È legale cacciare il cliente se il Pos non funziona?
Ad oggi, il legislatore ha imposto l'obbligo a commercianti, professionisti e artigiani di consentire il pagamento mediante Pos. Cosa succede se non funziona? Scoprilo leggendo ciò che è accaduto a Giancarlo Loquenzi, giornalista Rai.
- Il Pos è lo strrumento che consente i pagamenti elettronici mediante carta di credito, di debito o prepagata, ovvero i pagamenti tracciabili.
- Il legislatore ha previsto l’obbligo per esercenti professioni, commercianti o artigiani di dotarsi del Pos per consentire i pagamenti elettronici.
- Laddove non sia possibile il pagamento mediante il Pos, perché manca la linea o non funziona l’apparecchiatura, il commerciante deve consentire il ricorso a metodi alternativi di pagamento.
Il giornalista di Radio Rai, Giancarlo Loquenzi, è di recente incorso in un’esperienza peculiare, ma piuttosto comune. Recatosi in un ristorante, si è visto negare la possibilità di procedere al pagamento mediante Pos perché non era funzionante. Cosa si può fare in questi casi?
Nel seguente articolo ti racconterò, in un primo momento, ciò che è accaduto al giornalista. Successivamente, ti spiegherò quali sono le regole attuali sui pagamenti elettronici e se i negozianti sono obbligati a garantire il pagamento mediante Pos.
Dopodiché, ti indicherò anche qualche soluzione alternativa laddove si verifichi una situazione simile, che, nella pratica, è piuttosto frequente. Negozianti, professionisti o artigiani devono, infatti, consentire ai clienti l’adozione di metodi alternativi di pagamento.
Se il Pos è rotto, il ristorante può cacciarti?
Giancarlo Loquenzi, giornalista di Radio Rai, ha raccontato una storia di vita quotidiana molto comune. A quanti, come me, che non usano più moneta contante sarà capitato, infatti, di trovarsi in difficoltà qualche volta, al momento in cui tocca pagare il conto al ristorante, fare un acquisto in negozio o perfino un caffè.
Oggi pagare tramite carta, con il c.d. Pos, infatti, è diventata un’abitudine comune a tanti cittadini, che ha sostituito sempre di più l’utilizzo del contante. Tuttavia, da parte dei commercianti vi è ancora una certa reticenza ad adeguarsi alla nuova prassi, quindi a far fronte all’esigenza del cliente.
Complice di questo atteggiamento è sicuramente l’onere di pagare una commissione al gestore che ti fornisce la linea e la strumentazione per il pagamento elettronico. Negli ultimi anni, soprattutto durante la fase pandemica, i Governi che si sono alternati, hanno tentato di incentivare il ricorso ai metodi di pagamento elettronico, anche per combattere l’evasione tra i commercianti.
Ricordiamo, per esempio, i vari bonus per l’acquisto o l’abbonamento a servizi che mettevano a disposizione l’apparecchiatura, o il c.d. bonus cashback, ovvero la possibilità di ottenere un rimborso di parte della spesa sostenuta, quando si procedeva al pagamento mediante Pos o altri sistemi tracciabili.
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Cosa è successo al giornalista di Radio Rai
Come detto nel paragrafo precedente, ciò che è accaduto al giornalista di Radio Rai è piuttosto comune. Loquenzi, recatosi al ristorante, inizia ad ordinare gli antipasti quando gli viene comunicato che non è disponibile il pagamento mediante Pos.
Il giornalista, allora, comunica al cameriere di non avere contanti a disposizione e il cameriere lo invita a lasciare il ristorante. Tuttavia, Loquenzi non si arrende e gli propone soluzioni alternative, come attendere il tempo necessario per andare al bancomat a prelevare, oppure aprire un credito da saldare successivamente.
Al successivo rifiuto del cameriere, il giornalista chiede di parlare direttamente con il manager del locale, per trovare una soluzione, convinto che questo sarebbe stato ben disposto a trattare per trovare una soluzione conveniente per entrambi. Al contrario, la risposta del manager è stata altrettanto negativa.
Questo ha evidenziato che, laddove fosse stata fatta una preferenza per lui, anche gli altri clienti avrebbero potuto chiedere questo tipo di soluzione. La storia termina con il cameriere che porta via arancini e bruschette servite al tavolo e il giornalista che è invitato ad abbandonare il locale.
