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Azione surrogatoria: cos’è, presupposti e differenze con l’azione revocatoria

Cos'è l'azione surrogatoria? Quali sono i requisiti? Quando può essere esperita? La tutela della garanzia patrimoniale generica è piuttosto complessa: cerchiamo allora di fare alcune chiarimenti, spiegando la natura dell'istituto e i presupposti.

azione surrogatoria 3
  • L’azione surrogatoria consente al creditore di esercitare un diritto per conto del debitore inerte.
  • È un’azione a carattere conservativo della garanzia patrimoniale generica, come l’azione revocatoria o il sequestro conservativo.
  • È possibile agire in via surrogatoria per esercitare diritti patrimoniali, non anche diritti di natura personale.

L’azione surrogatoria è forse uno degli istituti più “insidiosi” tra quelli conosciuti dall’ordinamento giuridico italiano. È uno strumento di tutela del creditore, al fine di evitare un pregiudizio al proprio diritto. 

Non è facile, infatti, comprendere di cosa si tratti, soprattutto perché, come vedremo nel seguente articolo, ha un contenuto atipico, che varia in base al caso concreto. È, d’altro canto, chiamata azione, ma non necessariamente implica un procedimento davanti al giudice. 

Nelle prossime righe analizzeremo la funzione e i casi in cui è possibile esercitare l’azione surrogatoria. Faremo anche alcune distinzioni rispetto all’azione revocatoria. Infine, ci soffermeremo sulla surrogatoria e la disciplina della successione ereditaria, perché è il principale tema esaminato negli ultimi anni dalla giurisprudenza.


Azione surrogatoria: significato

L’azione surrogatoria è disciplinata dall’art. 2900 c.c., il quale al comma primo afferma che:

Il creditore, per assicurare che siano soddisfatte o conservate le sue ragioni, può esercitare i diritti e le azioni che spettano verso i terzi al proprio debitore e che questi trascura di esercitare, purché i diritti e le azioni abbiano contenuto patrimoniale e non si tratti di diritti o di azioni che, per loro natura o per disposizione di legge, non possono essere esercitati se non dal loro titolare.

L’azione surrogatoria ha, quindi, la principale funzione di consentire al creditore di esercitare un diritto che spettava al debitore. Quindi, se questo resta inerte, sia parzialmente sia totalmente, il creditore può sostituirsi al debitore, al ricorrere di specifici presupposti. 

L’azione surrogatoria non ha contenuto tipico: varia infatti a seconda del diritto che si deve far valere. È, dunque, un’azione dal contenuto atipico. Talvolta, non è neanche un’azione. Il creditore può far valere il diritto anche in via stragiudiziale. Ne consegue che non è necessario il ricorso all’autorità giudiziaria.

Ciò si evince espressamente anche dal comma secondo dell’art 2900 c.c., il quale afferma che:

Il creditore, qualora agisca giudizialmente, deve citare anche il debitore al quale intende surrogarsi.

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Azione surrogatoria: come funziona

Lo scopo principale dell’azione surrogatoria è quello di trasformare gli elementi potenziali del patrimonio del debitore in elementi reali e a preparare in tal modo la successiva esecuzione. La funzione conservativa dell’azione surrogatoria è riconosciuta dalla dottrina prevalente. Questa individua il fondamento dei mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale nel principio di responsabilità patrimoniale, di cui all’art. 2740 c.c.

La norma secondo cui tutti i beni del debitore siano a disposizione del creditore e possano formare oggetto dell’azione esecutiva non vale, tuttavia, di per sé a garantire il soddisfacimento del credito. Il soddisfacimento del credito può essere, in vario modo, pregiudicato dal debitore. 

Per reagire ai comportamenti pregiudizievoli del debitore, il creditore può far ricorso ai mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale generica, cioè:

  • il sequestro conservativo, che serve ad evitare la sottrazione materiale del bene; rende inoltre inopponibile al creditore sequestrante gli atti di disposizione compiuti dal debitore;
  • l’azione revocatoria, che evita gli effetti dannosi dell’alienazione. Permette al creditore di sottoporre il bene all’esecuzione forzata; 
  • l’azione surrogatoria, che pone invece rimedio al mancato o parziale esercizio dei diritti da parte del debitore.

