Riforma delle previdenza forense: come cambieranno le pensioni degli avvocati
- Il nuovo regolamento, deliberato dal Comitato dei Delegati di Cassa Forense, ha portato alla riforma della previdenza forense.
- Le regole approvate saranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2024, anno in cui il calcolo della pensione di un avvocato cambierà.
- Si passerà, infatti, in modo graduale, dal sistema di calcolo retributivo a quello totalmente contributivo.
La riforma della previdenza forense era un passaggio fondamentale e necessario per adattarsi al contesto attuale e per andare incontro alle previsioni dell’ultimo bilancio tecnico attuariale a 30 anni.
Il bisogno di un intervento strutturale era dovuto principalmente ai problemi di sostenibilità finanziaria derivanti dai cambiamenti demografici in atto, che hanno avuto influenze dirette sulla professione legale e sui trattamenti pensionistici.
Tra le novità in arrivo, ci saranno per esempio:
- il passaggio del coefficiente di rendimento dall’1,40% all’1,30%;
- la riduzione del contributo soggettivo minimo per i neoiscritti alla Cassa forense da 3.000 euro a 2.200 euro circa.
Vediamo insieme di seguito cosa ci sarà di diverso il prossimo anno.
- Riforma previdenza forense: il nuovo regolamento
- Riforma previdenza forense: come si calcola la pensione di un avvocato
- Riforma previdenza forense: calcolo aliquote contributive
- Cassa Forense: regole di accesso alla pensione
- Ulteriori prestazioni pensionistiche di Cassa Forense
- Qual è la pensione minima di un avvocato?
Riforma previdenza forense: il nuovo regolamento
Le modifiche alla Cassa forense rappresentano una rivoluzione per il sistema pensionistico degli avvocati, mirante a renderlo più sostenibile dal punto di vista economico, in virtù dei cambiamenti demografici avvenuti negli ultimi anni.
Ci sono principalmente 3 differenze rispetto al passato:
- si passa dal sistema retributivo a quello contributivo;
- vengono ridotti i contributi soggettivi minimi che i neoiscritti sono tenuti a versare;
- l’aliquota della quota modulare e del contributo soggettivo per i pensionati che continuano a lavorare vengono aumentati.
Viene inoltre ridotto il coefficiente di rendimento per gli avvocati iscritti alla cassa da almeno 18 anni, che non sarà più dell’1,40%, ma pari all’1,30%.
Muta anche l’obbligo di iscrizione alla Cassa forense:
- i praticanti avvocati potranno farlo facoltativamente;
- gli altri, invece, saranno tenuti a iscriversi soltanto nel momento in cui sarà avvenuta l’effettiva registrazione all’Albo.
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Riforma previdenza forense: come si calcola la pensione di un avvocato
Tra i punti più importanti della riforma delle pensioni degli avvocati troviamo l’applicazione del sistema di calcolo contributivo a tutti i nuovi iscritti.
Per quanto riguarda, invece, gli avvocati che hanno maturato un’anzianità inferiore ai 18 anni dall’iscrizione (con riferimento al 31 dicembre 2023, come data conclusiva per il conteggio), sarà applicato un sistema di calcolo misto, ovvero:
- contributivo per gli anni successivi alla riforma;
- retributivo per tutti gli anni precedenti.
Il sistema solo retributivo, invece, continuerà a essere applicato a tutti gli avvocati con almeno 18 anni di iscrizione, maturati al 31 dicembre 2023. Come già detto, per questi professionisti sarà modificato il coefficiente per il calcolo della pensione, che dal 2024 sarà dell’1,30% invece che dell’1,40%, per tutti gli anni successivi alla riforma.
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Riforma previdenza forense: calcolo aliquote contributive
Una novità molto positiva per andare incontro alle esigenze dei neoiscritti sarà relativa al cosiddetto contributo soggettivo minimo, che dai 3.000 euro di oggi si abbasserà a 2.200 euro, a partire dal 2024.
L’aliquota per il calcolo del contributo soggettivo aumenterà invece e sari pari:
- al 16%, nel 2024 e 2025;
- al 17%, nel 2026.
Gli avvocati con redditi inferiori a 17.324 euro potranno contare sulla riduzione delle contribuzione dovuta. In particolare, nei primi 4 anni di iscrizione alla Cassa Forense, si pagherà un contributo soggettivo direttamente proporzionale al reddito prodotto.
