Come tutelarsi da un fratello o una sorella?
Quali sono gli obblighi di assistenza tra fratelli e osa succede nel caso in cui una fratello o una sorella dovessero avere dei debiti? Ci potrebbero essere delle ripercussioni per l'altro? Analizziamo il quadro normativo in vigore, per capire quali sono le tutele legali esistenti.
- I fratelli e le sorelle sono tenuti ad obblighi di assistenza reciproca, quale espressione del principio di solidarietà.
La condotta illecita del fratello, o sorella, può costituire reato ed è punibile, tranne che nei casi in cui siano integrati reati contro il patrimonio. - Dal rapporto con il fratello o la sorella, potrebbero anche derivare possibili pregiudizi, soprattutto in sede ereditaria.
I rapporti tra fratelli o sorelle non sono sempre semplici. Talvolta possono essere fonte di problemi di varia natura, sia economici, come nel caso di debiti che si ripercuotono sugli altri congiunti, sia affettivi e, in generale, legali. Talvolta quindi, si verifica che vi è un fratello svantaggiato rispetto all’altro.
Molto spesso è proprio nell’ambito familiare che nascono le controversie più complesse per gli avvocati e i professionisti del settore giustizia. I conflitti sorgono soprattutto in sede ereditaria e successoria. Al momento dell’apertura del testamento, uno dei fratelli potrebbe essere pregiudicato in vantaggio dell’altro.
Come tutelarsi in questo caso? Nei prossimi paragrafi vedremo come l’ordinamento ha messo a disposizione dei fratelli molteplici rimedi, anche piuttosto incisivi per tutelare la propria posizione. Se sei interessato a scoprirne di più ti invitiamo a proseguire nella lettura: cercheremo di spiegarti come puoi tutelarti da pretese o condotte illecite da parte di un fratello o di una sorella.
- Obbligo di assistenza tra fratelli: cos’è
- Posso denunciare mia sorella o mio fratello?
- Liti tra fratelli: testamento e donazioni a un solo fratello
- Fratelli eredi in lite: suggerimenti legali
- Come tutelarsi da un fratello (o una sorella) sulla successione ereditaria
- Se un fratello ha debiti chi ne risponde?
Obbligo di assistenza tra fratelli: cos’è
In primo luogo dobbiamo interrogarci su quali siano gli obblighi che gravano sul fratello o sulla sorella. L’ordinamento prevede una serie di obblighi di assistenza al fratello in capo a tutti i prossimi congiunti. In tal senso depone l’art. 433 c.c., che prevede l’onere anche in capo ai fratelli e sorelle di versare un assegno alimentare nella misura dello stretto necessario.
Ciò significa che, se il fratello è in stato di bisogno, deve essere versata una somma dovuta al fine di soddisfare l’acquisto di cibo o ogni altra esigenza essenziale. Questa norma è espressione del principio di solidarietà sociale, che trova riconoscimento in Costituzione all’art. 2, la quale si rafforza in presenza di rapporti familiari.
Si precisa che tale onere, gravando su tutti i congiunti, deve essere adempiuto dal parente che ha disponibilità e che si trovi in rapporto di particolare vicinanza con il soggetto. In sostanza, non necessariamente deve provvedere il fratello. A maggior ragione, sussiste un obbligo di assistenza anche nei confronti del fratello disabile.
Tuttavia, sul punto è opportuno precisare che non si estende oltre al dovere di garantire gli alimenti. Per intenderci, il fratello non deve necessariamente accogliere l’altro fratello disabile per prendersi cura di lui. Può anche decidere di affidarsi ad una struttura specializzata, o far nominare dal tribunale un curatore.
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Posso denunciare mia sorella o mio fratello?
Nel peggiore dei casi, potrebbe esserti capitato di chiederti se è possibile denunciare un fratello o una sorella. Sul punto è opportuno precisare che la risposta dipende dal reato che si lamenta. Tendenzialmente è possibile, per la maggior parte dei reati, soprattutto se gravi, come quelli che hanno ad oggetto l’integrità fisica o diritti che attengono alla personalità.
Nel codice penale, però, c’è anche una norma, l’art. 649 cp, che esclude la punibilità per i fatti commessi da fratelli o sorelle (così come da altri congiunti). Tuttavia, la norma circoscrive questa causa di non punibilità solo ad alcuni reati, del capo III titolo XIII, cioè i delitti contro il patrimonio.