Il carattere conservativo degli istituti viene anche affermato alla luce della considerazione per cui essi non realizzano direttamente il diritto di credito, ma assicurano la conservazione dei beni del debitore, necessari per il soddisfacimento del diritto. Precisamente, gli istituti in esame consentono di realizzare una situazione in cui è più probabile la realizzazione del credito.

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Azione surrogatoria e revocatoria

L’azione revocatoria è un diverso strumento che consente di garantire tutela al creditore e conservare il patrimonio del debitore, per una futura azione esecutiva.

Si distingue dall’azione surrogatoria, perché ha un contenuto specifico. L’azione revocatoria è un’azione di inefficacia relativa, cioè rende il contratto stipulato, lesivo del patrimonio del debitore, inefficace rispetto al creditore. Tale negozio, però, continua a produrre effetti tra le parti.

In sostanza, laddove si renda necessario, il creditore potrà comunque aggredire in via esecutiva il bene alienato, anche se è nella disponibilità di un terzo. 

L’azione revocatoria presenta inoltre dei presupposti specifici. Il primo requisito è il pericolo di un danno, in questo caso, come si vedrà poi in proposito anche alla surrogatoria, il danno è meramente futuro. Non deve trattarsi di un danno attuale e concreto.

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Può derivare da una modifica del patrimonio del debitore:

  • quantitativa, quando il debitore si priva di un bene, alienando lo stesso ad altri e riducendo quindi il valore del proprio patrimonio, dunque anche la garanzia patrimoniale del creditore;
  • qualitativa, quando il debitore vende un bene di pronta e facile liquidazione, cioè rispetto al quale il creditore può facilmente soddisfarsi, e lo sostituisce con uno o più beni, dello stesso valore, ma che difficilmente possono essere soggetti ad esecuzione forzata. Per esempio, se il debitore vende un grande immobile, collocato in una specifica area, e lo sostituisce con più immobili, che complessivamente hanno lo stesso valore, ma si trovano dislocati in un ampio territorio. Questi saranno molto più difficilmente oggetto di aggressione. 

Poi deve essere anche provato un dato psicologico, cioè che il debitore volesse arrecare un pregiudizio alla garanzia patrimoniale generica con l’atto di alienazione.

Infine, se l’alienazione è a titolo oneroso, cioè è una compravendita, allora deve essere provata anche la consapevolezza del terzo acquirente circa il fatto che il negozio arrechi pregiudizio al creditore. 

Puoi approfondire l’argomento leggendo anche: Azione revocatoria: come difendersi

Azione surrogatoria: presupposti

L’azione surrogatoria, come si evince dai precedenti paragrafi, comporta un’interferenza eccezionale nelle prerogative del debitore.

Per questa ragione, può essere esercitata solo alla presenza di alcuni presupposti:

  1. l’inerzia del debitore;
  2. il pericolo di danno;
  3. la qualità di creditore.

Inoltre, il creditore non può esercitare tutti i diritti del debitore: alcuni sono esclusi, come per esempio la separazione o il divorzio.

azione surrogatoria separazione

1. L’inerzia del debitore

Uno dei requisiti preliminari dell’azione surrogatoria è l’inerzia del debitore. Quindi, l’azione deve essere necessaria per il creditore. Non sempre, tuttavia, una condotta omissiva si considera inerzia.

Per esempio, se il contratto è annullabile, il debitore potrebbe decidere di convalidarlo. In questo caso, la condotta di non impugnare il contratto non è inerzia, rilevante ai fini dell’azione surrogatoria. Inoltre, sempre in via esemplificativa, non potrebbe essere fatto valere in via surrogatoria un diritto di credito del debitore se questi abbia rimesso il debito del terzo.

In tutti questi casi viene a mancare il presupposto perché al debitore possa sostituirsi il creditore. Quest’ultimo non può pretendere di sindacare le modalità con cui il debitore ha ritenuto di gestire la propria situazione giuridica, né contestare le scelte e l’idoneità delle sue manifestazioni di volontà.

