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Lavori di pubblica utilità: cosa sono e come funziona la richiesta

Quando è possibile la conversione della pena detentiva in lavori di pubblica utilità (LPU)? Si deve ricorrere al patteggiamento? Scoprilo nella nostra guida.

lavori di pubblica utilità
  • I lavori di pubblica utilità rappresentano una sanzione sostitutiva della pena detentiva.
  • Hanno pertanto una funzione deflattiva, in quanto si pongono come alternativa alla detenzione in carcere.
  • Ci sono diversi reati e procedimenti penali nei quali è possibile presentare la relativa richiesta di applicazione di un lavoro di pubblica utilità.

Secondo il nostro ordinamento giuridico, la funzione della pena stabilita dal Giudice deve essere quella di rieducare il reo, quindi di sostenerlo nell’attuare un processo di cambiamento di quei comportamenti che ne impediscono la partecipazione al tessuto sociale. 

Tra gli interventi che possono essere attuati, si collocano i cosiddetti “lavori di pubblica utilità” (LPU), che consistono in una prestazione non retribuita da svolgere presso un ente pubblico – lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni – oppure un ente o un’organizzazione di assistenza sociale o volontariato. 

Il lavoro di pubblica utilità è disciplinato dal D.M. 26 marzo 2001 e può essere previsto sia per i soggetti liberi imputati, sia per i detenuti e gli internati, ai sensi dell’art. 20-ter dell’ordinamento penitenziario, secondo le medesime modalità previste dal D.M. 26 marzo 2001, dall’art. 21 comma 4 dell’ordinamento penitenziario e da apposite convenzioni stipulate ai sensi dell’art. 47 comma 1 del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000 n. 230, in seguito all’emanazione di una sentenza. 

Qual è l’iter per richiedere l’applicazione dei lavori di pubblica utilità? Chi può farne richiesta e in quale fase del procedimento penale? Ecco cosa comporta la normativa in vigore e come avviene la conversione della pena

Lavori di pubblica utilità: cosa sono

La funzione dei lavori di pubblica utilità è evitare che il reo trascorra la sua pena detentiva totalmente in carcere. Il motivo è presto detto: il carcere dovrebbe essere, di base, l’extrema ratio alla quale condannare un soggetto colpevole di un reato. 

Questo perché il carcere è un ambiente complicato, nel quale le frequentazioni con delinquenti abituali potrebbero portare un dato soggetto a sviluppare propositi criminosi, invece di favorire un processo di modifica delle attitudini personali che lo hanno condotto a delinquere.

L’imputato può però accedere a questa particolare forma di sanzione, ma soltanto:

  • se ne faccia richiesta;
  • oppure se, su proposta del Giudice, non si opponga. Il consenso dell’interessato può essere dunque esplicito o implicito. 

Dato che tali attività dovranno essere effettivamente utili per il reinserimento sociale del reo, quest’ultimo deve dimostrarsi collaborativo e svolgere così un’esperienza educativa che gli darà la possibilità di responsabilizzarsi e reinserirsi gradualmente nel contesto sociale. 

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cosa sono i lavori di pubblica utilità
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Dove si possono svolgere i lavori di pubblica utilità?

I lavori di pubblica utilità potranno essere svolti con gli enti che hanno sottoscritto apposite convenzioni con il Ministero o con i Presidenti dei tribunali delegati. Le convenzioni dovranno indicare:

  • le modalità di svolgimento dei lavori;
  • le autorità che si dovranno occupare delle attività di verifica

Ai sensi del decreto ministeriale 26 marzo 2001, si possono svolgere lavori di pubblica utilità a favore di persone affette da HIV, malati, anziani, minori, portatori di handicap, ex detenuti o extracomunitari. 

Le attività possono riguardare:

  1. il settore della protezione civile;
  2. la tutela del patrimonio pubblico e ambientale;
  3. altre attività relative alle professionalità del condannato.

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Come si converte la pena in lavoro di pubblica utilità?

Oggi, sul sito del Ministero della Giustizia, sono disponibili delle vere e proprie liste con i nomi delle strutture che hanno stipulato delle convenzioni con i Tribunali. In pratica, per richiedere questa forma di sanzione sostitutiva, ci si dovrà rivolgere al Tribunale competente e accedere così all’elenco degli enti convenzionati.