Questa norma è espressione di una scelta di opportunità del legislatore, cioè decide di non punire reati che hanno per oggetto beni materiali, al fine di tutelare la famiglia. Questo per le seguenti motivazioni:
- nell’ambito dei rapporti familiari calano i freni inibitori, quindi si potrebbe essere indotti a compiere anche qualche azione non propriamente corretta dal punto di vista giuridico e non solo;
- l’azione penale danneggia la famiglia e crea disgregazione tra i suoi membri;
- non è sempre facile definire se una condotta possa effettivamente qualificarsi come reato, soprattutto nelle ipotesi più semplice. Come lo definireste voi l’uso della bicicletta del proprio fratello? Sarebbe un’ipotesi di furto d’uso?
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Liti tra fratelli: testamento e donazioni a un solo fratello
Può accadere che i tuoi genitori vogliano procedere ad una donazione a carico di tuo fratello o sorella. È molto comune la prassi della donazione dell’immobile, soprattutto nelle forme della donazione indiretta. Cioè è prassi comune che i genitori acquistino una casa e la intestino direttamente al figlio o diano i soldi al figlio per il relativo acquisto.
Il genitore potrebbe anche decidere poi di lasciare gran parte, se non tutti i suoi averi, ad un figlio, escludendo l’altro fratello. Questo si realizza per esempio con testamento, l’atto di disposizione di ultima volontà con il quale l’individuo dispone del proprio patrimonio per il momento in cui non sarà più in vita. Si dice che tale negozio, per questa ragione, sia a causa di morte, cioè la sua morte permea uno degli elementi fondamentali dell’atto.
Tramite testamento, quindi, è possibile devolvere il patrimonio:
- o con istituzione di erede, cioè il figlio succede in tutti i rapporti del genitore, sia attivi sia passivi. Ciascun erede subentra in base alla quota, cioè si entra in comunione con tutti gli eredi, ciascuno partecipa e ha diritti su di essa in base alla quota assegnata loro;
- o tramite legato, cioè il genitore lascia un bene specifico o anche un diritto, ma non c’è il subentro per quota nell’intero patrimonio.
Quindi, in sintesi, il diritto concesso ad un fratello può ledere l’altro in tre modi:
- donazione;
- successione universale testamentaria;
- successione particolare con legato.
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Fratelli eredi in lite: suggerimenti legali
Possiamo ora chiederci se l’ordinamento reputi ammissibili queste situazioni, cioè che un fratello sia avvantaggiato in danno dell’altro in sede ereditaria. L’ordinamento riserva a determinati parenti del defunto (coniugi, figli, in assenza di figli genitori) una parte del patrimonio che è detta appunto di riserva o quota di legittima.
Tali soggetti sono detti legittimari e possono far valere una specifica normativa a tutela, che prende il nome di successione necessaria. La quota viene calcolata procedendo ad una riunione fittizia, cioè si sommano al patrimonio residuo alla morte le donazioni effettuate in vita, si sottraggono poi i debiti. Sulla somma ricavata, si applicano le quote.
Il legislatore ha previsto un sistema di quote variabile, a seconda del numero e qualità di legittimari. Cosa significa? Per esempio, se il defunto ha un solo figlio, a questo spetta 1/2 del patrimonio. Se i figli sono due, ad ognuno di essi spetta 1/3.
Tramite queste operazioni si individua quella parte del patrimonio che è indisponibile, cioè il defunto non può liberamente disporre, è necessariamente attribuito ai legittimari, in un duplice senso:
- non può porre in essere donazioni che siano lesive della posizione di taluno dei legittimari;
- non può neanche ledere il legittimario mediante disposizione testamentaria, sia con l’istituzione di erede sia con il c.d. legato.
In questi casi, se il patrimonio non è sufficiente a coprire la quota di legittima, l’ordinamento ha previsto un rigido sistema di tutela del legittimario.
Dunque, la risposta alla nostra domanda iniziale è che l’ordinamento non tollera che un fratello sia avvantaggiato a discapito dell’altro, ma comunque gli consente di tutelarsi.