Il comportamento inerte deve essere valutato oggettivamente. Non ha alcuna rilevanza lo stato soggettivo del debitore inerte.  Di conseguenza, è esclusa ogni indagine sulla volontarietà e sulla colposità dell’inerzia e sui motivi da cui essa è determinata. La condotta inerte non necessariamente è una condotta totalmente inidonea a conservare o realizzare un diritto. Può anche trattarsi di una condotta parzialmente insufficiente. 

2. Pericolo di danno

L’interesse del creditore a esperire l’azione surrogatoria non presuppone necessariamente un pericolo attuale e certo per il creditore stesso. Quindi, non è indispensabile lo stato di insolvenza, è sufficiente il pericolo di insolvenza, cioè l’eventualità che il patrimonio del debitore non sia sufficiente a pagare il creditore. Il danno, dunque, può essere anche solo futuro

In sintesi, il creditore è legittimato a sostituirsi al debitore quando vi è il pericolo che, al momento dell’esecuzione dell’azione forzata, il patrimonio del debitore non sarà sufficiente ad assicurazione il pagamento del credito. Il pericolo può, allora, essere valutato discrezionalmente dal giudice.

3. Qualità di creditore

L’ultimo presupposto dell’azione surrogatoria è che il soggetto agente sia creditore, cioè vanti un diritto di credito nei confronti del debitore. Quindi, non può esercitare l’azione surrogatoria chi, invece, vuole far valere un’obbligazione naturale o il socio di una società.

Secondo l’opinione preferibile, il credito del surrogante non deve necessariamente essere liquido ed esigibile, cioè immediatamente esercitabile il diritto. È indispensabile il requisito della certezza.

azione surrogatoria

Quali diritti possono essere esercitati con azione surrogatoria?

I diritti o le azioni per i quali è ammessa l’azione surrogatoria devono avere contenuto patrimoniale. Solo i diritti patrimoniali concorrono, infatti, a formare la garanzia generica del creditore

È, dunque, esclusa l’azione per i diritti e le azioni scaturenti da rapporti familiari, come i diritti personali del coniuge verso l’altro, le azioni di separazione, di annullamento del matrimonio, di divorzio e, ancora, i poteri inerenti alla responsabilità genitoriale o alla tutela, ovvero la legittimazione a chiedere l’interdizione o l’inabilitazione.

È parimenti esclusa la legittimazione surrogatoria per i diritti al nome, all’immagine, all’integrità fisica, alla riservatezza, alla protezione dei dati personali, perché relativi alla libertà fondamentale e alla dignità della persona. 

Merita peraltro sottolineare che anche l’esercizio di diritto di natura non patrimoniale potrebbe arrecare in via indiretta un vantaggio al creditore. Ciò, però, non costituisce comunque ragione sufficiente a consentire l’azione surrogatoria, perché la valutazione sull’opportunità dell’esercizio dei diritti personali è rimessa esclusivamente al titolare.

Questo carattere strettamente personale della valutazione sull’opportunità di esercitare l’azione o il diritto può rinvenirsi anche rispetto ad alcuni diritti che hanno contenuto patrimoniale. Dunque, quando è necessario operare un giudizio di opportunità, comunque si esclude la possibilità di esercitare l’azione surrogatoria.

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Azione surrogatoria: eredità

Come abbiamo evidenziato nei paragrafi precedenti, non è sempre ammessa l’azione surrogatoria. In particolare, questa è esclusa quando devono essere esercitati diritti c.d. personalissimi, come quelli che abbiamo elencato.

Quindi, si è spesso posta la questione dell’ammissibilità dell’azione surrogatoria rispetto ad alcune azioni. Tra queste, in materia di successione ereditaria, vi sono due questioni circa la possibilità del creditore di surrogarsi a:

  • 1) l’accettazione dell’eredità;
  • 2) l’azione di riduzione.  

