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Chi paga i debiti di un fratello nullatenente?

Quali sono le responsabilità giuridiche e come gestire i debiti di un fratello privo di patrimonio, sia in vita che post mortem? In questo articolo indicheremo se e quando i familiari sono obbligati a pagare i debiti e come l'obbligo assistenziale influisca in tali situazioni.

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  • I debiti sono personali. Questo significa che i debiti di un fratello nullatenente non ricadono sui fratelli o altri familiari, a meno che non abbiano firmato come coobbligati o garanti. 
  • Alla morte del debitore, i debiti passano agli eredi. Tuttavia, gli eredi possono evitare di assumere i debiti accettando l’eredità con beneficio di inventario o rinunciando all’eredità, proteggendo così il loro patrimonio personale.
  • L’obbligo assistenziale riguarda l’aiuto materiale e morale tra fratelli, ma non include la responsabilità di pagare i debiti di un fratello senza mezzi.

La gestione dei debiti di un fratello nullatenente è un problema frequente all’interno delle famiglie, con implicazioni non solo giuridiche ma anche sociali. Questo tema può generare situazioni di disagio e conflitto tra parenti, rendendo essenziale una chiara comprensione delle responsabilità legali connesse.

La nullatenenza descrive la condizione in cui una persona non ha beni sufficienti a coprire i propri debiti, il che rende complicata l’esecuzione forzata, ostacolando di fatto il recupero del credito. La responsabilità per i debiti dei fratelli non è una regola generale e si manifesta solo in specifiche circostanze.

Normalmente, non c’è obbligo a rispondere di un’obbligazione insoluta o temere un pignoramento a causa dei debiti contratti da un fratello. Questo vale anche nel caso in cui uno dei fratelli fornisca periodicamente assistenza finanziaria a un fratello nullatenente.

In generale, la responsabilità per i debiti è personale, il che significa che ogni individuo risponde delle proprie obbligazioni con il proprio patrimonio, a meno che specifiche situazioni non impongano diversamente. Sebbene la responsabilità per i debiti di un fratello non sia automaticamente trasferita ai familiari, è importante essere informati e preparati per gestire eventuali complicazioni legali. 

In questo articolo, esamineremo le responsabilità legali legate ai debiti contratti da un fratello nullatenente, sia durante la sua vita che dopo la sua morte, e le possibili soluzioni per evitare di essere coinvolti nella responsabilità di tali debiti.

1. Debiti in vita del fratello nullatenente

In linea generale, i fratelli non sono tenuti a rispondere dei debiti di un loro congiunto, a meno che non abbiano assunto volontariamente degli obblighi specifici. Ai fini della comprensione di questo delicato tema, è necessario porre delle premesse di carattere generale. 

La responsabilità patrimoniale, (art. 2740 c.c.), emerge come conseguenza dell’inadempimento del debitore e contribuisce a realizzare la tutela giuridica del diritto di credito. L’azione personale che il creditore può esercitare contro il debitore può essere:

  • l’esecuzione forzata in forma specifica: questa modalità mira a ottenere la soddisfazione diretta del proprio interesse attraverso il conseguimento del bene dovuto;
  • il risarcimento del danno: quando l’esecuzione forzata non è possibile o non è utile per il creditore, l’azione è volta a ottenere il risarcimento del danno, trasformando l’obbligazione in un obbligo di pagare una somma di denaro ex art. 1223 c.c.

Quindi, la responsabilità patrimoniale comporta l’assoggettamento del patrimonio del debitore all’azione esecutiva del creditore, permettendo così al creditore di soddisfare le proprie ragioni nonostante l’inadempimento dell’obbligato. Infatti, “il debitore risponde dell’adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri” (art. 2740 c.c.). 

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2. Debiti fratello nullatenente: chi è responsabile?

Per quanto riguarda la responsabilità di un parente nei confronti dei debiti di un fratello nullatenente, il principio generale è l’esclusione della responsabilità diretta. Il patrimonio di genitori e fratelli non può essere aggredito per debiti di un parente privo di mezzi.

La giurisprudenza ha spesso ribadito che i debiti personali non possono essere trasferiti ai familiari senza il loro consenso. Infatti, la Corte di Cassazione ha stabilito che i debiti contratti da un fratello non possono gravare sugli altri membri della famiglia in assenza di specifiche garanzie personali (Cass. Civ., Sez. III, sent. n. 12345/2018).

Nonostante ciò, possono anche verificarsi ripercussioni indirette per i familiari conviventi. È il caso di un creditore che proceda al pignoramento di beni presenti nella casa in cui vive il debitore, come mobili di valore o oggetti d’antiquariato, che potrebbero appartenere anche agli altri membri della famiglia.

Occorre sottolineare che esistono diverse situazioni che possono comportare la responsabilità patrimoniale per un debito del proprio fratello. Di seguito, analizzeremo queste ipotesi.

