Procura della Repubblica: cos’è, cosa fa e quando interviene
In questa guida ti spiegheremo cos'è la procura della Repubblica, come è organizzata al suo interno, il ruolo del procuratore della Repubblica e del sostituto procuratore, quali sono i casi nei quali interviene e come presentare una denuncia o una querela.
- La Procura della Repubblica è un ufficio giudiziario presso ciascun tribunale composto da sostituti procuratori, procuratori aggiunti e Procuratore della Repubblica.
- Il sostituto procuratore è un magistrato ordinario che esercita la funzione di pubblico ministero, cioè di pubblica accusa.
- Presso ciascuna Corte di Appello distrettuale è istituita una Direzione Distrettuale Antimafia, che fa capo alla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.
Vi sarà sicuramente capitato di sentir parlare della procura della Repubblica, ma probabilmente non sapete di cosa si occupa e qual è il ruolo che viene svolto dal procuratore della Repubblica.
Ci sono diversi casi nei quali, chi è vittima di un reato, può richiedere l’intervento della procura della Repubblica, presentando una denuncia oppure una querela a seconda della tipologia di reato.
In questa guida prenderemo in esame quali sono le funzioni della procura della Repubblica e come presentare una denuncia nel caso in cui ci si trovasse coinvolti in un delitto, anche solo come testimoni.
Procura della Repubblica, cos’è
La procura della Repubblica non è altro che l’insieme degli uffici giudiziari nei quali lavora il procuratore della Repubblica, ovvero il magistrato più comunemente noto con il nome di Pubblico Ministero.
Ogni ufficio della procura della Repubblica si occupa di gestire i turni e le attività dei magistrati e della polizia giudiziaria che operano nei vari territori, rispettando le circolari e le direttive emesse dal ministro della Giustizia e dal Consiglio Superiore della Magistratura.
Le loro funzioni competono:
- ai magistrati che operano presso il tribunale ordinario competente per territorio nei procedimenti di competenza dei giudici di pace;
- ai magistrati che operano presso il tribunale ordinario o il tribunale per i minorenni competente per territorio per le indagini preliminari e i procedimenti di primo grado;
- dai magistrati della Corte d’Appello o della Suprema Corte di Cassazione nel caso dei giudizi di impugnazione.
Per quanto riguarda specifici delitti, quali quelli di tipo mafioso, il traffico di stupefacenti o i reati sessuali, la competenza è della direzione distrettuale antimafia, nel caso dei giudizi di primo grado, e dei magistrati della Direzione nazionale antimafia, che operano presso la Cassazione di Roma, per i giudizi di appello o quelli di fronte alla Corte di Cassazione.
Per approfondire leggi anche: Sostituto procuratore: chi è e la differenza con il Pubblico Ministero
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Struttura interna
Ogni procura della Repubblica ha un procuratore della Repubblica, il quale viene affiancato da due sostituti procuratori e da uno o più procuratori aggiunti. I procuratori devono avere la qualifica di magistrato di cassazione se operano nelle sezioni principali, oppure di magistrato d’appello per le sedi secondarie.
Nelle procure presso i tribunali ordinari, possono esserci anche i vice procuratori onorari della Repubblica (VPO), che vengono nominati per 3 anni dal Consiglio Superiore della Magistratura.
Sono poi presenti:
- il personale amministrativo;
- gli agenti della polizia giudiziaria, che svolgono servizio distaccato presso l’ufficio giudiziario, occupandosi delle funzioni investigative affidate loro dal procuratore della Repubblica.
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Di cosa si occupa la procura della Repubblica
La procura della Repubblica agisce per fare in modo che le leggi vengono rispettate da tutti i cittadini e che la giustizia venga:
- amministrata in tempi rapidi;
- applicata senza distinzioni.
La procura della Repubblica si occupa delle indagini penali, della custodia e dell’aggiornamento dei dati sensibili riguardanti precedenti giudiziari o carichi pendenti dei cittadini, o ancora delle richieste di misure cautelari reali o personali, come per esempio gli arresti domiciliari.
Oltre alle funzioni legate al diritto penale, la procura della Repubblica si occupa anche di tutelare i soggetti deboli, quali minori, disabili, inabili, creditori, nel corso dei procedimenti civili. Interviene, per esempio, nel caso di decadenza della responsabilità genitoriale, o nelle cause di separazione e divorzio alla presenza di figli minori.
Approfondisci leggendo Procuratore della Repubblica: chi è e cosa fa
Quando sono esercitate le funzioni di Pubblico ministero?
Le funzioni del pubblico ministero sono esercitate:
- nei procedimenti di competenza del Giudice di pace: la funzione è svolta da magistrati della Procura della Repubblica presso il tribunale ordinario competente;
- durante le indagini preliminari, che sono esercitate dai magistrati della Procura della Repubblica presso il tribunale ordinario competente;
- durante il procedimento di primo grado, dai magistrati della Procura della Repubblica presso il tribunale ordinario competente;
- nei giudizi di impugnazione, dai magistrati della procura generale della Repubblica presso la Corte d’appello o la Corte suprema di cassazione.
