Denuncia per raggiro: cosa fare e quando denunciare
Cosa puoi fare dal punto di vista legale se sei stato vittima di un raggiro: analisi del reato di truffa e delle tutele a tua disposizione, comprensive delle informazioni che dovrai inserire quando fai una querela scritta.
- Il reato di truffa è previsto all’art. 640 cp.
- Il raggiro può essere denunciato solo quando rientra nella truffa.
- In alcuni casi, è anche possibile la procedibilità d’ufficio.
I rapporti tra gli esseri umani si basano principalmente su un concetto fondamentale per il mantenimento di una società civile: quello della fiducia. Se non mi fidassi degli altri, per esempio, non riuscirei neanche a fare la spesa: non posso davvero sapere quale sia stato il percorso che ha portato il cibo a essere presente sugli scaffali.
Mi fido perché c’è di mezzo un processo che mi garantisce sicurezza e affidabilità. Raggirare una persona va contro al patto tacito di fiducia che lega gli esseri e crea un danno ingiusto alla persona che subisce la truffa.
Le conseguenze saranno sicuramente materiali, ma non ci sono dubbi sul fatto che ci saranno ripercussioni pure sul piano psicologico. Cosa si può fare in simili circostanze per avere giustizia? Sicuramente, fare una denuncia per raggiro ai sensi dell’art. 640 cp.
Quando il raggiro rientra nel reato di truffa?
La truffa è un reato che può essere commesso con mezzi e modalità tra i più vari. Tutto dipende dalla fantasia e dagli intenti del truffatore, che potrebbe mettere in piedi una vera e propria macchina della truffa, coinvolgendo anche altre persone.
Si tratta comunque di un reato contro il patrimonio, che rappresenta dunque il bene giuridico tutelato. Quali sono allora i casi in cui il raggiro integra il reato di truffa e per i quali è possibile sporgere querela?
Nella pratica, deve accadere che:
- la vittima sia stata tratta in errore a causa dell’inganno del truffatore, quindi per mezzo di una manipolazione;
- il truffatore abbia ottenuto un ingiusto profitto derivante dal danno procurato alla vittima.
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Reato di truffa: pena prevista
Il reato di truffa è disciplinato dall’art. 640 cp e prevede:
- la reclusione da sei mesi a tre anni;
- la multa da cinquantuno euro a milletrentadue euro.
L’errore indotto dal truffatore viene concretizzato tramite l’utilizzo di artifizi o raggiri. Un artifizio non è altro che una simulazione della realtà, mentre un raggiro consiste nel manipolare le cose, creando confusione tra il vero e il falso. Rispetto a reati simili, come il furto o l’appropriazione indebita, la truffa necessita della partecipazione della vittima.
In pratica, se ti rubo dei soldi scippandoti la tua borsa, tu non hai praticamente fatto niente (forse, sei solo stato poco attento). Se, invece, io ti convinco a farmi un bonifico per motivazioni differenti, sei stato tu che, raggirato, mi hai dato i tuoi soldi.
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Truffa aggravata
La truffa, poi, può anche essere aggravata, quando viene commessa:
- ai danni dello Stato, per esempio per il conseguimento di obbligazioni pubbliche;
- contro un altro ente pubblico o dell’Unione europea;
- provocando nella vittima la paura di un pericolo immaginario o l’erronea convinzione di dover seguire un ordine dell’autorità.
In questi casi la pena è maggiore e corrisponde alla reclusione da uno a cinque anni e della multa da 309 a 1.549 euro.
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Truffa: procedibilità d’ufficio e prescrizione
La truffa rappresenta un reato punibile a querela della persona offesa, ma si trasforma in un reato perseguibile d’ufficio nell’ipotesi di truffa aggravata.
Questo significa che potrà essere querelato nel primo caso solo dalla vittima e, nel secondo caso, da chiunque ne venga a conoscenza.
In merito alla prescrizione, invece, i termini corrispondono a 6 anni, che diventano a 7 anni e 6 mesi qualora si siano verificati atti interruttivi della prescrizione.
Approfondisci leggendo la nostra guida su Quando si prescrivono i reati
Esempi di raggiri tra i più comuni
Oggi le tipologie di truffe, soprattutto le truffe online, sono davvero numerose. Si passa, per esempio, dall’acquisto di beni in negozi che in realtà non esistono e che quindi non saranno mai spediti, alle finte associazioni no-profit che raccolgono soldi da donare, ai profili fake sui social network che propongono annunci di case bellissime, ma economiche – quindi palesemente finte.