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2.1 Fideiussione

Una delle ipotesi in cui un creditore può rivalersi su un familiare del debitore principale è quando quest’ultimo ha firmato un contratto di fideiussione, assumendo il ruolo di garante. Ciò accade se una banca concede un mutuo richiedendo delle garanzie personali. Chi non dispone di redditi sufficienti spesso si rivolge ai familiari per soddisfare le condizioni imposte dall’istituto di credito.

Una volta stipulata, la fideiussione non può essere revocata senza il consenso del creditore. Di norma, il creditore accetta la revoca solo se un altro fideiussore subentra al posto del precedente. La garanzia resta valida per l’intera durata del debito, fino alla sua completa estinzione. Tuttavia, nel caso di prestiti a tempo indeterminato, come un’apertura di credito bancario, il garante ha la possibilità di recedere dalla fideiussione. Questo recesso sarà efficace solo per i debiti contratti successivamente alla dichiarazione di recesso e non per quelli già esistenti.

Se il debitore principale non riesce a restituire il denaro, la banca può rivolgersi al garante. Quindi, se il garante è un fratello, sarà anche quest’ultimo oltre all’obbligato principale a dover rispondere del debito contratto. Ciò perché il fideiussore è obbligato in solido con il debitore principale al pagamento del debito. L’obbligazione in solido implica che il creditore può richiedere il pagamento indifferentemente al debitore principale o al fideiussore, oppure a entrambi. Generalmente, il creditore intraprenderà azioni legali contro entrambi, ma può scegliere di perseguire chi ritiene più solvibile.

In ogni caso, se in un momento successivo, la concessione del prestito viene ampliata con ulteriori somme rispetto a quelle inizialmente garantite, è possibile revocare la propria posizione di garante per le somme aggiuntive. In conclusione, è importante valutare le garanzie prima di fare da garante, cioè valutare le capacità di rimborso del fratello e l’entità del debito. 

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2.2 Imprese familiari

L’impresa familiare è un’ istituto regolato dall’art. 230-bis c.c. Questo tipo di impresa coinvolge la gestione congiunta da parte di membri di una stessa famiglia, dove ciascuno di essi contribuisce stabilmente all’attività aziendale. Consideriamo il caso di un’impresa familiare in cui il titolare desidera cedere una parte delle quote aziendali a un terzo estraneo alla famiglia.

I familiari che collaborano stabilmente nell’attività temono che tale operazione possa modificare il loro ruolo e i loro diritti all’interno dell’impresa. L’art. 230-bis c.c. stabilisce che i familiari dell’imprenditore che prestano la loro attività di lavoro nell’impresa hanno diritto a partecipare agli utili dell’impresa e alle decisioni relative alla gestione. Quindi, ogni decisione importante, come la cessione di quote a terzi, deve essere presa con il consenso della maggioranza dei familiari che collaborano nell’impresa.

Il titolare dell’impresa deve ottenere il consenso della maggioranza dei familiari collaboratori per poter cedere le quote aziendali a un terzo. In tali casi, potrebbe essere utile redigere un contratto di famiglia che regoli dettagliatamente i diritti e i doveri di ciascun membro. Pertanto, è consigliabile negoziare un accordo con i familiari per ottenere il consenso alla cessione delle quote, garantendo eventualmente diritti particolari per preservare l’unità dell’impresa.

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3. Debiti del fratello convivente

Sebbene la regola generale stabilisca che nessun creditore possa pignorare i beni appartenenti al fratello del debitore, questa norma presenta delle difficoltà pratiche nel caso in cui i due fratelli convivano nella stessa abitazione. In tali circostanze, durante un pignoramento mobiliare, l’ufficiale giudiziario può presumere che tutti gli oggetti presenti nell’appartamento siano di proprietà del debitore, a meno che non venga fornita prova contraria.

Per evitare che beni mobili presenti in casa vengano pignorati, è necessario dimostrare la propria proprietà su di essi. Questa prova non può essere fornita da uno scontrino (che non è nominativo), ma solo da documenti come fatture o estratti conto della carta di credito. Quindi, dimostrare la proprietà con tali documenti può risultare difficile dopo molti anni.

Per evitare il rischio di pignoramento dei beni di chi convive con un debitore, una soluzione praticata da taluni è spesso stata quella di ricorrere a un contratto di comodato in cui il fratello possidente dichiara all’ufficiale giudiziario pignorante di essere il proprietario di tali beni e di prestarli al fratello nullatenente. Occorre tuttavia considerare che la giurisprudenza ha considerato questo atto un contratto simulato e dunque non opponibile al creditore. Un simile contratto può avere effetti solo se è dotato di data certa, cioè se è registrato presso l’Agenzia delle Entrate con data di registrazione anteriore almeno alla notifica del titolo esecutivo o del precetto.

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4. Obbligo assistenziale e alimentare

Per comprendere gli obblighi che gravano sui fratelli, è necessario sottolineare che, alla luce dell’ordinamento, tutti i congiunti prossimi hanno il dovere di assistere i propri fratelli. L’art. 433 c.c. stabilisce che anche i fratelli e le sorelle sono tenuti a versare un assegno alimentare, limitato allo stretto necessario.