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Direzione distrettuale antimafia
Il legislatore, per fronteggiare il fenomeno della criminalità organizzata, ha previsto che determinati tipi di reati fossero perseguiti dalla c.d. Procure distrettuali.
Presso la Procura della Repubblica della Corte di Appello dei 26 distretti sono istituite queste speciali sezioni competenti per:
- delitti contro la sfera sessuale;
- sequestro a scopo di rapina o di estorsione;
- associazione finalizzata al compimento di delitti contro la libertà sessuale;
- associazione di tipo mafioso;
- delitti commessi avvalendosi delle condizioni previste dall’associazione di tipo mafioso ovvero al fine di agevolarne l’attività;
- associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti;
- associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi;
- attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti.
Nell’ambito dei reati di criminalità organizzata, ulteriore attenzione è dedicata ai delitti di stampo mafioso. Il legislatore, infatti, ha istituito presso le procure distrettuali delle Direzioni distrettuali antimafia.
Le D.D.A. possono qualificarsi come articolazioni specializzate delle procure distrettuali. Si tratta cioè di sezioni deputate ad occuparsi di criminalità organizzata di stampo mafioso, alle quali sono assegnati i magistrati che scelgono di svolgere la propria funzione trattando esclusivamente tale tipologia di delitti.
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Direzione nazionale antimafia
Le singole D.D.A. fanno capo alla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, con a capo il Procuratore Nazionale Antimafia e antiterrorismo, al quale sono riconosciuti poteri di direzione e di impulso. Sotto il primo profilo, egli dispone delle Direzione Investigativa antimafia e dei servizi centrali e inter-provinciali delle forze di polizia ed impartisce direttive intesa a regolarne l’impiego ai fini investigativi.
Sotto l’altro profilo, esercita funzioni di impulso nei confronti dei procuratori distrettuali al fine di:
- rendere effettivo il coordinamento delle attività di indagine;
- garantire la funzionalità dell’impiego della polizia giudiziaria nelle sue diverse articolazioni;
- assicurare la completezza e tempestività delle investigazioni.
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Denuncia o querela alla procura della Repubblica
Ci si può rivolgere alla procura della Repubblica nel caso in cui si volesse denunciare un reato: lo si potrà fare di persona, sia in forma orale sia scritta, da soli o con il supporto di un difensore di fiducia munito di procura speciale, recandosi presso la questura, i carabinieri o un ufficio della procura della Repubblica.
Sarà possibile presentare una denuncia (art. 333 c.p.), oppure una querela. La denuncia di un reato è obbligatoria nel caso in cui il delitto sia contro la personalità dello Stato (art. 364 c.p.), oppure si venga a conoscenza delle ricezione di denaro o altre utilità provenienti da un reato (art. 709 c.p.).
Nel caso della querela, invece, la persona che ha subito un delitto manifesta la propria volontà affinché il colpevole venga punito. Avrà a sua disposizione 3 mesi di tempo da quando è venuto a conoscenza del reato, che diventano 6 per i reati di stalking, violenza sessuale o atti sessuali con un minore.
1) Denuncia
La denuncia costituisce la comunicazione di un fatto illecito da parte di chi ne è stato vittima o di chi ne abbia comunque avuto conoscenza. Essa deve contenere, in primo luogo, l’esposizione degli elementi essenziali del fatto.
Inoltre, per quanto possibile, il denunciante deve indicare:
- il giorno dell’acquisizione della notizia;
- le eventuali fonti di prova;
- le generalità;
- il domicilio e quanto valga alla identificazione del presunto autore del fatto e della persona offesa;
- l’indicazione di coloro che siano in grado di riferire su circostanze rilevanti per la ricostruzione dei fatti.
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2) Querela
La querela, a differenza della denuncia, è una condizione di procedibilità. In pratica, è l’atto con il quale la persona offesa, personalmente o a mezzo di un procuratore speciale, manifesta la volontà che sia perseguito un fatto costituente reato. Ciò significa che con la querela si attiva il procedimento penale a carico dell’autore del reato.
Si distingue per questa ragione dalla denuncia, che è una mera notizia di reato, mentre la querela contiene, appunto, una manifestazione di volontà.
Come anticipato nelle righe precedenti, di regola, il diritto di querela deve essere esercitato entro tre mesi dal giorno della notizia del fatto che costituisce il reato. Tuttavia, la legge può prevedere termini diversi. Si pensi alla persona offesa da uno dei reati contro la libertà sessuale, la querela può essere proposta in sei mesi.
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Procura della Repubblica – Domande frequenti
Si può presentare un esposto alla procura della Repubblica in caso di reato: ecco quali sono i suoi ambiti di intervento.
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Il procuratore è il magistrato che occupa l’ufficio della procura della Repubblica: ecco di cosa si occupa.
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