Non ci sarà l’obbligo di contributo minimo. Dal quinto all’ottavo anno, invece, il contributo minimo soggettivo sarà di 1.100 euro, ovvero sarà ridotto del 50%. Nei primi 12 anni di iscrizione si potranno comunque integrare i contributi minimi non versati, su base volontaria.
L’aliquota per la contribuzione minima volontaria passerà invece dal 10% al 15%. Allo stesso modo, si assisterà a un incremento dell’aliquota del contributo soggettivo previsto per i pensionati che continuano a lavorare, che crescerà dal 7,5% al 10%.

Cassa Forense: regole di accesso alla pensione
La riforma della previdenza forense non apporta modifiche alle regole di accesso alla pensione di vecchiaia, anticipata e di anzianità, che restano inalterate.
In particolare, si tratta di:
- pensione di vecchiaia: 70 anni di età e 35 anni di contributi;
- pensione anticipata: tra i 65 e i 70 anni e almeno 35 anni di contributi;
- pensione di vecchiaia contributiva: 70 anni di età e almeno 5 anni di contributi;
- pensione di anzianità: 62 anni e almeno 40 anni di contributi.
Tuttavia, per gli iscritti a partire dal 2024, i 3 istituti saranno riunificati nella pensione di vecchiaia, con requisiti di accesso più favorevoli – 20 anni di anzianità – e calcolo interamente contributivo.
Le prestazioni pensionistiche saranno adeguate:
- per i nuovi iscritti, ai quali viene aggiunto un punto percentuale a quanto versato a titolo di contributo integrativo;
- nei casi di maternità, adozione e paternità, in cui è invece previsto un coefficiente di trasformazione (in sede di pensionamento) aumentato di 1 anno rispetto alla propria età anagrafica. Da ciò consegue un aumento della pensione di vecchiaia per gli iscritti che hanno il solo sistema contributivo.
Ulteriori prestazioni pensionistiche di Cassa Forense
| Tipologia di pensione per avvocati | Come funziona: anni e contributi |
| Pensione di invalidità | 40 anni di età e iscrizione alla Cassa forense da almeno 5 anni Si dovrà essere affetti da infermità derivante da malattia o infortunio che ne riduca in maniera permanente la capacità lavorativa a meno di un terzo L’importo non può essere inferiore al 70% della pensione minima |
| Pensione di inabilità | 40 anni di età e iscrizione alla Cassa forense da almeno 5 anni Si dovrà essere affetti da infermità derivante da malattia o infortunio che ne determini la totale incapacità L’importo sarà adeguato alla pensione minima |
| Pensione di reversibilità | Spetta al coniuge dell’iscritto pensionato, anche se divorziato ma con assegno alimentare e non risposato, oltre che ai figli in età scolare |
| Pensione indiretta | Ne hanno diritto il coniuge, anche se divorziato ma con assegno alimentare e non risposato, dell’iscritto deceduto, che abbia maturato almeno 10 anni di effettiva iscrizione e contribuzione, in atto da data anteriore al 40° anno di età, e non abbia ancora maturato il diritto alla pensione, e i figli in età scolare |
| Prestazione contributiva | Rimborso parziale spettante ai pensionati di vecchiaia, retributiva e contributiva, che si cancellino dagli Albi, o agli eredi, in caso di decesso |

Qual è la pensione minima di un avvocato?
La pensione minima di un avvocato corrisponde a 12.337 euro, mentre, secondo una statistica Istat, la media nazionale:
- della pensione di invalidità e di vecchiaia è di 39.287 euro;
- della pensione di anzianità degli avvocati corrisponde a 36.126 euro.
L’importo della pensione minima 2023 è stato rivalutato in base al coefficiente dell’11,9%, nel rispetto dell’art. 48 del Regolamento Unico della Previdenza Forense.
Per verificare la propria posizione contributiva, basterà effettuare l’accesso alla propria area riservata sul sito della Cassa Forense e seguire il seguente percorso Info Previdenziali > Dati previdenziali > Estratto conto contributivo.
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Riforma della previdenza forense – Domande frequenti
La riforma della previdenza Forense, in vigore dal 1° gennaio 2024, porterà a delle modifiche indispensabili sulle pensioni degli avvocati: scopri quali sono.
La Cassa forense è un ente privato che si occupa della gestione del sistema previdenziale degli avvocati che, dal 2024, sarà oggetto di alcune importanti riforme.
Gli anni di contributi che un avvocato deve versare per poter andare in pensione dipendono dalla tipologia di trattamento pensionistico scelto, tra pensione di vecchiaia, anticipata o di anzianità.
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