condotta del magistrato deriva, invece, un illecito civile, quindi un danno, è possibile richiedere il risarcimento del danno? Tale risposta è assai più complessa perché, in realtà, il legislatore ha previsto una disciplina peculiare per la responsabilità dei magistrati. Questa sorge se nei confronti di una delle parti processuali siano compiuti degli errori nell’esercizio della funzione giudiziaria.
Il legislatore, però, ha previsto una disciplina peculiare in caso di responsabilità dei magistrati. In genere, per tutti i pubblici dipendenti, vi è una responsabilità:
- diretta, nei confronti del dipendente danneggiante;
- indiretta, nei confronti dello Stato, tenuto, eventualmente, a risarcire per conto del dipendente, sia in base all’art. 28 Cost., cioè in virtù del rapporto di immedesimazione organica tra dipendente e PA (in virtù del quale il dipendente agisce per conto dell’amministrazione e a questa sono imputate scelte e conseguenze), sia in base all’art. 2049 c.c., cioè la responsabilità del datore di lavoro, se viene meno il rapporto di immedesimazione organica.
Nel caso del magistrato si prevede una responsabilità speciale: per la particolare delicatezza dell’attività compiuta dai magistrati, si vuole evitare che siano conculcati nella loro decisione dalla paura di un procedimento giudiziario.
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Dolo e colpa grave
La legge prevede solo una responsabilità indiretta del magistrato per dolo o colpa grave. Il danneggiato agisce nei confronti dello Stato che provvede a risarcire il danno. Lo Stato, a sua volta, potrà rivalersi nei confronti del magistrato. Come è evidente, la responsabilità è assai più complessa ed è esclusa nel caso di colpa lieve.
La colpa si dice grave quando consiste nel macroscopico ed imperdonabile errore del giudice. Per esempio, quando si verifica:
- l’evidente violazione di una norma di legge;
- il travisamento del fatto o delle prove;
- l’affermazione di un fatto la cui esistenza è incontrastabilmente esclusa dagli atti del procedimento;
- la negazione di un fatto la cui esistenza risulta incontrastabilmente dagli atti del procedimento;
- l’emissione di un provvedimento cautelare fuori dai casi consentiti dalla legge o in assenza di motivazione.
Un soggetto, invece, si dice in dolo quando agisce nella consapevolezza di arrecare un danno.
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Querelare Pubblico Ministero – Domande frequenti
Un Pubblico Ministero, al pari di qualsiasi altro cittadino, può essere querelato per tutte le condotte illecite poste in essere, sia nell’esercizio della propria funzione sia al di fuori dell’esercizio della funzione.
Al Pubblico Ministero si applica la disciplina della responsabilità civile dei magistrati. Dunque, in caso di danno, vi è responsabilità indiretta, solo per dolo o colpa grave: ciò significa che il privato agisce nei confronti dello Stato, che poi si rivale verso il magistrato.
Nel caso di giudizio nei confronti del pubblico ministero, il giudice competente è il giudice ugualmente competente per materia, che ha sede nel capoluogo del distretto di corte di appello determinato dalla legge.
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