Mi allora viene spontaneo chiedermi se la scelta dello store manager sia legittima o se il cliente poteva legittimamente chiedere un metodo di pagamento alternativo. Consentire il pagamento con il Pos è obbligatorio? Cosa si fa quando la linea non è disponibile o quando il macchinario è rotto?
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Quando è obbligatorio il pagamento con il Pos
In primo luogo, mi sembra opportuno chiarire quando è obbligatorio il pagamento con il Pos, cosa dice la legge al riguardo e se ci sono sanzioni per il commerciante che non consente il pagamento.
Con la manovra finanziaria del 2020, il Governo ha introdotto una sanzione amministrativa per tutti gli esercenti attività commerciali che rifiutino il pagamento elettronico. La versione definitiva della Legge di Bilancio 2020 è stata introdotta il 30 dicembre 2019, con alcune modifiche rispetto a quanto era stato originariamente previsto.
In particolare, per il pagamento in contanti è stato fissato un tetto massimo a 2.000 euro a partire dal 1° luglio 2020, cifra che nel 2022 è stata ulteriormente abbassata a 1.000 euro e poi riportata a 2.000. Con la legge di bilancio 2023 il tetto massimo inizialmente previsto a 1.000 euro è stato addirittura portato a 5.000 euro, soglia piuttosto elevata per i pagamenti in contanti.
A partire dallo scorso giugno, poi, sono state introdotte delle sanzioni per chi non consente il pagamento con il Pos. Inizialmente, la legge di Bilancio 2023 aveva previsto una soglia di 60 euro entro i quali negozianti, artigiani e professionisti potevano rifiutare il pagamento mediante Pos. La soglia è stata poi eliminata con il testo definitivo della legge.
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Per quanto riguarda, invece, la sanzione, si prevede una doppia penalità:
- 30 euro in misura fissa;
- 4% del valore della transazione negata.
Tuttavia, la sanzione scatta quando al cliente viene negato il pagamento elettronico con carta di credito o bancomat. Non si applica se il cliente non ne fa richiesta. In questo caso difetta una delle condizioni previste per la multa, anche ove l’esercente sia completamente sprovvisto del Pos.
Inoltre, la sanzione è applicata solo se l’esercente rifiuta il pagamento con il Pos, ma non anche se si rifiuta il pagamento con bonifici o altre modalità tracciabili.
La sanzione non scatta in caso di malfunzionamento dello strumento o mancanza di linea, il che però deve essere adeguatamente comprovato. Quindi, laddove l’esercente ti dovesse dire che manca la linea, chiedi comunque una prova per verificare lo stato dell’apparecchio, in modo tale che il negoziante non usi tale condizione come pretesto per negare il pagamento elettronico.
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A chi è rivolto l’obbligo di Pos?
L’obbligo di avere a disposizione il Pos deve essere adempiuto da:
- commercianti, che siano piccoli o grandi – anche eventualmente i venditori ambulanti;
- artigiani, come i fabbri e falegnami;
- chi svolge attività di ristorazione, come pub, pizzerie o bar;
- professionisti che esercitano attività di opera intellettuale, come notai, avvocati;
- artigiani, come idraulici, elettricisti;
- attività ricettive, come hotel, agriturismi, B&B.
Recentemente, una determinazione territoriale del direttore delle dogane ha esteso l’obbligo a coloro che svolgono attività di rivendita anche in regime di monopolio, come i tabaccai.
I vantaggi fiscali del pagamento con Pos
L’uso del Pos, inoltre, può comportare anche significativi vantaggi dal punto di vista fiscale per i commercianti. Questi, grazie al pagamento elettronico, possono godere di un credito di imposta del 30% sulle commissioni bancarie, se il fatturato annuo non supera i 400.000 euro.
Come detto anche nel paragrafo introduttivo, alcuni vantaggi sono garantiti anche ai consumatori che fanno ricorso al pagamento elettronico con Pos.
Abbiamo parlato per esempio del cashback, adottato dal Governo Conte e dal successivo Governo Draghi. Si consentiva un rimborso del 10% degli acquisti per chi procedeva ad eseguire pagamenti elettronici, fino a raggiungere un massimo di 150 euro.
