Guadagnare online in modo legale: consigli fiscali per evitare sanzioni
Conoscere le leggi per fare soldi in modo legale e costante è il primo passo per riuscire a ingranare e guadagnare online, anche partendo da zero.
- Il primo passo per iniziare a guadagnare online è conoscere le leggi.
- Dall’apertura della partita IVA al Codice del Consumo fino alla normativa sul trattamento dei dati personali, le nozioni da conoscere sono tante.
- Ecco perché dovresti approfondire fin da subito gli aspetti legali e fiscali di un eventuale lavoro sul web, in modo da riuscire a prevedere un possibile rendimento futuro, analizzando rischi e costi da sostenere.
Lavorare sul web, da casa, senza dover stare incollati l’uno all’altro come sardine in metro o fare lunghe code in macchina, con l’ansia di non trovare il parcheggio e arrivare così in ritardo in ufficio, è il sogno di molti. Non sempre è facile provare a metterlo in pratica.
A volte, dire addio al posto fisso e a una vita di palpabili certezze è una scelta che si tende a procrastinare troppo a lungo, fino a quando non si smette di pensare a quell’idea, balenata in un momento di stanchezza e di motivazione persa nella vita da dipendente.
Guadagnare online oggi è una possibilità aperta a tutti: basta iniziare dalla prima, come quando si guida un’auto, e capire pian piano come muoverti per raggiungere l’obiettivo di un lavoro fisso da remoto.
Buona parte degli imprenditori digitali che hanno avuto successo e si sono fatti più spazio sul web sono quelli che hanno analizzato fin da subito, ancora prima di cominciare a lavorare da casa, gli aspetti fiscali e legali.
Per esempio, si può guadagnare online senza la partita IVA? È vero che posso fare qualsiasi lavoro sul web se rispetto il limite dei 5.000 euro, oppure si tratta di una falsa credenza? Rispondere a queste e altre domande in merito risulta essenziale per non rischiare di incorrere in successive sanzioni amministrative.
Partiremo citando quelli sono che, al momento, alcuni dei lavori che si possono svolgere online, che non prevedono necessariamente competenze in ambito finanziario: per riuscire a fare soldi da casa, infatti, non esiste unicamente il trading online, ma ci sono diverse attività che si possono portare avanti e coltivare in modo continuativo.
Metodi legali per guadagnare online
Se cerchi su Internet consigli su cosa potresti fare lavorando da casa, troverai una marea di guide con suggerimenti tutti simili tra loro. Cosa cambia allora tra una guida e l’altra?
Quello che può fare davvero la differenza non è tanto la bravura di chi scrive e ti sta dando il consiglio giusto, ma la tua attitudine nel riuscire a mettere in pratica il suggerimento, trasformandolo in un’attività lavorativa vera e propria, dalla quale possa derivare un reddito certo.
Abbiamo così messo insieme alcuni lavori che potresti fare online: il nostro scopo non è quello di spiegarti come eseguirli, ma cosa fare per essere in regola con la componente fiscale e legislativa.
Potresti, per esempio, prendere in considerazione:
- la creazione di un sito web, oggi possibile con CMS tipo Wordpress, che possono essere un buon punto di partenza: da un sito che riesce a raggiungere un elevato numero di utenti, perché propone contenuti ben scritti e interessanti, si può monetizzare con Google AdSense;
- il sito potrebbe essere anche un e-commerce, sul quale vendere prodotti artigianali (vestiti, borse, gioielli) o altro, o una consulenza specifica su qualche argomento;
- si potrebbe considerare anche l’idea di fare dropshipping, pratica che permette di vendere prodotti online senza possedere un magazzino fisico.
Lavori che sono nati proprio con Internet, poi, sono quelli legati all’affiliate marketing, ai social media e all’influencer marketing, oppure ai guadagni che si possono ottenere tramite le recensioni o i sondaggi online.
Anche l’attività stessa del copywriting ha trovato terreno fertile nel mondo digitale, con opportunità che vanno dal trovare più facilmente lavoro tramite siti dedicati ai freelancer (è il caso di Fiverr o Freelanceboard), alla possibilità di scrivere un libro e pubblicarlo tramite Amazon, vendendolo poi direttamente sulla piattaforma.