Una truffa molto diffusa negli ultimi anni è quella in cui si riceve una mail o un SMS con un link dal quale si potrà tracciare un pacco in arrivo. In questa tipologia di truffa, ci sono due cose che possono verificarsi, ovvero che:
- non hai ordinato nessun pacco, quindi teoricamente non cliccheresti mai su quel link;
- lo hai fatto, quindi potrebbe esserci un clic immediato e poco ragionato.
Nel secondo caso, dubita subito. Chi si occupa di spedizione, potrebbe al massimo inviare una mail con un link di tracciamento, è vero. Raramente capita di ricevere un SMS, però. In ogni caso, è sempre bene verificare l’indirizzo del mittente, prima di cliccare, pagare o confermare qualsiasi cosa.
Nell’ipotesi in cui la truffa che hai subito rientri tra i reati informatici, ti invitiamo a leggere la nostra guida su come funziona la frode informatica e cosa fare per tutelarti.
Come si denuncia un raggiro?
Abbiamo detto che la denuncia per raggiro è possibile quando si verifichino le condizioni per le quali si possa effettivamente parlare di truffa. Quindi, la semplice menzogna, oppure il silenzio del truffatore o lo sfruttamento dell’ignoranza della vittima non hanno alcuna rilevanza penale.
Affinché possa configurarsi una truffa, ci deve infatti essere una macchinazione, un inganno, una vera e propria messa in scena, fatta con lo scopo di arricchirsi a danno di una povera persona ignara del raggiro.
In questa ipotesi, ci si potrà rivolgere alle Forze dell’Ordine entro 3 mesi da quando il reato è stato commesso. Si potrà andare, a seconda dei casi, da:
- Carabinieri;
- Polizia di Stato;
- Polizia Postale (nell’ipotesi di reato informatico);
- Guardia di Finanza e così via.
Dopo la presentazione della denuncia o della querela, avrà inizio il procedimento penale a carico del truffatore. Nella pratica, la Polizia Giudiziaria si occuperà delle indagini preliminari, raccogliendo prove e ascoltando eventuali testimoni. Alla fine, il Pubblico Ministero deciderà se archiviare la denuncia oppure notificherà l’indagato della conclusione delle indagini, per passare alla fase successiva del giudizio.
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Come si scrive una denuncia per raggiro
La denuncia per raggiro o inganno potrà essere presentata in autonomia, sia un forma orale (che sarà poi trascritta nel verbale) sia in forma scritta (ti ricordiamo che oggi è possibile anche fare denuncia direttamente online, per esempio usando la piattaforma ioDenuncio). Sarà pure possibile comunque presentarsi alle autorità con una denuncia già scritta.
Così facendo potrai prenderti il tuo tempo per mettere nero su bianco come si è svolta la vicenda, includendo tutti i dettagli e le informazioni che ritieni più utili ai fini dello svolgimento delle indagini preliminari.
Avrai così la certezza che nessuna delle parti del tuo racconto sarà tralasciata, ipotesi che potrebbe verificarsi qualora il verbale fosse scritto al computer dall’ufficiale di turno. Si faciliterà inoltre in questo modo il lavoro delle Forze dell’Ordine.
Se hai bisogno di consigli su come scrivere una denuncia per truffa, ecco quali sono le parti che non dovrebbero mai mancare:
- l’intestazione, quindi l’Autorità alla quale ci si rivolge;
- i tuoi dati, quindi nome, cognome, residenza e codice fiscale;
- la descrizione della truffa, comprensiva di data, luogo e ora;
- la richiesta di perseguire penalmente l’autore del reato, del quale, se note, si dovranno indicare le generalità;
- la tua firma.
Qualora non conoscessi l’autore del raggiro, puoi eventualmente fare una denuncia per truffa contro ignoti. Se avessi poi necessità di una consulenza legale di un avvocato esperto in truffe, invece, vi consigliamo di rivolgerti ai professionisti presenti su deQuo.
Denuncia per raggiro – Domande frequenti
No, l’art. 640 del codice penale, che punisce il reato di truffa, non è stato depenalizzato come altri reati nel 2016.
Il raggiro può essere dimostrato per mezzo di qualsiasi prova scritta, di registrazioni video e audio, oltre che dalla presenza di eventuali testimoni.
Sarà possibile procedere con l’eventuale ritiro della querela da parte della vittima: scopri come funziona la remissione della querela, ovvero la procedura da seguire in questa ipotesi.
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