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Un’altra interessante iniziativa, invece, è stata la lotteria degli scontrini. A partire dal 1° gennaio 2021, chiunque abbia effettuato un acquisto presso un esercente commerciale con pagamento elettronico poteva partecipare alla lotteria, semplicemente comunicando al commerciante un codice univoco, da richiedere sulla piattaforma dedicata all’iniziativa.
La lotteria, inoltre, permetteva all’Agenzia delle Entrate di verificare i pagamenti, perché il codice era in possesso anche dell’amministrazione finanziaria. La lotteria degli scontrini consentiva la vincita anche di un monte premi alto, tuttavia è un’iniziativa che ha avuto uno scarso riscontro da parte della popolazione, che solo in minima percentuale ha fatto richiesta del codice univoco.
A partire dal 2020, inoltre, è possibile ottenere delle detrazioni fiscali sulle spese sanitarie, se sono sempre pagate con modalità elettronica, salvo si tratti di acquisto di medicinali.
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Spese con obbligo di pagamento tracciabile
È possibile usufruire di agevolazioni fiscali sul pagamento di alcune spese, se effettuate con metodo elettronico o tracciabile. Queste sono:
- interessi passivi sui mutui prima casa;
- intermediazione immobiliare per la prima casa;
- spese veterinarie;
- spese funebri;
- frequenza scuole e università;
- assicurazione sulla vita;
- erogazioni liberali;
- iscrizione ragazzi ad associazioni sportive, palestre, piscine e altri impianti sportivi;
- affitti studenti universitari;
- canoni abitazione principale;
- per gli addetti all’assistenza personale per soggetti non autosufficienti;
- abbonamento servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale.
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Cosa succede se il Pos non funziona?
Nel caso che abbiamo esaminato, abbiamo visto che può anche accadere che il Pos non funzioni. In questa ipotesi, come abbiamo evidenziato, il commerciante o professionista non è soggetto ad eventuali sanzioni.
È opportuno però chiedersi se il ristoratore abbia avuto un comportamento corretto nel mandare via il cliente, nonostante questo avesse già ordinato e nonostante le soluzioni alternative che aveva proposto.
In primo luogo, si deve evidenziare che il contratto di ristorazione presuppone che la prestazione sia resa secondo buona fede e correttezza. Quindi, da tale dovere deriva l’obbligo del titolare dell’esercizio commerciale o del manager di chiarire immediatamente al cliente che non è possibile procedere al pagamento mediante Pos.
In tal modo, il cliente potrà scegliere se continuare la propria cena o recarsi altrove, dove potrà eseguire liberamente il pagamento mediante carta di credito o bancomat, con il Pos.
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Modalità alternative di pagamento
Il cliente è poi tenuto ad offrire modalità alternative di pagamento. Per esempio, può proporre al commerciante di attendere il tempo necessario per prelevare da un bancomat, oppure può chiedere di aprire un credito, che poi salderà successivamente. Il ristoratore, preferibilmente, dovrebbe accettare questi metodi di pagamento alternativi. Per tutelarsi, può richiedere le generalità e l’indicazione di un rappresentante legale, a cui rivolgersi in caso di inadempimento.
Laddove il cliente si sottragga al pagamento, egli potrà agire in sede giudiziaria per far valere le proprie ragioni davanti ad un giudice. Il ristoratore, in ogni caso, deve essere pagato di quanto gli è dovuto. Eventualmente, il commerciante, professionista o artigiano, può anche comunicare l’IBAN per ricevere un pagamento tramite bonifico bancario.
Se il commerciante non ha affatto a disposizione il Pos, può essere soggetto ad eventuali sanzioni, ma ciò non esclude che il cliente sia tenuto al pagamento del conto. Dunque, la distinzione principale tra assenza temporanea di Pos e mancata attivazione del servizio risiede nel regime sanzionatario. Solo nel secondo caso, infatti, scatta la sanzione amministrativa.
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Pos obbligatorio – Domande frequenti
Il pagamento con il Pos deve essere consentito obbligatoriamente a tutti i clienti da parte di commercianti, professionisti o anche da parte di artigiani.
In caso di mancato rispetto dell’obbligo di pagamento con il Pos, il titolare è soggetto ad una sanzione di 30 euro fissi e del 4% della transazione che non è stata eseguita.
Se il Pos non funziona, il commerciante, professionista o artigiano deve consentire il pagamento mediante metodi alternativi, tra cui bonifico bancario, prelevare contanti con il bancomat o aprire una linea di credito.
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