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Normativa fiscale per il lavoro online
Come suggerito nelle righe iniziali, gli aspetti legali e, dunque, fiscali rappresentano una delle nozioni fondamentali da conoscere se il tuo obiettivo è quello di lavorare come libero professionista e fare soldi sul web.
Su questo punto, ti renderai conto che proprio Internet è un luogo in cui le informazioni legate alla fiscalità vengono spesso date in modo impreciso, contribuendo a diffondere convinzioni che, non sempre, corrispondono al vero.
Il nostro obiettivo è di aiutarti, partendo dai concetti base, a calcolare in anticipo il costo fiscale e previdenziale del tuo lavoro, in modo tale da poter stimare in anticipo il reddito netto che potresti riuscire a ottenere.
Partiamo da una domanda super gettonata in materia: se lavoro da casa, sono obbligato ad aprire la partita IVA? Cosa rischio se non lo faccio? Quale regime fiscale dovrei scegliere?
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Partita IVA: quando è obbligatoria
Uno dei luoghi comuni più diffusi quando si parla di lavoro online è che se non si supera la soglia dei 5.000 euro annui, allora sia possibile guadagnare senza dover aprire la partita IVA.
Nei fatti, però, le attività che si svolgono da remoto – a prescindere che si tratti di affiliate o influencer marketing oppure di guadagni derivanti da banner pubblicitari presenti sul proprio sito o dalla vendita di prodotti homemade su un e-commerce – sono solitamente abituali e continuative.
Non rientrando, dunque, nell’accezione di lavoro autonomo occasionale, prevedono l’apertura della partita IVA – la quale dovrà eventualmente essere riportata sul proprio sito.
La partita IVA non ha, dunque, un legame con quanto si guadagna sul web: questo punto è, invece, importante per la scelta del regime fiscale, considerato che quello forfettario, a differenza di quello ordinario, prevede un limite annuo reddituale di 85.000 euro.
Per approfondire meglio le questioni fiscali, ad ogni modo ti consigliamo di rivolgerti direttamente a un commercialista oppure a un avvocato con una specializzazione in diritto del lavoro o diritto commerciale.
L’apertura della partita IVA potrà avvenire anche in autonomia, direttamente sul sito dell’Agenzia delle entrate. Tuttavia, il supporto di un commercialista potrebbe essere fondamentale, specialmente al fine di individuare il codice Ateco relativo alla propria attività.
Codice Ateco: cos’è
Il codice Ateco è, semplicemente, un numero con cui l’Istat ha scelto di classificare le attività economiche. Sul sito dell’Istat è disponibile un tool con il quale è possibile trovare il codice Ateco che descriva meglio la propria attività.
Potrà essere utilizzato in 3 modi differenti:
- Individua un codice attività: si dovrà inserire una descrizione sintetica del proprio lavoro;
- Ricerca per codice attività: si tratta della ricerca inversa, con la quale, avendo il codice Ateco, si risale all’attività economica,
- Ricerca per parola chiave.
Per esempio, nel caso dell’influencer marketing, il codice Ateco da utilizzare sarà 73.11.02, che corrisponde alla conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari.
Apertura partita IVA: esempio
Supponiamo di voler lavorare come UX designer freelance e di avere un reddito medio mensile di 3.000 euro lordi. In un anno, si potranno guadagnare circa 36.000 euro lordi.
In questa ipotesi, è più conveniente procedere con l’apertura della partita IVA con il regime forfettario – dato che non si supera la soglia degli 85.000 euro previsti annualmente in questo regime fiscale. Si pagherà un’imposta sostitutiva forfettaria pari al 5% per i primi 5 anni di attività e successivamente al 15%.
In questo caso, ci si dovrà iscrivere alla Gestione separata INPS, alla quale si verseranno i contributi in maniera direttamente proporzionale al proprio fatturato annuale.
Per il codice Ateco, invece, si potrà optare per:
- 74.10.29, Altre attività di disegnatori grafici;
- 74.10.21, che corrisponde all’Attività dei disegnatori grafici di pagine web.
