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Trattamento integrativo 2025 (ex bonus Renzi): a chi spetta e come richiederlo

Anche per il 2025, ai lavoratori dipendenti è riconosciuto il trattamento integrativo. Scopri a quali condizioni hai diritto ad un incentivo in busta paga.

trattamento integrativo 2025
  • Il Trattamento integrativo è una somma che viene attribuita ai lavoratori dipendenti, corrispondente a un valore massimo di 100 euro mensili
  • In pratica, il trattamento integrativo è l’ex bonus Renzi, oggi di valore superiore e attribuito a specifici soggetti.
  • Tali soggetti devono avere un reddito complessivo non superiore a 28.000 euro annui.

Il trattamento integrativo è riconosciuto ai lavoratori dipendenti anche per il 2025. La misura è stata riformata nel 2022: ancora oggi però può essere erogata a determinate categorie di lavoratori.

Il sistema per riconoscere il trattamento è molto complesso: si tiene conto sia del reddito, sia delle detrazioni e dell’imposta lorda IRPEF.

Nel seguente articolo, ti spiegheremo a chi e a quali condizioni è riconosciuto il trattamento integrativo. Inoltre, indicheremo anche le modalità di calcolo e come viene erogato.

Infatti, il trattamento integrativo per i redditi inferiori a 15.000 euro è erogato con modalità differenti rispetto al trattamento integrativo per i titolari di reddito compreso tra 15.000 e 28.000 euro.

Nuovo trattamento integrativo 2025: cos’è?

Il trattamento integrativo è anche chiamato bonus 100 euro: è, in sostanza, l’ex bonus Renzi. Viene attribuito in base a specifiche regole, che sono mutate nel corso degli anni. Si calcola molto semplicemente. Si deve dividere 1.200 euro per 365 giorni e moltiplicare il risultato per i giorni di detrazione per lavoro dipendente spettanti nel mese.

Spesso, i datori di lavoro, però, versano direttamente 100 euro in busta paga, nonostante si dovrebbe effettuare il calcolo appena menzionato.

Il trattamento non spetta sempre: è infatti erogato solo se l’imposta lorda supera la detrazione per lavoro dipendente e viene riconosciuto ai lavoratori con redditi fino a 15.000 euro. Ai contribuenti che hanno un reddito compreso tra 15.000 e 28.000 euro, invece, può ugualmente essere riconosciuto, ma a certe condizioni. 

Ai lavoratori che hanno un reddito inferiore a 8.500 euro il trattamento integrativo non spetta perché si trovano sotto la no tax area: in altre parole, dato che non pagano le tasse, non hanno diritto neanche al contributo.

Ti consigliamo anche di leggere: Detrazioni IRPEF per affitto nel modello 730: quali sono

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Come funziona il trattamento integrativo nel 2025?

Negli ultimi anni, il legislatore ha prestato molta attenzione al sistema fiscale. L’intento è quello di modificare il sistema integralmente. Tuttavia, per il momento, si è intervenuti soprattutto con riferimento alle aliquote IRPEF, che oggi sono tre. Di conseguenza, anche le detrazioni per lavoro dipendente sono state oggetto di riforma.

La misura, che nasce come agevolazione fiscale mirante a sostenere le famiglie con più basso reddito – viene riconosciuta direttamente in busta paga: in poche parole, sul cedolino dello stipendio sarà presente una voce extra pari a 100 euro al mese che è rappresentata proprio dal trattamento in questione.

Il valore massimo previsto in un anno è, quindi, pari a 1.200 euro, che possono essere erogati dal datore di lavoro, oppure dall’INPS. Chi ha un reddito annuo superiore a 28.000 euro non ha diritto al trattamento. Ma, a prescindere dal reddito, a quali categorie di lavoratori spetta?

Approfondisci l’argomento leggendo anche: Modello 730: sanzioni e come rimediare in caso di errori

trattamento integrativo 100 euro in busta paga

Trattamento integrativo 2025: limite e calcolo

Il trattamento integrativo per il 2025 è attribuito ai lavoratori che abbiano un reddito indicato agli articoli 49, con esclusione di quelli indicati nel comma 2, lettera a), e 50, comma 1, lettere a), b), c), c-bis), d), h-bis) e l), del TUIR.