1) Accettazione dell’eredità

Come abbiamo già detto, è possibile esercitare in via surrogatoria solo i diritti che hanno natura patrimoniale. L’accettazione dell’eredità ha sicuramente natura patrimoniale. Tuttavia, questo atto comunque ha carattere soggettivo, implica una valutazione di opportunità, perché comporta l’acquisto della qualità di erede con tutto ciò che ne consegue, anche in punto di subentro nelle posizioni debitorie del defunto.

Quindi, la giurisprudenza ha affermato che non è possibile procedere ad accettazione dell’eredità in via surrogatoria. Ciò, però, può ledere il creditore, quindi, è stato detto che egli può esercitare una diversa azione, disciplinata all’art. 481 c.c., con cui si chiede al giudice di fissare un termine entro il quale il debitore deve accettare l’eredità.

Può quindi accadere che:

  • il debitore accetti nel termine: questo è il caso più semplice, perché consente poi al creditore di rivalersi sul patrimonio ereditato direttamente;
  • il debitore rifiuti l’eredità: in questo diverso caso, invece, può impugnare la rinunzia entro 5 anni, secondo la disposizione dell’art. 524 c.c., consentendo un’accettazione fino a concorrenza del credito del creditore;
  • il debitore resta inerte. In questa ipotesi, il creditore sembrerebbe privo di tutela. Proprio per questa ragione, la cassazione ha esteso l’istituto del 524 c.c.

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azione surrogatoria eredità

2) L’azione di riduzione

Altra questione posta in tema di successione ereditaria, riguarda, invece, la possibilità del creditore di surrogarsi al debitore legittimario nell’esercizio dell’azione di riduzione

Ricordiamo a tal proposito, che l’azione di riduzione è un’azione di inefficacia relativa, che serve a tutelare le ragioni di alcuni particolari eredi del defunto, detti legittimari. Questi, infatti, hanno diritto, in base alla legge, ad una porzione del patrimonio del defunto, individuata da una quota fissata dalle norme del codice civile.

Il defunto, quindi, non può disporre dell’intero patrimonio. Se ne dispone, rendendo insufficiente il patrimonio a soddisfare la quota dei legittimari, allora questi possono esercitare l’azione di riduzione. L’azione in questione comporta che la disposizione, in genere testamentaria, lesiva del proprio diritto diventi inefficace. 

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Questa azione può essere esercitata dal creditore per conto del debitore-legittimario? Secondo un orientamento, in realtà minoritario, l’azione di riduzione implica comunque un giudizio di opportunità.

Tuttavia, sul punto, la Cassazione ha evidenziato che:

  • l’art. 557 c.c., che disciplina la riduzione, prevede la legittimazione non solo dei legittimari, ma anche dei loro eredi e degli aventi causa, quindi eventualmente anche dei creditori;
  • l’azione di riduzione comunque ha natura patrimoniale, perché consente di esercitare il diritto ad ottenere la quota del patrimonio del defunto;
  • anche in questo caso, come disposto dal 524 c.c., il creditore comunque esercita il diritto in modo circoscritto, limitatamente alla natura del credito. 

Puoi approfondire l’argomento leggendo anche: Donazione di immobile: cos’è e come funziona, rischi e impugnazione

Azione surrogatoria – domande frequenti

In che cosa consiste l’azione surrogatoria?

L’azione surrogatoria è un’azione conservativa del patrimonio del debitore, che consente al creditore di prevenire l’insolvenza futura.

Quando si prescrive l’azione surrogatoria?

L’azione surrogatoria ha contenuto atipico. Questa è riempita, di volta in volta, in base al diritto che si intende esercitare. Quindi, troverà applicazione il regime dell’azione che il creditore esercita per conto del debitore.

Che cosa si intende per garanzia patrimoniale?

La garanzia patrimoniale è disciplinata all’art. 2740 c.c., il quale afferma che il creditore risponde con tutto il suo patrimonio presente e futuro alle obbligazioni assunte. 

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Avv. Clelia Tesone
Avvocato civilista
Laureatasi in Giurisprudenza con la votazione di 110 e Lode presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e con approfondita conoscenza delle materie del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo. Ha brillantemente conseguito l’abilitazione alla professione di avvocato, a seguito dell’espletamento della pratica forense in diritto civile e il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013 presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord.
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