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Vittorio Emanuele di Savoia: le vicende giudiziarie

Vittorio Emanuele di Savoia è stato un personaggio sotto i riflettori fin dalla nascita, che lascia, alla sua morte, una serie di interrogativi legati alla vicende giudiziarie in cui è stato coinvolto.

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  • Vittorio Emanuele di Savoia è morto lo scorso 3 febbraio 2024, a Ginevra. I funerali si terranno a Torino il prossimo 10 febbraio.
  • Era il primo figlio del Re Umberto II, ultimo re di Italia. In quanto tale, era considerato legittimo erede, diretto in linea di successione.
  • L’uomo negli anni è stato coinvolto in varie vicende legali, mai conclusesi con una condanna.

Pochi giorni fa, Vittorio Emanuele di Savoia è deceduto all’età di 86 (quasi 87) anni. L’uomo è stato al centro di scandali e dibattiti di varia natura, a partire dalla sua nascita, quando la madre, Maria Josè, tentò un complotto per farlo divenire immediatamente re d’Italia ed assumere la reggenza del Paese.

Negli anni, è stato travolto da scandali legali, accuse di corruzione, associazione per delinquere e omicidio. D’altro canto, ciascuna delle accuse in questione non è mai stata conclusa con una condanna di fatto. Nel seguente articolo, ripercorreremo la vita dell’uomo e le vicende legali (e non) che l’hanno visto come protagonista.

Vittorio Emanuele di Savoia: le vicende biografiche

Solo pochi giorni fa, Vittorio Emanuele di Savoia, personaggio complesso e dai lati oscuri, è deceduto a Ginevra. Nato a Napoli, nel 1937, è stato un membro della Casa Savoia, figlio dell’ultimo re d’Italia, Umberto II e di Maria José.

Il Principe di Napoli, titolo conferitogli dal nonno alla nascita, ha avuto un’infanzia turbolenta, in particolar modo durante la seconda guerra mondiale, anche a causa degli intrighi della madre. Pare che in più occasioni, infatti, Maria Josè abbia tentato di far divenire sovrano direttamente il figlio e porlo sotto la propria reggenza.

Dopo l’abdicazione del nonno, diventa principe ereditario, per poco più di un mese, fino al referendum del 1946, che decretò il superamento della forma di governo monarchica, in favore di quella repubblicana.Dopo il Referendum e l’entrata in vigore della Costituzione, l’intera famiglia Savoia andò in esilio in Svizzera. Vittorio Emanuele tornerà in Italia solo nel 2002, dopo oltre 50 anni.

Nel 1970, Vittorio Emanuele ha sposato Marina Doria, da cui ha avuto un figlio, Vittorio Emanuele. La famiglia, a lungo in esilio, è spesso stata protagonista di vicende di cronaca, che hanno destato non poco clamore. 

Vittorio Emanuele è morto lo scorso 3 febbraio: i funerali si terranno nel Duomo di Torino, il pomeriggio del 10 febbraio. Dopodiché, Vittorio Emanuele sarà sepolto nella cripta reale nella Cattedrale di Superga. 

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La disputa dinastica

Tra i molti intrighi che hanno coinvolto la famiglia, ricordiamo quello sulla disputa dinastica. Pur non essendo titoli riconosciuti dallo Stato Italiano, le controversie sono stata molte, sicuramente più di quello che ci si potrebbe aspettare. In particolare, la controversia sulla successione di Vittorio Emanuele di Savoia è sorta nel 2006.

Secondo alcuni, infatti, il vero capo della famiglia Savoia, è Amedeo di Savoia-Aosta. Il padre di Vittorio Emanuele, il re Umberto II, infatti, non ha mai riconosciuto il matrimonio con Marina Doria. Ciò avrebbe tolto dalla linea dinastica Vittorio Emanuele. 

I sostenitori di Amedeo di Savoia-Aosta sostengono che Vittorio Emanuele abbia perso ogni diritto di successione al trono e all’appartenenza alla famiglia reale, proprio in conseguenza di questo matrimonio non apprezzato dal padre.

L’Annuario della nobiltà italiana, alla voce “Real Casa di Savoia” non indica Vittorio Emanuele come capo della famiglia, né attribuisce al figlio Emanuele Filiberto alcun titolo nobiliare o dinastico. I titoli, invece, sono riconosciuti ad Amedeo di Savoia dal 1970.