Nell’ipotesi, invece, in cui si avesse un’attività commerciale, sarà necessario iscriversi alla Camera di Commercio e alla Gestione commercianti INPS. Questa cassa prevede sia dei contributi fissi da versare, sia una parte variabile in relazione al proprio fatturato annuo.
A seconda del lavoro che si sceglierà di fare online, quindi, i passaggi da seguire sono sempre gli stessi: a cambiare saranno il regime fiscale, il codice Ateco, la cassa previdenziale e, dunque, gli adempimenti da rispettare ogni anno.
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Partita IVA e sanzioni fiscali
Qualora non si dovesse rispettare questa regola, quindi si decidesse di guadagnare online senza partita IVA, ci potrebbero essere delle conseguenze nell’ipotesi di accertamento fiscale.
In pratica, potrebbero essere applicate delle sanzioni amministrative nelle ipotesi di:
- ritardo nell’apertura della partita IVA;
- omessa applicazione e versamento dell’IVA;
- mancata iscrizione alla cassa di riferimento, che, in assenza della quale, corrisponde alla Gestione separata INPS.
Si potrebbero poi rischiare delle sanzioni nei casi di cosiddetta falsa partita IVA. Su questo tema, ti invitiamo a leggere la nostra guida per conoscere le tue tutele e saperne di più su un problema molto diffuso nel nostro Paese: False partite IVA: cosa sono e come riconoscerle
Qualora si aprisse una ditta individuale, si dovrà anche procedere con l’invio della comunicazione di inizio attività – cosiddetta SCIA, Segnalazione certificata di inizio attività – alla Camera di Commercio e al proprio Comune di residenza.
Lavorare come freelancer: diritti e doveri
Lavorare come freelancer non significa dover rinunciare alle garanzie statali che un lavoratore dipendente ha. Se è vero, infatti, che non si ha diritto alle ferie retribuite, si potranno invece ricevere le seguenti prestazioni previdenziali:
- indennità di maternità;
- indennità per degenza ospedaliera;
- congedo parentale;
- ISCRO;
- assegno unico per i figli.
In materia fiscale, invece, gli adempimenti del freelancer corrispondono al pagamento di imposte e contributi, per i quali è stata prevista la possibilità di pagare a rate, nel periodo compreso tra giugno e novembre di ogni anno.
Il calcolo dei contributi e delle imposte parte del cosiddetto coefficiente di redditività, il quale varia in relazione al lavoro svolto, con percentuali che vanno dal 40% fino all’86%. Per esempio, nel caso citato in precedenza, quello dell’UX designer, il coefficiente di redditività è del 78%.
Tramite questa aliquota, si arriva al reddito imponibile sul quale vengono poi applicate:
- l’aliquota contributiva, che nel caso della Gestione separata INPS è pari al 25,98%;
- l’imposta sostitutiva al 5% o al 15%, per chi ha scelto il regime fiscale di tipo forfettario.
Contratto da freelancer
Per essere tutelati al 100% nel momento in cui si lavora per qualcun altro, è sempre conveniente stipulare un contratto di lavoro da freelancer, nel quale, oltre ai dati delle parti, si dovranno specificare i servizi offerti.
Oltre a ciò, è sempre bene mettere nero su bianco:
- il compenso pattuito;
- le modalità e le tempistiche di pagamento;
- eventuali scadenze da rispettare e, se necessario, una clausola sul diritto d’autore;
- le modalità di risoluzione del contratto;
- l’informativa sulla privacy;
- il foro competente in caso di controversie legali;
- la firma di entrambe le parti.
Lavoro online e rischi: marketing multilivello
Uno dei principali problemi del lavoro da casa è che su Internet è davvero molto comune incappare in annunci truffaldini in cui viene venduta l’idea di poter guadagnare migliaia di euro in pochi giorni, con estrema facilità. I soldi facili, però, non esistono.
Tra i sistemi di vendita più rischiosi, troviamo, per esempio, il marketing multilivello (MLM), ovvero aziende che vendono prodotti e servizi e, nel momento in cui trovano nuovi clienti, non mirano soltanto a vendere loro qualcosa, ma anche a trasformarli in venditori autonomi.
Si crea, in questo modo, un sistema di vendita diretta multilivello in cui non si guadagna soltanto dal singolo prodotto venduto, ma anche su quello che riescono a portare a casa i soggetti reclutati in prima persona.