Come dicevamo nei paragrafi precedenti, il trattamento spetta a coloro che hanno un reddito fino a 15.000 euro, se l’imposta supera la detrazione per lavoro dipendente. 

Il trattamento integrativo è attribuito anche ai titolari di un reddito compreso tra i 15 mila a 28 mila euro, purché titolari di uno dei redditi di cui agli articoli 49, con esclusione di quelli indicati nel comma 2, lettera a), e 50, comma 1, lettere a), b), c), c-bis), d), h-bis) e l), del TUIR.

Il trattamento viene erogato mensilmente, ma il calcolo deve essere compiuto su base annua, quindi può accadere che a fine anno debba essere restituito

Ti consigliamo anche di leggere: Assegno di inclusione: a chi spetta, requisiti, calcolo importi

Chi ha diritto al trattamento integrativo in busta paga?

I soggetti ai quali spetta il trattamento integrativo nel 2025 sono:

  • i lavoratori dipendenti;
  • i dipendenti che si trovano in cassa integrazione (es. ordinaria, straordinaria, in deroga);
  • i titolari di redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, in base a quanto previsto dal TUIR, quali per esempio i borsisti, i sindaci, i lavoratori socialmente utili.

Hanno inoltre diritto a ricevere il trattamento gli addetti alla Pubblica Amministrazione, i disoccupati che ricevono la NASpI e la DIS-COLL, le lavoratrici in congedo di maternità obbligatorio e i lavoratori in congedo di paternità.

A questo proposito, leggi Congedo parentale INPS 2025: come funziona, requisiti, durata, novità

Redditi fino a 15.000 euro: cosa comprendono

Per coloro che percepiscono un reddito che non supera i 15.000 euro, il calcolo da fare per capire se si può ricevere l’importo totale del trattamento integrativo devono comprendere:

  • i redditi di lavoro dipendente: Sono redditi di lavoro dipendente quelli che derivano da rapporti aventi per oggetto la prestazione di lavoro, con qualsiasi qualifica, alle dipendenze e sotto la direzione di altri, compreso il lavoro a domicilio quando è considerato lavoro dipendente secondo le norme della legislazione sul lavoro;
  • i redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente.

Sono redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente:

  • i compensi percepiti dai lavoratori soci delle cooperative (articolo 50, comma 1, lettera a) del TUIR);
  • le indennità e i compensi percepiti a carico di terzi dai lavoratori dipendenti per incarichi svolti in relazione a tale qualità (articolo 50, comma 1, lettera b) del TUIR);
  • le somme da chiunque corrisposte a titolo di borsa di studio, premio o sussidio per fini di studio o addestramento professionale (articolo 50, comma 1, lettera c) del TUIR);
  • i redditi derivanti da rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (articolo 50, comma 1, lettera c-bis) del TUIR);
  • le remunerazioni dei sacerdoti (articolo 50, comma 1, lettera d) del TUIR);
  • le prestazioni pensionistiche comunque erogate (articolo 50, comma 1, lettera h-bis) del TUIR);
  • i compensi per lavori socialmente utili in conformità a specifiche disposizioni normative (articolo 50, comma 1, lettera l) del TUIR).

Ai fini della determinazione del reddito complessivo rilevano anche i redditi agevolati ai sensi dell’articolo 44, comma 1, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e dell’articolo 16 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 147.

Non rientra nel computo del reddito, invece, il reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale e le relative pertinenze – mentre sono considerati i redditi soggetti a cedolare secca.

Per approfondire l’argomento ti consigliamo anche di leggere: Modello 730 2025: cos’è, come si compila e quali sono le scadenze

Trattamento integrativo con reddito fino a 15.000 euro

L’ipotesi in cui il reddito complessivo non superi i 15.000 euro comporta l’erogazione del trattamento integrativo se l’imposta lorda determinata sui redditi da lavoro dipendente supera le detrazioni da lavoro dipendente e assimilati.

In questo caso, il trattamento integrativo riconosciuto è di 1.200 euro, diviso per i 365 giorni di detrazione, quindi, la quota è la seguente:

  • nei mesi di 31 giorni, spettano 101,92 euro;
  • nei mesi di 30 giorni spettano 98,63 euro;
  • e nel mese di febbraio, che è di 28 giorni, spettano 92,1 euro.