I sostenitori di Vittorio Emanuele, invece, hanno affermato che il matrimonio sarebbe stato accettato con il tempo dal re deposto. Inoltre, come ha avuto in più occasioni modo di ribadire lo stesso Vittorio Emanuele, la successione è automatica, quindi non era necessaria un’investitura da parte dell’ex sovrano.

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Vittorio Emanuele: le vicende processuali

La famiglia Savoia, in realtà, è stata anche travolta da molti scandali legali che hanno dato vita anche ad azioni giudiziarie nei loro confronti. Di seguito, faremo un breve resoconto su quanto accaduto nel tempo.

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Traffico di armi

Negli anni settanta, Vittorio Emanuele è stato indagato dal giudice istruttore Carlo Mastelloni della Pretura di Venezia per traffico di armi, oltre che dal giudice istruttore Carlo Palermo della Pretura di Trento. 

La questione aveva ad oggetto il traffico di armi in alcuni Paesi mediorientali sottoposti a embargo. Vittorio Emanuele è stato considerato intermediario per conto dell’Augusta, un’azienda aeronautica italiana operante nella costruzione di elicotteri e convertiplani.  

Si è detto che, grazie all’amicizia con lo Scià di Persia Reza Pahlavi, Vittorio Emanuele aveva mediato nella compravendita di elicotteri, per conto dell’Italia, con l’Iran e altri Paesi arabi. L’indagine è stata però archiviata quando trasferita alla Pretura di Roma.

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L’omicidio di Dirk Hamer

Uno dei casi più noti che ha riguardato Vittorio Emanuele è quello dell’omicidio di Dirk Hamer, fatto che è rimasto sempre oscuro. Nell’estate del 1978, la famiglia si trovava a bordo del proprio Yacht in Corsica, sull’isola di Cavallo, dove ci fu una sparatoria, a seguito del furto del gommone di Vittorio Emanuele da parte degli ospiti del chirurgo Nicky Pende

Vittorio Emanuele, infatti, sparò due colpi di carabina e, presumibilmente, uno dei proiettili colpì alla coscia lo studente Dirk Hamer, figlio di Ryke Geerd Hamer, che stava dormendo sulla barca vicina. Il ragazzo morì nel dicembre dello stesso anno, dopo mesi di agonia. 

La vicenda, in realtà, è rimasta avvolta dal mistero. La difesa di Vittorio Emanuele ha sostenuto che il proiettile era stato sparato da altri soggetti, poi fuggiti e mai identificati. L’imbarcazione di Vittorio Emanuele non è mai stata controllata da parte delle autorità: venne, infatti, smantellata in Sardegna, senza che potesse essere perquisita. 

Anche il calibro e il rivestimento dei proiettili che ferirono Hamer erano diversi da quelli della carabina di Vittorio Emanuele. A questo fu contestato di aver sostituito l’arma, ma non fu data alcuna prova del fatto. Nel 1991, Vittorio Emanuele è stato definitivamente prosciolto dall’accusa di omicidio e condannato a 6 mesi con la condizionale per porto abusivo di arma da fuoco

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L’intercettazione

I sospetti non sono tuttavia caduti: infatti, nel 2006 fu intercettata una sua conversazione nel carcere di Potenza, in cui si vantava di aver sparato al ragazzo e averla fatta franca. La dichiarazione è stata riportata dalla stampa:

Anche se avevo torto… devo dire che li ho fregati. È davvero eccezionale: venti testimoni, e si sono affacciate tante di quelle personalità importanti. Ero sicuro di vincere. Io ho sparato un colpo così e un colpo in giù, ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui e ha preso la gamba sua, che era stesa, passando attraverso la carlinga. 

Secondo i legali dell’uomo, la conversazione sarebbe stata alterata, eliminando i “non”, per far apparire le affermazioni negative in positivo. 

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Cassazione e diritto all’oblio

La questione della morte di Hamer, in realtà, è tornata all’attenzione dell’autorità giudiziaria, quando la Cassazione si è dovuta pronunciare sull’accusa di diffamazione all’ex direttore de la Repubblica, Ezio Mauro, e di un giornalista. I due erano stati accusati di aver diffamato in un articolo del 2007 Vittorio Emanuele. 

