Cosa succede se si insulta un poliziotto?
Potrebbe capitare, nel corso di un'accesa discussione o di una manifestazione, di alzare un po' troppo i toni e finire con l'insultare un poliziotto in pubblico. Si starebbe commettendo un reato? Quale? Vediamolo.
Vivere in una società civile significa rispettare norme di buona educazione che sono alla base della socialità con altri esseri umani. Ci sono cose che non si possono fare, come urinare in pubblico, e che non si possono dire, perché potrebbero essere lesive della dignità altrui, avendo a volte anche dei risvolti legali.
Siamo comunque esseri umani, quindi potrebbe capitare di perdere il controllo e di esagerare con le parole, arrivando così a insultare altre persone. In alcuni casi, l’insulto potrebbe infatti essere ingiurioso, quindi internazionalmente e gravemente offensivo della dignità altrui.
Prendendo in esame un caso specifico, cosa succede se, in un momento di ira, si insulta un poliziotto? Si tratta di un reato? Integra l’oltraggio a pubblico ufficiale? Cosa si potrebbe rischiare? Vediamo più nel dettaglio questa ipotesi, partendo dall’analisi del codice penale.
Reato di oltraggio a pubblico ufficiale
Di base, la legge prevede che, nel momento in cui si insulta un rappresentante delle forze dell’ordine in pubblico, ovvero davanti a più persone, si sta commettendo il reato di oltraggio a pubblico ufficiale.
L’offesa non deve avvenire necessariamente alla presenza del pubblico ufficiale, ma affinché si possa effettivamente parlare di reato deve essere pronunciata davanti a più persone.
Tale reato è disciplinato all’art. 341 bis del codice penale e prevede che, nel momento in cui si offende l’onore e il prestigio di un pubblico ufficiale, in un luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone, si rischia la reclusione da 6 mesi a 3 anni.
L’ufficiale – in questo caso il poliziotto – dovrà però essere in servizio, quindi trovarsi nella situazione in cui sta compiendo un atto d’ufficio a causa o nell’esercizio delle sue funzioni.
La pena aumenta nel caso in cui l’offesa arrecata consista nell’attribuzione di uno specifico fatto. Per approfondire ti invitiamo a leggere il nostro approfondimento sul reato di oltraggio a pubblico ufficiale.
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Estinzione del reato
Il reato di oltraggio a pubblico ufficiale è un reato comune, quindi può essere commesso da chiunque. Nel codice penale vengono citati due casi specifici:
- quello in cui chi insulta il pubblico ufficiale non è punibile: si tratta del caso in cui l’offesa nei confronti del pubblico ufficiale consista in un fatto vero per il quale l’ufficiale viene condannato;
- una causa di estinzione del reato, la quale si verifica nel momento in cui l’imputato proceda, prima del giudizio, a risarcire sia il soggetto che ha ricevuto l’offesa, sia l’ente al quale quest’ultimo appartiene.
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Insultare un poliziotto: quando non è reato
Abbiamo detto che affinché il reato di oltraggio a pubblico ufficiale possa concretizzarsi, devono essere presenti due condizioni fondamentali:
- l’offesa deve avvenire in pubblico o in un luogo aperto al pubblico – pensate per esempio a un insulto contro un poliziotto che viene pronunciato nel corso di un comizio elettorale;
- il pubblico ufficiale (nel caso analizzato, un poliziotto) deve essere in servizio.
Ne consegue che il reato non sussiste qualora il poliziotto o il carabiniere che riceve l’insulto sia fuori servizio, anche se l’offesa è stata ricevuta in luogo pubblico e in presenza di più persone.
Volendo fare un esempio, possiamo citare la sentenza n. 173/2021 del Tribunale di Vicenza. Nel corso di un’accesa discussione durante una segra, una signora aveva insultato un vice brigadiere dei Carabinieri.
La signora era stata così accusata di oltraggio a pubblico ufficiale. Non era però stata condannata perché, in realtà, il brigadiere non era in servizio al momento dei fatti, quindi si trovava lì nella veste di semplice cittadino.
L’offesa a un poliziotto o a un altro rappresentante delle Forze dell’ordine non è inoltre reato anche quando viene pronunciata in un luogo privato o davanti al pubblico ufficiale, ma in assenza di altre persone.
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Cosa succede se picchio un poliziotto fuori servizio?
Restando in tema di reati che si possono commettere contro le Forze dell’Ordine, troviamo quello disciplinato dall’art. 336 cp, che regola la Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale.
Questa fattispecie prevede la reclusione da 6 mesi a 5 anni se si usa violenza o minaccia contro un pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri o ad omettere un atto dell’ufficio o del servizio.
Più in generale, picchiare qualcuno, a prescindere dal suo ruolo istituzionale e dal fatto che si trovi o meno in servizio, integra il reato di percosse, di cui all’art. 581 cp, il quale viene punito con la reclusione fino a 6 mesi e la multa fino a 309 euro.
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Cosa non si può dire a un poliziotto?
Nella pratica, una frase offensiva rivolta a un poliziotto ha lo stesso effetto della stessa frase rivolta a qualsiasi altro soggetto, che fa scattare l’ingiuria (depenalizzata nel 2016), con la differenza che per integrare il reato di oltraggio a pubblico ufficiale devono presentarsi le particolari condizioni che abbiamo analizzato.
A prescindere da questo, ci sono alcune espressioni che sarebbe meglio non rivolgere a un poliziotto, come per esempio:
- “Lei non sa chi sono io”, che ha un’intenzione intimidatoria e integra il reato di minaccia;
- “Bravo bravo”, detto in senso ironico, magari accompagnato da un applauso: in questo caso, può integrarsi il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, anche se le parole pronunciate non sono letteralmente offensive.
E se, andando oltre, si tentasse di far cambiare idea a un agente su una multa offrendogli dei soldi, si potrebbe essere accusati di tentata corruzione, così come si potrebbe rischiare di avere conseguenze penali qualora ci si rifiutasse di fornire le proprie generalità.
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Insulti a poliziotti – Domande frequenti
L’insulto potrebbe integrare il reato di oltraggio a pubblico ufficiale: scopri quali sono le condizioni affinché si verifichi.
Si rischia di essere puniti per l’ingiuria, che è un illecito punito con la reclusione fino a 6 mesi o con la multa fino a 516 euro.
Un poliziotto fuori servizio non può, di norma, chiedere a qualcuno le sue generalità.
Se ci si rifiuta di fornire le proprie generalità alla polizia, si incorre nell’art. 651 codice penale, sul Rifiuto d’indicazioni sulla propria identità personale, per il quale è previsto l’arresto fino a 1 mese o l’ammenda fino a 206 euro.
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