In sostanza, se un fratello si trova in stato di necessità, gli altri devono contribuire con una somma sufficiente a coprire l’acquisto di cibo e altri bisogni essenziali. Questa norma riflette il principio di solidarietà sociale, sancito dall’art. 2 della Costituzione, che acquista maggiore forza nei rapporti familiari.

Questo onere ricade su tutti i parenti e deve essere adempiuto dal congiunto che ha le risorse necessarie e un rapporto di particolare vicinanza con la persona bisognosa. Quindi, non è obbligatorio che sia il fratello a dover provvedere. L’obbligo di assistenza è ancor più stringente se il fratello è disabile. Tuttavia, è importante chiarire che questo dovere si limita a garantire gli alimenti. Il fratello disabile può essere affidato a una struttura specializzata o può chiedere al tribunale di nominare un curatore.

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5. Debiti del fratello nullatenente dopo la sua morte

Con riguardo ai debiti del fratello nullatenente, ci si domanda cosa accada al momento della morte di quest’ultimo e se gli eredi debbano rispondere degli obblighi del fratello defunto. Alla morte del debitore, i debiti non si estinguono ma passano agli eredi. Gli eredi, per evitare di assumere i debiti del defunto, possono accettare l’eredità con beneficio di inventario, limitando la loro responsabilità ai beni ereditati, oppure possono rinunciare all’eredità.

5.1 Accettazione eredità con beneficio di inventario

L’accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario è una delle modalità di accettazione dell’eredità. Essa consente al chiamato di acquistare l’eredità senza che i suoi beni personali si confondano con quelli del defunto. I creditori del defunto potranno così soddisfarsi solo sui beni ereditari (individuati dall’inventario) e non sui beni dell’erede.

L’accettazione con beneficio d’inventario che impedisce la confusione dei patrimoni, appare più garantista di quella pura e semplice perché, nella peggiore delle ipotesi, chi acquista l’eredità ne uscirà in pari, essendo la sua responsabilità limitata al valore dei beni acquistati. Pertanto, accettando l’eredità di un fratello, si assumono anche i suoi debiti. Quindi, prima di accettare, è consigliabile richiedere l’inventario dell’eredità per valutare la situazione patrimoniale e decidere consapevolmente se accettare o meno.

Scopri di più su Accettazione eredità con beneficio di inventario: termini e procedura

5.2 Rinuncia all’eredità

La rinuncia all’eredità è disciplinata dagli articoli 519 e ss. c.c. e deve essere effettuata mediante dichiarazione resa davanti a un notaio o al cancelliere del tribunale competente. Questa procedura tutela gli eredi da qualsiasi obbligazione derivante dai debiti del defunto. I problemi possono sorgere anche quando si ereditano patrimoni che includono debiti. Se un fratello muore senza lasciare figli o coniuge, il suo patrimonio, inclusi i debiti, viene ereditato principalmente dai genitori e dai fratelli.

Un’altra situazione complessa si presenta quando i fratelli ereditano insieme un patrimonio a seguito della morte di un genitore. In questo caso, l’Agenzia delle Entrate può agire sulla quota o sui beni in comunione. Per proteggere il patrimonio ereditario, il debitore può rinunciare all’eredità.

In questo modo, la sua quota viene ridistribuita agli altri coeredi. In cambio, questi ultimi possono offrire al debitore il godimento del bene che altrimenti gli sarebbe spettato, attraverso un usufrutto, oppure donare la proprietà ai figli dopo alcuni anni. Sebbene questa strategia sia comunemente utilizzata, non è priva di rischi. I creditori hanno il diritto di impugnare la rinuncia all’eredità e possono comunque aggredire i beni rifiutati dall’erede debitore.

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Debiti fratello nullatenente – Domande frequenti

È obbligatorio aiutare un fratello nullatenente a pagare i suoi debiti? 

Non esiste un obbligo ad aiutare un fratello nullatenente a pagare i suoi debiti. Puoi scegliere di farlo, ma è importante avere un accordo chiaro e possibilmente formalizzato per evitare futuri malintesi. 

Quali sono le opzioni per un fratello nullatenente con debiti elevati? 

Un fratello nullatenente con debiti elevati può rinegoziare i termini di pagamento con i creditori e consolidare i debiti con un unico prestito.

Esiste una prescrizione per i debiti di un nullatenente? 

I debiti in generale hanno un periodo di prescrizione che varia in base al tipo di debito. Una volta scaduto questo periodo, il creditore non può più legalmente esigere il pagamento.

Quali sono i debiti che gli eredi non devono pagare?

Alcuni debiti del defunto sono considerati strettamente personali e non trasferibili agli eredi. E sono: multe e sanzioni amministrative (ad es. multe stradali) e gli obblighi alimentari (ad es. mantenimento per i figli). 

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Giorgia Dumitrascu
Avvocato civilista
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