La Cassazione, in questa occasione, ha riferito che il delitto di diffamazione non era configurabile in capo ai due imputati, perché non era possibile affermare con certezza che Vittorio Emanuele non fosse l’autore dell’omicidio di Hamer. Dall’analisi degli elementi indiziari utilizzati dalla sentenza di appello, anche alla luce delle intercettazioni di Potenza, la Cassazione ha ritenuto che non fosse possibile escludere del tutto il coinvolgimento di Vittorio Emanuele nella morte del giovane. 

La giurisprudenza ha, quindi, escluso la possibilità di esercitare il diritto all’oblio sulla vicenda. Si legge nella pronuncia:

si deve confrontare col diritto della collettività ad essere informata ed aggiornata sui fatti da cui dipende la formazione dei propri convincimenti, anche quando ne derivi discredito alla persona titolare di quel diritto, sicché non può dolersi Savoia della riesumazione di un fatto certamente idoneo alla formazione della pubblica opinione.

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Corruzione, prostituzione e gioco d’azzardo

La storia legale di Vittorio Emanuele è stata poi recentemente arricchita da ulteriori eventi. Nel 2006, è stato indagato dalla procura di Potenza per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso e associazione finalizzata allo sfruttamento della prostituzione.

A seguito di una parziale ammissione dei fatti, Vittorio Emanuele è stato anche sottoposto alla misura degli arresti domiciliari a Roma, in una casa di proprietà della famiglia Fabbri, dove si è trasferito con la moglie. Successivamente, sono stati revocati gli arresti domiciliari, ma imposto il divieto di espatrio.

In seguito, Vittorio Emanuele ha dichiarato in una telefonata intercettata:

Questi giudici sono dei poveretti, degli invidiosi, degli stronzi. Pensa a quei coglioni che ci stanno ascoltando: sono dei morti di fame, non hanno un soldo. Devono stare tutto il giorno ad ascoltare, mentre probabilmente la moglie gli fa le corna.

Nel 2007, le due procedure sono state archiviate.

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Nel 2008, il PM Woodcock ha nuovamente richiesto un rinvio a giudizio per “associazione a delinquere finalizzata alla corruzione ed al falso contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica ed il patrimonio”. In particolare, Vittorio Emanuele è stato accusato di aver promosso e organizzato una holding del malaffare, attiva nel settore del gioco d’azzardo.

Sarebbe infatti stato coinvolto in un giro di tangenti per ottenere dal monopolio di stato certificati per l’installazione delle macchinette per il gioco. L’attività, si è detto, aveva come scopo quello di riciclare denaro sporco tramite le relazioni con casinò autorizzati. Anche da questa accusa, Vittorio Emanuele è stato assolto, nel 2010. Nel 2009, Woodcock chiede ed ottiene un’ulteriore rinvio a giudizio, che si è comunque concluso con assoluzione.

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Vittorio Emanuele di Savoia – Domande frequenti

Chi era Vittorio Emanuele di Savoia?

Vittorio Emanuele di Savoia era il primo figlio dell’ultimo re d’Italia, Umberto II, e di Maria Josè. L’uomo è stato a lungo in esilio con la famiglia, dopo il voto al referendum del 1946.

Quali le implicazioni nell’omicidio Hamer?

Vittorio Emanuele di Savoia è stato accusato della morte di un giovane studente, Dirk Hamer, a seguito di una sparatoria avvenuta tra due imbarcazione in Corsica, nel 1978.

Vittorio Emanuele è stato condannato per la morte di Hamer?

Vittorio Emanuele non è stato condannato per la morte di Hamer, sebbene dubbi sulla sua innocenza non sono stati dissipati, anche a causa di dichiarazioni dello stesso, poi intercettate.

Vittorio Emanuele è mai stato condannato per un reato di cui è stato accusato?

L’ex principe di Napoli, Vittorio Emanuele, è stato coinvolto in varie vicende legali, ma non è stato mai condannato, salvo che per porto d’armi abusivo in Francia, per i fatti del 1978 in Corsica.

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Avv. Clelia Tesone
Avvocato civilista
Laureatasi in Giurisprudenza con la votazione di 110 e Lode presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e con approfondita conoscenza delle materie del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo. Ha brillantemente conseguito l’abilitazione alla professione di avvocato, a seguito dell’espletamento della pratica forense in diritto civile e il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013 presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord.
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