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Tabella trattamento integrativo mese per mese

MeseGiorniTrattamento integrativo
Gennaio31101,92 euro
Febbraio2892,1 euro
Marzo31101,92 euro
Aprile3098,63 euro
Maggio31101,92 euro
Giugno3098,63 euro
Luglio31101,92 euro
Agosto31101,92 euro
Settembre3098,63 euro
Ottobre31101,92 euro
Novembre3098,63 euro
Dicembre31101,92 euro

Redditi compresi tra i 15.000 e i 28.000 euro

Il dipendente che ha un reddito superiore ai 15.000, ma inferiore ai 28.000 euro, può comunque ottenere il trattamento integrativo.

In questo caso, si tiene conto del reddito complessivo rilevante ai fini IRPEF. Quindi, sono valutati tutti i redditi del contribuente, non solo quelli da lavoro dipendente e assimilati. 

Di fatto, si tiene conto della differenza tra una serie di detrazioni e agevolazioni fiscali rispetto all’imposta lorda, calcolata sul reddito complessivo e non sul reddito da lavoro dipendente e assimilati.

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Trattamento integrativo reddito tra 15.000 e 28.000 euro

Il trattamento integrativo per i titolari di reddito compreso tra 15.000 e 28.000 euro non viene riconosciuto in automatico, ma può essere attribuito solo in dichiarazione dei redditi l’anno successivo. 

Viene riconosciuto:

  • se il reddito complessivo è superiore a 15.000 euro ma non a 28.000 euro;
  • a condizione che la somma di determinate detrazioni sia di ammontare superiore all’imposta lorda. Quindi, il diritto al trattamento è calcolato in modo inverso all’ipotesi precedente, in cui, invece, si applica il trattamento se l’imposta lorda supera le detrazioni. L’ammontare delle detrazioni che superano l’imposta è anche l’ammontare del trattamento integrativo stesso.

Le detrazioni che si prendono in considerazione sono:

  • per carichi di famiglia;
  • per reddito da lavoro dipendente e assimilati;
  • per interessi passivi su prestiti o mutui contratti entro il 202;
  • per le rate relative alle spese sostenute fino al 31 dicembre 2021 riferite a spese sanitarie, interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici, nonché a detrazioni previste da altre disposizioni normative.

L‘ammontare che non può essere superiore a 1.200 euro, determinato in misura pari alla differenza tra la somma delle detrazioni e l’imposta lorda. 

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Trattamento integrativo: quando viene pagato?

Considerato che il trattamento si riceve in busta paga, ogni lavoratore deve fare riferimento al giorno in cui viene accreditato lo stipendio. Spesso si tratta del 23 o del 27 del mese in corso, oppure delle prime due settimane del mese successivo (generalmente entro il 15).

Sapevi che è anche possibile rinunciare al trattamento integrativo in busta paga e riceverlo in un altro modo? Scopri come funzion il modulo di rinuncia

Trattamento integrativo 2025 – Domande frequenti

Quando viene erogato il trattamento integrativo?

Il trattamento integrativo viene erogato ai lavoratori dipendenti che sono titolari di reddito inferiore a 15.000 euro, oppure compreso tra 15.000 e 28.000 euro, ma solo a certe condizioni.

Quanto tempo dura il trattamento integrativo?

Il trattamento integrativo viene riconosciuto annualmente, quindi, ogni anno si valuta se si possiedono i requisiti per beneficiare del contributo.

Quante volte viene pagato il trattamento integrativo?

Il trattamento integrativo per i titolari di reddito inferiore a 15.000 euro viene erogato mensilmente. Mentre, per i titolari di reddito compreso tra 15.000 e 28.000 euro viene erogato con la dichiarazione dei redditi.

Quando non si ha diritto al trattamento integrativo?

Non si ha diritto al trattamento integrativo quando non viene rispettata la condizione del reddito, oppure nel caso in cui l’imposta lorda non supera le detrazioni, per i redditi fino a 15.000 euro, oppure le detrazioni non superano l’imposta lorda, nel secondo caso.

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Avv. Clelia Tesone
Avvocato civilista
Laureatasi in Giurisprudenza con la votazione di 110 e Lode presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e con approfondita conoscenza delle materie del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo. Ha brillantemente conseguito l’abilitazione alla professione di avvocato, a seguito dell’espletamento della pratica forense in diritto civile e il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013 presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord.
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