Per approfondire l’argomento dovresti leggere: Come funziona l’eredità: tutto sulla successione
Come tutelarsi da un fratello (o una sorella) sulla successione ereditaria
Possiamo ora soffermarci su alcuni strumenti di tutela, che sono propri del regime della successione necessaria. Infatti, il legislatore prevede due azioni a tutela del fratello svantaggiato contro l’altro fratello (o sorella) donatario, così come nei confronti di qualsiasi altro soggetto beneficiario di una disposizione lesiva di legittima.
Le azioni sono quella di riduzione e di restituzione. L’azione di riduzione è un’azione di inefficacia relativa della disposizione testamentaria lesiva o della donazione. Non è un’impugnativa negoziale, in quanto la donazione o le disposizioni testamentarie sono valide.
La principale conseguenza è che l’atto non produce effetti nei confronti del fratello svantaggiato agente. Questo ha un duplice significato:
- la quota del fratello avvantaggiato è ridotta, in modo tale da garantire che quella dell’altro sia ripristinate nell’entità di legge;
- i beni donati si considerano come presenti nel patrimonio e possono anche essere chiesti in restituzione sia al beneficiario sia a un terzo.
Si prescrive in 10 anni e non può essere oggetto di rinuncia espressa.
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L’azione di restituzione, invece, può essere esercitata verso il fratello, o terzi, se il fratello ha venduto il bene ad altri. La disciplina dell’azione però in parte è divergente.
Infatti, l’azione di restituzione verso il fratello avvantaggiato può essere esercitata se:
- si agisce in riduzione verso l’altro e si chiede la restituzione;
- il fratello non ha più la disponibilità del bene e deve tentare di recuperarlo;
- non si riesce a recuperarlo e si deve versare l’equivalente monetario.
L’azione verso il terzo può essere esercitata invece solo se:
- è esercitata l’azione di riduzione e restituzione verso il beneficiario;
- si è tentato di agire in via forzata verso il beneficiario per recuperare il valore del bene.
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Se un fratello ha debiti chi ne risponde?
Una delle questioni più problematiche è se i creditori del fratello possano agire anche nei confronti dell’altro, cioè ci si chiede se il fratello può essere chiamato ad adempiere in luogo dell’altro in caso di debiti. In linea di principio non è possibile, perché la responsabilità da inadempimento viene fatta valere solo nei confronti del soggetto che era tenuto a pagare.
Ciò non toglie che il fratello possa subire delle ripercussioni. Per esempio, il creditore può agire con pignoramento e acquisire anche beni, come gli arredi della casa (soprattutto se di valore ,come quadri o arredi di antiquariato) o altre cose, che sono anche nella disponibilità dell’altro fratello.
Possono esserci dei problemi nel caso in cui si ereditino determinati patrimoni comprensivi di debiti. Ricordiamo, a tal proposito che, se il fratello muore senza figli e coniuge, il patrimonio è principalmente ereditato dai genitori e dai fratelli.
La questione si è posta in passato per i debiti di Equitalia, oggi non più esistente e sostituita dall’Agenzia delle entrate-Riscossione. In primo luogo, ci si chiedeva se fosse possibile che un fratello potesse ereditare i debiti in questione. La giurisprudenza ha stabilito che anche questi sono trasmissibili: è però possibile tutelarsi rinunciando all’eredità.
Altro problema sempre connesso, è se invece si è entrambi in comunione ereditaria a seguito della morte di uno dei genitori e l’Agenzia delle Entrate agisca sulla quota o su uno dei beni in comunione. Questa situazione è più complessa e difficilmente si può trovare uno strumento di tutela efficace.
Tuttavia, se nel patrimonio è presente un immobile, il fratello debitore potrebbe sceglierla come dimora abituale, quindi come prima casa. In questo caso non sarebbe pignorabile dall’amministrazione finanziaria.
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Liti tra fratelli – Domande frequenti
Il fratello stesso, salvi casi eccezionali di comunione ereditaria. In questo caso, infatti, il debito può ripercuotersi verso gli altri fratelli.
Il genitore può escludere un fratello dall’eredità con donazioni, testamento che istituisce erede esclusivo l’altro, legati.
In caso di morte senza figli di un fratello, l’eredità spetta a coniuge, genitori e fratelli, che sono eredi legittimi in base alla legge.
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