Per iniziare a lavorare in un contesto simile, il nuovo arrivato – convinto con tecniche di persuasione e la certezza di ottenere un guadagno certo, in poco tempo – dovrà però versare una quota iniziale, per esempio per l’acquisto di materiale informativo.
La vendita piramidale è stata vietata dall’art. 5 della legge 173/2005, con la quale sono state introdotte delle sanzioni, quali l’arresto da 6 mesi a 1 anno e l’ammenda da 100.000 a 600.000 euro.
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E-commerce e responsabilità del venditore online
A questo punto, potrebbe essere molto utile, per chi si volesse iniziare a vendere prodotti online su un e-commerce, conoscere la normativa in vigore e quali sono i diritti per il consumatore che compra sul web.
Il professionista che vende un prodotto o un servizio dovrà porre particolare attenzion:
- alla fase precontrattuale;
- agli obblighi informativi;
- alle informazioni da rendere note al consumatore a norma dell’art. 12.1 del D.lgs 70/2003.
Dovranno dunque essere rispettati i principi previsti agli art. 1337 e 1338 del Codice del consumo in materia di buona fede, ovvero sul principio di solidarietà intellettuale e di correttezza nelle trattative.
Le parti, quindi, dovranno esercitare il proprio dovere di trasparenza, ovvero scambiarsi informazioni veritiere. Per farlo, il commerciante deve rendere l’e-commerce una piattaforma di facile accesso, costantemente aggiornata e con le informazioni per contattare il venditore velocemente reperibili.
Per esempio, non dovranno mai mancare:
- la ragione sociale;
- la sede legale;
- un indirizzo di posta elettronica e/o altri recapiti;
- il numero di iscrizione al Registro delle imprese o al Repertorio delle attività economiche (REA);
- eventuali licenze o autorizzazione da parte di una determinata autorità di vigilanza, qualora sia prevista.
Trattamento dati personali
Sarà poi indispensabile conoscere le norme relative al trattamento dei dati personali, che saranno la base per concludere un contratto di vendita con l’acquirente. Qualora venissero utilizzati per altre finalità, non solo si dovrà renderlo esplicito, ma sarà anche necessario ottenere il relativo consenso (art. 4 del Regolamento Europeo 2016/679) da parte del soggetto interessato.
Obblighi informativi post contrattuali
Al termine del contratto di vendita, si dovrà rilasciare, ai sensi dell’art. 13 D.lgs. 70/2003, una ricevuta dell’ordine nella quale saranno riassunte:
- le condizioni generali del contratto;
- le caratteristiche del bene o servizio venduto;
- altre informazioni, per esempio relative ai costi di consegna e al diritto di recesso.
Garanzia legale
Trattandosi poi di un contratto a distanza, l’e-commerce prevede l’applicazione delle garanzie previste per vizi e difetti. In pratica, chi compra è tutelato nell’ipotesi in cui dovesse acquistare un prodotto difettoso.
In particolare, la garanzia obbligatoria per legge comprende:
- la garanzia legale (o garanzia di conformità), la quale copre i difetti di conformità;
- la garanzia per vizi.
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Diritto di recesso
Il consumatore dovrà poi essere informato fin da subito della possibilità di poter esercitare il diritto di recesso. Considerata la rilevanza della questione, ti invitiamo a leggere la nostra guida sul tema: Diritto di recesso del consumatore nel commercio online.
In generale, qualora decidessi di guadagnare online dall’apertura di un e-commerce, consulta in anticipo un esperto in materia di vendite telematiche in quanto il quadro normativo al quale fare riferimento è ampio e sbagliare diventa, spesso, la norma.
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Guadagnare online – Domande frequenti
Dipende, la vendita online senza partita IVA non è sanzionabile solo quando avviene in modo saltuario, per esempio vendendo qualcosa su siti come Vinted o Etsy.
I guadagni online devono essere dichiarati e tassati quando rientrano in un’attività esercitata in modo continuativo, abituale e non saltuario.
Le attività che si possono fare da casa per guadagnare soldi sono davvero tante: nella nostra guida ti spieghiamo cosa devi sapere dal punto di vista legislativo e fiscale prima di iniziare.
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