L’obiettivo è quello di dare al reo una modalità per riparare il danno commesso diversa dal carcere, che gli dia la possibilità di rientrare in contatto con la collettività. La durata dei LPU, come vedremo, dipende dalla pena irrogata dal Giudice. 

Come si calcolano le ore di lavoro di pubblica utilità?

In merito ai criteri di conversione della pena, una giornata di LPU corrisponde a:

  • un giorno di pena detentiva;
  • 250 euro di pena pecuniaria

Facciamo un esempio: supponiamo che un dato soggetto sia stato condannato a 5.000 euro di pena pecuniaria e a 30 giorni di arresto. Potrà in questo caso convertire la pena da scontare in 50 giorni di lavori di pubblica utilità.

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Richiesta lavori di pubblica utilità: per quali reati?

Quando si possono chiedere i lavori di pubblica utilità? Negli anni, il campo di applicazione di questo strumento alternativo della pena detentiva è stato esteso a diverse tipologie di illeciti, tra i quali non rientrano i reati particolarmente gravi

I LPU possono invece essere richiesti per:

  1. i reati relativi al Codice della strada;
  2. i reati riguardanti sostanze stupefacenti;
  3. i reati che sono di competenza del Giudice di pace

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1. LPU e Codice della strada

Le violazioni del C.d.S. previste dall’art. 186 (guida sotto l’influenza dell’alcool), comma 9-bis e dall’art. 187 (guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti), comma 8-bis del d.lgs. 285/1992 vengono puniti con l’arresto e l’ammenda, di importo variabile in relazione alla gravità dell’illecito commesso, oltre che con la sospensione della patente e l’eventuale sequestro del veicolo. 

La pena può, però, essere sostituita con i lavori di pubblica utilità secondo due modalità:

  • i LPU possono essere disposti direttamente dall’Autorità giudiziaria, anche senza il decreto penale di condanna, se l’imputato non si oppone;
  • oppure, l’imputato può farne esplicita richiesta, ai sensi dell’art. 444 cpp (applicazione della pena su richiesta, ovvero il cosiddetto patteggiamento).

I lavori di pubblica utilità non possono essere richiesti, nei casi citati, nelle ipotesi in cui il condannato abbia causato, con la sua condotta illecita, un incidente stradale

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2. LPU e sostanze stupefacenti

Per quanto riguarda le violazioni della legge sugli stupefacenti, art. 73, comma 5-bis, del D.P.R. 309/1990, si può accedere ai LPU quando il fatto non costituisca reato più grave, ovvero quando viene prevista la reclusione da 6 mesi a 4 anni e la multa da 1.032 a 10.329 euro. 

Il soggetto tossicodipendente o che ha assunto sostanze stupefacenti o psicotrope può quindi essere condannato allo svolgimento di lavori di pubblica utilità. Sarà l’ufficio locale di esecuzione penale esterna a verificare che i lavori siano effettivamente svolti, riferendo periodicamente al Giudice. 

La durata dei LPU corrisponde a quella della sanzione detentiva. Qualora dovessero essere violati gli obblighi relativi allo svolgimento del LPU, il Giudice potrebbe disporre la revoca. In tale ipotesi, sarà possibile fare ricorso, ma si prevede che il lavoro di pubblica utilità non possa sostituire la pena per più di 2 volte

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3. Reati di competenza del Giudice di pace

I LPU sono previsti anche per i reati di competenza del Giudice di pace, in base a quanto previsto dal d.lgs. n. 274/2000, agli art. 54 e 55, come pena principale, alternativa a quella detentiva. 

La sanzione può però essere applicata dal Giudice di pace a condizione che sia l’imputato a farne richiesta. La prestazione, che dovrà essere svolta nella Provincia di residenza del condannato, non può avere durata inferiore a 10 giorni, né superiore a 6 mesi. La durata massima della prestazione è di 6 ore a settimana, ma su richiesta dell’interessato il Giudice può prevedere un monte ore settimanale maggiore, che comunque non può superare le 8 ore giornaliere

Lo svolgimento non deve inoltre pregiudicare le eventuali esigenze di studio, lavoro, di famiglia e di salute del condannato. Per quanto riguarda il computo della pena, un giorno di LPU consiste nella prestazione di due ore di lavoro, anche non continuative. 

La verifica degli obblighi relativi ai LPU è a carico dell’Ufficio di Pubblica Sicurezza competente per territorio o, qualora fosse assente, dell’Arma dei Carabinieri. Il mancato svolgimento delle attività lavorative senza un giustificato motivo consiste in un’apposita fattispecie delittuosa, per la quale è prevista la reclusione fino a 1 anno.  

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Lavori di pubblica utilità e messa alla prova

Ai sensi dell’art. 168 bis cp, introdotto dalla legge 67/2014, nel caso di procedimenti penali che prevedono la sola pena edittale pecuniaria o la pena edittale detentiva non superiore a un massimo di 4 anni, oltre che per i delitti indicati dal comma 2 dell’articolo 550 del codice di procedura penale, l’imputato può chiedere la sospensione del processo con messa alla prova.

In questa ipotesi, l’Ufficio di esecuzione penale (UEPE) avrà il compito di definire, con l’imputato, le modalità di svolgimento dei lavori di pubblica utilità, che corrispondono a una prestazione non retribuita, di durata di almeno 10 giorni, anche non continuativi, per un massimo di 8 ore al giorno. Si occuperà inoltre di rendicontare lo svolgimento del LPU al giudice, segnalando la necessità di modifiche o la presenza di eventuali violazioni. 

Il LPU dovrà tenere conto delle attitudini lavorative e delle esigenze personali e familiari dell’imputato e costituirà una parte integrante e obbligatoria del programma di trattamento per l’esecuzione delle pena. 

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Che differenza c’è tra messa alla prova e lavori di pubblica utilità?

La sospensione del procedimento con messa alla prova comporta l’immediata sospensione del processo. Durante questo periodo, dovranno essere svolte delle attività non retribuite a sostegno della collettività, ma non c’è ancora stato un accertamento della responsabilità penale. I LPU, invece, rappresentano una pena alternativa alla detenzione, quindi è già stata affermata la responsabilità penale dell’imputato.

Sospensione condizionale della pena

Il Giudice può disporre, in base all’art. 18-bis delle Disposizioni di coordinamento e transitorie del codice penale, nei casi di cui all’articolo 165 del codice penale, l’obbligo del condannato ammesso alla sospensione condizionale della pena di svolgere lavori di pubblica utilità (a condizione che il condannato non si opponga). 

sanzione sostitutiva della pena lavori di pubblica utilità

LPU sostitutivo di pena detentiva breve

L’art. 56 bis della legge n. 689/1981 prevede i lavori di pubblica utilità come sostituti della pena detentiva breve, quindi di durata non superiore a 3 anni, definendolo come una “prestazione di attività non retribuita in favore della collettività da svolgere presso lo Stato, le Regioni, le Province, le città metropolitane, i Comuni o presso enti o organizzazioni di assistenza sociale e di volontariato”.

La prestazione potrà avere una durata non inferiore alle 6 ore e non superiore alle 15 ore settimanali, salvo che, su richiesta del condannato, il Giudice può estendere la durata settimanale, fino a un massimo di 8 ore al giorno. Nel computo della pena, un giorno di LPU consiste in due ore di lavoro. La sanzione sostitutiva dei LPU per le pene detentive brevi è stata confermata anche dal più recente D.Lgs. n. 150/2022.

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Lavori di pubblica utilità – Domande frequenti

Qual è la differenza tra i lavori socialmente utili e lavori di pubblica utilità?

A differenza dei lavori socialmente utili, che consistono in delle attività svolte dai percettori di sostegni al reddito, i lavori di pubblica utilità rappresentano una sanzione sostitutiva di una pena detentiva o pecuniaria.

Dove posso fare i lavori di pubblica utilità?

I lavori di pubblica utilità devono essere svolti presso strutture convenzionate con i Tribunali: leggi la nostra guida per saperne di più.

Cosa succede se non faccio i lavori di pubblica utilità?

Il mancato svolgimento dei lavori di pubblica utilità può comportare la revoca dell’istituto. 

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Maria Vittoria Simoni
Esperta di diritto penale
Neo laureata in legge, sogna di diventare un giorno magistrato. Nel frattempo, scrive per la redazione di deQuo, condividendo le sue conoscenze giuridiche online.
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